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Inviato
3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

senza smazzarsi i super manuali di pp che servono per l'appunto per gli "effetti speciali", per le "super foto", che hanno invaso il mondo e che stanno spingendo molti fotografi (cineasti, musicisti e altri artisti.., tutta l'arte è afflitta dalle sovrastrutture tecniche

Ancora, proprio no.

Non e’ che conoscere a fondo uno strumento debba per forsa servire a creare effetti speciali, e’ vero che il web e’ pieno di foto orribili con gli “effetti speciali” ma in genere queste cose vengono da gente che non sa postprodurre e non ha gusto.

Il fotografo bravo, l’artista, spesso padroneggia questi strumenti al punto di sviluppare un suo stile personale, per cui li riconosci pure da come postproducono.

analogico_09
Inviato
2 ore fa, acusticamente ha scritto:

In questo campo è perfettamente giustificato il manuale di 400 pagine sui profili colore e altro.

 

 

Non lo mettevo in dubbio, non nego che  ci voglia molta abilità in quel campo della creazione delle immagini. Il punto nodale secondo me è il seguente: cosa intendiamo con fotografia, cosa è o per noi la fotografia? E mi riallaccio anche agli interventi di @Roberto M

Un passaggio veloce.., ero a vedere finalmente il temporale che si è scatenato ed ho fatto tardi...

Se ne riparla a mente diurna... 😄

acusticamente
Inviato

@analogico_09  Per me il punto nodale della questione è definito da due elementi, l’onestà intellettuale (definibile anche come etica) e il buon gusto.

A monte c’è quello che tu evidenzi e cioè “cosa intendiamo per fotografia”

Di fronte ad una situazione che vogliamo fermare, nel tempo e nello spazio, già il nostro agire è interpretativo, nel senso che anche inconsciamente ci siamo formati un’idea, nostra e personale, che non necessariamente è una copia perfetta di quello che vediamo (del resto impossibile)

Il passaggio successivo è in ogni caso abbassato in qualità dai limiti del mezzo (lente e sensore) e già qui mi sembra legittimo correggerli aggiustando luminosità e contrasto ad esempio.

A questo punto si pone la questione in oggetto; cosa è lecito correggere ulteriormente ?  Cosa è lecito modificare ?

Qui entrano in gioco i due punti che ho citato all’inizio, l’etica e il buon gusto.

L'etica ci dovrebbe guidare nell’impedirci di mistificare la realtà fotografata.

Facendo un esempio pratico nella foto sopra di @Roberto M sarebbe stato questo se avesse preso un altro scatto della giraffa e lo avesse inserito in post, invece ha aspettati con pazienza il suo passaggio.

Lo scurire l’immagine mi sembra legittimo perché evidentemente fa parte del suo modo di sentire l’atmosfera di quel momento.  Non lo puoi fare al momento dello scatto, lo fai dopo.  Fa sempre parte della tua onesta interpretazione della realtà, che appunto non può essere fotocopia.

Il buon gusto dovrebbe guidarci nel tenere la mano leggera negli interventi, per non finire in una forzatura non giustificata e che tra l’altro si nota subito.

Quindi il concetto di purezza nella fotografia per me dovrebbe essere usato no in assoluto ma tenendo conto del meccanismo traspositivo che inevitabilmente è guidato da una nostra interpretazione e quindi agevolarla può essere legittimo.

Anche nella registrazione e riproduzione sonora come possiamo parlare di purezza ?  Il suono viene comunque manipolato perché quello che conta è l’intenzione sul messaggio che si vuole arrivi in un certo modo.  Anche questa è scelta artistica.

analogico_09
Inviato
3 ore fa, acusticamente ha scritto:

Per me il punto nodale della questione è definito da due elementi, l’onestà intellettuale (definibile anche come etica) e il buon gusto.

