iBan69 Inviato Sabato alle 07:15 Inviato Sabato alle 07:15 1 ora fa, sandinista ha scritto: taccio poi sulla classe dirigente antifascista Ecco è meglio, visto che la tua limitata visione o esperienza, non contempla questa possibilità.
Jack Inviato Sabato alle 07:24 Inviato Sabato alle 07:24 11 minuti fa, damiano ha scritto: A me sembrano, alla prima occhiata, agenti immobiliari 🙂 Ciao D. una faza una rrraza 😁
sandinista Inviato Sabato alle 07:27 Inviato Sabato alle 07:27 1 minuto fa, Jack ha scritto: una faza una rrraza 😁 @Jack e se fosse quel famoso dipinto....come si chiamava....ah si ecco: classe dirigente antifassista 2
Gaetanoalberto Inviato Sabato alle 07:31 Inviato Sabato alle 07:31 Mah, l'artista, nel dipinto che ha postato, si è divertito ad immaginare "il quinto stato", quello dei figli del popolo, del quale hanno lontani e alle volte aspri ricordi, da cui sono velocemente scappati, con gesto ad ombrello, senza guardarsi indietro...
Questo è un messaggio popolare. widemediaphotography Inviato Sabato alle 07:45 Questo è un messaggio popolare. Inviato Sabato alle 07:45 47 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Parliamo di molti amici che vengono da famiglie che non navigavano nell'oro, che stanno vivendo, grazie al loro lavoro ed all'onestà degli esempi casalinghi, una situazione penso migliore dei loro ascendenti. I miei genitori si trovavano in una situazione simile, e nell'arco di due generazioni, il discorso vale quasi per tutti. Da una parte potremmo parlare di desiderio o senso di riscatto, dall'altro di eventuali meriti della società e di quegli strani individui che hanno fatto il classico, studiato legge o economia, condiviso ideali egualitari, e fatto regole che hanno consentito in queste due generazioni il cambiamento. Dunque viene spontanea la domanda: sicuri di aver fatto da soli? E questa rabbia latente? Caro Preside, Quello che scrivi coglie un sentimento diffuso che poggia su di una premessa che non possiamo lasciare al caso e che è la reale natura del "miglioramento" tra la generazione dei nostri genitori e la nostra, altrimenti, scivoliamo nel vuoto funzionale di progresso un che molti non vedono in declino, e con l’incapacità di descrivere la complessità del presente. La ricchezza di quella generazione non era misurabile solo in termini monetari, ma si fondava sul certezza della stabilità. Un impiego a tempo indeterminato, la prevedibilità di una carriera, l'accesso a un welfare (anche limitato, ma funzionante) e la prospettiva concreta di costruire un patrimonio come la casa di proprietà, che rappresentavano una forma di sicurezza e di benessere che oggi è privilegio di pochi. Infine, e non per ultimo, una famiglia con dei figli elementi di assoluta ricchezza e non identificativi di povertà. Prendiamo una figura professionale come quella dell'insegnante o del preside di scuola media negli anni '70. Questi non erano semplicemente lavoratori, ma pilastri della comunità, appartenenti a un ceto medio solido e rispettato. Il loro status economico, pur non essendo elevatissimo, garantiva una vita più che dignitosa, e senza affanni. Oggi, un docente con lo stesso titolo di studio, nella medesima città, vive in una condizione di precarietà economica, lottando per far fronte a costi della vita proibitivi. Se questo è il bilancio a distanza di due generazioni, sorge spontanea una domanda critica sui presunti "meriti della società" e di quella classe dirigente che, forte di studi classici e ideali egualitari, ha plasmato il sistema attuale. L'ascensore sociale, che per i nostri genitori saliva, per noi ha decisamennte invertito la sua marcia. Le regole, anche indirettamente, scritte non hanno generato una equa distribuzione delle opportunità, ma piuttosto una contrazione delle stesse, concentrando la ricchezza e dissolvendo le sicurezze in un inganno che facciamo sempre più finta di scorgere. "Sicuri di aver fatto da soli?" e " questa rabbia latente?" Io vedo una frustrazione lucida di chi, pur avendo seguito il percorso prescritto che riassumo in studiare, lavorare onestamente, si ritrova con meno garanzie e prospettive di chi lo ha preceduto. È la disillusione di una generazione a cui è stato promesso il merito come motore di riscatto, ma che si scontra quotidianamente con un sistema che sembra premiare ben altro più che il lavoro e l'onestà. Capisco benissimo i figli di immigrati di seconda e terza generazione che avendo montagne insormontabili, fatte soprattutto di pregiudizi, cerchino scorciatoie che purtroppo non fanno altro che allargare il divario. Ma qui siamo ampiamente OT 3 3
Gaetanoalberto Inviato Sabato alle 07:57 Inviato Sabato alle 07:57 45 minuti fa, damiano ha scritto: agenti immobiliari 🙂 Collezionisti di sterii 1
iBan69 Inviato Sabato alle 08:01 Inviato Sabato alle 08:01 @widemediaphotography ahimè, caso più unico che raro … 😄, devo dire che trovo condivisibile questa tua ultima riflessione. 1
appecundria Inviato Sabato alle 08:01 Inviato Sabato alle 08:01 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: sicuri di aver fatto da soli? Eh tutti Tarzan cresciuti nella "iungla'.
