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Melius Club

Parliamo del sistema scolastico?


Gaetanoalberto

Messaggi raccomandati

Gaetanoalberto
Inviato

Pur sapendo che costerá lacrime e sudore, dato che la panchina è sempre stracolma di allenatori, perché non mettere in campo anche la scuola? 

Visto che si parla dei massimi sistemi, sono curioso di sentire le osservazioni e le  idee, preferibilmente costruttive, dei nostri pilastri di saggezza. 

Per merito, introduco subito @melos62 e @Savgal

Per demerito, l'amico @audio2

Tutti sono benvenuti. 

Piano con le parolacce grazie, ci sono dei lavoratori tra noi!

Inviato

io sui bidelli la mia l' ho già detta

sul corpo indocente la dissi nel forum di prima, attirandomi le simpatie di molti

poi viene fuori che per mettere due banchi spaziati a misura gli ultracorpi vorrebbero

la medaglia d' onore al merito, ed un aumento, ( ovvio ).

che altro aggiungere, fate pure voi.

Gaetanoalberto
Inviato

 

 

51 minuti fa, audio2 ha scritto:

poi viene fuori che per mettere due banchi spaziati a misura gli U̶l̶t̶r̶a̶c̶o̶r̶p̶i̶ vorrebbero

la medaglia d' onore al merito, ed un aumento

Mah, per la verità lo hanno fatto senza ricevere alcunché. 

Compensi straordinari li hanno ricevuti altri F̶o̶r̶z̶e̶ ̶d̶e̶l̶l̶'̶o̶r̶d̶i̶n̶e̶ ̶p̶e̶r̶s̶o̶n̶a̶l̶e̶ ̶m̶e̶d̶i̶c̶o̶ ̶e̶ ̶i̶n̶f̶e̶r̶m̶i̶er̶i̶s̶t̶i̶c̶o̶ C̶o̶m̶m̶i̶s̶s̶a̶r̶i̶ ̶s̶t̶r̶a̶o̶r̶d̶i̶n̶a̶r̶i̶ ̶e̶ ̶p̶r̶o̶t̶e̶z̶i̶o̶n̶e̶ ̶c̶i̶v̶i̶l̶e̶

Inviato

Molto bene, inizio a scaldarmi (se lallero)  a bordo campo, domani raccoglierò il guanto del nostro martinazzoli.

Gaetanoalberto
Inviato
15 minuti fa, melos62 ha scritto:

martinazzoli

Buona ed onorevollissima citazione. Bravo. Grazie. 

Inviato

Tiriamo su questo thread che merita. Da osservatore esterno da una vita, la mia famiglia è piena di insegnanti, ho notato che tra il personale docente c'è veramente di tutto, da persone che meriterebbero un pubblico encomio per la dedizione ai fancazzisti più svergognati... i quali sono in un insulto per la società e per i loro colleghi più volenterosi. Nel privato non mi pare ci sia un divario del genere.

  • Melius 1
Inviato

Comunque la discussione senza un quesito chiaro fatica a decollare.

Inviato

Posso dare la delega a mia moglie? Ma...forse meglio di no, che tutto sommato vi voglio bene anche se mi fate arrabbiare qualche volta, discolacci!

Gaetanoalberto
Inviato
38 minuti fa, Guru ha scritto:

Nel privato non mi pare ci sia un divario del genere.

 

22 minuti fa, Guru ha scritto:

discussione senza un quesito chiaro

Grazie a @Guru per l'interesse. In realtà la discussione si è dilungata O. T. nella discussione su Marco Rizzo che, chissà perché, ha completamente deviato dal problema quantistico del peso atomico di tale scissione.

Sono nate un po' di osservazioni generali di sistema, pubblico, privato, di costi del sistema, di raffronto in particolare con la realtà inglese, che conosco meglio. 

Visto che eravamo O. T. si è deciso di spostare. 

Non c'è dubbio che la scuola italiana sia un sistema, costituito in base a delle scelte e dei principi di fondo, il cui personale accede con diverse modalità. 

Ci sono organi e figure, ed è stata oggetto (o no?) di varie riforme. 

Certo il tema è ampio: di recente sono stati pubblicati i risultati preoccupanti delle prove Invalsi. 

Se siete almeno pari alle famiglie del mio simpatico istituto compresivo, avrete sicuramente qualche proposta od osservazione da dare. 

Aspettiamo anche lo spunto promesso dal nostro @melos62

Inviato

hei savgal, sei poi riuscito a far "lavorare" i bidelli anche di pomeriggio oppure siamo sempre a livello

di ammutinati del bounty con te legato all' albero maestro in attesa di processo sommario ?

  • Haha 1
Inviato

comunque io a saval invidio solo una cosa, anche se non lo conosco e cioè la pazienza

che secondo me ne ha che giobbe gli spiccia casa.

Inviato

@Gaetanoalberto ci sono, il tema è interessante,  purtroppo oggi sono incasinato col lavoro, appena potrò darò il mio obolo di esperienza. 

  • 2 settimane dopo...
Inviato

 

Alert Pippon part one, chi legge lo fa per sua scelta e a suo rischio e pericolo, non si accettano reclami per la lunghezza e l'affastellamento dei commenti.

