Questo è un messaggio popolare. appecundria Inviato Giovedì alle 20:04 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato Giovedì alle 20:04 1 ora fa, Plot ha scritto: 5
piergiorgio Inviato Giovedì alle 23:50 Inviato Giovedì alle 23:50 5 ore fa, Plot ha scritto: E' facile, Chiedevo, visto che si leggono tante min@@@te su queste pagine 1
appecundria Inviato ieri alle 00:55 Autore Inviato ieri alle 00:55 1 ora fa, piergiorgio ha scritto: leggono tante min@@@te Gentilissimo.
damiano Inviato ieri alle 06:50 Inviato ieri alle 06:50 È come quello che vendeva la Duna e chiedeva di telefonare ore pasti. Mangiasse serena, e leggesse un po' di storia recente.... Ciao D.
senek65 Inviato ieri alle 06:55 Inviato ieri alle 06:55 7 ore fa, piergiorgio ha scritto: Chiedevo, visto che si leggono tante min@@@te su queste pagine Non scrivere: così abbassiamo la media.
wow Inviato ieri alle 06:57 Inviato ieri alle 06:57 Raccontava Renzie che in 1000 gg ha ricevuto 1623 minacce, tutte dagli odiatori del PD https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/kirk-matteo-renzi-meloni-alimenta-lodio-tutti-i-premier-sono-minacciati-25-09-2025-612303
Plot Inviato ieri alle 14:02 Inviato ieri alle 14:02 14 ore fa, piergiorgio ha scritto: Chiedevo, visto che si leggono tante min@@@te su queste pagine E' che dovresti farti una risata invece. Di materiale ce ne' abbastanza anche per le future generazioni
Plot Inviato 21 ore fa Inviato 21 ore fa "Ma chi te sta a minaccia'...a bellaa... ma chi te sta a minaccia' ..ma che sstai addi' '" Si era nel 2008 alla Stazione Termini, una sorta del cigalone ante litteram -
Supertramp Inviato 20 ore fa Inviato 20 ore fa 19 minuti fa, Plot ha scritto: "Ma chi te sta a minaccia'...a bellaa... ma chi te sta a minaccia' ..ma che sstai addi' '" Si era nel 2008 alla Stazione Termini, una sorta del cigalone ante litteram - LA CICALONA 🤣🤣🤣 3
Plot Inviato 20 ore fa Inviato 20 ore fa @Supertramp se l' operatore che stava girando il video insisteva un altro po'...avrebbe preso pure la sveja, altro che minaccia
lello64 Inviato 17 ore fa Inviato 17 ore fa sapete dirmi dove posso trovare un ciondolo così? per chi non lo conoscesse simboleggia la connessione tra il mondo terreno e quello celeste, con la croce che rappresenta il mondo terrestre e il cerchio che indica il mondo spirituale o cosmico è tutto molto suggestivo
Questo è un messaggio popolare. appecundria Inviato 8 ore fa Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 8 ore fa Timostene @SandroR75196788 - Ritratto di una leader sulla difensiva - C’è una ragazza che nasce in una casa che non è riparo ma stigma. Il padre spacciatore di droga, la madre che si arrangia scrivendo romanzetti erotici, un contesto che la inchioda a un margine sociale che pesa come marchio. Non trova esempi autorevoli, non respira un linguaggio alto, non riceve modelli di crescita. In tasca si ritrova un diploma dell’alberghiero, considerato titolo minore, che imparerà a rinnegare mentendo: spacciandolo per un liceo, per cancellare la vergogna di essere meno. È una bugia che non serve a ingannare il mondo con astuzia, ma a proteggersi. È la prova di una ferita che brucia, la paura di essere ricondotta al ruolo dell’inadeguata. Intorno a lei, fin da bambina, il recinto dell’estrema destra, i valori del fascismo come stella polare. Non per scelta meditata, ma per necessità di ordine, di rigidità. Dentro quel recinto trova una cornice che argina l’angoscia. Ma fuori resta la derisione: bruttina, poco intelligente, Calimero. Scherni che la marchiano. Lei ingoia, accumula, serra i denti. Quel rancore si sedimenta fino a diventare la lente con cui guarda il mondo. Cresce con l’odio come carburante, con la convinzione che tutto sia contro di lei. Diventa adulta con un sé fragile ricoperto da una corazza spessa. L’autostima è minima, ma sopra si irrigidisce in presunzione. L’ambizione cresce come risposta compensatoria: non desiderio di crescita, ma bisogno di dimostrare. Da qui nascono i tratti megalomanici, la convinzione che tutto la riguardi, che ogni evento sia congiura. Vive immersa in un meccanismo proiettivo: attribuisce agli altri il male che sente dentro. Ogni critica è accerchiamento, ogni ostacolo un complotto. Il suo modo di stare nello spazio pubblico riflette questa struttura. Evita i confronti non controllabili, non accetta interviste libere, rifugge conferenze stampa non addomesticate. Ha paura del contenzioso perché sa di non reggere l’imprevisto, di non saper parlare a ruota libera. E quando il confronto non si può evitare, lo vive come un agguato. Risponde con aggressività: non persuade, ordina; non argomenta, insulta. Il tono è arrogante, offensivo, supponente. È rigida, incapace di cambiare idea. Il suo conservatorismo non è riflessione politica, ma la traduzione caratteriale di un blocco: restare immobile per non riaprire la ferita dell’infanzia. La radice è chiara: marginalità familiare, derisioni, un’infanzia vissuta come sconfitta. Questo produce un doppio movimento. Da un lato, un senso di inferiorità strutturale. Dall’altro, una corazza arrogante che serve a mascherarlo. In mezzo, un rancore che non smette di alimentarla. Ogni traguardo diventa vendetta, ogni conquista una smentita del passato. Nessuna vittoria la sazia, perché il vero nemico è l’umiliazione antica, mai elaborata. Il