damiano Inviato Sabato alle 08:14 Inviato Sabato alle 08:14 30 minuti fa, widemediaphotography ha scritto: la disillusione di una generazione a cui è stato promesso il merito come motore di riscatto, ma che si scontra quotidianamente con un sistema che sembra premiare ben altro più che il lavoro e l'onestà. Quanto scrivi è assolutamente esatto e vale per molti e non per tutti e la domanda "sicuro di aver fatto tutto da soli" è assolutamente lecita. Questo aspetto sociale è il fondamento di molte dinamiche che si ripercuotono in molto di quanto succede attualmente. Ricordo sempre quanto mi disse un mio amico siciliano che lavorava in polizia a questo proposito. Diceva che la mafia ci sembra una cosa astratta perché le cupole, i capi, le estorsioni sono distanti dal quotidiano della stragrandissima maggioranza delle persone. Però, diceva sempre il mio amico commissario, le stesse persone ritengono normale, in caso di bisogno, saltare la fila per una prestazione in ospedale, chiedere un aiuto all'amico che lavora al comune (o dove vi pare) per accelerare la "pratica"usando nei farti un "atteggiamento mafioso". Il discorso finiva sempre con la considerazione che è il risultato di tanti decenni di "ammortizzazione sociale" introdotta e tollerata per provare a semplificare cose mai risolte a livello globale. Ciao D. 1
Gaetanoalberto Inviato Sabato alle 08:21 Inviato Sabato alle 08:21 @widemediaphotography E se fosse che la nostra percezione è distante dalla realtà? Allego tre studi che riguardano il livello di benessere generale sotto tre punti di vista diversi, e non ci collochiamo affatto male. Ricordo che restiamo, nel mondo, uno dei paesi in cui è più alta la proprietà della prima casa ed il livello di risparmio privato. Capisco il tuo punto di vista e spesso sono attraversato da pensieri simili, ma il pensiero deve confrontarsi con la realtà. Relativamente al "prestigio" dell'insegnante o del preside, concordo con te, ma non era affatto legato al reddito: siamo sempre stati scarcagnati, anzi, rispetto ad allora i presidi qualche progresso lo hanno fatto... dignitose pezze ai gomiti ma apprezzamento verso l'importanza dell'istruzione... https://hdr.undp.org/content/human-development-report-2023-24 https://worldhappiness.report/ed/2024/ https://www.google.com/search?q=http.oecd.org/wise/better-life-initiative.htm 1
P.Bateman Inviato Sabato alle 08:23 Inviato Sabato alle 08:23 35 minuti fa, widemediaphotography ha scritto: È la disillusione di una generazione a cui è stato promesso il merito come motore di riscatto, ma che si scontra quotidianamente con un sistema che sembra premiare ben altro più che il lavoro e l'onestà. Per chi ha capacità e voglia di studiare/lavorare l'ascensore sociale funziona Si è fermato l'ascensore inerziale, il mondo cambia. 1
Savgal Inviato Sabato alle 08:51 Inviato Sabato alle 08:51 @Gaetanoalberto Saranno tutti operai metalmeccanici di settimo o sesto livello in aziende artigiane.
