Martin Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 1 ora fa, Velvet ha scritto: Più che altro è il fatto che in Italia la formazione scientifica sia considerata ancora roba da nerds La formazione scientifica è considerata più che altro "roba operativa", un aspetto questo che per ragioni storico-culturali lunghe e complesse viene schifata dalla maggior parte della popolazione, che è invece a a favore di ruoli sociali eminentemente discorsivi e fuffari. In tale ottica l'istruzione scientifica ha un grave difetto di base, quello di essere più misurabile. 1
31canzoni Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 9 minuti fa, briandinazareth ha scritto: purtroppo a troppi sfugge l'importanza di avere delle basi su come è fatto il mondo per davvero Sono con te, ma non vedo differenze francamente nel "metodo scientifico", è scientifico lo studio di Dante come lo studio della storia, della fisica etc; non vi è soluzione di continuità ma solo vecchi pregiudizi, ugualmente ripartiti tra la visione ingenua delle materie "umanistiche" e la visione ingenua della materie "scientifiche". 1
nullo Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 1 ora fa, Panurge ha scritto: 1 ora fa, audio2 ha scritto: gli sforzi Mi hai fatto venire l'ansia da imu, centinaia di f24 da preparare, un'imposta che dovrebbero predisporre direttamente i comuni senza rompere le balle al prossimo La banalità dell'ovvio sfugge alle menti elette, nel senso dei candidati andati a dama. Deficienza vs efficienza. Dici che è colpa degli istituti dove hanno studiato? O sono solo dei pervertiti?
Schelefetris Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 alla fine sono due aspetti della stessa medaglia. La vita è scienza ed è "letteratura". Per comporre opere musicali, artistiche o letterarie occorre conoscere aspetti scientifici, la metrica è matematica così come lo spartito, del resto per pensare servono le parole e le parole più sono e più pensieri articolati si possono produrre. Intuire come funziona il cosmo ma non avere gli strumenti per "appuntarlo" diventa inutile... COncetti elementari, forse banali ma reali. 1
ferrocsm Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Io credo che generalizzare in questi campi non sia per nulla corretto, ci starano i buoni e i grami sia nel classico sia nello scentifico, altrimenti come si spiega ad esempio di tanti medici e altro personale sanitario contrario a vaccinarsi che piuttosto di farlo rinunciano allo stipendio o vanno a trovare chissà quali altre gabole fuori dalla legalità, d'altronde il ministro che ci raccontava che con la cultura non si mangia è peggio di Di Maio premettendo che entrambi provengono dal classico? 1
Martin Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Risulta comunque che è il liceo classico a guidare le preferenze delle famiglie italiane quando si tratta di indicare il percorso di studi superiori preferito. Il classico supera il 50% del totale medio, con prevalere del Centro-Sud (picchi record a Roma e Napoli) e andando poco sotto il 50% solo a Nordest (Triveneto ed Emila R.). Nota: Il sondaggio non riguarda la scuola effettivamente scelta, ma la "prima intenzione" delle famiglie per quanto riguarda il percorso di studi. Poi possono intervenire altre ragioni che modificano la scelta: Disponibilità della scuola e dei trasporti, fiera opposizione del pargolo, dubbi fondati sul comprendonio dello stesso, etc. etc.
LUIGI64 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Chiariamo subito: credere a queste teorie non è una cosa da pazzi. Tutt'altro: sono avvincenti, costruite in maniera ingegnosa. E soddisfano in modo egregio certi bisogni che in alcuni sono più pressanti che in altri» spiega Brotherton al Venerdì. «Ad esempio la necessità di dare un senso a ciò che accade, di ridurre la complessità del mondo. Per lo psicologo sociale Viren Swami, dell'Anglia University, è anche colpa dell'amigdala, la parte del cervello che ci fa reagire di fronte alle minacce: l'incertezza e l'ansia per il futuro la rendono iperattiva, e ciò spinge il cervello a un'incessante rianalisi delle informazioni a disposizione, nel tentativo di organizzarle in una narrazione coerente che ci faccia capire cosa sta succedendo, da chi siamo minacciati e come dovremmo reagire. E poi, certo, conta anche il desiderio di sentirsi più perspicaci del "gregge" che si accontenta delle spiegazioni ufficiali delle cose ( sottolineato da me) https://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2016/01/12/news/la_sindrome_dell_eterno_complotto_universale-131123562/
briandinazareth Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 22 minuti fa, Panofsky ha scritto: Quello che fa la differenza non è la diffusione dell’alfabetizzazione, ma dei valori che sottostanno, nell’ambito scientifico, all’approvazione e alla verifica del valore dei risultati. Ad esempio il rifiuto del principio di autorità, per cui non si può pensare che quanto asserito da un famoso scienziato eterodosso, ma in linea con quello che ci piace pensare, abbia lo stesso valore di quanto asserito dal restante 99,9% anonimo del mondo scientifico. Oppure l’onere della prova, per cui non devo accettare opinioni che mi dànno un conforto e aspettare che qualcuno mi dimostri che ciò che credo è sbagliato, ma sono io a dover pretendere le prove di quanto asserito, prima di sposare una tesi. Tutto questo è secondo me più basilare della conoscenza scientifica tout-court; è epistemologia, e uno del classico magari la capisce anche meglio… (o magari no) concordo, purtroppo l'epistemologia studiata al classico ( e pure allo scientifico) è ferma normalmente all'ottocento... 23 minuti fa, Panofsky ha scritto: posso dirvi che la conoscenza delle nozioni scientifiche che sottostanno a determinati fenomeni (dai virus alla cosmologia) non dà automaticamente l’immunità da pseudoscienze e complottismi. verissimo anche questo, però la non conoscenza delle cose scientifiche di base rende estremamente più proni a credere ad ogni stupidaggine.
