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Amplificatori P.A.


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Ho preso di recente un finale per ambienti pubblici perchè avevo bisogno di qualcosa che sparasse tanta potenza per un test su diffusori ostici.

L'ampli in questione è un Apart PA-2120 mark 2, lo ho preso perchè è uno dei pochi senza rumorose ventole di raffreddamento e perchè lo ho trovato praticamente in regalo.

Dopo il test lo ho inserito nel mio impianto, così per provare, e suona talmente bene che ce lo ho lasciato !

Lo ho aperto e dentro è costruito come in foto: trasformatorone toroidale e due schede mono separate, molto audiofilo !

Mi sono procurato il libretto con le caratteristiche e ha degli ottimi dati di targa, fra i quali la distorsione dichiarata <0.03%.

Ha anche i selettori per selezionare l'impedenza delle casse a 2, 4 e 8 ohm.

Insomma, una sorpresa: brutto come la cacca, con quel frontale con i fori laterali per fissarlo nel rack, però efficace come gli altri buoni ampli che ho e ho avuto.

 

Mi sorge quindi una domanda: mi sono imbattuto in un buon prodotto o tutti gli ampli P.A. sono tutto sommato uguali a quelli hi-fi ?

2120 dentro.jpg

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Giannimorandi

Io ho avuto un behringer a800 ad pilotare due woofer era ottimo veloce controllato e silenzioso anche lui senza ventole di raffreddamento, però usato a gamma intera non era raffinato in gamma media e alta come un finale hifi ,ma era un amplificatore abbastanza economico sicuramente la componentistica non è granché, comunque ci sono anche ampli pro raffinati tipo i crown i-tech e altri 

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18 ore fa, teppo ha scritto:

Ho preso di recente un finale per ambienti pubblici perchè avevo bisogno di qualcosa che sparasse tanta potenza per un test su diffusori ostici.

L'ampli in questione è un Apart PA-2120 mark 2, lo ho preso perchè è uno dei pochi senza rumorose ventole di raffreddamento e perchè lo ho trovato praticamente in regalo.

Dopo il test lo ho inserito nel mio impianto, così per provare, e suona talmente bene che ce lo ho lasciato !

Lo ho aperto e dentro è costruito come in foto: trasformatorone toroidale e due schede mono separate, molto audiofilo !

Mi sono procurato il libretto con le caratteristiche e ha degli ottimi dati di targa, fra i quali la distorsione dichiarata <0.03%.

Ha anche i selettori per selezionare l'impedenza delle casse a 2, 4 e 8 ohm.

Insomma, una sorpresa: brutto come la cacca, con quel frontale con i fori laterali per fissarlo nel rack, però efficace come gli altri buoni ampli che ho e ho avuto.

Mi sorge quindi una domanda: mi sono imbattuto in un buon prodotto o tutti gli ampli P.A. sono tutto sommato uguali a quelli hi-fi ?

2120 dentro.jpg

Ci sono tantissimi finali Pro che hanno resa eccellente per l'HiFi...io per professione li uso nelle mie installazioni nei grandi sistemi, e per questo li uso anche a casa

Questo periodo sto usando questo modello, un Classe H da 400W RMS e 1200W in bridge:

IMG-20250721-WA0002.thumb.jpg.a6a312f7fdabc449a14a8ab285d37022.jpg

A chi interessa mi può messaggiare in privato

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Vedo che anche gli ampli che avete postato condividono la filosofia costruttiva a doppio mono, più costosa e raffinata, che non avrebbe motivo di essere applicata su ampli che potrebbero benissimo avere i due canali non perfettamente separati: è per questo che sono favorevolmente impressionato da queste macchine usate per far funzionare l'impianto microfonico dell'ospedale o la musica di intrattenimento al centro commerciale.

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40 minuti fa, teppo ha scritto:

da queste macchine usate per far funzionare l'impianto microfonico dell'ospedale o la musica di intrattenimento al centro commerciale

Quelli di cui parli pilotano le linee di altoparlanti a 100 volt, mentre quelli delle foto sono ben altra cosa.

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@teppo attenzione, non confondiamo la diffusione Public Address con il Sound Renforcement...i sistemi di diffusione Public Address sono adatti per ospedali, supermercati, etcetc fanno uso di linee di diffusione a tensione costante (in Italia a 100V) dove l'amplificatore ed i diffusori hanno un trasformatore dedicato per gestire tanti altoparlanti sulla singola linea, senza preoccuparsi della impedenza e della distanza..non sono sistemi HiFi ma solo per diffondere messaggistica vocale e sottofondo musicale limitato

Questi finali sopra sono invece per il Sound Renforcement, ossia sistemi a bassa impedenza di qualità per Live Music, installazioni in "large venue", etc...

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21 ore fa, maxgazebo ha scritto:

Questi finali sopra sono invece per il Sound Renforcement, ossia sistemi a bassa impedenza di qualità per Live Music, installazioni in "large venue", etc...

Negli anni '70 - '80 la distinzione tra finali hifi - hiend e professionali era molto più labile rispetto ad oggi.

