Renato Bovello Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 8 minuti fa, Jackhomo ha scritto: Un superficiale che sapevo sarebbe arrivato Inelegante dare del "superficiale" a chi ha detto che ha " smesso di seguire il calcio da tantissimo tempo ". Non trovi ?
Jackhomo Inviato 3 Giugno 2022 Autore Inviato 3 Giugno 2022 3 minuti fa, Renato Bovello ha scritto: Inelegante dare del "superficiale" a chi ha detto che ha " smesso di seguire il calcio da tantissimo tempo ". Non trovi ? Sinceramente no, ha fatto un' analisi a mio avviso superficiale. Non comprendo quale sia il problema...
maurodg65 Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 https://www.corriere.it/speciale/sport/2020/sport-tv-giovani/ Lo sport perde i tifosi giovani: e cambia se stesso così Il pubblico degli sportivi da divano invecchia. I millennials stanno meno davanti alla tv, vogliono contenuti veloci sul telefonino (da commentare). Dal tennis alla F1, lo sport riscrive le sue regole e si offre in modi diversi Lo sport al tempo dei social «Aiuto, stiamo perdendo i giovani». Non c’è manager o dirigente di sport nel mondo che negli ultimi tempi, scrutando grafici e tabelle, non abbia lanciato un allarme simile. Il pubblico dei tifosi invecchia. C’è una fetta sempre più grande che non sta più davanti alla tv 90 minuti a guardare una partita di calcio o due ore un Gp di F1, distratto da social, videogiochi, nuove piattaforme. E c’è lo sport che reagisce cambiando (o provando a cambiare, secondo alcuni: stravolgere) se stesso. Qualcuno (il collega Angelo Carotenuto) lo ha chiamato Sportify. Lo sport nell’era social. Cosa sta succedendo Negli Stati Uniti è successo prima e le contromisure sono già in atto. Due esempi tra i tanti: l’Nba grazie a un’app piena di contenuti agili è seguita dai ragazzini di tutto il mondo; gli americani di Liberty, appena presa la F1, avevano un’unica priorità in testa: riconquistare i giovani. Riuscendoci in parte: dei nuovi fan acquisiti negli ultimi due anni (2019 e 2018), il 62% ha meno di 35 anni e il 36% meno di 25. Come hanno fatto? Intanto crescendo tantissimo sui social. Un passo indietro. «I millennials (convenzionalmente chi ha dai 24 ai 39 anni, ndr) non guardano la tv o non hanno abbonamenti alla tv via cavo, è un’audience che dobbiamo recuperare»: parole di qualche anno fa di Robert Kraft, proprietario dei New England Patriots di football americano. Uno dei primi allarmi lanciati. Il fenomeno è arrivato oggi anche in Europa: l’Eca (l’associazione dei club di calcio europei) ha svolto un’analisi in sette Paesi (Italia esclusa) a tinte ancora più fosche se è vero che il 27 per cento dei millennials intervistati dice testualmente «di non avere alcun interesse per il calcio» e il 13% addirittura di odiarlo. E tra chi è maggiore di 13 anni il 29% dice di aver smesso di seguire il calcio «perché ho di meglio da fare». In realtà incrociando vari studi non sembra vero che ai ragazzi non interessa più lo sport: non lo guardano (o lo guardano meno) in tv. Nella ricerca Eca alla domanda «perché segui il calcio?», solo il 49% risponde «per tifare». Più della metà sostiene di farlo «per divertirmi», «per socializzare », «per i grandi match ». Se non sono più tifosi in senso classico, sono appassionati — o follower — di uno sportivo o di una squadra, che — sacrilegio — può anche cambiare, sono interessati ai grandi match (quelli combattuti) e vogliono informarsi con contenuti veloci. Seguire lo sport sta diventando sempre di più un’esperienza social, che avviene con un secondo schermo (tv più telefonino) acceso per commentare, consultare app, cercare