 

 

L'estetica non è una questione morale. Etica ed estetica sono un'ossimoro in questo campo. L'onestà intellettuale è un valore della vita, non dell'arte. Normale che se ci crea un'arte esteticamente ributtante - non perchè l'autore non sia intelletualmente oneso o morale - con un soggetto di esemplare moralità ed eticità la si getta via. Se si crea un'opera artistica di alta qualità estetica per raffigurare un maiale che sguazza nei ripugnanti liquami - non perchè l'autore non sia intelletualmente oneso o morale -  invece la teniamo. Difficile davvero applicare nell'arte le valorialità etico-morali .., ripetto a cosa.., non si rischierebbe quindi attraverso queste "inquisizioni" moralistiche di dare, tra l'altro materiale buono per le censure?
Nella vita se una persona compie atti intellettualmente disonesti, quella persona viene definita intellettualmente disonesta, punto e basta, solo sul piano umano, etico morale, non essendoci un piano estetico da prendere in considerazione.

Spesso facciamo l'errore di confondere l'arte con la vita, di valutare l'arte con i parametri ctitici della vita, senza separare i piani che pur correndo su rette parallele distinte hammo molti punti di congiunzione ma non di confusione... La poesia è uno degli strumenti della congiunzione a  differenza degli sguardi morali ed etici che creano invece le fratture.

Per quanto riguarda il "buon gusto" nelle forme di creazione artistiche.., l'arte chiede molto di più di questo.., diciamo che è di "serie", uno "standard" talmente immancabile da darlo per scontato.., come dire che una qualità di cioccolato fine sarà sicuramente di "buon sapore".., semmai potremmo intrattenerci sulle "nuance", sui retrogusti sapienti del buon sapore di base.

Prima di addentrarmi sullòe altre questioni da te esposte, tra cui quelle tecniche, pratiche, di cui francamente non amo parlare troppo.., preferisco restare sugli aspetti storici, estetici ed espresivi della fotografia, vorrei riproporre la domanda già fatta: cosa intendiamo per fotografia, cosa è per noi la fotografia? da non confondere con il mestiere o l'arte del creare "immagini" che di fotografico hanno soltanto il nudo soggetto iniziale da rielaborare con tecniche digitali molto potenti fino a farlo diventare "altro". E' arte anche questa, ma andrebbe chiamata con il suo proprio nome...

 

 

Inviato
3 ore fa, acusticamente ha scritto:

l’etica e il buon gusto.

Il buon gusto sappiamo essere cosa personale (e purtroppo abbastanza rara), ma l'etica chi la decide?

 

Cosa si intende per mistificare la realtà? E  chi decide cosa si può mistificare e cosa no?

Ciò che può valere per il fotoreportage (lì l'etica dovrebbe padroneggiare, in teoria, anche se molte foto premiate sono false come una moneta da tre euro) non vale per altre forme d'arte fotografica.

Il celebre ed analogicissimo scatto di Dalì col gatto volante è una mistificazione da capo a coda, oppure tutto il lavoro di un genio totale come Gregory Crewdson potrebbe essere guardato con sospetto perché "artefatto" (o meglio, "staged" come dicono gli anglosassoni).

 

Quindi?

 

PS quanto al pensiero comune che la fotografia "utilitaristica" o commerciale non possa essere forma d'arte, a mio parere è una baggianata. Senza andare troppo lontano, il compianto Gastel era un ottimo esempio in tal senso.

acusticamente
Inviato

@analogico_09@Velvet  in quello che ho scritto l’etica la intendo come atteggiamento personale rispetto al percorso che una foto fa, dallo scatto alla presentazione, non un concetto generale come potrebbe essere anche la morale, e sulla quale ci si può appunto chiedere chi la decide.

Semplicemente l’onestà di scattare una foto e poi non truccarla, e un esempio pratico l’ho fatto, cosa eventualmente possibile con la post produzione.

Se la modifica fosse palese e dichiarata saremmo ovviamente in altro campo.

Inviato

A riguardo possiamo scrivere fiumi di parole , 

oggi la fotografia è alla portata di tutti…..

https://youtu.be/iYhCn0jf46U

purtroppo!

Personalmente io vedo nei giovani fotografi solo molta arroganza

mi fermo qui , punto   

analogico_09
Inviato

@acusticamente


 

 

Nell'arte non contano le "buone" ed neste intenzioni.., conta il risultato.
 

