nebraska Inviato 25 Ottobre 2022 Inviato 25 Ottobre 2022 Hilary Mantel -Lo specchio e la luce Finale della trilogia storica sulla vita di Thomas Cromwell, il potente "ministro" di Enrico VIII Forse meno riuscito dei primi due ma Follett darebbe la sua fortuna per scrivere così..
8Franz Inviato 5 Novembre 2022 Inviato 5 Novembre 2022 Tralasciando il giudizio personale che ognuno potrà dare sul personaggio oggetto di questa biografia resta il piacere di una scrittura asciutta, pungente, coinvolgente e mai banale. Carrère sceglie ogni parola con cura, senza sprecare inchiostro ,e fa sì che il lettore continui a seguire le vicende del protagonista per quanto assurde, grottesche, inverosimili o deplorevoli esse siano. 1
argonath07 Inviato 22 Novembre 2022 Inviato 22 Novembre 2022 Finito The Sandman atto III Bellissimo! La canzone che Orfeo dedica ad Euridice davanti ad Ade e Persefone da sola vale l'ascolto dell'audiolibro.
Questo è un messaggio popolare. Partizan Inviato 23 Novembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 23 Novembre 2022 La vita davanti a sé di Emile Ajar (Romain Gary) traduzione di Giovanni Bogliolo , Neri Pozza, 2014. Ho letto questo bellissimo romanzo senza avere la consapevolezza che era stato scritto da Romain Gary, della cui vicenda umana avevo letto in passato ed anche recentemente Fahreneit (su Radio 3) ne aveva fatto un bel servizio, ma di cui non avevo letto nulla. Tra l’altro questo romanzo è stato pubblicato sotto lo pseudonimo di Emile Ajar, e solo dopo la morte dell’autore, per suicidio, si scoprì il vero autore. Acquistato su segnalazione di un amico, il libro arrivatomi con la fascetta esterna rossa (copriva titolo ed autore) che indicava che questa opera era stata di ispirazione al film di Netflix, quasi mi faceva abbandonare la lettura. Inizialmente, pur avvertendo la scrittura poderosa ho avuto difficoltà ad entrare in sintonia col romanzo, lo interrompevo spesso, lo trovavo ridondante, ripetitivo… “non mi ricordo se vi ho già detto questo”, ed era la terza volta che lo diceva. Personalmente preferisco una scrittura asciutta, che con poco, un dettaglio descrive molto, una scrittura nervosa, con cui “entro in coppia” più velocemente. Ma una vicenda come questa, che racconta gli ultimi degli ultimi, attraverso quello che vede e soprattutto sente un ragazzino dalle origini molto confuse, e che grazie al quartiere di Belville, alla composizione sociale dello stesso che comprende arabi (come lui), ma ebrei, senegalesi, maliani, camerunensi, gente che vive onestamente, altri al limite della legge, altri totalmente fuori, tutti con un loro background geografico-storico, col loro vissuto, i loro sogni, lui è una sintesi di tutte queste etnie, è algerino, ma parla lo Yiddish, gliel’ha insegnato madame Rosa, comprende e giustifica le attitudini delle varie etnie, non può essere narrata con un linguaggio scarno, semplice, sicuramente ha bisogno di questa ridondanza, di queste oscillazioni narrative, ma quanta umanità sgorga da questo testo, che non giudica, ma cerca di capire gli altri, tutti gli altri… Attraverso gli occhi di un ragazzino, Momò, viene narrato il mondo ed i personaggi che lo circondano. Tutto ruota attorno all’abitazione di Madame Rosa, una ex prostituta che gestisce un convitto, nel suo appartamento al 6° piano senza ascensore, di figli di prostitute che devono letteralmente nascondere i loro pargoli, per evitare che i Servizi Sociali li sottraggano a loro e li affidino in adozione, per poi poterseli riprendere una volta smessa la professione. Questa signora Rosa, ebrea di origine polacche, è stata deportata ad Auschwitz e tutte le sue paure ed ansie ruotano attorno a questa terribile esperienza; è interessata ai soldi, che le madri versano mensilmente, per poter sopravvivere, è inflessibile, ma in realtà ha un cuore d’oro, come moltissime persone che abitano il suo palazzo ed il quartiere. Ha sessantasette anni, è sfatta, deforme, pesa oltre 90 chili, vuole bene a tutti i bambini, ma ha un rapporto speciale con Momo’, e lui pure: per entrambi l’altro è “l’unica cosa che hanno al mondo”. Stop! Non vi racconto altro, leggetelo! 3
