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Canale Mussolini - Antonio Pennacchi.


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Inviato

 

 

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Finalmente l'ho finito! Ho avuto un cattivo rapporto con questo romanzo fin dalle prime righe: immancabile il confronto con M. il figlio del secolo di Scurati che avevo letto non da moltissimo. Asciutto, essenziale, preciso Scurati contro un Pennacchi dispersivo, spesso noioso, sempre ambiguo nella prima persona che racconta (le ultime righe ci faranno capire il perchè). Ho rischiato più volte di abbandonarlo, di rinunciare alla sua lettura... il momento peggiore è quando descrive l'inizio delle bonifiche pontine: una prolissità, una curatissima esposizione geologica dei terreni e delle relative problematiche; non sono un ingegnere idraulico, non me ne frega un razzo! Decine di pagine assolutamente inutili al racconto della epopea dei Peruzzi, maestosa ed amplissima famiglia del Polesine mischiati tra rovigoto e ferrarese, prima ferventi rivoluzionari socialisti e poi seguendo l'infame leader M. ed il suo epigono locale, tale Rossoni (il fondatore di Tresigallo, che andrò sicuramente a visitare a breve) passati in toto ad una fervente fede fascista che li porterà, affamati, lasciare il Polesine e ad essere nell'agro pontino per le bonifiche. Dopo metà romanzo, oltre le 200 pagine, le vicende hanno iniziato veramente a prendermi, e pur mantenendo le perplessità su una prosa estremamente dispersiva e molto spesso ambigua sui fatti storici (ambigua come Pennacchi stesso che da posizioni fasciste si è spostato all'estrema sinistra...), confesso che sono soddisfatto di averlo letto; un'altra pagina, un altro tassello nel racconto di quell'infame periodo storico che tanto ha condizionato, e continua a condizionare le nostre vicende sociali e politiche, una unità popolare che non potrà essere raggiunta fino che non saranno realmente superate queste divisioni storiche, allora potrà iniziare la costruzione di un popolo italiano, superando la secolare condizione di sudditi.

  • Melius 1
Inviato

sono a pagina 250

doveva essere già finito , molto prolisso

pennacchi è stato un incoerente dall'inizio alla fine della sua vita, va preso così, per lui è stato vero tutto e il contrario di tutto...un italiano tipico insomma 

Inviato

@Partizan lo lessi quando uscì. Lo ricordo come un ottimo romanzo storico, un affresco di grande suggestione. Magari non è proprio easy da leggere ma ne vale la pena. 

Inviato

Non ho letto il libro di Pennacchi, l'ho ascoltato qualche volta in televisione ricavandone l'impressione di un personaggio un po' sopra le righe ma autentico, pane al pane.., a confronto con certi filibustieri del potere e dei sottoboschi della politica e della cultura, della società, dell'informazione, ecc, che, immancabilmente, vanno in onda "monopolisticamente"...

Non potrei quindi esprimere un parere sul libro, ma leggendo i vostri commenti potrei azzardare l'ipotesi che non essendo un navigato scrittore di professione Pennacchi, a fronte di una forma letteraria prolissa, carente, dispersiva, ecc, scrivesse cose "sofferte", magari all'apparenza incoerenti (rispetto a un passato di altro segno dal quale lo scrittore "naif" avrebbe potuto tranquillamente emanciparsi senza per questo essere considerato voltagabbana) ma interessanti e documentate, in grado di far riflettere il lettore sulla sostanza dei suoi contenuti che potrebbe far passare la forma in secondo piano.

  • 3 settimane dopo...
Inviato

@Partizan Pennacchi è un romanziere, lo snodo del romanzo è l' immaginare che la benemerenza per la quale la famiglia accede al beneficio della terra è un delitto, da un punto di vista letterario sembra una presa di posizione tutt' altro che "ambigua".

  • Melius 1
Inviato

@audio_fan La tua mi sembra una lettura molto focalizzata e personale. Questo romanzo è una saga familiare, la narrazione di mutazioni storiche... poi puoi leggerlo come vuoi.

Sull'ambiguità di Pennacchi, non ci possono essere grandi dubbi. con i suoi scivoloni dall'estrema destra all'estrema sinistra; non ho mai creduto all'infame suggestione, creata dall'infame Giulio Andreotti, che gli opposti estremismi si tocchino.

 

Ciao

 

Evandro

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Fabio Cottatellucci
Inviato
1 ora fa, Partizan ha scritto:

non ho mai creduto all'infame suggestione, creata dall'infame Giulio Andreotti, che gli opposti estremismi si tocchino.


Andreotti poco c'entra, è una constatazione dell'evidenza.
Che gli estremi si tocchino è palmare evidenza; ovviamente, tu sei padronissimo di non crederci 🙂 .

Inviato

@Fabio Cottatellucci In che ambito parli? Fu una diabolica teoria politico-linguistica, per marginalizzare la sinistra e fu alla base della "strategia della tensione" che ha prodotto il disfacimento sociale-politico-industriale di questo terribile paese. Anche tu libero di non crederci.

