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eduardo

Messaggi raccomandati

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Bisogna trasmettere l’amore per la cultura che sveglia ogni tipo di intelligenza anche quella tecnica. 

Bravo !

 

Inviato
Il 12/6/2022 at 10:01, eduardo ha scritto:

È la  inglesizzazione che mi appare ridicola.

ciavessero delle regole nella pronuncia delle loro consonanti e delle loro vocali . . .  ancora, ancora ci potremmo adeguare

spesso e volentieri gli inglesi impareno a memoria certe pronunce, dal momento che scrivendo "a" si può pronunciare a, e, i, o, u e anca zeta

bra in italiano si scrive bra mentre in inglese si scrive brough (6 consonanti al posto di 3)

dicembre e gennaio appena passati ho soggiornato (paese tropicale) all'hotel P-PLUS , , , categoricamente mi sono sempre rifiutato di pronunciarlo all'inglese tipo "mise en place"

Inviato
Il 12/6/2022 at 10:01, eduardo ha scritto:

È la (forzata) inglesizzazione che mi appare ridicola.

I francesi a questa forzatura resistono: anche quando si vedono costretti ad usare un termine inglese, lo pronunciano alla francese: v. ad esempio «ticket »(pronunciato : tiché). Stanno anche da sempre combattendo, ma ultimamente perdono qualche colpo, per mantenere la terminologia informatica francese.

.

p.s. :mi rendo conto che il racconto che ho postato è lungo e viene voglia di saltarlo a piè pari ma, se riuscite, dedicategli qualche minuto (eventualmente con il traduttore) perché, oltre a quelli politici, esprime anche riflessioni e concetti linguistici, a mio avviso, molto importanti. 

Inviato
14 ore fa, mozarteum ha scritto:

la ricchezza d’ un vocabolario non e’ una raccolta museale di suppellettili. Sta ad indicare lo sforzo di generazioni di creare parole e sistemi di parole le piu’ adatte ad esprimere la miriade di sentimenti, concetti, sfumature di concetti di cui la mente umana e’ capace.

la ricchezza d’un vocabolario e’ dunque strettamente correlata all’esperienza e alla cultura di un popolo.

 

22 ore fa, mozarteum ha scritto:

il vero rammarico e’ l’impoverimento del linguaggio 

[...]

Il linguaggio povero comunica poco quando la comunicazione dovrebbe essere invece puntuale evocativa ricca. La noia secondo me nasce anche da questa apatia comunicativa.

Nel piattume comunicativo vince nel breve periodo chi ha la tartaruga e le zinne a posto.

poi comincia la debacle

quanto m'attizza 'st'omo...

  • Haha 1
Inviato
16 ore fa, Martin ha scritto:

assieme all'italiano, curare almeno una lingua straniera "capitale

Amo la mie due lingue madri, da piccolo in famiglia avevamo il Battaglia della Utet, che leggevo con curiosità e sorpresa,  ho sempre subito il fascino della lingua come caleidoscopio attraverso il quale guardare al mistero della realtà fisica e dei sentimenti.  L'italiano è/è stato un idioma molto ricco, molto adatto alla rappresentazione delle relazioni umane e della descrizione dei fenomeni naturali. Non sarà forse sintetico e adatto  all'ambito tecnico, come invece l'inglese.  Poi amo visceralmente la mia seconda lingua madre, il napoletano,  che è ancora più ricca di lemmi e di locuzioni,  ed è particolarmente adatta a rappresentare  il mondo variegato dell'umanità e delle relazioni sociali. 

  • Melius 1
Inviato
5 minuti fa, melos62 ha scritto:

Non sarà forse sintetico e adatto  all'ambito tecnico, come invece l'inglese.

Forse ... 

L'italiano è una lingua di sfumature, quindi adatta in ambito tecnico.

Engineer comprende almeno tre o quattro mestieri ... 

Il problema è che anche le lingue viaggiano con gli eserciti e i nostri (lingua ed eserciti) hanno viaggiato poco.  

Inviato

@mom I francesi addirittura hanno vietato per legge di usare termini stranieri, e questo alcuni decenni fa. A parte il fatto che anche il regime fascista aveve fatto la stessa cosa con esiti a volte ridicoli (non si poteva neanche più dire bar) si può tentare di evitare l'uso eccessivo delle parole straniere ma non vietarle in assoluto.

Inviato
15 ore fa, lufranz ha scritto:

Bisogna trasmettere l’amore per la cultura che sveglia ogni tipo di intelligenza anche quella tecnica. 

Anche quella scientifico-tecnologico è una cultura, non inferiore a quella umanistica. Molti grandi pensatori del passato erano anche scienziati.

