Questo è un messaggio popolare. Angelo83 Inviato 8 Ottobre 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 8 Ottobre 2021 Oggi 9 Ottobre ricorre il ricordo per il disastro avvenuto per la frana che coinvolse la diga del Vajont scaricando a valle roba come 25 milioni di metri cubi di acqua e provocando la morte di 2018 persone, molte provocate con lo spostamento d'aria (si dice che ebbe una potenza doppia a quella della bomba atomica sganciata su Hiroshima). Uno dei peggiori drammi avvenuti in Italia ma che probabilmente poco ci ha insegnato visto che nel corso degli anni si è continuato a costruire ovunque e depredare ogni cosa. Vorrei consigliare lo spettacolo teatrale di Marco Paolini che riportò alla luce questo evento che viene spesso dimenticato e che invece dovrebbe rimanere sempre come monito. Che la memoria sia perpetua. 9 5
maverick Inviato 8 Ottobre 2021 Inviato 8 Ottobre 2021 Bravo @Angelo83 ; io, nato poco prima, non posso avere ricordi diretti, ma sono passato più volte su quei luoghi, accessibili anche oggi. E mio padre che era stato un paio d'anni prima della costruzione della diga, mi ha raccontato molti particolari. E l'impressione è da brivido anche a quasi 60 anni dagli avvenimenti, se passi a piedi sulla diga. Il primo disastro naturale agevolato dall'uomo. Uno spartiacque che però ha insegnato poco.
bost Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 ...ricordo la prima volta: domndai se il cumulo di terra dietro la diga era la frana...no no, mi dissero , la frana è tutta la vallata che vedi dietro... 1
buranide Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 8 ore fa, Angelo83 ha scritto: Vorrei consigliare lo spettacolo teatrale di Marco Paolini Visto la prima volta in diretta, un piccolo capolavoro tra giornalismo e drammaturgia. 2
Renato Bovello Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 Avevo otto anni e me lo ricordo perfettamente. Un dramma di enormi dimensioni 1
Schelefetris Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 uno scandalo che va sempre ricordato. il film mi fece parecchia impressione.
ferrocsm Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 Ve lo ricordate quel: "scrivo da un paese che non c'è più"
UpTo11 Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 Quando ero bambino, metà anni '80, trascorrevamo le vacanze in Cadore e ogni volta che passavamo per la nuova Longarone mio papà ci raccontava la storia. Io e mio fratello eravamo gli unici tra i coetanei a sapere di questa tragedia. Anche in Cadore i nostri coetanei non ne sapevano molto. Per molti anni purtroppo è stato messo tutto a tacere, grazie a una classe politica, DC in primis, connivente quando non complice. Solo dopo si è cominciato a parlarne, anche grazie alla caparbietà di persone come la giornalista Tina Merlin. Basta pensare che il suo libro sulla vicenda, pronto nel 1963, trovò un editore disposto a pubblicarlo solo 20 anni dopo. Per salvarsi la faccia quella classe politica non esitò a trattare i superstiti come polvere da nascondere sotto al tappeto, uno degli argomenti ricorrenti nei libri di Mauro Corona. Lassù sulla diga, a visitare quei luoghi, non ci sono ancora stato, anche se è da quando ero bambino che vorrei vederli. Ogni volta che penso di andare mi sembra di essere lo squallido turista sui luoghi delle tragedie e alla fine rinuncio. Doveroso il ricordo, bravo @Angelo83
Velvet Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 22 minuti fa, UpTo11 ha scritto: Lassù sulla diga, a visitare quei luoghi, non ci sono ancora stato, anche se è da quando ero bambino che vorrei vederli. Ogni volta che penso di andare mi sembra di essere lo squallido turista sui luoghi delle tragedie e alla fine rinuncio. Io ci sono andato diverse volte prima che lo spettacolo di Paolini e poi il film rendessero la vicenda nuovamente conosciuta a livello nazionale. Oggi è un luogo frequentatissimo, pieno di gente che si fa selfie con la diga sullo sfondo. Prima era un luogo in cui non c'era nulla salvo un piccolo memoriale circondato da erbacce nel piazzale ricavato a poca distanza dalla diga. C'era silenzio, c'erano quelle masse enormi ed un po' informi scivolate nell'alveo a formare collinette spelacchiate, e sullo sfondo c'era lei, la diga grigia che aveva resistito ad una forza d'urto spaventosa. Tutto questo ti faceva pensare a quella gente portata via assieme al loro paese in pochi minuti. Oggi non ci torno più, e se mi capita di passarci (la strada collega una valle della mia regione al basso Cadore) non mi fermo. La folla vociante dei selfie mi urta. Piuttosto, merita una visita il cimitero dedicato alle vittime che si trova a Muda Maè, poco prima di Longarone, progettato da Tentori e Zanuso. Un luogo semplice ma di grande bellezza, raccoglimento e suggestione, dove le tombe sono accomunate da una scritta uguale per tutte: la data di morte.
