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La famiglia della casa nel bosco


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7 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

l'analfabetismo

e allora casomai te la prendi con chi ha rilasciato il certificato di esame, non con la famiglia.

cioè sempre le cose al contrario, ma sempre, cos'è l' anti universo dell' antimateria dell' anti pensiero.

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23 minuti fa, Roberto M ha scritto:

La questione e’ un padre cui e’ stato negato pure di pranzare a natale con i figli in nome delle “regole” della casa-famiglia, e tre bambini che non si sa quanti danni subiranno da tutto questo.

La questione è la totale mancanza non solo di empatia per questi genitori e questi bambini, ma perfino di umanità, posto che è logicamente inverosimile pensare che non si sarebbe potuto gestire la cosa in maniera diversa.

Sì, ma come risolvere il problema del pranzare tutti insieme? Io rimango perplesso riguardo all'allontanamento dei bambini, però qualcosa andava fatto, tipo prendere l'allegra famigliola "boschiva" e portarla in una casa dove almeno c'è il gabinetto.

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Roberto M

 

@Jack

Nel bosco i bimbi erano al riparo dalla giungla della modernità

Il mondo non tollera più la diversità. Abbiamo trasformato la "normalità" in un dogma

Vittorio Feltri 26 novembre 2025 - 10:00

 

Mi tocca intervenire su una vicenda che sta agitando il Paese come se si trattasse del Watergate, quando invece parliamo di una semplice famiglia che viveva nel bosco. Una famiglia, sì: due genitori e tre figli che avevano scelto, legittimamente, uno stile di vita diverso dal nostro. E allora? È un delitto? Siamo diventati talmente pieni di paura e di pregiudizi da considerare sospetti persino coloro che decidono di sottrarsi al teatrino quotidiano di nevrosi, corse, impegni, telefonini, paranoie, femminismi isterici e psicodrammi di massa.
Mi chiedo: dov'è finita la libertà?

Gli inquirenti, i servizi sociali e i tribunali si sono messi all'opera come se avessero scovato una setta criminale, un'associazione a delinquere, un gruppo di latitanti.

Invece hanno trovato una casa arrangiata, spartana, certo, senza il bagno interno e senza i comfort che molti di noi danno per scontati.

Ma hanno trovato anche bambini sani, sereni, felici, in salute, affettuosi, che dimoravano in un ambiente protetto, sicuro e amorevole. Non erano denutriti. Non erano malati. Non erano maltrattati. Non erano traumatizzati. Non recavano segni di violenze sui corpicini.

Erano semplicemente "diversi". Il mondo non tollera più la diversità.

Abbiamo trasformato la "normalità" in un dogma.

Questi due genitori, madre inglese, padre australiano, non erano drogati, non erano violenti, non erano irresponsabili. Hanno scelto la campagna, il bosco, il silenzio, i ritmi naturali.

Hanno desiderato di allevare così i propri figli. E hanno stabilito di tenerli lontani da una società che spesso non educa, ma confonde; non protegge, ma corrompe; non nutre, ma intossica. E onestamente li capisco. Spesso ho sognato di scappare nel bosco anche io. Di rifugiarmi in mezzo al verde, di godere solo della compagnia delle bestie.

E, quando ancora vivevo a Ponteranica, in provincia di Bergamo, in una villa in altura dove raggiungevo mia moglie nel fine settimana, potevo illudermi di sottrarmi al ritmo disumanizzante a cui siamo sottoposti nel quotidiano.

Oggi un bambino è bombardato da pornografia a 11 anni, social a 10, ideologia gender alle elementari, risse nei corridoi, bullismo a scuola, famiglie disastrate, genitori anaffettivi, smartphone come babysitter.

Però noi siamo così malati che ci scandalizziamo per tre bambini che fanno pipì in un secchio? Ma siamo impazziti?

La verità è che questo Paese non sa più distinguere il bene dal male.

Abbiamo minori maltrattati, picchiati, abbandonati, trascurati, violentati, neonati affogati nell'acqua del water, gettati nella spazzatura, soppressi e chiusi in un armadio, e ci preoccupiamo della sorte di tre bimbi lieti che campano nel bosco.

Crediamo stupidamente che l'insidia, il lupo cattivo, il male abiti nel bosco, mentre abita in città. Abbiamo quartieri dove i minori crescono nello spaccio, nella violenza, nella totale assenza di regole e nessuno muove un dito. Abbiamo famiglie che nutrono i figli a Coca-Cola, tablet e ignoranza, e tutto va bene.

