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Melius Club

Il narcisismo che sta distruggendo la democrazia.


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Adesso, Gaetanoalberto ha scritto:

dicioooottoo paggine

nel vecchio forum chiamato anche Fahrenheit 451 c'erano discussioni di quinquordicimila pagine, di solito portate avanti da tre o quattro persone, un paio sono sopravvissute e scrivono ancora, 

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extermination
32 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

critiche non richiedono la firma "per accettazione": arrivano e te le pigli 

Mah!!! Ho memoria di numerose circostanze in cui le critiche sono state abilmente  rese ( voce del verbo rendere) tal quale ai mittenti ( anche autorevoli) nel nome di una millantatata conoscenza ( di sto caxxo) screditando e liquidando  le controparti con un " non puoi capire" oppure sostenendo l'insostenibile.

  • Melius 1
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Gaetanoalberto

@extermination Io ho messo una macro nel gestionale, di questo tenore: <<Buongiorno. La ringraziamo per la segnalazione. Il dirigente è stato messo al corrente e se ne sta occupando. In caso di necessità sarete ricontattati. Cordiali saluti. La segreteria>>

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briandinazareth

ci sono alcune cose che emergono da questa discussione e altre contemporanee sul forum, che chiariscono bene alcuni punti fondanti della riflessione iniziale e le altre che ne sono scaturite. 

questi alcuni punti che mi sembrano evidenti e che permeano il dibattito pubblico:

- c'è un diffuso disamoramento per la democrazia liberale in se, vissuta come incapace di risolvere i problemi.
la discussione e il compromesso, che ne sono l'essenza, vengono visti come inutili, vacui o addirittura nocivi.


- i nostri disagi quotidiani non sono vissuti come cose normali della vita, imperfetta e complicata, ma sempre come mancanze da parte di qualcuno o di qualcosa, naturalmente sempre fuori da noi e dalle nostre responsabilità. pochissima resistenza alle frustrazioni e alle difficoltà.
esempio classico: sono una donna insoddisfatta della mia vita? è necessariamente colpa del maschilismo.

- l'oggettivo enorme miglioramento della qualità della vita degli ultimi anni non viene considerato nella valutazione del mondo.
se solo 30 anni fa ci avessero prospettato le possibilità e la qualità della vita che quasi tutti noi abbiamo oggi, non ci avremmo creduto, perché oltre ogni più ottimistica previsione.

gli esempi possono essere centinaia: facilità di viaggiare, comunicazioni, fruibilità di arte, cultura o intrattenimento, cure mediche, sicurezza, rispetto dei diritti, libertà individuali, internet, riduzione della violenza politica e generica, potere d'acquisto aumentato enormemente, ecc.

- idealizzazione dell'uomo comune e demonizzazione delle cosiddette elite.
un paradosso è che, in politica, si scelgono come rappresentanti della prima categoria persone generalmente potentissime e/o ricchissime o che hanno sempre e solo vissuto di politica e di soldi pubblici senza mai fare altri lavori produttivi. quanto più lontano ci sia dall'uomo comune.

- estrema volatilità di posizioni e opinioni e un inseguimento del sentimento momentaneo, senza memoria e senza struttura.

- tribalismo come rappresentazione di noi stessi e conflitto permanente con le altre tribù. 

- rifiuto della complessità che ci spinge a rifugiarci nel manicheismo, nello slogan e nell'ipersemplificazione della realtà.

io vedo una relazione fra questi aspetti che non può essere ridotta solo all'aumento dell'età media in occidente e le conseguenze generazionali che conosciamo almeno dai tempi di platone (ad esempio l'idealizzazione del passato come età dell'oro, che non è mai esistita).

forse abbiamo troppo sotto tanti punti di vista? 

oppure è la frustrazione di essere troppo esposti al confronto permanente con troppe realtà?
questa è una cosa che gli esseri umani non hanno mai sperimentato prima di oggi e non è più possibile per nessuno dire "meglio primi in gallia che secondi a roma".
 

  • Melius 2
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