Ho finalmente tempo per alcune riflessioni sul sistema d’istruzione italiano, in base alla mia esperienza. Innanzitutto diciamoci l’anomalia in Europa che nessuno più nota. Lo stato italiano ha dall’unità in poi voluto gestire direttamente, in un sostanziale monopolio, il servizio scolastico, svolgendo quindi le funzioni di fissatore d’indirizzi e regolatore (fin qui è sacrosanto che sia così) ma anche gestore diretto delle attività attraverso un pachidermico apparato amministrativo. L’idea della educazione gratuita e per tutti si è gradualmente concentrata più sulla istruzione che sull’educazione – non sfuggirà ai meno superficiali che l’istruzione è solo una parte del più ampio processo educativo – e alla fine si è arrivati a ridurre il percorso educativo, della formazione della persona (o del cittadino se vogliamo dirla in modo meno impegnativo) ad una questione meramente quantitativa e misurabile di programmi, competenze, test, protocolli, titoli di studio, soft e hard skill, percentuali di successo e di insuccesso ecc. Una potente dinamica omologatrice che era necessaria negli anni ’50 quando si trattava di alfabetizzare una intera popolazione rurale o da poco inurbata, ma che è rimasta come strumento di formazione e mantenimento del consenso e dello status quo attraverso due potenti leve: programmi ministeriali uguali per tutti e la gestione dell’esercito di dipendenti del comparto che con i nuclei familiari conterà non meno di 5 milioni di voti. Concorsi, graduatorie, ricorsi, supplenze, progetti pon, finanziamenti ecc. rappresentano interessanti opportunità di spesa e di esercizio delle clientele, ai più diversi livelli, sindacale, degli USR e , le briciole, ai poveri DS. In barba alla sventolata Autonomia, la scuola è sempre più centralizzata e omologata. Il DS,  chiamato a fare il dririgente e “l’imprenditore” non ne ha alcuna caratteristica effettiva (scusa Gaetano, lo faccio presente anche ai miei amici DS che si illudono): i ds non decidono la spesa e gli indirizzi, non scelgono loro i docenti, né quando arrivano né quando devono andar via, non scelgono ovviamente gli studenti che neanche li hanno scelti – spesso la famiglia  è costretta a scegliere l’unica offerta didattica gratuita presente nel distretto territoriale  – i DS non possono improntare in modo personale il progetto educativo, perché l’autonomia riguarda solo eventuali aggiunte curricolari o di servizi extra, assolutamente marginali dal punto di vista dell’impatto educativo e comunque non sostenute economicamente dal ministero. Il DS oggi non è più educatore, come era ancora nella pur travagliata scuola degli anni ‘70 e ‘80, non ne ha più il tempo e neanche gli è più richiesto, ma è un burocrate, uno schivarogne giudiziarie e sindacali, è più simile ad un amministratore di condominio che ad una figura autorevole e di guida per la comunità educativa (altro termine politicamente scorretto, che però quasi  tutte le famiglie e gli studenti cercherebbero).

L’impostazione culturale era rimasta in qualche modo inizialmente gentiliana e poi improntata secondo i valori del neo Regno di Italia, e poi a scopi di formazione identitaria e di inculcamento nei pargoli dei valori della neonata repubblica italiana; i miei coetanei ricorderanno certo il Libro Cuore che ancora alla fine degli anni ’60 era obbligatorio nelle elementari. Questo scopo di indottrinamento culturale e di controllo sociale ed elettorale secondo il mio avviso è il motivo per cui lo Stato mantiene la onerosissima e non di rado farraginosa gestione diretta del servizio in monopolio, un unicum in Europa. Oggi l’indottrinamento si maschera con le scelte apparentemente numerose tra i vari indirizzi scolastici e le “piegature” dei curricoli, che in realtà nascondono la stessa minestra riscaldata dagli anni ’70 ad oggi, anni in cui si è affermato un impulso molto forte alla omologazione degli ambienti scolastici a quelli del lavoro, i decreti delegati avevano inizialmente le stesse radici culturali e le stesse finalità del coevo statuto dei lavoratori, con la esaltazione dell’elemento collegiale si trasformava una comunità educativa incentrata sul Preside e sui Docenti in una sorta di comitato di fabbrica nella logica della contrapposizione delle categorie di  scuola, docenti, famiglie e studenti in analogia con il conflitto di classe tanto centrale nelle riflessioni del periodo. Il contrasto all’acqua sporca dell’autoritarismo, così odiato e respinto in quel periodo storico, ha comportato di gettar via anche il bambino dell’autorità, che invece è necessaria per la crescita dei formandi.

Dagli anni 70 in avanti non è cambiato molto nella concezione della scuola italiana, sono cambiati molti ministri e molti acronimi, ma l’impostazione è rimasta la medesima, anzi si è aggravato il peso delle procedure sulle persone. Se la scuola italiana ha ancora momenti di innovazione, valore e qualità dipende dalla qualità di molti educatori, tra ds e docenti, che ancora non hanno esaurito la dotazione patrimoniale che gli viene da una cultura antica, che è trafilata nel sistema intellettuale, scolastico e familiare, e che temo sia in corso di esaurimento perché non coltivata e alimentata di nuova linfa.

Fine pippon part one.

 

tarantolazzi
Inviato

Sono insegnante, anche se negli ultimi mesi demansionato per aver rifiutato l'inutile terza dose del siero benedetto.

Spero di tornare a stare con i ragazzi anziche doverli schivare, come ho dovuto fare nel periodo del demansionamento.

Gia' la caduta di Speranza, Bianchi e compagnia odiante mi fa ben sperare che per quanto mi riguarda sara' un sistema scolastico migliore. Mi accontento di poco...

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