Schelefetris Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 @LUIGI64 che ci sia un gruppo di persone che ami l'essere originale ad ogni costo, stare sempre fuori dal coro, è assodato. Lo si vede ovunque anche qui, prendi un topic (per esempio) dove si annuncia la dipartita di qualcuno di "conosciuto", c'è sempre il "a me non piaceva e lo posto" che sottintende un "sono diverso da voi". E' normale, è anormale quando questo diventa ossessione patologica, quella che vediamo oggi nell'ebetismo strutturale di negazionisti/no vax... spesso in estrema contraddizione con se stessi, basti pensare al "la pandemia non esiste però se mi prendo il covid mi curo coi farmaci dello stregone", "non mi vaccino perchè è sperimentale e se mi ammalo mi curo con farmaci sperimentali".
LUIGI64 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Quello sul covid, discorso ancora più delicato Un tizio che conosco, assume integratori per rafforzare le difese immunitarie (sic..) e afferma sempre che quasi tutti i deceduti causa virus, hanno quadri clinici compromessi e/o hanno un'età avanzata...80 anni ca. Contento lui...
UpTo11 Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 L'equivalenza classico (che non ho fatto) = noncielodicono secondo me non regge, il fenomeno del complottismo o dei vari deliri antiscientifici di moda è più complesso e purtroppo nemmeno un premio Nobel ne è immune. A mio parere ha più a che fare con la psicologia, la psichiatria e la sociologia, piuttosto che con l'educazione scolastica e la formazione individuale. Di conseguenza è trasversale. Discorso diverso sono l'atavica diffidenza e ostilità alla scienza nel nostro paese, culminate probabilmente con la concezione gentiliana della superiorità delle materie umanistiche. Questa ha condizionato pesantemente e negativamente il cammino delle scienze in Italia, basta mettere a confronto la spesa pubblica in ricerca nel nostro paese e nel resto d'Europa. Sull'argomento esiste un bel libro di Enrico Bellone intitolato "La scienza negata, il caso italiano", dove l'autore ricostruisce la genesi storica di questa cultura antiscientifica, di come la politica (a partire dalla DC per finire, aggiungo io, con il tunnel Gelmini...) se ne sia servita per coltivarsi generazioni di baroni fedeli a scapito della meritocrazia, analizzandone le conseguenze. 1
mozarteum Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 La conoscenza scientifica e’ utilitaristica, e serve al “facere” e al progresso materiale. Quindi dite ai vostri figli di fare lo scientifico e leggere libri positivisti cosi’ progrediamo meglio 1
Martin Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 11 minuti fa, briandinazareth ha scritto: l'epistemologia studiata al classico ( e pure allo scientifico) è ferma normalmente all'ottocento... Su questo aspetto concorda anche una mia cara parente, ex insegnante con esperienze in Italia e in Germania. Dice anche di un italico prevalere del nozionismo a discapito dell'aspetto critico. Purtroppo non sono in grado di approfondire il tema e devo fermarmi qui.
Velvet Inviato 17 Novembre 2021 Autore Inviato 17 Novembre 2021 Non credo si possa disgiungere il progresso culturale/artistico da quello scientifico/materiale del "facere". Il fine pensatore che muore di setticemia perchè ancora non s'è scoperta la cura o il grande musicista che muore di fame perchè c'è una grande carestia non aggiungono nulla allo scibile umano. Crepano e basta.
Martin Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Comunque non sopravvalutate il noncielodiconismo, tenete sempre presente il sottile piacere di rompere i c0glioni, una perversione così diffusa da non essere nemmeno inserita nel DSM 😁 1
ferrocsm Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 10 minuti fa, mozarteum ha scritto: Quindi dite ai vostri figli di fare lo scientifico e leggere libri positivisti cosi’ progrediamo meglio Esatto, d'altronde guarda come stiamo messi in Italia dove il parlamento è terra di conquista di avvocati che hanno fatto il classico e partendo da De Gasperi passando da Andreotti Prodi Berlusconi fino a Monti e Draghi siamo sempre stati governati da quelli del classico. 😁
tomminno Inviato 17 Novembre 2021 Inviato 17 Novembre 2021 Io più che sulla questione novax (in Germania noto popolo quadrato stanno peggio di noi) la centrerei su una certa arretratezza tecnologica (e logica) del nostro Paese. A partire dalle leggi, che sembra siano una gara dialettica a chi le scrive più farraginose e incomprensibili, tant'è che hanno spesso bisogno della spiegazione a latere (decreto attuativo, ma perché?) per essere usate. Tutta la burocrazia che ne deriva e da cui siamo circondati e incatenati. Siamo poi quelli che arrivano sempre tardi sui treni tecnologici, metodologie agili ancora viste male (se non ci sono faldoni di carta certi manager o titolari antiquati non si sentono tutelati), non ultimo il work from home (chissà perché ci piace inventarci termini inglesi come smart working, trekking...) ormai dato per assodato all'estero e che qui trova ostruzionismo ai massimi livelli, siamo sempre alla mentalità del padrone delle ferriere. Il mondo si è un attimino rivoluzionato dall'800. Insomma abbiamo sempre fatto così, andava bene prima deve andare bene anche adesso no? Il cambiamento e il dinamismo non fanno per noi. 2
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