statistiche in tempo reale. L’idea, in un futuro non tanto remoto, è che anche le immagini della partite arrivino direttamente dai social o dalla app. E qui inizia il futuro. La concorrenza La verità è che è anche questa una gara. Una corsa a chi cambia più velocemente, una lotta per conquistare sprazzi di attenzione. Frammenti di tempo. Lo ha detto meglio di tutti il ceo del Liverpool, Peter Moore, al Pais: dal suo punto di vista l’avversario più pericoloso non è il Manchester City di Guardiola, ma Fortnite, il videogioco. Cosa c’entra Fortnite? Sentite: «Entrambi competiamo per il tempo dei giovani, per la loro attenzione. I riti di passaggio di molte generazioni erano legati al giorno in cui tuo padre ti portava alla partita. Andavi al campo, tuo padre ti faceva conoscere la squadra. Non succede più. Non perché i giovani non siano interessati al calcio, ma perché l’offerta è più ampia.Ora possono fare molte altre cose nella vita: possono navigare, possono interagire sui social media. Lo vedi dal successo dei giochi elettronici: un’industria da 240 miliardi di dollari. Non c’è tempo. Questa è la chiave. Competiamo per il tempo. Competiamo per quei periodi in cui possiamo rimanere concentrati su qualcosa. Il bambino moderno vive atomizzato: dieci minuti qui, 15 là. Tutti gli sport affrontano questo problema del pubblico. La NFL (il football americano) offre partite da tre ore e mezza. I fan del futuro si concentreranno davvero su questo?». La risposta è no, e neanche quelli di oggi. Lo dice lo studio McKinsey/Nielsen, proprio sulla stagione di football 2016/2017: in media il tempo di visione di una partita tra i millenials è sceso a 1h12’, un calo del 6% dei minuti guardati e dell’8% di partite viste. In generale, l’audience dei millennials è sceso del 9%, ma il numero dei millennials che hanno seguito la Nfl è invece aumentato (dal 65% al 67% di tutti gli intervistati). Hanno solo seguito il football in modo diverso. Lo stesso vale «per baseball, basket e hockey. In poche parole — è la conclusione —, non sono calati i numeri complessivi dei fans, ma con così tante opzioni e piattaforme, guardano sezioni più brevi, abbandonando gli eventi minori o i match troppo squilibrati». NUOVE REGOLE A questo punto, le strade sono due. Cambiare gli sport (tra le proteste dei puristi) oppure cambiare il modo di proporli. Ma non pensate che la prima strada sia così strampalata: ci stanno pensando ed è anche già successo: anni fa il volley ha abolito il cambio palla proprio per accorciare le partite e ora nessuno tornerebbe indietro, il calcio ci aveva provato con il golden gol, ma qui l’esperimento è fallito. Il vento del cambiamento soffia forte. Patrick Mouratoglou, il coach di Serena Williams, al Corriere ha spiegato come se potesse cambierebbe il tennis, dai punteggi («15, 30, 40… i giovani non li capiscono»), alla durata («Certe partite che si prolungano per ore non hanno più senso. L’attenzione declina»), dai comportamenti dei giocatori («Facciamoli parlare nei microfoni mentre giocano»), alle regole stravolte: nel torneo che ha organizzato, ha introdotto delle specie di carte «imprevisti» del Monopoli. Ma non c’è bisogno di essere così estremi: Judy Murray, la madre di Andy, 61 anni, al Times ha detto che «le partite di cinque set andrebbero abolite. Andrebbero giocate sempre due su tre. Perché i giovani non ce la fanno a guardare tennis per cinque ore di fila». Durante il lockdown, poi, tutti hanno approfittato della pausa per ripensarsi: in Sudafrica stanno pensando di stravolgere il cricket (tre squadre da 8 giocatori: si chiama 3TC), perché così dura