giaga Inviato 27 Gennaio 2023 Inviato 27 Gennaio 2023 Scorrevole, veloce da leggere e con considerazioni interessanti
nebraska Inviato 27 Gennaio 2023 Inviato 27 Gennaio 2023 @ferdydurke un autore che merita, anche se la versione ampliata è eccessivamente lunga..
Questo è un messaggio popolare. raf_04 Inviato 19 Febbraio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 19 Febbraio 2023 Bellissimo, inquietante, magistrale: 3
Kouros Inviato 19 Febbraio 2023 Inviato 19 Febbraio 2023 Libro essenziale visto che si parla dell'unica cosa certa che ci capiterà , ben scritto e con citazioni tratte da testi di tutte le tradizioni religiose e spirituali. Se esiste o non esiste qualcosa lo scopriremo tutti morendo . ALBERT EINSTEIN: "L’anima e il corpo non sono due cose diverse, ma solo due modi diversi di percepire la stessa cosa. In modo analogo, la fisica e la psicologia rappresentano solo due tentativi diversi di unificare le nostre esperienze mediante il pensiero sistematico." Posto anche due commenti trovati su Amazon con i quali sono completamente d'accordo: 5,0 su 5 stelle Da leggere Recensito in Italia il 30 marzo 2021 Acquisto verificato Se vi fosse la possibilità di leggere un solo libro nella vita, dovrebbe essere questo 5,0 su 5 stelle Vita e Morte due facce della stessa medaglia Recensito in Italia il 17 settembre 2021 Acquisto verificato In un mondo dove si fa finta che la morte non esiste in questo libro ti si fa capire che NESSUNO le può sfuggire e magari potrai anche apprezzare la cosa dopo aver letto questo libro. 2 persone l'hanno trovato utile
Questo è un messaggio popolare. Partizan Inviato 21 Febbraio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 21 Febbraio 2023 WORKS di Vitaliano Trevisan Stile Libero - Einaudi editore Ho iniziato la lettura di questa poderosa opera infastidito dalla mole del tomo, quasi 700 pagine che mi facevano pensare, dato anche l’essere veneto dell’autore, a prolissità e pedanteria. Niente di più lontano dalla realtà, non ricordo testi così diretti e senza filtri! Vitaliano Trevisan raccontando senza alcun abbellimento e pudore la sua vita (lavorativa) descrive, probabilmente con la durezza con cui mai era stata fatta prima, un territorio, la metropoli nordest, fatta di bellissime quanto ipocrite città, sperduti villaggi agricoli-industriali, condito con un capitale criminale ed un mare di ipocrisia, sottomissione ed ignoranza e soprattutto la generalizzata adorazione del “dio schei”. Personalità border line, l’autore nasce in un villaggio a pochi chilometri a nord di Vicenza, in una famiglia di pochi affetti, con un padre celerino, madre frustrata dal non aver potuto continuare a fare l’operaia per allevare i figli, ed una sorella che si farà sempre i fatti suoi, incurante di calpestare i diritti del fratello. L’incipit è la sua difficoltà a giocare alla pari con gli altri ragazzini perchè non ha una sua bicicletta, ha ereditato quella di sua sorella più grande, ovviamente senza canna, e per lui è un grande sfregio alla sua mascolinità, e senza cambio, e quello davvero è un limite su questi percorsi collinari, che gli impedisce di stare al passo degli altri in salita. Poco interessato alla scuola, ha risultati molto mediocri, tranne che in italiano, e non capendo nemmeno lui come fosse stato possibile a non essere mai stato bocciato e neanche rimandato, riesce a diplomarsi geometra, pur non avendo nessuna intenzione di accedere a questa professione; si iscrive alla università che frequenta solo per qualche mese, dedito allo spaccio (principalmente di acidi e funghetti di cui va ripetutamente a rifornirsi in Olanda) ed a piccoli furti che giustifica con la necessità di finanziarsi le piccole spese che la sua famiglia non era in grado di garantirgli. Bene inquadrato il periodo storico, gli anni settanta, il politico, gli anni di piombo, e l’irruenza della penetrazione degli stupefacenti, ero in primis, a placare i bollori giovanili, a stordirli ed ucciderli, facilitata dalla vicinanza delle caserme delle truppe di occupazione americane, grandi consumatori di sostanze e di alcool. Inizia a lavorare tra la fine dei ’70 e gli inizi degli edonistici ’80 come manovale ed operaio in cantieri edili, senza mai esser “messo in regola” con nessuna protezione e rispetto delle disposizioni di sicurezza di cui la nostra legislatura (totalmente disattesa) abbondava. Nessuna sicurezza di uscire vivo dal cantiere-fabbrica e nessuna sicurezza, od un minimo di tranquillità del domani, e questo in una delle aree più ricche del paese, dove vige una totale e protetta illegalità da parte dell’infame potere democristiano, fatto