wow Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 45 minuti fa, Fabio Cottatellucci ha scritto: Ragazzi, con questo riepilogo credo di aver chiuso. Non seguirò più il thread perché è diventato ripetitivo; un caro saluto e un invito all'introspezione per darvi una risposta sulla domanda in grassetto, che da stamattina ancora non trova riscontro. Fabio, non capisco perché una persona intelligente e stimabile come te, debba essere così incazzoso in una discussione improntata alla levità ... Si scherza... Se permetti non sono d'accordo che l'unico modo per capire e apprezzare Platone sia tradurlo dal Greco, che al classico si faccia matematica e che quella che manca si studia in qualche settimana ... Poi, sinceramente che razzo c'è da capire di Platone con il mal di testa per averlo tradotto dal Greco a 17 anni (ragazzi prodigio a parte), senza considerare che c'è gente (classico o no) che Platone non lo capisce manco in dialetto 🙂
Membro_0022 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 8 ore fa, Martin ha scritto: Gentile sosteneva convintamente che la scienza fosse solo in grado di dare misure, ma non risposte. C'è chi è convinto che la scienza - e solo lei - serva a tutto, e chi era convinto che non servisse a niente. Ad ogni fesso corrisponde un fesso uguale e contrario.
wow Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Noto, anche in questa discussione, che chi è privo (direbbe qualcuno mutilato :D ) di cultura scientifica o ne ne ha poca, ne abbia una idea approssimativa, che si ferma al nozionismo e ai tecnicismi e disquisisce amabilmente sulla sua importanza... (Non parlo di Fabio)
Martin Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 il problema di base è che la compatibilità tra approccio "classico" e "scientifico" è prevista dai "classicisti" e negata dagli "scientifici". Il punto cui arriverebbero a far a testate è quindi dialetticamente rinviabile, non annullabile.
briandinazareth Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 io penso che il liceo debba servire a dare un'ampia cultura di base e gli elementi necessari al proseguimento degli studi, nella maniera più ampia possibile. in questo mi pare evidente che il liceo scientifico dia una visione più ampia rinunciando al greco ma col vantaggio di poter approfondire la parte scientifica, continuando a mantenere le altre ore umanistiche uguali al classico. insomma, se mi si vuol far credere che lo studio del greco sia generalmente preferibile e che darebbe una marcia in più rispetto a capire qualcosa di scienze, non abbocco. 😂
wow Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Noi pensiamo a Platone tradotto dal Greco ... A fare da bastian contrario è rimasta solo la scuola, fuori è tutto mainstream Il Foglio Quotidiano 17 Nov 2021 Marco Lodoli P ochi giorni fa cercavo di spiegare Adam Smith, teorico del liberismo economico, del “laissez faire”, e anche ideatore della suddivisione del lavoro, che non è più seguito dall’inizio alla fine dall’artigiano, ma viene scomposto in tanti minimi segmenti, ognuno dei quali ignora cosa c’è prima e cosa c’è dopo. “Non so se avete mai visto la divertentissima e terribile scena di ‘ Tempi Moderni’, con Charlie Chaplin alla catena di montaggio…”, ho aggiunto, e intanto sulla Lim cercavo lo spezzone del film. Tra questi miei studenti di diciotto, diciannove, venti anni, nessuno aveva mai visto “Tempi moderni”, e fin qui niente di troppo strano. Più strano, forse, è che nessuno avesse mai sentito nominare Charlie Chaplin. “Ma come, il vagabondo con la bombetta e il bastoncino… ‘ Luci della città’, ‘ Luci della ribalta’, Chaplin, uno dei più grandi artisti della storia del cinema, uno dei più grandi artisti in assoluto del Novecento, un poeta…”. Niente, non pervenuto. Qualcosa di simile mi è capitato in un’altra classe, in cui spiegavo come poesia e musica a un certo punto si sono separate, ma per tanto tempo sono state unite, come ad esempio nella poesia provenzale, tra i trovatori. “E del resto – ho aggiunto – an - cora oggi ci sono cantanti che hanno scritto testi meravigliosi, considerati importantissimi anche dal punto di vista letterario. Pensate che tre o quattro anni fa il Premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato a un cantautore americano, Bob Dylan. L’avete mai ascoltato?”