corpo tradisce ciò che la voce tenta di nascondere. Quando è costretta a rispondere a domande non filtrate, il suo non verbale la smaschera. Paura negli occhi, rabbia nei muscoli facciali, disprezzo sulle labbra. Una triade che rivela il conflitto interiore: la paura è memoria di inadeguatezza, la rabbia è difesa, il disprezzo svalutazione preventiva. Così l’immagine di forza si incrina, ed emerge la fragilità che la attraversa. E poi ci sono i discorsi urlati a squarciagola, con gli occhi che paiono schizzare dalle orbite. È un urlo che funziona come barriera sonora ed emotiva: copre i tremori interni, impedisce l’interruzione, soffoca ogni dubbio. Non è potenza, è paura. È il gesto di chi si sente braccato e sceglie l’attacco preventivo. La voce altissima impedisce il dialogo, immobilizza. È un monologo aggressivo che serve a impedire che l’altro possa replicare. In tutto questo la menzogna non è un’eccezione ma una costante. Una pelle aggiuntiva, una corazza in più. Dire la verità significherebbe esporsi, ammettere limiti. La bugia diventa la forma abituale per proteggersi. Il caso del diploma lo dimostra: falsificare il titolo di studio è un gesto disperato per negare la vergogna dell’inferiorità. È la prova che l’immagine per lei vale più della realtà, perché la realtà le ricorda sempre il dolore. E poi c’è la gestione del potere. Anche qui il carattere spiega la politica. Nei posti chiave colloca parenti e fedelissimi. Non è nepotismo casuale, ma una strategia coerente con il suo assetto: ridurre al minimo l’imprevisto, costruire un fortino di lealtà cieca. Non conta la competenza, conta la fedeltà assoluta. È la traduzione istituzionale della corazza interiore. Come non si fida del mondo, così non si fida di collaboratori non già vincolati da sangue o fedeltà personale. Meglio un incapace che un indipendente. È un’estensione del meccanismo paranoide: chi non è amico incondizionato è un potenziale nemico. Il profilo che ne emerge è coerente e netto. Una personalità segnata da un senso cronico di inferiorità, che costruisce attorno a sé una corazza di presunzione e arroganza. Una mente dominata da meccanismi proiettivi e persecutori, convinta che il mondo sia ostile. Relazioni gestite in chiave difensiva e aggressiva, incapacità di elaborare i conflitti. Rigidità cognitiva che impedisce ogni cambiamento. Comunicazione urlata, corpo che tradisce paura, menzogna strutturale, nepotismo come forma di autoconservazione. È il ritratto di una persona che vive la politica non come responsabilità ma come barricata personale. Si potrebbe chiamare riscatto, e in parte lo è. Ma è un riscatto senza pace. Nessuna vittoria basta, nessun traguardo cancella lo scherno antico. Ogni discorso è grido, ogni confronto scontro, ogni bugia un’armatura in più, ogni fedelissimo al potere un mattone del fortino. La ferita dell’infanzia resta viva, governa tutto, orienta ogni gesto. E finché quella ferita non viene guardata e nominata, la politica continuerà a essere il prolungamento della difesa: un urlo che tenta di coprire il silenzio interiore, una voce che ripete “nessuno mi farà più male” e che proprio nell’eccesso di suono, nella menzogna reiterata e nella cerchia chiusa di fedelissimi confessa che quel male, in realtà, non ha mai smesso di bruciare. 3 1
appecundria Inviato 1 ora fa Autore Inviato 1 ora fa 6 ore fa, appecundria ha scritto: C’è una ragazza che nasce in una casa che non è riparo ma stigma. Il padre spacciatore di droga, la madre che si arrangia scrivendo romanzetti erotici The house of rising sun. 1
Plot Inviato 1 ora fa Inviato 1 ora fa 6 ore fa, appecundria ha scritto: E poi ci sono i discorsi urlati a squarciagola, con gli occhi che paiono schizzare dalle orbite. -
Savgal Inviato 1 ora fa Inviato 1 ora fa Il passato è purtroppo in molti casi il nostro destino. La nostra persona si forma con le identificazioni primarie, quelle dell'infanzia, un'eredità che portiamo con noi fino al termine dei nostri giorni. La sicurezza di sé priva di inutili ostentazioni consegue quasi sempre dall'aver vissuto in un ambiente familiare e sociale che consentono che divenga una seconda natura della persona. Un altro percorso richiede lunghi studi, tante letture ed esperienze particolari che consentono di giungere ad una profonda conoscenza di sé. Ma anche questo è un lusso che può permettersi chi proviene da famiglie relativamente benestanti. Eppure anche in questi casi i momenti difficili fanno riemergere gli aspetti della socializzazione primaria che si ritiene di aver compreso e superato.
what Inviato 46 minuti fa Inviato 46 minuti fa 7 ore fa, appecundria ha scritto: profilo che ne emerge è coerente e netto. Una personalità segnata da un senso cronico di inferiorità, Anche Silvio non è che c'è andato liscio...
claudiofera Inviato 40 minuti fa Inviato 40 minuti fa @appecundria si , grosso modo ci siamo.. ma purtroppo : proprio perché è così, assertiva , rancorosa, sempre in modalità bellica verso il mondo inevitabilmente avverso 🥺ella ,con i suoi modi e le sue urla piace alla gente che non mi piace (e a cui non piaccio io , quando mi incontrano).. evidentemente, c'è molto traffico sulla strada "via del rancore". In tanti vogliono arrivare nella città "della cattiveria" ,e fissarci la loro residenza. 1
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