meno, poi si sono accorti che avevano esagerato e hanno accantonato l’idea. Nella guida a regolamenti e gare pubblicata qualche giorno fa, la Federazione mondiale di atletica prevede che nuovi format di gara possano essere introdotti anche nelle sue due manifestazioni più importanti, «alla ricerca di un pubblico più ampio e più giovane». Un mese fa il New York Times ha proposto, un po’ provocatoriamente, una serie di possibili cambiamenti per svecchiare gli sport. Per il basket propone di limitare i timeout oppure premiare quei giocatori come Damian Lillard e Stephen Curry che sono diventati marcatori efficienti da oltre nove metri con il tiro da 4 punti. Al calcio ha proposto di passare al tempo effettivo di 60 minuti e al cartellino arancione, via di mezzo tra giallo e rosso, per falli punibili con una espulsione temporanea di 10 minuti come nella pallanuoto. Se in F1 molto è stato fatto per cambiare la fruizione (vedremo sotto), periodicamente si torna a parlare anche di cambiare il format dei weekend di gara, tagliando ulteriormente le poco spettacolari prove libere (un weekend su due giorni sarà sperimentato a Imola), sostituendo una sprint race alle qualifiche (ci si riproverà l’anno prossimo) e ragionando su gare più corte (al momento idea bocciata). Magari due, con la seconda a griglia invertita (gli ultimi partono primi). I puristi inorridiscono, ma la sintesi migliore la fa Mauro Berruto, ex ct della Nazionale di pallavolo (dalla newsletter Slalom): «Qualunque esperimento è benvenuto, con la consapevolezza che non tutti funzionano. Se oggi proponessimo a mille persone della pallavolo di tornare al cambio palla, forse sarebbero d’accordo in cinque. La riserva indiana. I nostalgici a priori che ci sono sempre. Su dieci idee nuove, otto sono stupidaggini ma due sono interessanti. Non credo che sia casuale tutta l’attenzione del Cio sugli esports e l’apertura verso una loro introduzione ai Giochi olimpici. La bellezza dello sport consiste nell’essere parte del mondo. Se il mondo cambia, cambierà anche lo sport».
Capotasto Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 21 minuti fa, Renato Bovello ha scritto: Inelegante dare del "superficiale" a chi ha detto che ha " smesso di seguire il calcio da tantissimo tempo ". Non trovi ? Ma lascia stare, Renato. Grazie lo stesso per il tuo intervento. Tu, piuttosto, che ne pensi? A cosa è dovuto, a tuo giudizio, lo stato attuale? Io ammetto i miei limiti, e non ho risposte. Sono solo curioso, dopo aver visto le ultime partite della nazionale (per quanto poco il tema sostanzialmente mi appassioni, e quindi superficialmente segua).
Renato Bovello Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 15 minuti fa, Capotasto ha scritto: Tu, piuttosto, che ne pensi? Ciao "Capo",difficile oltreche riduttivo ricondurre una spiegazione ad un unico fenomeno. Le scuole calcio non insegnano piu' come una volta perche' vincere anche i campionati giovanili puo' portare piccoli vantaggi economici o di altro tipo. Se ti dico che ci sono squadre che fanno giocare i bambini di sei anni al posto di altri ti scandalizzi ? Succede piuttosto di frequente,inttendo sotto falso nome. Visto con i miei occhi. Aggiungi il fatto che forse e' calato l'interesse per il calcio giocato da parte di molti giovani,resta il fatto innegabile che ,in questo periodo, non vedo fuoriclasse in italia e chissa' mai se e quando potremo averne uno. Periodo di transizione forse. Intanto ...NOI siamo Campioni d'Italia e questo mi basta e avanza per un bel po' di tempo. Mi e' tornata la passione e questa e' la cosa piu' bella .Un abbraccio a tutti.
