Emilio de’ Cavalieri e la nascita del melodramma

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La Rappresentatione di anima, et di corpo di Emilio de’ Cavalieri, opera spirituale su libretto di Agostino Manni, prima esecuzione febbraio 1600, anno giubileiano, presso l’oratorio della Chiesa Santa Maria in Vallicella, detta Chiesa Nuova (alla quale fu affiancato in seguito l'Oratorio Filippino architettaro dal Borromini in sublime forma dialogica tra tradizione e modernità, ai tempi) rappresenta la prima forma di melodramma, in ogni caso composto e pervenuto prima dell'"Orfeo" di Montevedi, Febbraio 1607, dell'"Euridice" di Giulio Caccini, Dic 1602, dell"Euridice" di Jocopo Peri, Ottobre 1600.
Ciò nonostante si tende nelle bignamistiche a far risalire la primigenitura del melodramma moderno a tali autori e loro opere, mentre la Rappresentazione del De' Cavalieri, musico, coreografo, compositore, sovrintendente alle musiche e agli spettacoli della Corte di Firenze, suddivisa in tre atti e 91 numeri, prevede l'azione scenica, costumi e balli, organico strumentasle, corale,  vocale solistico, da considerare quindi non già più oratorio bensì melodramma, benchè sacro, a tutti gli effetti.

Sono qualsi a fine ascolto dell'eccellente interpretazione di un grande maestro concertatore e direttore, Hans Martin Linde, capitano di un eccelente complesso strumentale alle prese con deliziosi e "rispettosi" strumenti d'epoca, solisti del calibro di Montserrat Figueras, Nigel Rogers, I. Partridge, etc, coro membri del Collegium Vocale, Koln, ottima registrazione in quadrofonia (io asolto in stereo) EMI Italia, leggendaria serie "reflexe". 

La trama, sfiziosissima negli arcaicismi teswtuali, morali seriosi ed ironici più o meno involontari sarebbe a stringere  La Virtù e il vizio si contendono l'uomo", l'eterna dicotomia umana. Handel più di un secolo e mezzo dopo proporrà in forma di Oratorio analoga tematica nel suo meraviglioso "Il Trionfo del Tempo e del Disinganno" su un libretto del cardinale Benedetto Pamphilj, ancora più chiesasticamente penitenziale e quindi, nell'eccesso, splendidamente sarcastico ancor di più in funzione dell'involontarità testuale. 

La forma della Rappresentazione del De' Cavalieri ha tratti di delicata e disarmante naivetè a fronte di una freschezza compositiva musicalissima, modernissima, organicamente tenuta da una serie di "numeri" dal carattere quasi mantrico. 

Ci sarebbe molto altro da dire ma per ora... sta arrivando il pranzo. 

 

Vi lascio all'ascolto del coro introduttivo, nel Tubo non c'è quella di Linde, ma questa de' Le Istituzioni Harmoniche di Verona non la fa rimpiangere. 


TUTTI INSIEME
O Signor santo, e vero,
Che del mondo hai l’impero:
O Signor santo, e forte,
Domator de la morte,
Domator de la vita;
Somma bontà infinita:
A te Signor, a te
Gloria e laude si de’
A te sommo Signor supremo, e degno
Sia gloria eterna, e sempiterno Regno.


 

 

 

Io ho già fatto

 

 

  

 

 

 

 

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Eppure ero certo di non aver parlato dell'escatologia dell'infallibilità del papa.😇
Nessuno che si sia mosso a compassione se non altro per evitare che su questo post potesse scendere l'infamante primato di essere l'unico a letture zero  non si sarebbero pretesi interventi... 

E così mi autoleggo per far salire il numeratore.., nonosante avesse stato meglio essere fernuto nel libro dell'Alec Guinness dei primati 🦍 


 

 

Magari dal vivo in così magnifica cornice si potrà trovare maggior sprone ed interesse attraverso il pur breve spezzone finale.

 

 

Splendida interpretazione e ricchezza di location.., dai francesi.., sempre loro, e quanta modernità ci sarà in questi concenti e concertati pop(olari) con tanti meravigliosi strumenti degli anni antichi che tornano nel presente senza imbarazzi e supponenze... e con molto swing...