Inviato

@Paolo 62 Tranquillo! Difendono la loro lingua neolatina ma non c’è più nessun divieto! Oggi con tutti gli immigrati che arrivano dalle excolonie soprattutto dal Maghreb, puoi addirittura trovare i nomi delle strade ( negli arrondissements come St Denis, Saint-Ouen, porte Clignancourt, ad esempio) scritti anche in verlan. Il verlan è… il compromesso storico che cerca di mettere d’accordo, si fa per dire.., la lingua francese e la tradizione araba di leggere ( in questo caso le sillabe) al contrario e cioè da destra verso sinistra. Il lemma « verlan » è un esempio di lettura araba e pronuncia francese: « lan /ver ». 😀

Inviato
31 minuti fa, wow ha scritto:

L'italiano è una lingua di sfumature, quindi adatta in ambito tecnico.

Direi di no invece. L'ambito tecnico deve essere assolutamente non ambiguo e preciso. I sinonimi e la ricchezza del linguaggio non sono ammesse proprio perché generano ambiguità. Non stai mica scrivendo una legge italiana dove puoi interpretarla in n-mila modi diversi a seconda della sfumatura che dai alle parole! 

ascoltoebasta
Inviato
33 minuti fa, wow ha scritto:

L'italiano è una lingua di sfumature, quindi adatta in ambito tecnico.

E non solo,quando si è dotati di un ricco vocabolario,oltre all'ovvio arricchimento personale,si ha gran fluidità e proprietà di linguaggio anche nel descrivere una banale e consueta esperienza di vita quotidiana,il più delle volte riuscendo ad instillare nell'interlocutore una crescente curiosità,ora c'è un inesorabile e diffusa contrazione lessicale che conduce inevitabilmente a procurar noia in chi ascolta,se non si è più che sbrigativi nel racconto.

Inviato

@mom E meno male! Anni fa non potevano neanche scrivere "computer" ma ordinateur.

Inviato
5 minuti fa, tomminno ha scritto:

L'ambito tecnico deve essere assolutamente non ambiguo e preciso.

la possibilità di esprimere sfumature e la ricchezza del linguaggio evitano le ambiguità e favoriscono la precisione. 

 

Inviato
36 minuti fa, tomminno ha scritto:

Direi di no invece. L'ambito tecnico deve essere assolutamente non ambiguo e preciso. I sinonimi e la ricchezza del linguaggio non sono ammesse

è qui l'equivoco. l'Italiano è una lingua di estrema precisione, in cui non si hanno moltissimi "veri" sinonimi, generalmente parole la cui etimologia deriva da termini di uguale significato, ma una volta dal Latino e una volta dal Greco. e anche così, non è sempre vero.

il fatto che si ritenga vago e "interpretabile" l'Italiano deriva dall'uso che se ne fa e, a volte, da una conoscenza non sufficientemente approfondita della lingua.

si sente spesso dire che si studia il Latino perchè "dà la forma mentis" (da dire con un certo sussiego, come si stesse distillando una perla di saggezza accessibile a pochi, mi raccomando), ma la grammatica italiana è almeno altrettanto rigorosa, e sottolineo: almeno. se si studia a fondo la grammatica italiana, non c'è più alcun bisogno del Latino, se è solo per la "forma mentis" (altro dannoso equivoco).

per contro, l'Inglese viene spesso indicato come lingua "pratica" perchè avrebbe relativamente pochi termini e quindi meno sfumature; eppure ha 800'000 lemmi ed è una delle più ricche in Europa, se non la più ricca, da questo punto di vista.

PS: il fatto che una lingua, in un certo periodo, sia adottata come "lingua franca" internazionale deriva in genere da questioni economico-politiche, insomma da chi domina in un dato periodo, non dalle caratteristiche di una lingua.

Inviato
21 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

ora c'è un inesorabile e diffusa contrazione lessicale che conduce inevitabilmente a procurar noia in chi ascolta,se non si è più che sbrigativi nel racconto.

È cambiata la velocità in tutto, anche nello scambio dei messaggi.Ci troviamo a vivere molte più vite degli antenati. Se da una parte è un grosso vantaggio, dall’altra dobbiamo sempre stare al passo tanto che, quando nasciamo siamo già in ritardo perché, senza che abbiamo avuto il tempo di rendercene conto, non si sa come,  abbiamo già accumulato un bel debito!!!. 🤗
 

Inviato
9 minuti fa, Paolo 62 ha scritto:

E meno male! Anni fa non potevano neanche scrivere "computer" ma ordinateur.

Adesso non ti allargare troppo 😅 : l’ordinateur resta ancora al suo posto così come l’aggettivo “numérique” per “digitale” …  😁

Inviato
13 minuti fa, wow ha scritto:

la possibilità di esprimere sfumature e la ricchezza del linguaggio evitano le ambiguità e favoriscono la precisione

don't lean out

è severamente vietato sporgersi o penzolare all'esterno


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