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Inviato

Beh… la mia risposta a questa discussione la sto dando…su altre discussioni appena aperte!

Senza una buona, anzi ottima sorgente… addio mia bella addio! Inutile avere una cuffia straordinaria ed un ampli adeguato…

Sto sperimentando in questi giorni, ancora una volta, l’importanza del DAC nel risultato finale…

Roba da lasciare a bocca aperta…

Inviato

È lo stesso principio che si usa nel linguaggio Informatico..."MERD IN>> MERD OUT"...Quindi la Sorgente è "Fondamentale" e questo vale in tutte le declinazioni, Analogico/Digitale/Liquida.

Inviato

Riporto qui sotto quanto ho appena scritto sul Thread aperto per il DAC Mola Mola Tambaqui:

 

il Mola Mola conferma l’importanza della sorgente, cioè quanto l’eccellenza del segnale di partenza, influisca poi sul rendimento finale dell’intera catena.

Ricordo ancora quando misi sul platorello del mio CD/SACD player Accuphase 600 l’album DG: la nona sinfonia di Mahler diretta a Chicago da Giulini. Una esecuzione così memorabile, di fine anni ‘70, da essere sempre inclusa nelle prime tre più belle versioni di riferimento di questa meravigliosa sinfonia, una sinfonia di “addio alla vita” struggente,

E ricordo che con la stessa identica catena audio, a parte la sorgente, mi dicevo: sì, bella registrazione in ADD, però ecco… il suono degli archi ancora è innaturalmente freddo… l’arpa è un po’ metallica  e con poco corpo…e lo spazio, lo Stage sembra un po’ ristretto.

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Netto miglioramento poi con il file liquido HiRes con il DAC Yggy… ma ancora …qualche problemino sugli acuti…qualche problemino sullo “spazio” e sul palcoscenico.

E visto che la Stax 009, pur cuffia sublime, è stata da più parti tacciata di queste colpe..acuti freddi..headstage un po’ ristretto…io attribuivo la responsabilità di questi difettucci residuali, difettucci ma che distraevano dal far finta di essere lá, lá in teatro in platea ad ascoltare …, la responsabilità dicevo l’attribuivo alla cuffia. Qualcuno lo diceva a proposito del l’amplificatore a valvole WES …bellissimo certo..ma non “corregge questi caratteri” della cuffia Stax.

E invece no!! Stamani ascolto di nuovo questo album in HD e, con uguale cuffia e uguale amplificatore, stamani con il DAC Mola Mola sto ascoltando un palcoscenico ampio e reale, una sezione archi morbidissima anche nei superacuti dei violìni, una sezione ottoni presente e lucida e in avanti come dal vivo nell’auditorium di Chicago (ci sono stato diverse volte, a concerti dal vivo sia con Solti che con Muti sul podio..).

Insomma… porca miseria!, la cuffia e l’ampli facevano il loro lavoro…!! E facevano sentire i difetti della sorgente!! 

Che abbaglio abbiamo preso fino ad ora, io e molti dei super giornalisti audio HiEnd…!!

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Inviato

In campo analogico è fondamentale tutto, lo abbiamo vissuto gli over-X.

In campo digitale, sto sperimentando da qualche tempo ormai, si semplifica parecchio, e parlo da sistemista informatico appassionato di musica.

Il player sia esso dedicato, da fonti cloud, streamer, nas, file, su qualunque sistema operativo, win mac android iphone linux e chi più ne ha ne metta, raspberry, schede, ecc. ecc. tutte trattano bit.

Alcuni player software ci mettono lo zampino, alterando la risposta del timbro già loro, e lo fanno via software.

Altri servizi in streaming fanno altrettanto.

Dunque partendo da un player di file o da un servizio di streaming, avendo soltanto la sequenza binaria di un pezzo musicale non edulcorato, possibilmente con qualita' maggiore di 24/96 si sale di definizione e microdettaglio rispetto un cd.

Da questo punto in poi, la vera differenza la fa il DAC, sia esso connesso in usb-c o I2S se direttamente connesso ad una meccanica. Perche' usb-c ? Perche' è lo standard più evoluto che ci sia, Tunderbolt 3 compatibile, universale, con oltre 40 GBs di banda disponibile per ascoltare fino al formato master DSD 1024.

La differenza nel digitale, è merito del DAC al 90% e della elevata qualità di campionamento del pezzo inciso.

Quando sentivo/leggevo riguardo i chip freddi gelidi o caldi dei vari produttori, ero limitato nel comprendere come queste "diciture" non siano soltanto errate e confusionarie, ma anche distorsive del reale loro apporto nel transitorio digitale VS analogico.

