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Melius Club

Parliamo del sistema scolastico?


Gaetanoalberto

Messaggi raccomandati

Gaetanoalberto
Inviato
3 minuti fa, melos62 ha scritto:

su questo siamo d'accordo

Meglio poco che...

Comunque con la lingua si fa un ottimo bollito, magari non proprio estivo. Abbinerei salse prezzemolo ed acciuga , mostarde.

Magari il @Panurge porta giù una Barbera di rango.

Se non mi fate arrabbiare porto le paste di Iginio Massari. 

 

Inviato

Per completare il quadro ritengo che sia opportuno sapere quali sono le retribuzioni in gioco. Un docente di scuola media superiore neo assunto percepisce un RAL di € 26.371; per avere un riferimento si consideri che nel CCNL metalmeccanici industria corrisponde quasi al RAL di un livello C3 (ruoli tecnici specifici € 1869 x 14).

Inviato

Un'osservazione su quale sia la considerazione che l'industria culturale ha della scuola. Ho oltre 60 anni e ricordo i quiz televisivi della prima metà degli anni Settanta. C'era sicuramente un eccesso di nozionismo, ma lo spettatatore televisivo dell'epoca guardava con ammirazione il concorrente che era in grado di rispondere autonomamente ad una domanda secca. Mi è capitato di osservare i quiz televisivi odierni, le domande di Mike Buongiorno paiono di un'altra dimensione, di un'altra epoca, sono quesiti banali in cui si deve scegliere quali tra le tre alternative è quella giusta. E' un frammento, ma a mio parere indicativo di quanto limitata sia la considerazione che si ha dello studio e quindi della scuola nella cultura di massa. Il sogno del proletario degli anni Sessanta e Settanta del figlio laureato si è eclissato.

  • Melius 1
Gaetanoalberto
Inviato
1 ora fa, Savgal ha scritto:

Il sogno del proletario degli anni Sessanta e Settanta del figlio laureato si è eclissato

Condivido assai il pensiero. Per la verità le foto di papà orgogliosi rimangono, ma forse ne diminuisce il numero. 

Molti hanno accennato alla qualità dei risultati. 

Ricordo che i genitori avevano nostalgia della selezione e della serietà della scuola dei loro tempi, quando ci siamo diplomati noi. 

Io ho fatto la Maturità con le due materie e la commissione esterna. Più semplice dell'attuale. 

Quando nasce il distacco dal sistema?

La riforma dei professionali del 1992? Quella dei tecnici? 

Più sistemi di valutazione sono stati introdotti e peggio è andata?

Più le linee guida e la progettualità, più la dispersione? 

Tutte le opinioni sono possibili. 

 

Inviato

Ho dei dubbi che la scuola della seconda metà degli anni Settanta (quando frequentavo il liceo) fosse più selettiva. Gli anziani si fanno prendere dalla nostalgia che distorce la rappresentazione delle cose. Personalmente sono convinto che sia un clima culturale iniziato negli anni Ottanta in cui quasi si irrideva a coloro che studiavano per ricevere poi retribuzioni più basse dell'autonomo di turno. Lo stesso dicasi per gli insegnanti, anche loro irrisi per retribuzioni modeste dopo laurea e concorso. Ora siamo nella difficile situazione che mancano i laureati in ingegneria e in discipline scientifiche e non solo in Italia settentrionale, cosa che sta divenendo un elemento che frena lo sviluppo delle imprese più avanzate. Ma non è solo  l'industria ad avere problemi, mancano nelle scuole superiori docenti di matematica e fisica e delle discipline in cui è richiesta la laurea in ingegneria. A mio figlio ho suggerito dopo la laurea magistrale in ingegneria di pensare all'insegnamento, ovviamente il suggerimento è stato del tutto ignorato (ha inizato a lavorare prima ancora della laurea). L'industria culturale ha, a mio parere, considerevoli responsabilità su questa situazione.

Inviato

@Jack Chiunque abbia fatto scuola sa che non tutti sono fatti per gli studi e se obbligati stentano. Una volta quelli meno portati finite le medie andavano a lavorare, oggi se per ottenere un qualsiasi lavoro decente devono diplomarsi rendono poco.

Gaetanoalberto
Inviato
39 minuti fa, Paolo 62 ha scritto:

obbligati

L'obbligo a 16 anni coincide con l'età minima per l'impiego. 

Il mondo del giovanissimo apprendista è frattanto sparito, come i piccoli artigiani che ne erano la culla. 

Non restano che le scuole professionali, che pare nessuno voglia frequentare. 

Inviato

Deve essere considerato un dato di fatto. L'artigiano di una volta, che si limitava ripetere pedissequamente cosa aveva visto fare dal suo maestro, non ha molto senso. La manualità, indispensabile, va coniugata con la conoscenza della teoria, dei materiali e dei prodotti che si utilizzano.

E' vero che la teoria senza la pratica è vuota, ma la pratica senza la teoria è cieca.

  • Melius 1
Inviato
32 minuti fa, Savgal ha scritto:

E' vero che la teoria senza la pratica è vuota, ma la pratica senza la teoria è cieca

Però! mi piace, bel concetto. Complimenti.👍

Inviato

sto pensando a dove vivo io, casa di fine 700 inizio 800 costruita senza fondamenta direttamente sullo

scheletro del monte, cantonali di pietra giganteschi e angolati alla perfezione. sta li dall' inizio.

le stesse mura di contenimento delle rive coltivate hanno sassi squadrati grandi come scrivanie, e sono stati

dei contadini analfabeti a fare tutto, la casa probabilmente da coscritti di leva.

quindi le cose a volerle fare si fanno bene lo stesso, secondo me.

certo, per andare su marte serve altro, ma qui oggi siamo lontani anche dalle basi.