Capotasto Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 11 minuti fa, Renato Bovello ha scritto: Aggiungi il fatto che forse e' calato l'interesse per il calcio giocato da parte di molti giovani, Mah... insomma... Come tu ben sai, ho una bimba di 8 anni. Due anni fa ho provato ad iscriverla ad una scuola/ludoteca, con attività pomeridiana, esclusivamente in lingua inglese (ovviamente, per potenziare l'inglese). La scuola, sulla carta, prevedeva 2 diversi moduli: UN pomrriggio la settimana; DUE pomeriggi a settimana. Io ho detto: "2, ci mancherebbe; anzi un pomeriggio la settimana è pure troppo poco". Risposta del dirigente: "no, guardi, attiviamo solo il modulo da UN pomeriggio la settimana; perché i genitori preferiscono portare i pargoli, soprattutto maschietti, a calcio, 2/3 giorni la settimana di allenamento, più la partita nel we; e non si sognano nemmeno di fargli fare inglese 2 pomeriggi a settimana". Ed è vero, sai?
Renato Bovello Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 3 minuti fa, Capotasto ha scritto: Ed è vero, sai? Non ne dubito
Jack Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 5 ore fa, maurodg65 ha scritto: Esiste anche la possibilità che in Italia oggi il calcio non sia più cosi popolare tra i giovani, giovani che hanno una miriade di altri interessi e passioni, ed al pari di altre passioni dei “vecchi” come quella alla base di Melius, siano destinate a sparire. Questo spiegherebbe anche l’interesse sempre maggiore delle società per i mercati emergenti che garantiscono nuovi spettatori e di riflesso l’interesse aumentato per i diritti televisivi ed il merchandising nei grandi club. Nessun paese resta al top all’infinito in nessuno sport senza una una base numerosa di giovani praticanti. È questo. È perfetto.
Jack Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 4 ore fa, Capotasto ha scritto: Ed è vero, sai? Si ma a 15 anni ne sparisce il 40%, a 17 un altro 30%. Quelli che restano - l’ultimo 30 - è molto disinteressato ale vicende dei pro. Si sfoga nella pratica, tifa la propria squadra, dove gioca. Il calcio pro è usato per lo più per scommesse. Sono decenni che sto nel calcio giovanile. un certo polso ce l’ho. Il covid ha fatto l’ultimo sfracello: dei 2005-2002 credo neanche la metà ha ripreso dopo gli anni di stop. Poi ci sono tutti quelli che a calcio non hanno mai giocato e che sono l’altra metà.
Idefix Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 Lo sport è una disciplina di vita, un metodo una passione, un modo di affrontare le cose e anche spettacolo. Adesso vogliono che diventi spettacolo e basta, l'unico problema è il soldo sempre e solo il soldo. Business business. Magari gli scoppierà il petardo in mano (vedi diritti del calcio...) 1
Jackhomo Inviato 4 Giugno 2022 Autore Inviato 4 Giugno 2022 7 ore fa, Idefix ha scritto: Magari gli scoppierà il petardo in mano (vedi diritti del calcio...) ..eravamo sul tetto del mondo, e bisogna dire che i nostri dirigenti non hanno saputo evolversi nel tempo come hanno fatto altri club europei, sia nella gestione manageriale che tecnica. Tra l' altro oggi dal punto di visto prettamente economico l' unico club che potrebbe competere con i migliori club europei e la giuve.
Capotasto Inviato 4 Giugno 2022 Inviato 4 Giugno 2022 @Jack Interessante. Non credevo ci fosse tutto questo declino nella pratica giovanile del calcio. Dicevo prima che ho una bimba di 8 anni. I suoi compagni di classe - 3a media - maschietti, praticano calcio in 6 su 12, circa, gli altri fanno atletica, nuoto e pallanuoto (vivo in una città di mare, sede della Rari Nantes, per cui questo sport qui è abbastanza popolare, ma sempre molto meno del calcio). La media odierna non mi sembrava molto diversa da quella di quando avevo io la loro età (anni '80). Poi, anche allora partivano in tanti ma arrivati a 16 anni ne restavano pochi (quasi sempre per colpa della "scoperta della patata"), solo che nel frattempo qualche campioncino saltava puntualmente fuori. Sai?, quelli che poi gli facevano il provino per entrare a giocare nelle giovanili del Milan o dell'Inter (io vivevo a Milano). In ogni caso, dubito che i problemi che avete sopra indicato siano solo italiani; come minimo saranno comuni a molti altri Paesi c.d. occidentali. Eppure qui di Del Piero o di Baresi non se ne vede più l'ombra; mentre oltre Alpi qualcosa c'è.