Mc Intosch era ampiamente usata nelle discoteche in virtù dell'ottimo suono e della grande robustezza. Ma anche SAE - BGW - Phase Linear - Outline venivano usate sia home che pro. Diciamo che la distinzione grande nacque con l'hifi "esoterica" ( termini IMHO odioso ) e con il proliferare dei vari Threshold, Mark Levinson, Krell etc. etc., ma solo perché le new entry costavano esageratamente "di più" rispetto ai prezzi standard e fare una discoteca con finali Mark Levinson sarebbe stato esageratamente (ed inutilmente) costoso. Detto questo, miracoli non ne fa nessuno. Resta sempre da vedere in fase di acquisto, cosa sto effettivamente pagando, e se quel "qualcosa in più" (tipicamente il case) sia influente ai fini della qualità dell'ascolto. Non vorrei passare per "vorrei ma non posso", capisco che un finale Powersoft in mezzo al salotto non sia il massimo, ma credo che una sana consapevolezza sia sempre utile.

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20 ore fa, TetsuSan ha scritto:

Negli anni '70 - '80 la distinzione tra finali hifi - hiend e professionali era molto più labile rispetto ad oggi.

Mc Intosch era ampiamente usata nelle discoteche in virtù dell'ottimo suono e della grande robustezza. Ma anche SAE - BGW - Phase Linear - Outline venivano usate sia home che pro. Diciamo che la distinzione grande nacque con l'hifi "esoterica" ( termini IMHO odioso ) e con il proliferare dei vari Threshold, Mark Levinson, Krell etc. etc., ma solo perché le new entry costavano esageratamente "di più" rispetto ai prezzi standard e fare una discoteca con finali Mark Levinson sarebbe stato esageratamente (ed inutilmente) costoso. Detto questo, miracoli non ne fa nessuno. Resta sempre da vedere in fase di acquisto, cosa sto effettivamente pagando, e se quel "qualcosa in più" (tipicamente il case) sia influente ai fini della qualità dell'ascolto. Non vorrei passare per "vorrei ma non posso", capisco che un finale Powersoft in mezzo al salotto non sia il massimo, ma credo che una sana consapevolezza sia sempre utile.

E'  vero, concordo.

Nel 1979  comprai pre e finale Soundcraftsmen,  senza minimamente sapere se fosse pro oppure esoterico (ma probabilmente,  come dice @TetsuSan ,  non esisteva ancora questa netta linea di demarcazione).

Avevo vent'anni  ed allora era praticamente impossibile fare prove mirate con i propri diffusori,  ma ci si fidava delle eventuali esperienze fatte da amici e conoscenti.

Beh,  le mie JBL 4315 volavano,  e le due elettroniche sono state con me per trent'anni senza manifestare mai il minimo problema,  se non - negli ultimi tempi - un indurimento dei cursori dell'equalizzatore grafico presente nel pre (SP 4001;  il finale era l'MA 5002).

Mi dispiace ancora averle vendute,  anche se non avrei avuto modo di utilizzarle (non mi piace collezionare elettroniche,  ed utilizzo solo un impianto).     
Sono certo che ancora ora,  per molte esigenze elettroniche analoghe,  finali  come l'MA5002 (al netto della eta') andrebbero benissimo.

P.S. - all'epoca non costavano pochissimo ma, probabilmente,  il giusto. 
Ecco,  evidentemente il concetto di "giusto prezzo" oggi non esiste piu'.   

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2 ore fa, eduardo ha scritto:

Ecco,  evidentemente il concetto di "giusto prezzo" oggi non esiste piu'. 

Questo pensiero mi "ossessiona" da un bel po' di tempo, perché la questione della più o meno vivacità del mercato hifi italiano è parecchio (IMHO) riconducibile a questo. Immaginiamo, solo per un attimo, a tornare a ragionare come quando il prezzo di listino era il prezzo di vendita. Il prodotto costava di listino tot, lo pagavi tot o al massimo con uno sconticino del 5%. Non eravamo alla costante ricerca del miglior prezzo ed eravamo solamente orientati alla gioia dell'acquisto. Oggi non compriamo prodotti hifi : compriamo sconti e già pensiamo alla rivendibilità del prodotto. Ma che caxxo ! Manco lo abbiamo comprato e già pensiamo a rivendere.

Dov'è la sana passione ?

Forse chi comprava un integrato Kelvin Labs 40 anni fa pensava a rivenderlo ?

Quindi, scusate, ma i marchi che vendono col 40% - 50% di sconto dal listino stanno solo danneggiando il mercato con false aspettative, perché compro e non ho più la percezione del valore del prodotto.

Ma arriva il rivenditore che ti dice : e già....e l'usato da ritirare come lo valuto se non ho un bel listino gonfiato ? Conto vendita, signori, conto vendita. Quando venderò il prodotto, riconoscerò al cliente il 70% del prezzo di vendita effettivo. Non ti fidi ? Vendilo per i cavoli tuoi. Vuoi realizzare di più ? Idem.

Forse così l'usato sarebbe un concorrente un po' meno aggressivo nel confronto della vendita del nuovo. Ed i negozi non sarebbero intasati di ciofeche invendibili.

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E sapete cosa c'è ancora di bello in questi ampli ? Che hanno la regolazione del livello di ingresso, che a me da 2 vantaggi:

1) quando entro col CD, che di solito ha un livello decisamente più alto delle altre sorgenti, posso abbassarlo per non andare in distorsione

2) quando entro con sorgenti aventi rumore di fondo, cioè giradischi e deck cassette, posso quasi annullarlo mantenendo una riserva di potenza più che sufficiente

  • Melius 1
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