Inviato

@Jack

E' una parafrasi di una frase di Kant nella "Critica delal ragion pura". La frase è "i pensieri senza contenuto sono vuoti , le intuizioni senza concetti sono cieche"

Gaetanoalberto
Inviato

Buongiorno. 

@Savgal, cerchiamo di non alzare troppo il livello che io già non ci capisco più niente.. 🙂.

@audio2

In quello che dici c'è del vero, uno dei compiti della società è non disperdere le competenze e fondere le vecchie con le nuove. 

Magari oggi quelle pietre non sarebbero intagliabili o sarebbe troppo costoso.

Di sicuro @wow saprebbe spiegarci meglio quanto un buon geometra aiuti a costruire manufatti sicuri, con i materiali di oggi. 

Mi pare ci sia un problema di riconoscimento reciproco. 

Ognuno di noi sembra (anzi è) in lotta con una società in cui è molto facile svilire i ruoli con poche frasi ad effetto. 

Il peso delle parole, si trasferisce nella società. 

Si parte dal rispetto del muratore, dal riconoscimento dei ruoli di geometra, ingegnere, insegnante, dirigente, dal comprendere i doveri di alunni e famiglie oltre che di chi li circonda, e si arriva ad una società che funziona. 

A me pare che ci sia una perdita dell'orizzonte di senso delle cose, e dall'altra parte la difficoltà ad affrontare la fatica di tempi che, da sempre e come sempre, cambiano. 

Non so se quello che dico sia stucchevole, demagogico, noioso, prolisso. 

Quel che volete. 

Però bisogna stare attenti, ciascuno in quello che fa, a non far passare agli altri la voglia di farlo. 

Una specie di "populismo del lavoro", che poi è fatica ad accettare regole, indicazioni etc. 

Un nichilismo che non porta nulla di buono. 

Ad ogni modo, sappiate che vi voglio bene anche quando mordo. 

Poi con @wow abbiamo fatto una bellissima guerra di Russia, come dimenticarla 😆

Gaetanoalberto
Inviato

Ciao a tutti.

Riporto di seguito una risposta data ad un messaggio che mi era arrivato privatamente quando il TD era vivace.

 

Ciao …

scusa se rispondo solo ora. Sul momento non avevo tempo e poi mi è passato di mente.

Grazie per l’interessamento: come per tutti gli altri servizi di interesse pubblico,

un’attenzione affettuosa e non dettata dal gusto polemico, ci aiuterebbe a migliorare ed a far crescere non solo gli alunni, ma il Paese di cui sono il futuro.

Condivido le tue osservazioni.
Non è affatto semplice dirlo per un DS, che ha il compito non facile di condurre in porto bravi e meno bravi, ma certamente il punto cruciale è la selezione degli insegnanti, del personale e dei dirigenti.

Il nostro è un servizio a contenuto prevalentemente intellettuale, e la competenza dei docenti è il faro che illumina il percorso di ogni bambino e adolescente.

Di solito un docente che conosce bene la propria disciplina, l’ha studiata amandola: riuscire a trasmettere questo sentimento nei discenti è la scintilla che può fare la differenza tra uno studio sofferto e noioso, e la nascita dell’interesse.

L’interesse e la curiosità sono da una parte doti intrinseche, e dall’altra parte possono essere suscitati attraverso l’azione dell’insegnamento.

Con alcuni alunni basta la lezione frontale, con altri forse alternare altre tipologie di interazione potrebbe creare quella scintilla.

Un insegnante bravo, che fa trasparire questo amore e lascia che gli alunni lo colgano, di solito è rispettato da alunni e famiglie, e la sua eventuale severità, se accompagnata da doti di umanità, è accettata ed apprezzata.

L’empatia poi è lo strumento vincente, che non è facile insegnare: in alcuni insegnanti è dote innata, ma con metodo, esperienza e buon carattere, può essere affinata anche in chi ne è meno “naturalmente” dotato.

Tutto quanto ho detto vale anche per i dirigenti, che dovrebbero essere prima di tutto “insegnanti esperti”.

Ho sempre pensato poi, che sia importante che un insegnante abbia avuto e possa mantenere, non solo nelle materie tecniche, anche esperienze professionali, artistiche e lavorative più ampie.

Nessuna comunità professionale è perfetta, lo sappiamo, e nessun esame da solo può cogliere tutti questi aspetti, però è un buon punto di partenza e spinge le persone a mettersi necessariamente in gioco.

Sarebbe importante creare stimoli di carriera ed economici, e dare possibilità più incisive ai presidi: i modi sarebbero tanti, anche un anno di (ri)formazione professionale a retribuzione ridotta, ad esempio, in cui l’insegnante meno efficace fosse tenuto a frequentare attività formative, con una retribuzione riportata a quella di inizio carriera, o una progressione economica sospesa…

Ma sono argomenti tabú.

Grazie.

Gaetano

 

Inviato

@dax che vuoi commentare? Stante la situazione attuale penso che si creeranno soprattutto malumori e gelosie tra i docenti ( e forse qualche situazione poco trasparente). Se non ci sarà riforma importante questa figura non mi sembra indispensabile.


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