Schelefetris Inviato 4 Giugno 2022 Inviato 4 Giugno 2022 forse troppe parite e programmi in tv. anche se avevo solo 3 anni ancora ricordo la prima volta allo stadio. Ricordo l'emozione ogni volta che salendo i gradini vedevo il prato verde, le porte, la gente sugli spalti... Ora è tutto normale, qualcuno pretende anche i replay sullo schermo dello stadio e una pausa per commentarli... Quando ho iniziato a giocare non esistevano le "scuole calcio" a pagamento per giunta... ti presentavi al campo, facevi il provino e se lo superavi tesserino, un paio di scarpe e la borsa (le società più ricche davano anche una tuta)- Se un genitore deve pagare per lo sport del figlio lo indirizza su altri sport come nuoto per es. Non è una risposta ma una riflessione che tende al matusarincojonimento 😄 1
claudiofera Inviato 4 Giugno 2022 Inviato 4 Giugno 2022 😄 mi accodo...anche se non è detto che adeguare il mondo al formato smartphone sia un progresso...Il fatto che i giovani non vogliano o non riescano a stare concentrati per più di un quarto d'ora : a me,che sono un povero scemo ,la cosa pare un più problema che una risorsa...
claudiofera Inviato 4 Giugno 2022 Inviato 4 Giugno 2022 Tornando al fatto tecnico e sorvolando sul contesto generale,sono rimasto impressionato 1 da come Messi abbia scherzato con Di Lorenzo ( ...a giochi regolari Di Lorenzo è argentino,ma fà il terzino in azzurro proprio perchè nella biancoceleste ...sarebbe riserva della riserva ...) 2 e sopratutto ha impressionato come Lautaro si sia bevuto Bonucci : partendo da centrocampo,con una differenza di atletismo e di tecnica imbarazzante ( sì Bonucci,quello che in piena pandemia ha dato il buon esempio,disattendendo le disposizioni del questore di Roma)
Jack Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 Vacca il Portogallo 😲 Mi sa che per il mondiale ci metto un bel cippino secondo quota. Ha una lista di nomi pazzesca. Avremmo dovuto eliminare questi qui? Ma grazie Macedonia 😆😆 2
floyder Inviato 6 Giugno 2022 Inviato 6 Giugno 2022 Il 2/6/2022 at 20:48, Renato Bovello ha scritto: Mi sembra di sentire parlare Agnelli per il quale tutto è dovuto . Come osano le altre squadre a batterci ? Mah , perplesso Su questo Renato mi dispiace, ma la penso diversamente, ci vogliono regole nuove … L’Italia, a prescindere, entra di diritto in modo insidacabile in qualsiasi torneo/competizione. … punto. 😜 ps ma nella sanità abbiamo i Burioni e i Speranza, non possiamo farceli mancare nel calcio.
Idefix Inviato 6 Giugno 2022 Inviato 6 Giugno 2022 Però non è che gli Europei li abbiamo rubati eh? Abbiamo giocato bene con freschezza, una mentalità vincente e anche una buona dose di fortuna. Si poteva ipotizzare un calo ma fuori dal mondiale ci siamo per due rigori fondamentali sbagliati che si pagano carissimo. Magari poi una volta al Mondiale potevamo "toppare" o arrivare tra le prime quattro... non lo sapremo mai. Inoltre un calo fisiologico della nazionale che ha vinto una competizione importante come europeo o mondiale ci sta. É che quest'anno essendo sparigliato, le partite importanti e decisive delle qualificazioni sono arrivate appena dopo l'europeo. Forse con l'europeo vinto nell'anno regolare il 2020, gli incidenti di percorso avremmo potuto recuperarli. L'unica cosa davvero preoccupante è la mancanza di nostri campioni e di interesse da parte dei vivai delle squadre di produrne
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