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Le destre ripartano da Elio Vito


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2 ore fa, wow ha scritto:

Nel 2015, l’azienda sanitaria locale vicentina avvia un primo screening su 270 persone dal quale emergono i primi casi che superano di 35 volte il limite di 8ng/l di Pfas nel sangue. 

E' proprio il caso per il quale il Procuratore di Vicenza dichiarò "anche se c'è l'inchiesta, non esiste il reato".  La normativa di riferimento non eran nemmeno carente, mancava del tutto. 

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1 ora fa, Guru ha scritto:

nella zona di Arzignano nei torrenti l'acqua era arancio per il cromo delle concerie. 

Come in ogni altro distretto conciario, anzi. In proporzione molto meno, dato che la valle del Chiampo supera i volumi produttivi di tutto il resto del settore concia italico messo assieme di almeno 1 ordine di grandezza. 

Con i successivi adeguamenti della normativa e sopratutto (in barba ai centralisti) col passaggio delle competenze alle arpa regionali si sono realizzati gli impianti di trattamento adeguati, o meglio: Sono iniziati i controlli che hanno spinto queste realizzazioni.

  Ma aggiungo un'osservazione:  Da metà anni 80  la fase di concia al cromo è progressivamente uscita dalle lavorazioni nazionali, assieme alle c.d lavorazioni "di riviera" (le più nauseabonde dal pdv olfattivo) per spostarsi nei paesi d'arigine delle pelli: Est europa, Sud america, India.  L'intermedio di lavorazione è oggi il cosiddetto wet-blue, ossia pelli conciate al cromo al 2,5% che vengono rimontate al vegetale (in etichetta: vera pelle italiana conciata al vegetale) in sede di riconcia/rifinizione.  Altro intermedio è quello detto wet-white , ossia pelli conciati allo zirconio o alle aldeidi, ricercate dal settore moda/guanteria. 

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39 minuti fa, UpTo11 ha scritto:

Il politico se la dorme, ma l'industria chimica che faceva? Ti bastava uscire dall'ITIS col 36 per sapere di che roba si trattava

E' il classico problema coscienza vs. Legge: Qual'è il limite ?  Personalmente gradisco che si applichi quello della coscienza: Non sverso sostanze che non conosco, siano normate o meno. Ma i paladini della Legge sopra ogni cosa avrebbero buon gioco nel sostenere il contrario: Tutto quello che non è vietato  è permesso. 

(tra l'altro pure il legislatore nazionale, la dove vieta alle regioni di normare sostanze non inserite in tabella, sposa in parte questo principio.) 


P.S. dubito che un perito chimico ante 2010, pure col 60 o col 100, sapesse qualcosa dei "perfluoroalchilici". Anche le parti in causa hanno dovuto sudare sette camicie per trovare consulenti in materia. 

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32 minuti fa, Martin ha scritto:

no, non poteva introdurre limitazioni a sostanze se queste non  comparivano già nell'allegato 5 del d.lg 152/2006. E i pfas erano, per le norme nazionali, degli emeriti sconosciuti. 

ti ringrazio dei chiarimenti.

La Regione poteva almeno informare quando venne a sapere dei tassi di queste sostanze nel sangue?

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Adesso, wow ha scritto:

informare quando venne a sapere dei tassi di queste sostanze nel sangue?

Ha informato gli enti istituzionali (ministero, procure e ovviamente gli interessati dal sangue contaminato e ha denunciato il disatro ambientale non appena la normativa l'ha consentito) quel che è vero è che non ha esteso alla popolazione generale questa informazione.  Ma, mi chiedo, poteva farlo ? Ricordo che eravamo sempre in presenza di inquinanti sconosciuti alle norme nazionali. 

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@Martin "La legge ci impone di non superare, all'interno dei nostri reparti di produzione, la concentrazione media di 3 ppm di cloruro di vinile, nell'arco dell'anno. Nei nostri reparti non viene superata tale concentrazione. Noi rispettiamo la legge. I lavoratori in quei reparti possono stare tranquilli".

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Adesso, wow ha scritto:

Noi rispettiamo la legge. I lavoratori in quei reparti possono stare tranquilli".