 

1 ora fa, Velvet ha scritto:

l celebre ed analogicissimo scatto di Dalì col gatto volante è una mistificazione da capo a coda, oppure tutto il lavoro di un genio totale come Gregory Crewdson potrebbe essere guardato con sospetto perché "artefatto" (o meglio, "staged" come dicono gli anglosassoni).

Quindi?

 
quindi non si può parlare di immoralità o di disonestà intellettuale, ma di progetto intellettuale e poetico lucido e consapevole, essenzialmente, puramete fotografico.

Anche il celeberrimo, esemplare scatto del "Miliziano" di Robert Capa, da taluni ritenuto un falso, c'è ancora mi pare qualche scioperatodibattito intorno a questa faccenda, lo fosse per davvero falso.., non perderebbe, non ha perso nulla del suo valore simbolico, "politico", estetico, poetico, umano. Resta una delle icone fotografiche più sconvolgenti e rappesentative del '900 e degli orrori di tutte le guerre di sempre.  Uno scatto realizzato in condizioni di estremo pericolo.., bastò un attimo, il tempo necessario per mirare e scattare.., non credo che Capa abbia avuto il tempo di pensare alla pp se per caso l'inquadratura non fosse stata perfetta, se tante volte avesse tagliato i piedi del soldato e una parte del calcio del fucile... Lo straordinario di questa foto sta anche, e forse soprattutto, nelle "imperfezioni" ancora più drammatizzanti e "realistiche" (anzi della stessa realtà) e non già naturalistiche.


robert-capa-miliziano-morente-1936-768x4

Inviato
1 ora fa, Velvet ha scritto:

Il buon gusto sappiamo essere cosa personale (e purtroppo abbastanza rara), ma l'etica chi la decide?

Nella fotografia naturalistica “l’etica” consiste proprio nel non manipolare per niente l’immagine.

Nei concorsi internazionali piu’ importanti di fotografia wildlife e natura sono severissimi (quasi tutti addirittura utilizzano un programma software di certificazione, si chiama IRCC Photo, che scova le manipolazioni magari sfuggite al semplice raffronto visivo tra foto finita e file raw, per cui se cloni un rametto da 15 pixel su 45 mpx se ne accorgono e ti squalificano -parlo per esperienza  personale perche’ mi e’ successo).

Questo perche’ in questo genere fotografico non conta solo l’aspetto estetico e artistico, ma anche quello documentaristico, e non e’ tollerato rappresentare una realta’ manipolata con aggiunte o sottrazioni di elementi o con una PP troppo pesante (ad es. puoi aggiustare il wb ma non puoi completamente sostituire i colori facendo diventare il marrone azzurro).

Nel reportage anche se da poco e’ lo stesso.

Infatti anche il piu’ importante concorso fotografico di fotogiornalismo e reportage del mondo (il word press photo) ora chiede il file RAW ai finalisti.

  • Thanks 2
acusticamente
Inviato
13 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Nell'arte non contano le "buone" ed neste intenzioni.., conta il risultato.

Ma il risultato è conseguenza delle intenzioni.

Cosa diresti di una foto manipolata in post che non è attinente alla realtà quando questo non viene dichiarato ?

Inviato
32 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Infatti anche il piu’ importante concorso fotografico di fotogiornalismo e reportage del mondo (il word press photo) ora chiede il file RAW ai finalisti.

Dell'argomento ricordo ne parlammo all'epoca di VHF.

Ma, come dicevo nel precedente intervento, ci sono dei settori della fotografia (tipicamente il reportage di vari generi) dove l'etica va al primo posto. E questo è ovvio. Anche se poi vieni a sapere che il taldeitali ha allungato la cinquanta dollari al soggetto tragico perché si mettesse in posa sul cumulo di macerie. Non c'è post ma c'è comunque inganno. 

Per il resto, mah...  Imho conta più l'idea che uno ha in testa e la capacità di tradurla in immagine rispetto ai mezzi che utilizza.

Il problema è che di idee ne vedo pochette, spesso il  circo della postprod produce solo banalità o mostri visivi.