Un salto ulteriore sono i DAC R2R.

Comunque, sono giunto a riconsiderare ex-novo le timbriche dei vari chip, quelli che in giro si additano come freddi, al contratio sono armati di un microcontrasto ed un microdettaglio veramente elevato, molto veloci, con i quali si apprezza e molto, il genere iper melodico fino al metal più duro, passando per moltissimi generi, i più svariati b&b, pop, ecc.

I chip considerati più lenti e dalle sembianze analogiche, in realtà vanno a braccetto con jazz e classica, sinfonica, pezzi musicali ben diversi, dove il carattere distorsivo di una timbrica analogica fa sentire meno dettaglio di quanto si pensi.

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Dunque, ormai nei tempi di snellire sempre più la catena audio, un balzo in avanti notevole è il connubbio file/bit/streaming e DAC, dove l'oggetto che implementa il flusso dei bit è un mero strumento di "presa" digitale della musica, poi al DAC tocca l'imprinting della timbrica, velocita', dettaglio, in una parola esprimere al meglio quanto inciso, poi dalla conversione finale, quella analogica, ritorna ad essere importante e fondamentale il tutto (cavi segnale, pre, finale, alimentazione, ecc) inclusa la fase elettrica e sonica. Senza dimenticarsi che oggi un'alimentazione switching porta migliorie n volte superiori ai vecchi toroidi.

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Quindi, per fortuna abbiamo ancora un universo ibrido che ci accompagna, digitale, valvole, SS e DAC.

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Le amplificazioni che lasciano il passo, sono quelle digitali, ovvero che amplificano fino al driver cuffia un segnale digitale, con un campionamento continuo, nei progetti che ho ascoltato nel tempo, dallo scarso risultato.

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Digitale non sempre è sinonimo di qualità eccelsa, se si vuole arrivare ad avere amplificazioni PWM fino al driver frutto di campionamenti continui, quando si campiona si perde sempre qualcosa.

Ecco perche' nel digitale la risposta alla migliore qualità e dettaglio ottenibile, la si ha con formati DSD master fino al 1024, MQA ed altre belle nomenclature da marketing sono frutto di campionamenti ripetuti fino alla frutta.MQA anche no. grazie.

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@SimoTocca hai centrato le differenze, le meccaniche cd pur quanto "erano" belle e ben suonanti, lasciano il passo giocoforza ad un abisso di informazioni musicali prensenti in misura centinaia di volte superiore nel DSD (o 24/192 rispetto al vecchio campionamento cd. Un po' come esiste differenza fra mp3 e cd (loss contro la base di partenza un tempo definita nel digitale).

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Ovviamente lo standard di oggi, domani sara' obsoleto. Ma già oggi un azzeccato abbinamento "musica ben campionata/DSD" con un buon DAC ed il resto della catena, ci riporta quasi come se fossimo dal vivo.

 

acusticamente
Inviato
9 ore fa, giuca70 ha scritto:

Da questo punto in poi, la vera differenza la fa il DAC, sia esso connesso in usb-c o I2S se direttamente connesso ad una meccanica. Perche' usb-c ? Perche' è lo standard più evoluto che ci sia, Tunderbolt 3 compatibile, universale, con oltre 40 GBs di banda disponibile per ascoltare fino al formato master DSD 1024.

A proposito di varianti sulle connessioni tra streamer e dac c’è qualche presupposto che indica un collegamento piuttosto che un altro come migliore a prescindere ?

Nel mio impianto il Cambridge 851N riceve i file da un hard disk collegato con Usb 2, dopo di che  il segnale va ad un dac Sonnet Morpheus.  Il suo compagno di marca sarebbe invece lo streamer Hermes che però è strutturato per ricevere i file da rete.

A parte la praticità di collegare direttamente un hard disk si potrebbe ipotizzare una  migliore qualità tra una soluzione o l’altra oppure si ricade nella consueta considerazione che dipende dalla qualità dei singoli elementi ?

Inviato
Il 6/12/2022 at 01:14, giuca70 ha scritto:

Perche' usb-c ?

Non mi torna questa cosa.

USB B è 2, mentre USB C è 3, che sicuramente è molto più veloce del 2 ma non mi risulta sia supportato dalla maggioranza dei DAC più noti.

Se tutti implementano il 2 ci sarà pure un motivo dato che il 3 già esisteva.

 

Inviato

@acusticamente  se il file viene letto da Hard Disk o dalla rete, cambia poco, è sempre un file.

Se è FLAC, trasmesso in streaming, letto da nas, da HD collegato in usb, o altro, rimane sempre un file.