. No, mai, nessuno aveva mai sentito nominare Bob Dylan. “Sono cose vecchie”, mi ha detto Mirella, “cose del tempo suo, professo’, a noi non ci interessano, è tutta roba in bianco e nero…”. Persino i Beatles sono pressoché ignoti, e De Sica ( Vittorio), Fellini, e Picasso. Da tanto ho questa impressione, quasi sempre confermata dai fatti: ormai gli studenti seguono soltanto il Presentismo. Non so se esiste una corrente artistica con questo nome, non credo, ma ci siamo capiti: vale solo ciò che esprime la pura attualità, il resto sono vasi etruschi, polvere culturale, roba stipata nei magazzini chiusi a chiave del passato. Il tempo si è definitivamente spezzato in due, corre un crepaccio profondissimo e senza ponticelli tra oggi e ieri. E ieri è veramente ieri, non un secolo fa, un film, una canzone, un’opera dello scorso anno è già inghiottita dalle fauci dell’oblio, è già cibo per vecchi. A scuola è importante lasciare da parte ogni forma di indignazione, non bisogna mai scandalizzarsi, cadere nel comodo sentimento della nostalgia, “ai miei tempi, quand’ero giovane…”: mai. Però è necessario cercare di capire come stanno le cose, in che modo oggi si forma una nuova coscienza. Oggi, per quanto mi sembra di capire, la cultura deve obbedire alle regole dell’intratteni - mento. Quelle ricerche originali, a volte provocatorie, a volta complesse, perseguite dagli artisti del Novecento non arrivano più ai miei studenti: sono percorsi ormai persi nel nulla. Eppure nelle periferie, a Roma come altrove, si sono sviluppate forme espressive straordinarie, a Centocelle ad esempio, come racconta benissimo Valerio Mattioli nel libro “Remoria”, sono nati il punk, la techno, il rap, per un desiderio artistico ed esistenziale che andava necessariamente controcorrente. A ogni ragazzo il mondo così com’è ha sempre fatto schifo, quello che gli veniva offerto dalla televisione, dalla cultura ufficiale, dai padri veniva rifiutato in nome di una autenticità più intensa e sofferta, più viva. Mi sembra, lo dico con cautela e pronto a essere smentito, che ogni diversità venga riassorbita in cinque minuti, senza alcuna possibilità o desiderio di resistenza. Ogni libertà viene fatta salire sulla giostra che gira, gira e stordisce. Vedo Ghali che fa la pubblicità di Mcdonald’s, Sfera Ebbasta di siti di incontri, i Måneskin a fare smorfie sotto qualsiasi riflettore. “E’ il mondo d’oggi, professo’, bisogna divertirsi e fare i soldi, solo questo conta veramente…”. Forse ha ragione Mirella, oggi il mondo gira così, a fare i bastian contrari si passa per moralisti bacucchi. E quindi Chaplin e Bob Dylan e Fellini non possono insegnare più niente, non possono commuovere, sono anticaglie arrugginite che generano solo pensieri pesanti e parecchia noia, e forse anche il tetano. Ma così, paradossalmente, è la scuola a produrre controcultura, sono i professori più ostinati che insistono a mostrare film, a leggere libri, a proporre musica che oggi è sabbia negli ingranaggi della società dello spettacolo. La scuola è underground, mentre fuori è tutto accomodante mainstream. 1
LUIGI64 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=278948 Un basso livello di istruzione, una ridotta capacità di pensiero analitico e di valutazione delle probabilità favoriscono l’adesione alle teorie del complotto. Il desiderio di sentirsi speciali e unici è un altro fattore importante: l’idea di avere accesso a informazioni segrete soddisfa il bisogno narcisistico di sentirsi superiori agli altri. In Germania i complottisti chiamano le masse disinformate schlafschaf, letteralmente «pecore dormienti». In uno studio dell’Università Johannes Gutenberg di Mainz, i soggetti più predisposti al cospirazionismo credevano più spesso a una teoria del complotto quando scoprivano che era poco diffusa rispetto a quando scoprivano che era molto diffusa[6]. Il senso di impotenza di fronte a tragedie apparentemente prive di logica può spingere ad accettare spiegazioni complottistiche. L’idea che una tragedia sia stata voluta dai potenti, per quanto agghiacciante, può essere preferibile a quella che sia avvenuta per caso, perché lascia aperta la possibilità di riprendere il controllo della situazione, mentre un evento casuale è completamente al di fuori della nostra possibilità di intervenire. Il bisogno di certezze. Cercare spiegazioni per gli eventi è un desiderio umano fondamentale. L’incertezza è una condizione spiacevole e le teorie del complotto forniscono un senso di comprensione, di certezza e di controllo che può essere rassicurante. Le teorie del complotto sono storie internamente coerenti che «ci aiutano a comprendere l’ignoto quando accadono eventi spaventosi o inattesi», dice Jan-Willem van Prooijen, psicologo sociale alle Vrije University di Amsterdam[7].