widemediaphotography Inviato Sabato alle 08:57 Inviato Sabato alle 08:57 12 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: @widemediaphotography E se fosse che la nostra percezione è distante dalla realtà? Allego tre studi che riguardano il livello di benessere generale sotto tre punti di vista diversi, e non ci collochiamo affatto male. Ricordo che restiamo, nel mondo, uno dei paesi in cui è più alta la proprietà della prima casa ed il livello di risparmio privato. Preside, ometto volentieri le fonti di dati che qui chiunque può confermare. Negli anni '70, l'affitto di un'abitazione decorosa in una grande città incideva per circa il 33% su uno stipendio statale; oggi ne assorbe il 120%, rendendola di fatto inaccessibile. Siamo passati inoltre da uno standard di 120 mq a uno di 65 mq e non per scelta, ma per necessità e per maggior profitto dei costruttori/palazzinari che in breve tempo crearono imperi. La narrazione che ci dipinge come ricchi proprietari di prime case e di grandi risparmiatori (per questo siamo stati presi di mira) è solo un'illusione. Infatti, gestiamo un patrimonio ereditato dai nostri genitori, non ne produciamo di nuovo. Siamo mediamente solo detentori di una ricchezza passata e non artefici di un benessere presente da noi stessi prodotto. Ovviamente si tratta di valori medi e non certo una casistica che compre tutti. 2
Gaetanoalberto Inviato Sabato alle 09:09 Inviato Sabato alle 09:09 3 minuti fa, widemediaphotography ha scritto: Siamo mediamente solo detentori di una ricchezza passata Su questo ti do ragione, é il pensiero che mi affligge un po' pensando ai miei figli ed a quello che potró fare per loro. Però la concorrenza globale è aumentata, l'imprenditore (parlo di quelli di un certo spessore) si è trasferito dove conveniva. Il tempo al quale guardi con nostalgia era comunque un tempo in cui reddito, vita media, servizi, tenore di vita erano più bassi. Non possiamo dare (lo dico scherzosamente) la colpa al PD di un cambiamento di costumi, comportamenti, economie, valori. E comunque lo stesso avveniva quando il nostro reddito cresceva e quello di altri diminuiva. Mi sparo la solita considerazione del siciliano incacchiato durante la crescita economica del settentrione, che ai tempi non si accorgeva dei problemi altrui ma ora piange dei presunti problemi propri. Insomma, ci sono cambiamenti e dobbiamo affrontarli con intelligenza. Non credo che tutto si riduca al mantenimento dello status quo in cui ci arrabattiamo. Urge schiena dritta e lavorare, trottamento di vecchia e attenzione a non buttare bambino con l'acqua sporca.
widemediaphotography Inviato Sabato alle 09:10 Inviato Sabato alle 09:10 Lasciatemi aggiungere che mentre prima l'età della pensione era una tappa ambitissima, specialmente tra gli statali, oggi ho dipendenti chi mi chiedono, già in larghissimo anticipo, di rimanere il più possibile, perché consapevoli che non potranno farcela... 2
Gaetanoalberto Inviato Sabato alle 09:16 Inviato Sabato alle 09:16 15 minuti fa, widemediaphotography ha scritto: l'affitto di un'abitazione decorosa in una grande città incideva per circa il 33% su uno stipendio statale; oggi ne assorbe il 120%, rendendola di fatto inaccessibile Ecco. Com'è allora che tu e @audio2 andate d'accordo? Dovremmo ghigliottinare la rendita e premiare il lavoro ... io ricordo il partito di un grande imprenditore scomparso che si opponeva ad ogni forma di intervento al riguardo, le lotte contro l'equo canone, le bandiere che urlavano "libertaaaa" contro ogni forma di controllo a monte sull'equità..
Jack Inviato Sabato alle 09:31 Inviato Sabato alle 09:31 1 ora fa, P.Bateman ha scritto: Per chi ha capacità e voglia di studiare/lavorare l'ascensore sociale funziona Si è fermato l'ascensore inerziale, il mondo cambia. Bellissima! La sottoscrivo con la stilografica dal pennino d’oro.
Jack Inviato Sabato alle 09:34 Inviato Sabato alle 09:34 @widemediaphotography ma parla per te … tutto sto plurale, bah…
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