Il dac interpreta questo file (campionato per es. 24/196 in flac) e lo converte in analogico.

Da questa conversione in poi è importante la qualità del DAC e del resto.

I file (sempre per es. il flac) contengono campionamenti del brano inciso in studio, in questo caso migliore è l'incisione, migliore è il campionamento... per meglio esplicitare, se il brano è ben inciso, verra' campionato in un file flac allo stesso modo di come un brano inciso male sara' sempre campionato nel file flac.

Dunque dallo studio al file flac, possiamo dire che il file è sempre quello, rispecchia il brano inciso in studio.

Quindi, spendere soldi per un cavo di rete lan al neodimio e berillio, è assolutamente inutile.

Come lo è per un cavo usb in platino.

.

@mla  proseguendo la teoria, è molto meglio utilizzare porte usb-c, che partono dallo standard usb3 (retrocompatbile usb2)  e vanno oltre con tunderbolt 3, perche' collegare l'oggetto master (pc, streamer, disco fisso, smartphione, tablet, ecc.) all'oggetto slave o endpoint (DAC) che ha anch'esso una porta usb-c, porta un beneficio per molti invisibile:

.

1) abbiamo un transfer rate teorico fra master e slave di oltre 5 Gbps  minimo ed oltre (40 Gbps del thunderbolt 3), di gran lunga superiore allo standard usb2.

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2) per gli smartphone, tablet, e streamer (se li vogliamo chiamre cosiì) la funzione OTG (usb on the Go) su usb-c è nativa, non abbiamo bisogno di cavi adattatori usb <- OTG <- DAC

.

il DAC nel migliore dei casi se adotta lo standard usb2 con le porte Usb standard, arriva max ai teorici 400 Mbps.

Teorici, in realta' sarebbero 200 Mbps dualway e/o 400 Mbps oneway, nella realta' inferiori e quasi sempre di poco superiori ai 200 Mbps per la presenza di ritrasmissioni nel pacchetto instradato (che deve il tutto rimanere nei 400 Mbps massimi teorici), comunque  pur sempre ampiamente oltre il formato del flusso DSD nativo, si direbbe:

.

DSD 2x (256) = 11,2 Mbps

DSD 4x (512) = 22,4 Mbps

DSD 8x (1024)= 44,8 Mpbs

.

Direte, perchè scegliere allora DAC con usb-c in ingresso ?

Semplice, si predilige uno smartphone che abbia usb-c per il seguente motivo:

usb-c è bidirezionale, trasporta la ricarica, i dati, il video, ovvero trasporta tutto da e verso tutto.

Avendo un elevato transfer rate, le possibilità che fra master e slave ci siano ritrasmissioni del pacchetto per qualsivoglia motivo esterno (interferenze elettromagnetiche o elettriche) sono vicine a zero.

La comodita' di collegare un unico cavo usb-c, senza fronzoli e adattatori nel mezzo, è innegabile.

Esistono adattatori che splittano le porte usb-c per avere contemporaneamente ricarica in Power Delivery per entrambi i device, smartphone e dac esterno (se parliamo dei dac dongle, ma anche dei DAC che vengono alimentati da usb-c).

Dunque, sceglienfo il trasporto usb-c con un buon cavo che sia certificato Thunderbolt 3, è la migliore strada a mio avviso, perchè è la scelta più razionale e conveniente per fare in modo che il file flac o dsd nativo (e non ricompresso in PCM o DOP) arrivi al dac nel migliore dei modi.

In queste condizioni, vi esplicito un trick (roba da nerd informatico):

se il mio dac con ingresso usb-c lo connetto al pc e lo setto al max della sua capacità di campionamento (per es. 384 KHz) e gli mando in pasto un file FLAC in 24/196 (originato da Amazon Unlimited per es. caso specifico), lui DAC sovracampiona a 384 KHz il file flac a 196.

Verra' difficile crederlo, le voci sono il primo aspetto che viene messo in risalto, sono più naturali e vivide.

Ma che c'entra il sovracampionamento del DAC con il trasporto usb-c ?

E qui casca il pero: per la natura intrinseca di avere un transfer rate molto superiore ai teorici 400 Mbps ( che mai sono tali del usb2 ), non ci sono ritrasmissioni (che si percepiscono come momenti di vuoto musicale, interruzzioni del dac) fra master e slave. Non essendoci ritrasmissioni, il flac a 196 arriva dritto al dac, senza interruzioni, ed il dac di suo sovracampiona a 384 KHz lo stesso file nativo flac campionato a 192.

