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Inviato

Appena iniziato (10%), ma sembrerebbe molto interessante Promette bene :classic_smile:

 

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Inviato

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Dopo Works sono passato a questo testo la cui lettura non mi ha certamente entusiasmato come il precedente.

Le tematiche sono le stesse: la famiglia di origine opprimente e castrante, la difficoltà a relazionarsi col prossimo, ma nonostante molte ripetizioni o cose simili nel testo, ogni tanto c'è uno squarcio di verità... e scusate se è poco!

Ciao.

Evandro

 

  • Melius 1
Inviato

Sono appassionato lettore di Ian McEwan, ma questo suo ultimo libro ma ha un po’ deluso, la scrittura è come sempre bella, ma la storia lascia piuttosto a desiderare, oltre 500 pagine per narrare una vita per altro piuttosto banale e insignificante e come le vicende politiche dal mondo intero e dell'Inghilterra influiscono sulle vita di tutti i giorni del protagonista. Il tutto piuttosto ripetitivo, improbabile e a volte noioso. Il finale è un po’ tirato via, ma in realtà non c’è nessun finale.

Chi di voi l'ha letto che ne pensa?

(il mio preferito di McEwan è Espiazione…)

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Inviato

Fascismo eterno di Umberto Eco

 

Breve saggio di piacevole lettura che nasce da una conferenza tenuta negli USA negli anni '90. E' facilmente reperibile in rete in una versione di sole 8 pagine ma è in commercio come libriccino di 50 pagine, presumo integrato con commenti ecc.

Da par suo Eco enumera, contandone esattamente 14, gli elementi sostanziali che caratterizzano la visione "fascista" del mondo consentendo di identificare come tale qualsiasi costruzione ideologica passata, presente e futura, ben oltre l' esperienza storica dei fascismi "compiuti" come quello italiano, spagnolo ecc.

E' evidente che l'attenzione dell' autore si focalizza sullo smascherare come "fascista" qualsiasi movimento che ne contenga gli elementi sostanziali e che pretenda di etichettarsi diversamente, ma l' analisi prodotta è anche un punto di chiarezza, a mio avviso, atto a contenere la protervia di coloro che, presi dalla passione politica, tendano ad etichettare come "fascista" chiunque non la pensi come loro. 
Il fascismo è una cosa seria, vederlo dovunque depotenzia l' efficacia della necessaria lotta per avversarlo.

  • Melius 1
Inviato

image.png.8dbc905ab6bc8b5dfd39f29ba424b275.pngTempo fa ho svuotato una libreria per restaurarla e poi ho messo le mani anche nelle altre: ho trovato tanta roba che non volevo più conservare e adesso sta sulla baia ma pure gioielli dimenticati come questo. Comprato nel '71 non lo ricordavo e lo sto rileggendo; com'è scritto bene, quant'è bello.

Inviato

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Io sono un gatto di Natsume Soseki Neri Pozza, 2009.

Romanzo inizio ‘900 che segna l’inizio della letteratura moderna in Giappone.
La vita quotidiana, gli incontri di un gruppo di amici, di età diverse, viste attraverso gli occhi di un giovane gatto che vive a casa di un insegnante di inglese brontolone, con moglie e due figlie piccole.
Il confronto tra il passato e la modernità, le aspirazioni, i complicati rapporti personali vengono argutamente disquisiti.
A tratti un po’ noioso, risulta comunque una lettura interessante.



Ciao.

Evandro

 

 

  • Melius 1
Inviato

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per ora (sono circa a metà) non mi convince: molto adolescenziale, con una scrittura un po' piatta.

sono anche un po' spiazzato da certi dialoghi o atteggiamenti dei personaggi, che ricordano molto quelli dei personaggi anime (mia figlia è appassionata e spesso li vedo con lei). forse davvero i giapponesi parlano in quel modo strano e hanno quelle reazioni, per noi innaturali.

Inviato

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Nero d’inferno di Matteo Cavezzali   Mondadori, 2019

 

Mario Buda l’emigrato anarchico romagnolo, come Cavezzali, che il 16 settembre 1920 fece saltare Wall Street, esplodere letteralmente con 43 morti e 143 feriti, (la prima autobomba della storia) è il protagonista di questo volume che racconta la miserabile vita, le lotte, la necessità di riscatto degli emigranti italiani negli Stati Uniti.