Ciao

 

Evandro

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Inviato
Il 6/9/2021 at 14:50, analogico_09 ha scritto:

scrittore "naif"

Non so se Pennacchi sia proprio definibile tale, un po' forse. Lo vedo più espressione di una cultura operaia ormai dimenticata, quando gli operai leggevano Todorov.

Inviato

@appecundria  Si.., ho usato il termine per dire del suo non essere un "professionista", bensì "autodidatta" sopra le righe e non sempre coerente della politica, delle valorialità sociali, umane, forse umanistiche...

Inviato
4 ore fa, Partizan ha scritto:

Fu una diabolica teoria politico-linguistica, per marginalizzare la sinistra e fu alla base della "strategia della tensione" che ha prodotto il disfacimento sociale-politico-industriale di questo terribile paese.

 

 

Stategia della tensione associata alla teoria degli "opposti estremisti".., due in una delle peggiori invenzioni del cattofasciodemocristianismo creatore dei servizi deviati, colluso con le mafie, golpispisti, stragisti, piduisti, gladioisti.., ecc, ecc, ecc...

Inviato

@Partizan gli "opposti estremismi" arrivarono 50 anni dopo i fatti narrati del romanzo, la posizione antifascista dell' autore limitatamente ai fatti narrati può essere ritenuta da ciascuno, con il proprio metro, eventualmente insufficiente, e questo merita rispetto, ma non credo che si possa sostenere che in punti diversi del romanzo vi siano posizioni diverse.

L'unità e la "coerenza interna" del romanzo a mio avviso non sono in discussione.

 

Inviato
4 ore fa, Fabio Cottatellucci ha scritto:

Il fatto che parliate come quello del complotto demogiudoplutomassonico sembra darmi ragione 😉 .

 

 

Mah.., prenditela pure la ragione.., ma prova anche un po' a informarti se le cose di cui ho parlato siano state invenzioni oppure tragiche realtà... basta prendere qualche libercolo che ne parli.., uno neutro.., obiettivo, onesto.., non della della sezione di partito... basterebbe tuttavia la memoria di chi le ha viste e magari anche vissute direttamente quelle cose dell'epoca dello stragismo di stato... altra favola "complottista?)... , e che non abbia la memoria selettiva...

Il complotto demogiudoplutomassonico  c'entra nulla.., è una affermazione ad effetto.., non serve a mascherare che c'è di mezzo pienamente il neo-fascismo, quello scoperto e quello, peggio ancora..,  imboscato, riciclato, trasformista...

  • Melius 1
Inviato

C'é una conferenza del prof. Berbero (facilmente reperibile) sulla distinzione tra Storia e Memoria, dove (spero di raccontarla giusta) la "memoria" ha un che di soggettivo (=se mio nonno era sotto le bombe degli americani piuttosto che dei tedeschi avrò ovviamente di quell' episodio una memoria condizionata dal mio coinvolgimento familiare).

 

In questo senso credo che Pennacchi abbia voluto mettere in scena la memoria della sua terra e della sua gente, memoria ovviamente condizionata dall' aver vissuto certi eventi "dal dentro" e "da una certa parte", senza con questo voler riscrivere la Storia, cosa di pertinenza degli storici di professione che dei fatti hanno una visione più tecnica e (si spera) distaccata.

 

Il corollario è che il giudizio politico si fonderà sulla storia non sulle memorie personali di questo o quel cittadino (compreso il cittadino Pennacchi), anche se per noi comuni mortali è difficile distinguere le due cose.

  • Thanks 1
Inviato

Un libro che mi ha appassionato come pochi. Una saga familiare permeata di una storia vissuta, tramandata e sentita evidentemente dall'autore che a mio avviso riesce nel capolavoro di bagnarti/immergerti fino a inondarti con i colori, i suoni, i sapori, le sensazioni di quel periodo storico. Uno di quei libri che quando li apri tornato a casa dal lavoro ti catapulta attraverso un wormhole in un altra vita, altre abitudini, altre priorità. Personaggi credibilissimi, tratteggiati da quello che vivono e subiscono con sullo sfondo un ambiente, un paese, una società che viene pennellata con naturalezza, come farebbe un Eastwood regista, sparendo dietro la storia, mettendosi al servizio di essa. Se non si è capito l'ho adorato, e ci sono rimasto davvero male quando sono arrivato all'ultima pagina, come sempre accade coi libri (pochi) che mi rapiscono. Opinioni d'altra parte... 

  • Melius 1
Inviato
18 ore fa, audio_fan ha scritto:

gli "opposti estremismi" arrivarono 50 anni dopo i fatti narrati del romanzo

Porta pazienza, ma io ho un'età che mi ha permesso di vivere la seconda metà del secolo scorso, gli opposti estremismi erano chiaramente riferiti alla figura di Pennacchi.

 

Ciao

Evandro

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