Poi però arriva una coppia che decide di vivere in modo alternativo, senza doccia calda e senza connessione internet, e subito scatta l'operazione speciale: "Portate via i bambini!". Perché? Perché quei bambini non sono sottoposti alle regole e ai limiti che strozzano noi? Perché non hanno il bagno dentro casa ma fuori? E da quando l'avere il wc a due metri o a venti determina la capacità genitoriale?

A me sembra che questi figli, più che in pericolo, fossero al riparo. Felicemente al riparo da un mondo che è diventato una giungla.

La domanda centrale è questa: chi determina che cosa è "normale" per un bambino? Lo Stato? La burocrazia? Le assistenti sociali che spesso non vedono nemmeno i veri abusi? O forse il condominio indignato, che non tollera chi non vive in base ai propri standard?

Io la metto così: se due genitori amano i figli, li proteggono, li nutrono, li educano secondo ciò che ritengono giusto e non li espongono a pericoli reali, allora non vedo per quale motivo lo Stato debba strapparglieli.

E infatti questo babbo e questa mamma lo hanno dimostrato: si sono presentati, hanno collaborato, non si sono nascosti. Non erano latitanti, non erano criminali. Erano solo diversi.

Che è l'unica cosa che oggi nessuno ti perdona.

Mi appello a chi conserva un minimo di buonsenso affinché questi piccoli vengano restituiti immediatamente alla loro famiglia.

Perché un figlio che cresce amato nel bosco è molto più al sicuro di un figlio che cresce ignorato in un attico.

 

 

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briandinazareth
Adesso, audio2 ha scritto:

e allora casomai te la prendi con chi ha rilasciato il certificato di esame, non con la famiglia.

cioè sempre le cose al contrario, ma sempre, cos'è l' anti universo dell' antimateria dell' anti pensiero

 

direi con entrambi, visto che se cerchi qualcuno che certifichi qualcosa che sai essere falsa, senza che abbiano mai visto i ragazzi di persona, come genitore hai una qualche responsabilità. 

oppure non si sono accorti durante il loro noschooling che i bambini erano completamente analfabeti...

 

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briandinazareth

abbiamo sdoganato l'analfabetismo, feltri si distingue sempre... 

e anche l'obbligo scolastico lo diamo al gatto, che sono queste cose comuniste! leggere e scrivere...

siamo oltre l'incredibile

sarei curioso di vedere se questo "li educano secondo ciò che ritengono giusto", vale per tutti... 

anche per quelli con la pelle non bianca, che so, un Nigeriano o un pakistano che tenessero i figli nelle stesse condizioni... 

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neroacustico

@Savgal si si, è interessante. Uno studio fenomenologico che, secondo me, è applicabile a tutto qui dentro

 

la Ai ci dice (per qualcuno, non ha fatto il classico):

 

Uno studio fenomenologico è un approccio di ricerca e clinico che si concentra sulla descrizione e comprensione dell'esperienza soggettiva e vissuta di un fenomeno, anziché spiegarlo razionalmente, valorizzando il significato che le persone attribuiscono alle proprie percezioni, emozioni e realtà, attraverso metodi come l'epochè (sospensione del giudizio) per cogliere l'essenza del vissuto. È centrale in psicologia e psichiatria per esplorare il mondo interiore, i significati personali e l'autenticità, uscendo dalla mera analisi dei sintomi per comprendere la totalità dell'essere ...

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15 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Nel bosco i bimbi erano al riparo dalla giungla della modernità

Il mondo non tollera più la diversità. Abbiamo trasformato la "normalità" in un dogma

Vittorio Feltri 26 novembre 2025 - 10:00

un intervento magnifico.

Esattamente quello che cerco di dire io,  al millimetro.

Inutilmente. 

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35 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Ma hanno trovato anche bambini sani, sereni, felici, in salute, affettuosi, che dimoravano in un ambiente protetto, sicuro e amorevole. Non erano denutriti. Non erano malati. Non erano maltrattati. Non erano traumatizzati. Non recavano segni di violenze sui corpicini.

Erano semplicemente "diversi". Il mondo non tollera più la diversità.

Abbiamo trasformato la "normalità" in un dogma.

