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Melius Club

La vita reale e’ migliore di quella che parrebbe dai social


Messaggi raccomandati

Inviato
4 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

Forse la questione è banale e legata a come siamo fatti

Ma si, l'uomo si abitua facilmente. Alla miniera, o alla babypensione.

Inviato
1 minuto fa, mozarteum ha scritto:

o studio e’ faticoso e dunque per cio’ solo elitario

Certo. Il problema son tutti gli altri. Una volta si seguiva il padre che faceva l'idraulico, il muratore ecc. Io non trovo gente per fare un qualunque lavoro, nemmeno coi soldi in bocca.

Adesso si iscrivono a lauree inutili, con sbocco lavorativo nullo anzi con segno negativo, pur di non entrare nel mondo del lavoro. Sono anch'io un vecchio lagnoso?😄

extermination
Inviato
48 minuti fa, wow ha scritto:

Bravo Roberto, pensavo la stessa cosa stamattina.

Io lo penso da anni ogni volta che leggo 3d che trattano l’argomento.

Inviato

I dati ci dicono che oggi in italia un neolaureato su 6 non comprende un testo semplice.

Equivale ad una fetta consistente.

A questa aggiungiamo i laureati in discipline fuffologiche, inutili o che sfociano in mercati saturi se non inesistenti (scemenze della comunicazione è il mio esempio preferito).

E considerare lauree pure le triennali è un'offesa ai laureati veri, questi a 22 anni non sono pronti neanche per accendere lo scaldabagno da soli figuriamoci per lavorare in ambiti complessi.

 

  • Melius 2
Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Ho la sensazione che si tenda a dare eccessivo spazio ai social come fattore di condizionamento della vita ordinaria.

Uscendo al mattino, vedo sorrisi ed educazione al bar, gente che lavora, in alcuni ambiti grande eleganza di forme e modi, iniziative pubbliche e private di solidarieta’, ragazzi che studiano, progettano. Certo ci sono realta’ emarginate ma in quale epoca non vi sono state? 
A volte pare che viviamo in mezzo

agli unni. A me non risulta

Non frequento nessun social, ignoro o derido la stampa e la cosiddetta informazione, vivo in un piccolo paese dove vengo bonariamente preso in giro perché da buon milanese chiudo la macchina se entro in un negozio. Non vedo ciabattanti da mesi, non ho passato un weekend in casa, torno la notte in mezzo al nulla, come te trovo sorrisi e gentilezze al bar (un po’ meno quelli che sanno anche fare bene un cappuccino ma non si può avere tutto), ho perso il conto degli eventi organizzati dal Comune (il nuovo sindaco é un avvocato appassionato di musica, ma non sei tu!) tutti degni di nota. Ma è appunto una realtà, la mia realtà. A giugno sono tornato a Milano (casa svaligiata) e per una sfortunata coincidenza mi hanno lasciato alle 22:00 allo spiazzo del capolinea metropolitana di San Donato: fino alla fermata di Corvetto ho seriamente temuto per la pellaccia…

 

extermination
Inviato

“”secondo il rapporto "Education at a Glance 2025" dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), citato da diverse testate giornalistiche a settembre 2025. Nello specifico, il 16% dei laureati italiani ha un livello di alfabetizzazione pari o inferiore al livello 1, indice che indica la difficoltà nel comprendere testi brevi, a fronte di una media OCSE del 10% per questa fascia””

Il 37% degli italiani tra i 25 e i 64 anni è in grado di comprendere solo testi brevi e con un vocabolario semplice. L’Ocse li definisce adulti con «un basso livello di alfabetizzazione»: una condizione di svantaggio assoluto con conseguenze sul benessere, sulla salute, sulla capacità di gestire i risparmi, di reperire informazioni corrette in Rete e molto altro. Un dato elevatissimo anche tra i laureati: pari al 16%, praticamente uno su sei.

Domanda: Ma che lavoro fanno costoro?!

piergiorgio
Inviato
6 minuti fa, extermination ha scritto:

Ma che lavoro fanno costoro?!

Io invece mi sono chiesto come azzo li fanno 'sti rapporti 

Inviato

Immagino si stia parlando della (presunta) deriva violenta del paese e della necessaria ricerca della sicurezza.

Se questa premessa è giusta, ho maturato l'idea che esistono 3 realtà parallele: la realtà individuale, quella scritta dai giornali e quella dei social che generano percezione multipla.

La realtà individuale è quella personale ed ognuno dovrebbe essere capace di percepirla senza essere condizionato dalle altre. Per fare un esempio su me stesso, emigrato a Roma nel 1980, da allora ho assistito in diretta ad un solo (1) episodio di violenza, uno scippo in una strada dello shopping. Ero anche vicino al punto in cui le BR spararono a Vittorio Bachelet, ho frequentato Statistica e chi conosce la Sapienza sa che ha le scale in comune con Giurisprudenza. Come tutti quelli che erano all'università quel giorno fui identificato dalle forze dell'ordine, ma era un'altra storia. Non ho vissuto e non vivo rintanato in casa per "paura", ieri ho passato una magnifica serata fino all'una del mattino con amici in zona Tor Bella Monaca e quindi la mia percezione è che, tutto sommato, riesco a fare quello che voglio quando voglio. Sono anche molto woke, per cui omosessuali che si scambiano effusioni in pubblico o l'immigrato che chiede soldi o mi pulisce il parabrezza non mi crea alcun disagio.