audio2 Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 mio zio durante il servizio di leva come alpino è stato tra i primi soccorritori accorsi. in vita non ne ha mai voluto parlare e adesso ne capisco anche il perchè.
Angelo83 Inviato 9 Ottobre 2021 Autore Inviato 9 Ottobre 2021 Sarebbe desidero mio andare su in quei luoghi perché fa parte della nostra storia. Ci sono sempre passato abbastanza vicino ma non ho avuto mai modo di fermarmi. Ho letto molte testimonianze, tempo fa ho ascoltato il racconto di alcuni colleghi, all'epoca ausiliari oggi in pensione), che intervennero dal comando di Padova e stavo davanti al monitor con gli occhi lucidi. Posso capire i soccorritori e l'animo davanti ad una tragedia simile avendo avuto le esperienze nei due terremoti del Centro Italia e posso capire anche la disperazione di quella povera gente che si è vista spazzare via tutto nel giro di pochi minuti. Secondo me questa è storia che andrebbe raccontata nelle scuole.
Velvet Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 Mio padre conserva un mazzo di foto scattate a Longarone con la sua Voigtlander circa una settimana dopo la tragedia. Non pare possibile che in quella distesa di ghiaia, tronchi e grovigli di materiali trascinati ovunque fino a pochi giorni prima ci fosse un antico e popoloso paese di fondovalle nel pieno del miracolo economico. Per noi vicini al fiume Piave i racconti di chi c'era erano quelli di resti umani che passavano per ore trascinati a valle dalla corrente assieme a tronchi, mobili e suppellettili di ogni genere.
Schelefetris Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 se mi ha lasciato sgomento vedere Gibellina una ventina di anni dopo il terremoto del Belice, figuriamoci cosa ha potuto provare tuo padre solo pochi giorni dopo il disastro @Velvet
Velvet Inviato 9 Ottobre 2021 Inviato 9 Ottobre 2021 2 minuti fa, Schelefetris ha scritto: figuriamoci cosa ha potuto provare tuo padre solo pochi giorni dopo il disastro Non me l'aveva mai raccontato, neanche durante la visione dello spettacolo di Paolini che ricordo guardammo insieme. Fino a quando ritrovai per caso dentro ad una scatola quel mazzo di foto che lui non mi aveva mai mostrato, allora mi parlò di quel viaggio pochi giorni dopo la tragedia, credo per portare degli indumenti ai sopravvissuti. Potrei sbagliarmi ma credo ne fosse rimasto sconvolto, poi non ne ha più riparlato.