Tutti darebbero dell'assurdo a questo sistema, eppure provateci, io le ho fatte le prove, diverse, vince l'utilizzo per molti sbagliato, di un sistema di trasporto che ha molte più doti di un cavo usb2 in palladio.

.

Tengo a precisare che del bit perfect in tutta questa storia, fra pc e dac, ed in questo caso, non c'è traccia. E meno male che non ci sia, su diversi dac testati in questo modo è uscita vittoriosa la timbrica, migliorata dal sovracampionamento. Quindi, per me il termine bit perfect in questo caso specifico, viene surclassato da un utilizzo nerd di mezzi trasmissivi.

nerd = chi sperimenta oltre gli assiomi e le leggi assunte. In campo informatico, spesso si dice che tutto dipende da come far interagire i dati logici sulla ferraglia, utlìilizzando le leggi sapiens per andare oltre l'assunto.

.

Ovvero, non sempre cio' che sembra un assunto è tale.

P.S. se parto da un flac 24/48, ricampiono a 384 non avro' problemi con usb2.

mase parto da 24/192 e ricampiono a 384, partendo da porte usbA tipo 2, i salti e le interruzioni sono dell'ordine dei 40 secondi/alcuni minuti. Giusto per fare un paragone.

Il DSD nativo in usbA tipo 2 forse andrebbe bene con cavi in palladio/oro, giustificando i costi esorbitanti sborsati per un mero cavo dati, un misero e semplice cavo usb-c costa mila volte meno, ivestendo sulla qualita' del DAC ottengo molto di più che dal sistema "assioma" audiofilo digitale.

 

  • Melius 1
Inviato

@acusticamente  per le connessioni del tuo impianto, se ho ben capito utilizzi il 851N per leggere i dati da usb 2 del disco esterno, ok.

poi esci da lui in AES/EBU ed entri nel Sonnet MOrpheus.

.

cosa succede in questa catena ?

.

il file viene letto supponiamo in flac 24/192, ricampionato a 24/384, per tirare maggiore dettaglio e corpo dal file, ok.

Usciamo dal 851N ed entriamo via AES/EBU e manteniamo il 24/384 sul Sonnet.

Dunque, un altro DAC procede alla conversione D to A... con evidenti miglioramenti timbrici.

.

L'ideale sarebbe collegare il file sorgente direttamente al Sonnet, e capire se la prima timbrica del 851N altera la timbrica del Sonnet, se fosse nativamente originata dal file e convertita dal Sonnet.

.

Comunque, allo stato attuale stai di fatto ricampionando a 384 KHz un file nativo 192 (per es.) stessa cosa che ho descritto col trick da nerd.

.

Come vedi, il flusso dei bit, che sia orgiginato da un pc, o da un sistema hardware, si è arrivati allo stesso genere di utilizzo.

Le timbriche cambiano, ovviamente.

La logica di utilizzo è molto simile.

 

 

 

Inviato
13 ore fa, giuca70 ha scritto:

il DAC nel migliore dei casi se adotta lo standard usb2 con le porte Usb standard, arriva max ai teorici 400 Mbps

Appunto era questo che dicevo, conosco la differenza tra USB2 e 3.

Inoltre gli stessi player fisici come per esempio l’Innuos e tutti quelli che conosco escono in USB2.

 

13 ore fa, giuca70 ha scritto:

se il mio dac con ingresso usb-c lo

Forse ce ne saranno ma non ne conosco, non parlo dell’ingresso per chiavetta o disco esterno, ma della connessione dati tra il player/streamer o quello che preferisci e il DAC.

Mi sembra che il tuo sia solo un discorso del tutto teorico perché oggi la connessione USB tra la sorgente e il DAC è USB2.

acusticamente
Inviato

@giuca70  ma se dal Cambridge vado al Sonnet con uscita digitale perché dovrebbe ricampionare in alto e non lasciare il file alla stessa risoluzione ?

Inviato

@acusticamente  dipende come l'hw funziona, dalle info tecniche si evincerebbe che il file venga letto (per es. 24/96) dal disco fisso, e quindi ricampionato a 24/384 per entrare nel dac Cambridge. Se poi lo lascia inalterato e lo da' in pasto al Sonnet, ok. Teoricamente dovrebbe essere come dici tu, in pratica utilizzi il Cambridge per leggere il file e darlo in pasto al Sonnet. A questo punto il Cambridge è un mero lettore o player.

Inviato

I dac di alto livello concordo sono tutti usb2.

I dac di ultima generazione, e parlo "purtroppo" della generazione filocinese, hanno ingressi USB-c, quindi nativamente il trasporto è 3.0 in avanti.