I giornali hanno il problema di dover pagare gli stipendi e quindi elencano tutto quello che succede dalle alpi al manzanarre con dovizia di particolari efferati allo scopo di attrarre i consumatori.

Quando hanno fine politico la cosa si amplifica a dismisura per cui la storia di Kirk, è un esempio, episodio avvenuto in altro mondo con comportamenti e regole totalmente diverse dalle nostre, viene sciacallato per provare a farci credere che lo stesso potrebbe succedere da noi domattina. E questo comportamento contribuisce alla generazione ed amplificazione delle terza realtà parallela, quella dei social, dove le regole semplicemente non esistono e se esistono, vengono disattese costantemente, dando sfogo alle peggiori turbe represse che senza l'anonimato probabilmente resterebbero celate.

Quindi, la mia bottom line è che, ancora una volta, dovremmo essere capaci di leggere ed interpretare la realtà in modo chiaro, possibilmente evitando i condizionamenti esterni provenienti dai mondi paralleli. Un po' come il suffragio universale, gli effetti sulla società più o meno positivi dipendono da chi ha le leve e le muove, ma dipendono direttamente da noi che li votiamo.

Ciao

D.

Inviato
7 minuti fa, extermination ha scritto:

Domanda: Ma che lavoro fanno costoro?!

Se vuoi ti inoltro qualche mail di lavoro che ricevo da vertici aziendali piuttosto che da giovani consulenti o "professionisti"  esterni (laureati).

Ma procurati prima la matita rossa. 

piergiorgio
Inviato
8 minuti fa, LeoCleo ha scritto:

A giugno sono tornato a Milano (casa svaligiata) e per una sfortunata coincidenza mi hanno lasciato alle 22:00 allo spiazzo del capolinea metropolitana di San Donato: fino alla fermata di Corvetto ho seriamente temuto per la pellaccia…

La tua è solo una percezione, come qualcuno afferma qui sopra. Statisticamente sei uno su millemila, per cui il problema non è un problema, semplicemente non esiste.

Sono un vecchio lamentoso come @lampo65 ? 

Si, un po' più giovane ma lagnoso.

Inviato
2 minuti fa, extermination ha scritto:

Domanda: Ma che lavoro fanno costoro?!

Posso dirti che ho fatto formazione a 25 enni col master (paiono tutti fatti con lo stampino, è impressionante) e quasi nessuno sa scrivere sotto dettatura.

extermination
Inviato
7 minuti fa, Velvet ha scritto:

Ma procurati prima la matita rossa. 

Non metto in dubbio la scarsa accuratezza degli scritti piuttosto che la presenza di errori grossolani dovuti, a mio modo di vedere, anche solo a fretta e poca attenzione, quello che mi suona strano è l’elevato numero di coloro che non capiscono e/o non si fanno capire in  semplici interlocuzioni.

Inviato
2 minuti fa, LeoCleo ha scritto:

nessuno sa scrivere sotto dettatura.

Il dramma nasce quando devono scrivere 5 righe per comunicare un concetto concreto in sintesi o rispondere a domande puntuali e fattuali. 

Si apre l'abisso. 

 

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Ho la sensazione che si tenda a dare eccessivo spazio ai social come fattore di condizionamento della vita ordinaria.

Uscendo al mattino, vedo sorrisi ed educazione al bar, gente che lavora, in alcuni ambiti grande eleganza di forme e modi, iniziative pubbliche e private di solidarieta’, ragazzi che studiano, progettano. Certo ci sono realta’ emarginate ma in quale epoca non vi sono state? 
A volte pare che viviamo in mezzo

agli unni. A me non risulta

Devi però frequentare di più i bassifondi tipo come faccio io coi peggiori bar di Tresigallo...

  • Haha 2
Inviato

@extermination guarda, ormai ho imparato sulla mia pelle che con costoro bisogna comunicare schematicamente, per punti brevi.

Tipo interlocuzione con AI poco evoluta. Se ci metti una subordinata non capiscono. 

 

Inviato
1 ora fa, piergiorgio ha scritto:

rapine a mano armata nei negozi in pieno giorno in centro a varese sono realtà

Ma dai....

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

A volte pare che viviamo in mezzo

D'accordo su tutto e aggiungo che questa sensazione ce l'abbiamo anche perché qualcuno ha tutto l'interesse a farci avere questa sensazione, tramite i social e gli altri mezzi di comunicazione.

Inviato
3 minuti fa, otaner ha scritto:

Ma dai....

Ha visto troppi poliziotteschi anni 70 mi sa


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