proprio e condiviso dai suoi sudditi. Poi il nostro Trevisan inizia a lavorare, sempre in nero, per studi di architettura ed attività e negozi di arredamento, venendo a contatto con personalità molto forti, gente intelligente quanto scaltra e senza scrupoli, che lo fanno crescere culturalmente e come esperienza di vita. Curiosi questi personaggi altolocati, che sanno fiutare l’aria del cambiamento un attimo prima degli altri, che non sono si fanno problemi ad appoggiarsi e farsi coprire, nelle loro malefatte, dai potenti politici locali, ricordiamoci che Mariano Rumori, il più potente democristiano del Veneto era vicentino, che danno copertura a tutte le avventure, più o meno criminali, degli industriali dell’epoca. Trevisan non lo dice, ma ve lo dico io: l’area industriale del vicentino presentava la più grande “diversificazione produttiva” al mondo! Il Giappone gli faceva un baffo… Per non parlare del mercato dell’oro a cui Trevisan viene a contatto sposando, come l’università durerà solo qualche mese, la figlia di un artigiano orafo; un mercato (enorme) fantasma, dove le attività (più di 1.500 artigiani-produttori) erano gestite quasi totalmente al di fuori della legge: nessuna fattura, trasporti e sicurezza gestiti clandestinamente in proprio con grande utilizzo di armi da fuoco. Anche qua Medellin gli faceva un baffo… Vitaliano Trevisan continuava a mollare lavori, a trovarne subito degli altri (“in quanto bianco e soprattutto veneto”), con la consapevolezza-certezza che avrebbe fatto lo scrittore, anzi si sentiva già uno scrittore, uno scrittore che non scriveva. In funzione della futura attività intellettuale, decide di abbandonare i lavori di concetto impiegatizi, che gli avrebbero assorbito troppo la mente e decide di tornare a fare lavori manuali . Il lavoro che gli piacerà di più sarà quello di lattoniere, per una piccola azienda di tre soci, ovviamente assunto in nero, sospeso per oltre dieci ore al giorno ad una decina di metri, sopra una putrella larga 20 centimetri, ovviamente senza nessuna sicurezza e nessun rispetto delle normative nazionali. Curioso come in perfetto “stile pratico vicentino” abbia sempre continuato a spacciare fumo ed acidi parallelamente alle sue attività lavorative, per finanziarsi il suo consumo personale. Alla soglia dei cinquant’anni provato dalle fatiche fisiche dei vari lavori, della difficoltà di relazionarsi ai compagni di lavoro, dà un’altra virata alla sua vita e per un anno fa il portiere di notte in un hotel fuori Vicenza: nuovi incontri, umanità varia; nel frattempo ha già pubblicato un paio di volumi, sul finire dall’anno vince un concorso letterario a Sant’Arcangelo di Romagna; va a ritirare il premio, legge qualcosa ed impressiona il giovane regista Garrone, che pure aveva ricevuto un premio. Subito Garrone gli propone di partecipare alla sceneggiatura del suo prossimo film e perché non partecipare anche come attore? Trevisan accetterà entrambe le cose. L’epilogo è una riflessione sulla sua vita, le esperienze e soprattutto sul territorio, dove queste sono calate, il famigerato nordest. Lucidità, spietatezza dell’analisi su questo territorio, che mi ha coinvolto particolarmente in quanto ho trascorso la mia vita a qualche decina di chilometri da quei luoghi, e come uomo di industria, che in questo mondo vi ha speso una vita, combattuto tra i falsi valori e le non alternative che vedevo possibili. ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE PER UN VENETO, MOLTO CONSIGLIATO PER IL RESTO DEL MONDO. 4
Partizan Inviato 22 Febbraio 2023 Inviato 22 Febbraio 2023 @raf_04 A sangue freddo, un capolavoro assoluto! Ciao Evandro 1
raf_04 Inviato 22 Febbraio 2023 Inviato 22 Febbraio 2023 1 ora fa, Partizan ha scritto: A sangue freddo, un capolavoro assoluto! d'accordo al 100%, Negli ultimi tempi ho letto alcuni best-seller recenti che non mi hanno lasciato assolutamente nulla (ad esempio Il Caso Alaska Sanders). Ad avercene di capolavori come il libro di Capote!
analogico_09 Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 Il 19/2/2023 at 15:30, raf_04 ha scritto: Bellissimo, inquietante, magistrale: Guarda anche il film omonimo se non lo avessi visto. 1
raf_04 Inviato 6 Marzo 2023 Inviato 6 Marzo 2023 9 ore fa, analogico_09 ha scritto: Guarda anche il film omonimo Sai che non sapevo neanche avessero fatto il film? Provvederò, grazie!
8Franz Inviato 25 Marzo 2023 Inviato 25 Marzo 2023 Trovato a un mercatino a 1 euro. Catalogo di una vecchia mostra alla Tate, ma per me, appassionato soprattutto delle opere dei Preraffaelliti, molto interessante.
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