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Damiano Tommasi è una brava persona


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@Gaetanoalberto è perché Verona è conosciuta ovviamente per l'Arena e per Shakespeare, ma è una città che ha anche un'anima nera collegata con un tradizionalismo cattolico tanto retrivo e pre conciliare quanto economicamente potente ma per fortuna molto poco diffuso. Per non parlare di Isolina Canuti di cui nessuno a Verona sa nulla. A chi interessa leggere, copio e incollo questo vecchio mio scritto. 

"Io sono nato a Verona ed ho sempre vissuto qui ma di questa storia terribile non ne avevo mai sentito parlare sino ad alcuni anni fa quando un amico me la raccontò. Incredulo dell’efferatezza del delitto, poi chiesi ad altre persone se mai ne avessero sentito parlare. Ma niente, nessuno ne sapeva qualcosa. Nessuno aveva mai sentito nominare Isolina Canuti. La città ed i suoi abitanti l’avevano rimossa completamente.

Siamo a Verona agli inizi nel 1900. Isolina, vent’anni, vive con il padre ed i fratelli in una casa grande a sufficienza per poter affittare una stanza ad un ufficiale del Regio Esercito. La ragazza resta incinta del tenente Trivulzio, figlio di una nobile famiglia di Udine. Lei tenta di tenersi il bambino forse perché lo voleva, forse per potersi sposare e così affrancare da una misera vita, ma la storia finisce nel peggiore dei modi: sul tavolo di un’osteria del centro di Verona in un mare di sangue. Qui Isolina, sotto le mani di un tenente medico ed alla presenza del tenente Trivulzio muore durante un tragico tentativo di aborto condotto con una forchetta. La ragazza urla. Nel tentativo di zittirla con un tovagliolo la soffocano. I due tenenti ora si ritrovano con un corpo da nascondere. Non si perdono d’animo e la fanno a pezzi, tanti piccoli pezzi, li chiudono in sacchi di iuta ed aiutati dai loro attendenti li gettano in Adige. Il giorno dopo, il 16 gennaio del 1900, uno di questi sacchi riemerge e viene ritrovato da alcune lavandaie. Dentro vi sono una parte dei resti della donna “13 kg e 400 grammi” riferiscono i giornali dell’epoca. Le autorità in breve tempo giunsero all’identificazione del corpo e da lì cominciò un processo che vedeva come imputato il tenente Trivulzio. Come spesso succede in Italia la politica, la destra con il Regio esercito da una parte, ed il partito socialista dall’altra, trasformò il processo in una strumentalizzazione politica, dimenticando la vittima, che anzi venne distrutta dall’opinione pubblica, ed in particolare dal popolino, sino al punto che il suo corpo, o meglio quello che le acque restituirono a più riprese, non trovò nemmeno il conforto di un rito funebre e di una sepoltura cristiana."
La storia è stata riportata alla luce e raccontata da Dacia Maraini nel libro “Isolina”.

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Gaetanoalberto
10 minuti fa, 31canzoni ha scritto:

città che ha anche un'anima nera

Vengo da Catania, e ne so qualcosa, ho studiato in una facoltà a trazione MSI. Ai tempi ste cose le sentivamo. Io le prendevo da entrambi i lati (e non pensate male…!)

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20 ore fa, cesare ha scritto:

all’8 per mille con cui oltre 1 miliardo di euro delle imposte dei contribuenti va alla chiesa, questa degli insegnanti di religione mi sembra una quisquilia.

E' una quisquilia di pari peso, nella migliore delle ipotesi. 

Come "quisquilia" possiamo citare  i "cappellani militari", una decina di M all'anno per quelli in servizio "attivo" (ah ah ah)  trascurando il fatto che sono ufficiali , spesso superiori, con tutto quel che gli va dietro in termini di regalini pensionistici...

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