La sentenza, per i pochi che nel tempo rifiutarono la pastura risarcitoria degli imputati, si concluse con l'assoluzione piena perché il CVM era uno sconosciuto normativo fino al 1973, e successivamente le aziende avevano introdotto provvedimenti coerenti con le conoscenze in materia.

PM e giudicante erano assolutamente esenti da sospetti di vicinanza alle aziende coinvolte (anzi, uscì pure qualche lamentela su di un loro presunto orientamento) e parliamo di una sostanza non solo sicuramente cancerogena, ma pure provocante un tumore raro (angiosarcoma epatico) che diventa una sorta di "firma" della sostanza stessa. Un po' come il mesotelioma pleurico lo è per l' amianto. 

Ebbene, nonostante queste evidenze finirono tutti assolti, sia per i danni individuali che per quelli ambientali, proprio per l'assenza di normativa specifica e/o di evidenze sulla pericolosità. E' quindi caduto in giudizio pure il criterio "cautelativo".

https://www.repubblica.it/online/cronaca/chimico/sentenza/sentenza.html

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cactus_atomo

@vizegraf ovviamente tutto si può fare, bisogna però verificare sempre i costi e gli effetti di breve e lungo periodo. la digadi assuan ha modificato il clima in modo pesante, ed ha bloccato il deposito del limo sull spond del fiume oltre a vari effetti sulla fauna. nella diga in itaipù ci sono syti problemi alla trasmissione eletrica (la foresta tendeva a ricprir i pali della luce) e i è dovuto scavare un canale parallelo per permetere alle specie animali di passare oltre la diga. <noi iamo un paese turistico, una centrale nucleare sulla costa non è un buon biglietto da visita, per motivi razionali e irrazionali, troppi spesso si parla per pregiudioali ideologiche senza conoscere i reali problemi.

io non mi sposo una tecnologia, verifico se sia adatta alle mie esigenze poi si fa presto a drela colpa a ualcuno, ma ai tempi del referedum sul nucleare nche i partiti che oggi lo vogliono si sono elegantemente defilati, il risultato era contato e salire sul carro dei perdenti non piace a nessubo

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@cactus_atomo

Non entro nel merito di altre considerazioni, alcune delle quali esulano dalle mie conoscenze.

Mi limito a segnalare che il problema delle acque di raffreddamento di centrali termoelettriche è stato risolto da decenni con un canale di ricircolo, opera efficace senza essere eccessivamente onerosa.

Immagino che tale soluzione potrebbe essere posta in opera anche nel caso di una centrale nucleare.

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54 minuti fa, vizegraf ha scritto:

Mi limito a segnalare che il problema delle acque di raffreddamento di centrali termoelettriche è stato risolto da decenni con un canale di ricircolo, opera efficace senza essere eccessivamente onerosa.

Immagino che tale soluzione potrebbe essere posta in opera anche nel caso di una centrale nucleare.

Dal TG regionale di ieri: I gruppi termoelettrici delle centrali del mantovano funzionano in numero di 2 su 5 a causa dell'insufficiente portata fluviale... 

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il problema del raffreddamento delle centrali è noto, già nel 2003 ci furono problemi

il fatto è che come sempre ci sono tanti modi di fare le cose

bene/male - costoso/economico ecc ecc

con il mose le hanno fatte le conche di navigazione ? non mi risulta

ergo, cosa volete che facciano una centrale con un ricircolo radiatorato come si deve

figurarsi regimare il po&affluents

1 minuto fa, gianventu ha scritto:

il passo è breve

per noi l' impossibile non esiste

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14 minuti fa, audio2 ha scritto:

ma allora di che si lamentavano che non si passava con le barchette ?

probabilmente dei ritardi nella gestione delle chiuse.  D'altronde l'intero mose finora è stato messo in funzione solo con procedure manuali, uno tiene il dito su un relè, l'altro apre un rubinetto, quello davanti al monitor caccia un urlo quando le paratie sono abbastanza in "floating"... 

Se non erro la "conca" che prevede i passaggi di navi di maggior tonnellaggio è solo quella di Malamocco, le altre sono per il naviglio locale, e per questo sono dotate dell' invaso- rifugio in caso di mare cattivo da scirocco, ossia quello più acqua-altifero. 

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