jakob1965 Inviato 19 Aprile 2022 Inviato 19 Aprile 2022 Che dire -- la meraviglia della poesia - dona un forza e potenza alla parola - generatrice di pensieri ed emozioni - come un iper-concentrato di una intera sinfonia - apparentemente facile ma in realtà difficilissima - arte dove solo i grandi/ le grandi possono arrivare - come la grande musica. Complice per me la splendida raccolta: il Titta Rosa Vento a Tindari (Quasimodo) Tindari, mite ti so Fra larghi colli pensile sull’acque Delle isole dolci del dio, oggi m’assali e ti chini in cuore. Salgo vertici aerei precipizi, assorto al vento dei pini, e la brigata che lieve m’accompagna s’allontana nell’aria, onda di suoni e amore, e tu mi prendi da cui male mi trassi e paure d’ombre e di silenzi, rifugi di dolcezze un tempo assidue e morte d’anima A te ignota è la terra Ove ogni giorno affondo E segrete sillabe nutro: altra luce ti sfoglia sopra i vetri nella veste notturna, e gioia non mia riposa sul tuo grembo. Aspro è l’esilio, e la ricerca che chiudevo in te d’armonia oggi si muta in ansia precoce di morire; e ogni amore è schermo alla tristezza, tacito passo al buio dove mi hai posto amaro pane a rompere. Tindari serena torna; soave amico mi desta che mi sporga nel cielo da una rupe e io fingo timore a chi non sa che vento profondo m’ha cercato. Le mie mani (Aleramo) Le mie mani, ricordando che tu le trovasti belle, io accorata le bacio, mani, tu dicesti, a scrivere condannate crudelmente, mani fatte per più dolci opere, per carezze lunghe, dicesti, e fra le tue le tenevi leggere tremanti, or ricordando te lontano che le mani soltanto mi baciasti, io la mia bocca piano accarezzo. 2
preste Inviato 13 Agosto 2022 Inviato 13 Agosto 2022 Mario Luzi Se musica è la donna amata Ma tu continua e perditi, mia vita, per le rosse città dei cani afosi convessi sopra i fiumi arsi dal vento. Le danzatrici scuotono l'oriente appassionato, effondono i metalli del sole le veementi baiadere. Un passero profondo si dispiuma sul golfo ov'io sognai la Georgia: dal mare (una viola trafelata nella memoria bianca di vestigia) un vento desolato s'appoggiava ai tuoi vetri con una piuma grigia e se volevi accoglierlo una bruna solitudine offesa la tua mano premeva nei suoi limbi odorosi d'inattuate rose di lontano.
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