Questi due genitori, madre inglese, padre australiano, non erano drogati, non erano violenti, non erano irresponsabili. Hanno scelto la campagna, il bosco, il silenzio, i ritmi naturali.

Hanno desiderato di allevare così i propri figli. E hanno stabilito di tenerli lontani da una società che spesso non educa, ma confonde; non protegge, ma corrompe; non nutre, ma intossica. E onestamente li capisco. Spesso ho sognato di scappare nel bosco anche io. Di rifugiarmi in mezzo al verde, di godere solo della compagnia delle bestie.

E, quando ancora vivevo a Ponteranica, in provincia di Bergamo, in una villa in altura dove raggiungevo mia moglie nel fine settimana, potevo illudermi di sottrarmi al ritmo disumanizzante a cui siamo sottoposti nel quotidiano.

Oggi un bambino è bombardato da pornografia a 11 anni, social a 10, ideologia gender alle elementari, risse nei corridoi, bullismo a scuola, famiglie disastrate, genitori anaffettivi, smartphone come babysitter.

Però noi siamo così malati che ci scandalizziamo per tre bambini che fanno pipì in un secchio? Ma siamo impazziti?

La verità è che questo Paese non sa più distinguere il bene dal male.

Abbiamo minori maltrattati, picchiati, abbandonati, trascurati, violentati, neonati affogati nell'acqua del water, gettati nella spazzatura, soppressi e chiusi in un armadio, e ci preoccupiamo della sorte di tre bimbi lieti che campano nel bosco.

Mai lette tante cazzate tutte insieme da parte di feltri. 

E ne ho lette. 

Questi bambini lieti che vivevano nella zozzeria, analfabeti, con un ritardo rispetto ai coetanei nella capacità di confrontarsi e socializzare con altri. 

Che avevano sviluppato fobie nei confronti della plastica e il sapone per lavarsi. 

Campione di benaltrismo. 

 

 

 

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9 minuti fa, criMan ha scritto:

Mai lette tante cazzate tutte insieme da parte di feltri. 

E ne ho lette. 

Questi bambini lieti che vivevano nella zozzeria, analfabeti, con un ritardo rispetto ai coetanei nella capacità di confrontarsi e socializzare con altri. 

Che avevano sviluppato fobie nei confronti della plastica e il sapone per lavarsi. 

Campione di benaltrismo. 

Questo deve essere l'anno dove la giornata mondiale della cheerleader e quella del contorsionista si festeggiano nello stesso giorno. Oggi. Oggi abbiamo raggiunto vette che Bonatti manco con l'ossigeno.

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maurodg65
1 ora fa, briandinazareth ha scritto:

se ci riferiamo a quanto letto sui giornali:
intendi l'analfabetismo, la totale mancanza di igiene, la difficoltà di dare le cure minime necessarie? 

mi chiedo cosa dovrebbero fare per essere ritenuti problematici.

se proprio dobbiamo riferirci ai giornali, ma io preferirei basarmi sugli atti ufficiali di chi ci lavora tutti giorni con queste situazioni. 
 

Tu preferisci basarti sugli atti ufficiali di chi lavora tutti i giorni in quelle situazioni salvo non considerare i documenti ufficiali quando non si conformano alla tua visione dei fatti, l’istruzione familiare riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione ne è un esempio, in quel caso l’analfabetismo va bene richiamarlo anche solo sulla base di illazioni giornalistiche.  

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Gaetanoalberto
7 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

illazioni giornalistiche

Mauro, hai saputo della famiglia dai giornali, che hanno fatto pesanti illazioni sui giudici e sugli operatori senza conoscere l’accaduto durante un anno di osservazione né il contenuto del provvedimento. Quelle notizie vanno bene a tutta la squadra della stampa ndranghetista e dei rispettivi accoliti.

Finiamola con l’interessata e mafiosa gogna contro i giudici.

Il brutto è non provare vergogna per la calunnia.

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maurodg65
Adesso, Gaetanoalberto ha scritto:

Finiamola con l’interessata e mafiosa gogna contro i giudici.

Cosa c’entrano i giudici? Io rispondevo a Brian che faceva una affermazione precisa, dare credito solo agli atti ufficiali e non alle illazioni giornalistiche, bene gli atti ufficiali parlano di un’educazione familiare riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione, quindi parlare di analfabetismo è dare credito ad illazioni giornalistiche e lo stesso può valere per altri aspetti della questione richiamati nella discussione.

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