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Melius Club

La prima della scala con un’opera russa: Lady Macbeth di Sostakovic


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Quest’anno il più importante teatro d’opera del mondo per la prima volta apre con un opera russa con registe russo e vari protagonisti russi.

Ci sarà qualche polemica, ma una sfida per far capire che l’arte e la musica sono linguaggi universali che vanno oltre le ideologie.

Che sia di buon auspicio per far sì che in futuro si fermino le armi e suonino solo gli strumenti musicali.

Un riconoscimento è tributo a cinquant’anni dalla morte di un genio del ‘900.

  • Melius 2
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@garmax1

Hai ragione, ho scritto di fretta al cellulare, preso anche dall’attualità del tema, dovrebbe essere la prima apertura della stagione con un opera di Sostakovic, in questo caso nella versione originale e non edulcorata.

Attuale in quanto opera censurata e non accettata da Stalin, che tratta della condizione femminile nella Russia di quel periodo e rappresenta in qualche modo il riscatto della donna, viste le discussioni di questi giorni, mi sembra molto attuale, poi spero che la protagonista non venga emulata.

Un opera impegnativa per emotività, violenza e difficoltà tecniche inserite dal compositore per dare enfasi ai momenti drammatici dell’opera, dove Sostakovic ha dato prova della sua grandezza.

Direi una scelta azzeccata per l’apertura dopo il successo della Forza del Destino dell’anno scorso, anche quella che affrontava un tema attuale come la tragedia della guerra.

Forse ho letto che sarà presente la vedova di Sostakovic, che mi pare abbia 90 anni, mah.

Mi auguro che se ne parli di questi riscontri di attualità, a volte sembra che il 7 dicembre alla Scala sia un evento di costume, quasi una rievocazione storica culturale e solo una passerella per ricchi esibizionisti.

 

 

 

 

 

  • Melius 1

Anche io saro’ il 16 dicembre.

Opera straordinaria e neanche troppo impervia.

ho avuto la fortuna di vederne nel corso degli anni esecuzioni stratosferiche: Rostropovich a Santa Cecilia in forma di concerto, Byckov al Maggio fiorentino, Gergiev e Mariss Jansons a Slz. Vado a memoria. Speriamo che questa della Scala sia all’altezza.

Il regista e’ un mezzo “matto” ex compagno di Asmik Grigorian che l’anno scorso ha fatto a Napoli una Rusalka geniale.

  • Thanks 1
Il 26/11/2025 at 15:20, Gall ha scritto:

Quest’anno il più importante teatro d’opera del mondo

Da qualche anno sonnecchia la Scala invero. Su dieci spettacoli di memorabili sui 3.

Hanno fatto meglio Roma Firenze e Napoli.

Certo l’importanza storica e’ fuori discussione e speriamo si riprenda con allestimenti piu’ stimolanti.

La stagione di quest’anno fiacchissima ad esempio a parte la lady inaugurale e il Nabucco con Annuska. Il Ring che doveva essere un grande Ring con Thielemann e’ ordinario, non ci sono neanche grandi cantanti nelle rimanenti opere…

Nella sua storia la Scala ha inaugurato due volte con un’opera russa sempre con il Boris Godunov, poco tempo fa con Chailly e Abradzakov, e negli anni 70 con Abbado e Ruggero Raimondi se non sbaglio (ma li’ per ragioni anagrafiche non c’ero, in compenso ho poi visto tre volte il Boris che Abbado ha fatto in anni diversi a slz con la strepitosa regia del compianto Wernicke, due volte coi Berliner e una coi Wiener: edizione completa dell’atto polacco). Dovrebbe girare un video malconcio su youtube e comunque tutto fu ripreso dalla tv austriaca. Si tratta di una delle dieci esecuzioni piu’ riuscite da me viste dal vivo in quasi 50 anni di frequentazione di teatro, semmai dovesse uscire in streaming ufficiale la raccomando vivamente

42 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Certo l’importanza storica e’ fuori discussione e speriamo si riprenda con allestimenti piu’ stimolanti.

Beh sì, intendevo in questi termini.

Purtroppo in questi anni ci stiamo perdendo l’importanza della storia, partendo dalle analisi degli eventi dell’attualità.

Tornando all’opera, l’importanza nella diffusione della lingua italiana nel mondo, fa pensare per esempio che in ogni conservatorio ci siano cantanti che si prendono su dalla Korea o dal Giappone per venire a studiare canto in Italia e di conseguenza imparano e diffondono la nostra bistrattata lingua ormai contaminata da inglesismi e slang da telefonino.

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