E' a questo che mi riferivo.

Un DAC oggi, ritengo abbia il massimo delle prestazioni dal tipo di ingresso (lasciando perdere l'ottico) dal chip Xmos sulla USB e trasporto usb-c, passando per I2S, e forse (ma il forse ci sta tutto) su coax. RBS/EBU è l'alternativa, ma anche qui ci metto un forse.

La grande richiesta della domanda è sul trasporto smartphone -> usb-c -> dac esterno (dongle/amp).

I costruttori investono sulla domanda, purtroppo, se questa non e' sull'hifi dedicato.

Inviato
13 minuti fa, giuca70 ha scritto:

dac di alto livello concordo sono tutti usb2.

Suppongo perché la velocità è già più che sufficiente, meno complesso e soprattutto meno rumoroso.

Anche le connessioni Ethernet in hifi generalmente non vanno oltre i 100Mhz per gli stessi motivi.

acusticamente
Inviato

@giuca70 se prelevi il segnale digitale dall'uscita aes/ebu dovrebbe bypassare il dac interno e quindi lasciarlo inalterato, almeno così mi sembrerebbe a logica.

Inviato

@mla  le connessioni eth da 100 Mbps in genere si sono più che ottimi per un file codificato 24/384, per il DSD 1024 siamo ben al di sotto, sia pur 55 i Mbps.

Cosa succede per lo più, che il cavo lan deve essere cat5e o meglio cat6, per le connessioni dai 100Mbps a salire al 1 Gbps.

Cio' basta per il protocollo ethernet, molto più stabile di un usb 2.

Nel cavo di trasporto usb2 dobbiamo avere un cavo ben costruito e certificato per i 400 Mbps.

Cio' detto con hardware dedicato (fascia hifi) siamo a posto.

I problemi nascono quando si usa un pc come sorgente, senza avere magari il driver asio dedicato per innescare la corretta frequenza di campionamento del dac.

Infatti, mi riferivo al pc come sorgente di file, e al dac esterno che avendo usb-c permette di utilizzare maggiore banda nel trasporto a -> b. Finisce li', lato ritrasmissioni per errato sincronismo, nel caso il file sia 24/192 ed il dac 24/384.

Il trick, sta nell'assegnare al dac la frequenza di campionamento massima pari ad un multiplo del file sorgente.

In questo caso, forziamo il dac esterno a sovracampionare il file in ingresso, ed a farlo senza avere problemi di vuoti o interruzioni, beneficiando del fatto che in usb-c le ritrasmissioni avvengono certamente, comunque ben oltre i limiti dei 400 Mbps teorici.

E' un po' come fare quello che fa il Cambridge via hardware, solo che sfruttiamo i benefici della maggiore banda usb-c, per ottnere il sovracampionamento dal dac.

Alla fine le differenze soniche si sentono, in meglio.

 

Inviato

@acusticamente  si dovrebbe essere cosi'.

Alla fine il tutto si snocciola sempre secondo i propri gusti e per quello che si dispone.

Il Cambridge in questo caso fa da player, il dac vero e proprio è il Sonnet.

Alla fine, avere un mac, o un tablet, o un pc al posto del Cambridge col disco esterno, in linea teorica è la stessa cosa.

Nel mio vissuto e ascoltato, molti scelgono altro rispetto Amazon Unlimited come streamer, mentre imho è una bella accoppiata fra pc e dac secondo quanto prima descritto.

Certamente le differenze acustiche sono davanti ad ogni cosa, e un oggetto hardware puo' suonare diversamente da un altro. Insomma, alla fine della fiera, non esiste il meglio dell'altro, forse solo determinate opzioni in alcuni contesti.

E i contesti sono molteplici. 😉

Inviato

@mla  si, quando l'endpoint è 2. Se l'endpoint è 3 si stringono anche la mano i 2 contendenti. BTA30 pro, un banalissimo dac ESS con chip Xmos arricchito per le funzioni DSD 512, con ingresso usb-c. Questo chippetto, grazie all'alchimia nerd circa l'uso non convenzionale dei protocolli, permette il sovracampionamento diretto senza interruzioni., e senza un ulteriore dac che faccia il sovracampionamento. Sara' un'eccezzione, ed è questo che dovrebbe far capire perchè i teoremi a volte possono essere usati per arrivare ad uno scopo differente comunque, e senza avere a disposizione hardware dedicato (doppio dac).

Attenzione, il nerd non fa le regole, che sono ben fisse a dei concetti, solo le usa diversamente. Detto cio' non sono un nerd, ma un appassionato sperimentatore della frontiera liquida.

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