Il razzismo della società nordamericana si manifesta a tutti i livelli, istituzioni in primis, ritenendo gli italiani addirittura “dei non appartenenti alla razza bianca”, dei meticci a metà strada con i negri…

 

Il racconto si svolge analizzando il “vissuto” del protagonista ed attraverso i vari contatti, relazioni, amori che ebbe in loco.

Dal suo sbarco a Ellis Island nel 1907 Mario Buda (Mike Boda in americano perché in inglese non c’è l’equivalente di Mario e Boda perché non sano pronunciare Buda) dimostra da subito un carattere insofferente e si mette subito in contatto con i gruppi anarchici; è disponibile alla lotta più intransigente, è coraggioso e sprezzante del pericolo.

In quegli anni, che coincidono con quelli del proibizionismo e del gangsterismo in grande scala, sono ripetuti e continui gli attentati, le imboscate mortali ad opera degli anarchici italiani negli Stati Uniti, la polizia sa i loro nomi, ma molto poco di loro, in primis non comprendendo la lingua, e soprattutto sono irraggiungibili nei loro nascondigli protetti dalla miserabile comunità italiana.

Sono gli anni delle vicende di Sacco e Vanzetti che turbarono la comunità mondiale per la pretestuosità delle accuse della magistratura americana, che pure era consapevole che i due anarchici italiani erano estranei ai fatti incriminati, ma doveva assolutamente “dare una lezione”, falcidiare, sconfiggere il movimento antagonista italiano.

Una lettura interessante, che racconta, ci fa ricordare la lunga strada dell’emancipazione, da raggiungere attraverso la lotta, esponendosi in prima persona.

Ciao.
Evandro
 

  • Thanks 1
Inviato

ultimato 'Heaven' (che alla fine ho apprezzato globalmente più che all'inizio, pur senza entusiasmarmi), sabato ho letto 'Scherzetto' del mio amato Starnone.

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che dire ? alla fin fine le tematiche di base di Starnone sono sempre quelle, declinate in modi leggermente diversi: la cultura come via di emancipazione da una realtà più bassa, spesso (forse sempre) legata a una Napoli popolare e un po' rozza, se non violenta, che tuttavia resta sempre dentro di noi e che, in momenti di crisi, riemerge in squarci involontari, spesso (di nuovo: se non sempre) manifestata dal ritorno all'uso del dialetto -e nello specifico di un dialetto sguaiato- in luogo dell'Italiano. questa fra dialetto e Italiano è una contrapposizione costante nei libri di Starnone come in quelli del suo presunto alter-ego Ferrante.

se il libro è stato scritto nella tarda età, allora il protagonista si confronta col bilancio della propria vita, a volte soilecitato dalla malattia o dall'indebolirsi del fisico che porta alla consapevolezza della propria fragilità e finitudine.

con tutto ciò, che può suonare come una critica negativa ma non vuole esserlo, amo sempre e comunque lo stile di Starnone, è un piacere per il lettore, o almeno per questo lettore; e di là dallo stile c'è evidentemente un modo comune di percepire, per cui le sue descrizioni di fatti cose persone mi aderiscono in modo particolare. insomma: come al solito, è stato un piacere.

consigliatissimo.

non c'è bisogno di dire che un napoletano, o chi conosca bene Napoli, apprezzerà ancor più il romanzo: Starnone dipana percorsi nella propria città citando vie e quartieri, delineando con tratti brevi ma di immediata efficacia angoli della città che per me sono (quasi) solo nomi e scrittura, ma che altri, sono certo, riconosceranno facilmente.

 

Inviato

Ieri sera ho finito Deep River di Karl Marlantes (bellissimo), ora inizio il nuovo Don Winslow (Città di sogni)

Inviato

Iniziato da poco.

A contrario dei libri precedenti di Dorn, al momento, nonostante il titolo,lo trovo molto tranquillo.

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Inviato

sono passato a questo

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per ora (sono circa a 1/3 del libro) mi ricorda una sorta di Scott Fitzgerald più moderno e meno amaro.

  • 2 settimane dopo...

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