Questo è un messaggio popolare. Gaspyd Inviato 9 Ottobre 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 9 Ottobre 2021 Mio padre nell'estate del 63 era in trasferta lavorativa in Puglia per dirigere una serie di opere edili piuttosto importanti, era solo un geometra ma di quelli bravi e capaci, di quelli che nel sud Italia dell'epoca non trovavi ... e poi nel 63 "geometra" era un titolo che ancora contava qualcosa. 😐 Fu allora che conobbe mia madre e se ne innamorò ed era ancora in Puglia quel 9 ottobre ... nel Vajont perse cugini, zii, nipoti .. tutti Sua madre (mia nonna) si salvò perché quel 9 ottobre lasciò Longarone nel tardo pomeriggio per far rientro a casa ... dopo aver fatto visita alla sorella. All'epoca io (classe 71) non ero nemmeno una lontana idea nella mente di mio padre che ci mise anni a decidere che la donna conosciuta (e mai più rivista) anni prima nella lontana Puglia era la donna che voleva sposare. Tornò in Puglia nel 1970 cercò mia madre ... io nacqui poco dopo. 😊 Questa prefazione introduttiva è utile per rimarcare quanto il Vajont (nonostante non l'abbia vissuto direttamente) abbia influenzato la mia vita. A pensarci bene se non ci fosse stata la tragedia io probabilmente sarei nato nel 1964 😅 Ricordo ancora tutte le volte che mio padre mi portava alla diga e mi raccontava la sua storia, ero piccolo e purtroppo un male incurabile me lo ha tolto in una brutta estate del 1983 ma il forte legame con quella terra ... quello no quel male incurabile non me lo ha tolto .. Deve essere per quello che ogni anniversario del Vajont per me è speciale .. rappresenta un punto di contatto con un padre meraviglioso che non ho avuto la fortuna e la gioia di vivere. Chiudo questa breve parentesi melodrammatica di vita personale e vi lascio con gli scatti fatti 5 anni fa in occasione della mia prima visita sopra la diga (da "fuori" l'avevo già vista tante altre volte). . . . . . . . . questa sotto è la parte di diga in cui è scivolato dentro il Tok anzi il terreno che vedete è parte del Tok franato ... se ne possono intuire le dimensioni scorgendo in alto la fine della diga . questa sotto invece è la parte opposta della diga quella percorsa dall'acqua dopo aver scavalcato al diga . non sò se si riescono ad intuire le proporzioni e le dimensioni ma vi assicuro che dal vivo è ... impressionante. . Quella in fondo è la vista da sopra alla diga della nuova Longarone (costruita al posto della vecchia travolta e disintegrata dalla furia dell'acqua canalizzata dalle montagne) . il percorso guidato che porta sulla diga . . . quello con gli occhiali sotto accanto alla fotografia è mio cugino Beppi Vazza (o meglio cugino al mio papà) che ha vissuto in prima persona la tragedia ed ora fa parte di un comitato che organizza gite commemorative in cui racconta la sua esperienza da sopravvissuto. All'epoca era garzone di una macelleria e consegnava la carne a domicilio nelle valli ... fu una consegna a salvargli la vita. . un sentito grazie ad @Angelo83 per aver aperto il topic e .... . . spero di non avervi annoiato 😌 14
alexis Inviato 10 Ottobre 2021 Inviato 10 Ottobre 2021 Uno degli ingegneri progettisti della diga era il padre di un altro noto ingegnere milanese con il quale ho collaborato a lungo.. e pur avendo lui i capelli bianchi era ancora sotto choc, per le presunte colpe di suo padre, poi completamente assolto, dopo anni di martirio giudiziario. la diga infatti aveva retto, era la montagna che era crollata, nonostante i continui dubbi dei geologi.. quei dubbi dovevano rimanere silenti, c’era un imperativo in quel senso, la politica aveva deciso che quell’opera andava fatta, era un ordine..cui non si poteva dire di no. una tragedia inenarrabile.. e non fu l’ultima, vedi quella in val di Fassa, e molte altre… a seguire.. ora e solo ora vi sono i piani di pericolo idrogeologico obbligatori da noi in Alto Adige, responsabilità dei Comuni… ma giusto per rincarare la zona in gennaio è crollata mezza montagna su un frequentatissimo centro congressi proprio a Bolzano, ed è stato un miracolo che nessuno si sia fatto del male.. era vuoto per puro caso.. 🥺😡 1
Velvet Inviato 10 Ottobre 2021 Inviato 10 Ottobre 2021 2 ore fa, alexis ha scritto: nonostante i continui dubbi dei geologi.. quei dubbi dovevano rimanere silenti, c’era un imperativo in quel senso, la politica aveva deciso che quell’opera andava fatta, era un ordine..cui non si poteva dire di no. Ci pensò il più celebre di quei geologi a fugare i dubbi, sostenendo che lo strato in fase di distacco (ormai lo sapevano tutti ancor prima di invasare la diga) era superficiale e anche in caso di caduta nell'invaso non avrebbe recato danno se non una lieve diminuzione di capacità dello stesso. Una perizia cucita su misura per la Sade che così si sentì legittimata ad invasare dando il via alla tragedia.
vizegraf Inviato 10 Ottobre 2021 Inviato 10 Ottobre 2021 17 minuti fa, Velvet ha scritto: Sade Mi pare che fosse già ENEL, ma posso sbagliare, avevo 19 anni.
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