appecundria Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 1 ora fa, wow ha scritto: entropia e secondo principio della termodinamica entropia è quello che succede girando eccessivamente il cucchiaino nella tazza del caffè. Più giri più fai entropia. 1
appecundria Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 8 minuti fa, LUIGI64 ha scritto: valutazione delle probabilità Probabilità e percentuali sono le due lacune universali del complottista. E' impossibile che comprendano il 10% di 90 e il 90% di 10 e infatti il web è pieno di bufale che giocano sui dati in questo modo. Però non è un fatto di ignoranza, perché devi vedere come capiscono quando gli dici "hai poche probabilità di avere il prestito alla percentuale del 5%".
briandinazareth Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 però c'è un motivo per il quale il classico potrebbe essere superiore. come citato prima, nel carico di lavoro è probabile che lo sia, in media. forse questo è dovuto al fatto che per tradizione, anche quella di impostazione gentiliana, i più studiosi vengono molto spesso indirizzati, dalle famiglie e i professori, verso il classico. questo prescinde da come è strutturato l'insegnamento ma è un meccanismo che si autoalimenta.
Paolo 62 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 I ragazzi dovrebbero essere indirizzati al tipo di scuola che si adatta di più ai loro interessi, alle loro attitudini e al lavoro che intendono fare.
extermination Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Il classico è " femmina" e moscio - lo scientifico è " maschio" e per femmine con le palle.
LUIGI64 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Adesso si formeranno le fazioni Svegli Vs sognatori Complottisti Vs scienziati Matematica Vs Lettere Prosa Vs Poesia e ovviamente Soggettivo Vs oggettivo Quanto ci piace dividere..eh
Gaetanoalberto Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Giungo tardi, e mi mancano un po' di pagine del thread. Ho fatto il classico, poi giurisprudenza, poi avvocato, poi concorso per dirigente pubblico. Mio fratello ha fatto lo scientifico, laurea in economia, professioni bancario/finanziarie: dovrebbe guadagnare circa il doppio di me. Mia sorella ha fatto il classico, studiato lingue, fa l'imprenditrice, gli altri lavorano per lei, che guadagna qualche decina di volte in più dello scrivente. Nel gruppo il sapiente sembravo io, ma qualcosa deve essere sfuggito a tale apparenza. Direte checcentra? Che la scuola non fa il monaco... dico io, e manco il risultato, che è dato da un complesso di fattori come la personalità, la forza di volontà, il chiulo etc. Invece ho una convinzione che butto nell'arena: e se molti nostri professori di matematica e scienze fossero scarsi? Perché se ti facessero appassionare, e se le quantità di insufficienze in mate non fossero così catastrofiche, forse qualche studente in più di materie scientifiche potrebbe esserci. O no? 1
Paolo 62 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 La matematica bisogna saperla spiegare, non tutti ne sono capaci e non è detto che tutti la capiscano.
vizegraf Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 @Fabio Cottatellucci Come fai a ragionare con della gente che pensa che studiare il greco serva solo a conoscere la Grecia di Trasibulo?
wow Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 @Gaetanoalberto Il professore incapace di fare appassionare a qualsiasi materia è nell'ordine delle cose. La realtà è che per molti la matematica è un linguaggio incomprensibile. Diciamo anche che l'eccessiva "volgarizzazione" della materia per renderla più comprensibile, la riduce ad uno sterile esercizio meccanico che poco a che fare con la vera matematica.
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