nebraska Inviato 26 Novembre 2022 Inviato 26 Novembre 2022 Finestra sul nulla di Emil M. Cioran " Uno spirito spezzato dall'amarezza non può trovare rimedio più dolce dell'intervallo musicale che va dal rinascimento alle porcherie sonore degli ultimi due secoli. Nei rpimi italiani, così come in Bach e nei suoi contemporanei c'è un accento lamentevole che eleva la respirazione a una soglia immateriale, oltre le rovine della sensibilità. "
Partizan Inviato 28 Novembre 2022 Inviato 28 Novembre 2022 Il labirinto delle nebbie di Matteo Cavezzali, Mondadori, 2022. Dopo aver sentito l’intervista a Fahreneit (Radio 3) del giovane Cavezzali, autore ravennate, ho subito acquistato il volume e con un po’ di esitazione ho iniziato a leggerlo; avevo il timore che, come quasi sempre mi succede con la letteratura contemporanea, non mi prendesse, non rilevassi nel testo grandi qualità. Sono felice di essere stato smentito. Un romanzo tra terra e acqua, circondate nelle nebbie, nel paesaggio straordinario del delta del Po nella parte romagnola, sorge il paese immaginario di Afunde (che affonda), dove l’acqua e l’umidità la fanno da padrone, e progressivamente tutto sprofonda. La premessa del romanzo è una insurrezione anarchica degli abitanti di Afunde nel primo decennio dello scorso secolo, convinti che l’insurrezione sarebbe dilagata in tutta Italia, occupano il municipio, ma poi dovranno accorgersi che l’insurrezione l’hanno fatto solo loro. Il potere, lo stato centrale, non punisce immediatamente questi miserabili straccioni, ma con perfidia, scoppiata la prima guerra mondiale manderà tutti i maschi di Afunde al fronte, in prima linea perpetua: moriranno tutti. Da questo la particolarità della composizione sociale del villaggio, sono solo donne, quindi dovranno imparare a fare anche i lavori degli uomini, riparare la ruota di un carro, scannare un maiale, trasportare grossi pesi, di fatto vige un matriarcato perfetto. La morfologia del territorio non consente frequenti contatti, ma tutto prosegue tranquillo con il disbrigo delle normali attività, permeate dalla magia del paesaggio rarefatto dalla nebbia e da pratiche tribali-mistiche tramandate da padre in figlio, e che arrivano fino dagli etruschi. L’incanto dei posti, sospesi tra acqua e cielo, fanno da contraltare alla durissima vita di miseria che conducono le abitanti, ma tutto scorre in modo naturale, secondo il ritmo delle stagioni, delle condizioni meteorologiche, fintanto che durante la messa celebrata dall’unico uomo, don Tellarini, per commemorare dopo quattro mesi dalla fine della guerra, i quarantadue morti sul fronte, un rito con un unica bara e nessun cadavere. Durante la cerimonia di posa della bara nella fossa si sente un grido da lontano. Escono e trovano il corpo di una ragazza quindicenne in una pozza di melma e sangue e con uno strano simbolo sul suo corpo, l’uroboro, un serpente che si mangia la coda. Il caso è misterioso e da Bologna, alla fine dell’estate del 1919, viene comandato sul posto un giovane ispettore, tale Bruno Fosco, fresco reduce marchiato dalla crudeltà della guerra e con una recente tragedia famigliare. La sua determinazione a risolvere il caso è in contrasto perfino col paesaggio sospeso nella leggerezza della nebbia che tutto attenua, ed infatti troverà un muro tra lui e le donne del piccolo agglomerato di case sbilenche. Ha difficoltà a decifrare le sincerità delle deposizioni, avrà incubi notturni, ma non demorderà. Tutto cambia per una nuova improvvisa sparizione, da romanzo giallo passa ad essere romanzo d’azione, con un ritmo serrato nella scrittura e nella ricerca, nonostante l’acquitrino in cui si trovano ad operare. Sospeso in questa dimensione fantastica, gli avvenimenti spesso sfociano nell’onirico, creando meraviglia, stupore nel lettore, dove le descrizioni del paesaggio, delle luci hanno preciso significato e raccontano del territorio e delle misere persone che lo abitano. Questa sospensione, indefinitezza tra terra-acqua-cielo è la cifra fantastica di questo romanzo, che fa del particolare territorio un coprotagonista del romanzo stesso, con il lento ritmo naturale del tempo che vi scorre è qualcosa che turba, come la capacità di adattamento delle persone ad ogni situazione, anche la più dura. Assolutamente da leggere. 2
Messaggi raccomandati
Crea un account o accedi per lasciare un commento
Devi essere un membro per lasciare un commento
Crea un account
Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Sei già registrato? Accedi qui.
Accedi Ora