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Società e politica al tempo della morte di Dio


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briandinazareth

le religioni normalmente hanno sempre avversato la democrazia. quell acattolica con tanto di bolle papali. 

i paesi con più peso della religione nella vita pubblica hanno in genere un livello di democrazia molto più basso di quelle più secolarizzate.

ascoltoebasta
1 ora fa, briandinazareth ha scritto:

le religioni normalmente hanno sempre avversato la democrazia.

In realtà ciò è avvenuto ovunque ci sia stata una diffusa ed estrema convinzione d'essere i depositari dell'unica verità esistente,sia che questa fosse religiosa o il suo contrario,che fosse filosofica etc. il giusto ma utopistico atteggiamento,ad ogni livello sociale e politico,dovrebbe consentire di praticare ogni credo senza che questo,il dominante, impedisca o obblighi coloro che credono in altro o che non credono,a sottostare a leggi emanate in relazione a chi di turno ha il potere di emanarle,indirizzarle o controllarle,ma è appunto solo utopia.

briandinazareth

@ascoltoebasta

Le religioni,  proponendosi come depositarie della verità,  sono ontologicamente opposte al concetto di democrazia,  che presuppone visioni diverse della vita e un certo irrinunciabile relativismo. 

 

Se io posseggo la verità tutto il resto non può che essere errore. 

 

Inoltre c'è la questione del potere e del controllo etico della società, che è necessariamente antidemocratico

 

Per questo la democrazia può esistere solo dove c'è una divisione profonda tra chiese e stati.  

 

Che è esattamente quello che si vede nel mondo

 

 

 

Qualora ci si scagliasse contro la dimensione del trascendente in senso lato, che non inficia minimamente sul giusto laicismo delle istituzioni,si genererebbe un corto circuito culturale e civile, espressione di intolleranza verso la pluralità delle visioni e del pensiero

ascoltoebasta
2 ore fa, briandinazareth ha scritto:

Le religioni,  proponendosi come depositarie della verità,  sono ontologicamente opposte al concetto di democrazia,  che presuppone visioni diverse della vita e un certo irrinunciabile relativismo. 

Io avevo ampliato il discorso oltre le religioni ed anche a qualunque altra convinzione,anche filosofica,che sia dominante e quindi in grado di poter decidere obblighi e divieti,in funzione di quel credo,non solo religioso,potrebbe essere anche ateo o altro.

40 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

sia dominante e quindi in grado di poter decidere obblighi e divieti,in funzione di quel credo,non solo religioso,potrebbe essere anche ateo o altro.

Giusta puntualizzazione 👍

Fondamentale che tanto il laicismo delle istituzioni, quanto la libera pratica spirituale siano garantiti

briandinazareth
44 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

Io avevo ampliato il discorso oltre le religioni ed anche a qualunque altra convinzione,anche filosofica,che sia dominante e quindi in grado di poter decidere obblighi e divieti,in funzione di quel credo,non solo religioso,potrebbe essere anche ateo o altro.

 

Si, concordo, non è diverso il culto della personalità ad esempio,  da hitler a polpot

  • Melius 1

Nemmeno il culto della ideologia.

Nemmeno l'etica e la morale laica.

alcuni si fanno esclusivi portatori di parametri ritenendoli arbitrariamente assoluti e indiscutibili.

I nuovi dogmi che intendono sostituire quelli religiosi, soffrono le stesse  contraddizioni e generano le stesse problematiche in chi vorrebbe esserne liberato.

Sono novelli bacchettoni.

 

briandinazareth
6 ore fa, nullo ha scritto:

Nemmeno il culto della ideologia.

Nemmeno l'etica e la morale laica.

alcuni si fanno esclusivi portatori di parametri ritenendoli arbitrariamente assoluti e indiscutibili.

I nuovi dogmi che intendono sostituire quelli religiosi, soffrono le stesse  contraddizioni e generano le stesse problematiche in chi vorrebbe esserne liberato.

Sono novelli bacchettoni.

 

gli unici parametri assoluti e indiscutibili dal punto di vista della democrazia liberale, sono quelli sui quali si basa e che ne garantiscono il funzionamento, garantendo il pluralismo e la tutela delle minoranze dalla dittatura della maggioranza, oltre alla limitazione dei poteri che sta alla base di tutto il resto.

il concetto è antidogmatico per definizione, è più utilitaristico che etico. 

inoltre non competono con quelli religiosi, sono di altra natura e non sono dogmi ma principi essenziali nella definizione della democrazia liberale. 

briandinazareth
1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Non sono uno specialista, ma credo che il cristianesimo, di sicuro quello moderno, riconosca il libero arbitrio.

 

in realtà lo riconosce quasi da sempre, con differenze fondamentali a seconda di quale sia il tipo di cristianesimo. 

anche se il libero arbitrio è relativo solo in parte al discorso, ad esempio l'accettazione della democrazia e della libertà religiosa da parte della chiesa cattolica è un fenomeno storicamente recente e successivo all'affermazione di questi principi nella società. 

il grande cambiamento è avvenuto con il concilio vaticano II, con il riconoscimento esplicitò di diversi dei valori alla base della democrazia.

in generale non dico che la religione sia necessariamente un nemico della democrazia, come era esplicitamente nel passato (e nel presente in alcuni contesti), semplicemente che quando la religione è molto forte e le società sono poco secolarizzate è difficile vedere affermarsi le democrazie liberali. 

questo vale anche per forti ideologie totalitarie e culti della personalità, come citato prima. 

il punto fondamentale è che se un numero sufficiente di persone pensa che ci sia un'unica verità e  quindi necessariamente chi non aderisce sia in errore (ed è molto grave: è contro dio o contro il buon leader), manca il presupposto fondamentale per l'affermazione dei principi democratici.
senza un po' di sano relativismo chi la pensa diversamente è un nemico irriducibile e non un avversario.





 

8 ore fa, briandinazareth ha scritto:

 

gli unici parametri assoluti e indiscutibili dal punto di vista della democrazia liberale, sono quelli sui quali si basa e che ne garantiscono il funzionamento, garantendo il pluralismo e la tutela delle minoranze dalla dittatura della maggioranza, oltre alla limitazione dei poteri che sta alla base di tutto il resto.

il concetto è antidogmatico per definizione, è più utilitaristico che etico. 

inoltre non competono con quelli religiosi, sono di altra natura e non sono dogmi ma principi essenziali nella definizione della democrazia liberale. 

L'idealesi scontra con la realtà tutti i giorni, e di solito ci fa i cazzotti.

briandinazareth
1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Insomma, direi che, al solito , il problema riguarda spesso l'uso che si fa delle dottrine. Spesso un problema molto umano

 

non sono d'accordo, il problema è quanto potere hanno le dottrine che si propongono di detenere la verità. 

quando questo potere è ampio inevitabilmente sopprime le altre visioni, minoranze ecc. 

non mi sovviene alcun caso nel quale qualche religione o dottrina portatrice di verità forti,  di fronte alla possibilità di prendere il controllo di tutto, non l'abbia fatto. 

forse una parziale eccezione potrebbe essere l'impero ottomano, ma era comunque una forma di tolleranza delle minoranze (solo alcune minoranze, fondamentalemnte cristiani ed ebrei), non un pluralismo nel potere.
anche questo è comunque di derivazione dalla verità religiosa, non in deviazione da questa. quindi in fondo neppure questa è realmente un'eccezione.

questo è il motivo per il quale dove ci sono sistemi con verità forti e molto potere la democrazia difficilmente nasce e prospera. 
è anche il motivo per il quale sia la democrazia francese che quella americana, nascono linitando enormemente il potere dei vari cleri.

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