 

Quanto ai giovani fotografi non ha senso generalizzare. C'è chi ha l'approccio talebano e gira con una scatola dotata di foro stenopeico e chi sa a malapena dov'è il pulsante di scatto della propria mirrorless "tanto poi sistemo in post". Nel mezzo ci sono mille sfumature.

 

 

  • Melius 1
Inviato
15 minuti fa, Velvet ha scritto:

Anche se poi vieni a sapere che il taldeitali ha allungato la cinquanta dollari al soggetto tragico perché si mettesse in posa sul cumulo di macerie. Non c'è post ma c'è comunque inganno. 

Nella fotografia naturalistica e’ successo lo stesso.

Al WPY di londra (il concorso piu’ importante del mondo) hanno premiato come vincitore di categoria una foto spettacolare di un formichiere in una notturna con una situazione di bioluminescenza pazzesca scattata all’Emas National Park

Foto bellissima e raw ineccepibile.

Poi si scopre che l’autore si era fatto prestare il formichiere imbasamato del visitor center del parco nazionale, l’ha piazzato al punto giusto e ha scattato la foto 🤪

Ovviamente e’ stato squalificato e bannato per sempre da quel concorso.

Qui c’e’ la foto e la storia:

https://www.nhm.ac.uk/press-office/Wildlife-Photographer-of-the-Year/wildlife-photographer-of-the-year-image-disqualified.html

  • Haha 1
acusticamente
Inviato

A parte le considerazioni generali, che giuste sono, mi sembra sia utile anche esprimere la propria posizione nel concreto.

Dal file raw faccio unicamente correzioni di contrasto e luminosità (molto raramente su zone specifiche) e taglio.  Alle volte applico qualche filtro della ON1, in modalità molto leggera, giusto per renderle un po’ più piacevoli ma senza che si noti.

La serie dei grattacieli (7 in tutto) è stato l’unico esperimento nel quale ho interpretato in modo più drammatico facendo uso più intensivo di post, ma penso sia una intenzione palese.

Inviato
12 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Poi si scopre che l’autore si era fatto prestare il formichiere imbasamato del visitor center del parco nazionale, l’ha piazzato al punto giusto e ha scattato la foto 

Quando si dice "still-life" 😄 

Inviato

@Roberto M Comunque posso dire una cosa (poi potete insultarmi, non me la prenderò): ho visto l'immagine del formichiere, che non conoscevo.

A me quel tipo di foto fa cacà al di là dell'animale vivo o imbalsamato; è vero che le macchine oggi consentono di vedere la luce dove luce non c'è (ma solo radiazioni non visibili ad occhio, in realtà) ma il risultato è sempre lo stesso: piatto, artificioso, colorato come un quadro astratto. Per me non è più fotografia.

acusticamente
Inviato

Aggiungo un punto, per rimanere all’argomento post si oppure no.

Quando la post produzione è finalizzata a correggere i limiti tecnici dello strumento di ripresa (gamma dinamica e quindi poca lettura nelle zone in ombra, basso contrasto etc) a mio parere è pienamente giustificata e non contrasta con una richiesta di purezza.  Sempre fatte salve le considerazioni di cui sopra che bisognerebbe partire già con una sostanza e che i mostri non li vogliamo.

Inviato
1 ora fa, Velvet ha scritto:

ho visto l'immagine del formichiere, che non conoscevo.

A me quel tipo di foto fa cacà al di là dell'animale vivo o imbalsamato; è vero che le macchine oggi consentono di vedere la luce dove luce non c'è (ma solo radiazioni non visibili ad occhio, in realtà)

Secondo me la foto l'ha fatta con il flash (a potenza ovviamente ridotta) sul formichiere e sul termitaio, non credo proprio che sia una luce inesistente tirata fuori con la PP.

La foto si fa fatica a giudicarla da quel file ipercompresso e formato francobollo, vista a risoluzione decente o meglio stampata è un'altra cosa. 

Inviato
Adesso, Roberto M ha scritto:

una luce inesistente tirata fuori con la PP.

I sensori di oggi tirano fuori anche la luce di una candela che illumina un campo di grano. Non serve molta PP.

Ma non è luce, appunto. 

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