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Il programma di Salvini


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Inviato

Il programma della lega sull’energia:

Price cap sul Gas e Disaccoppiamento.

 

 

Inviato

@Roberto M scusa Roberto ma nel link al Post è indicato che quella del disaccoppiamento di cui parla Giorgetti, che hanno fatto anche altri esponenti di diversi schieramenti, è esattamente la proposta europea fatta della Van der Layen.

Inviato
11 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

ma nel link al Post è indicato che quella del disaccoppiamento di cui parla Giorgetti, che hanno fatto anche altri esponenti di diversi schieramenti, è esattamente la proposta europea fatta della Van der Layen

Certamente.

Significa che la proposta della Lega e’ in linea con quella della Van der Layen (ma non di tutta l’Europa, l’olanda si oppone).

So che anche il terzo polo di Calenda-Renzi e’ sulla stessa linea.

Cosa dicono Conte, il PD e Fratoianni sulla proposta di Disaccoppiamento ?

Inviato
5 minuti fa, Roberto M ha scritto:

ma non di tutta l’Europa, l’olanda si oppone).

So che anche il terzo polo di Calenda-Renzi e’ sulla stessa linea.

Vere entrambe le affermazioni, l’Olanda si oppone perché gestisce attualmente la borsa del mercato del gas.

Inviato
2 ore fa, maurodg65 ha scritto:

l’Olanda si oppone perché gestisce attualmente la borsa del mercato del gas.

Vero, ma è anche il gioco delle parti.

Germania fa il poliziotto buono

Olanda fa quello cattivo ( dietro ordine della Germania)

Inviato
14 ore fa, Roberto M ha scritto:

Ecco in pratica cosa significa “disaccoppiamento

FbgEOBPWYAAjgRx?format=jpg&name=900x900

  • Haha 1
Inviato
21 ore fa, vizegraf ha scritto:

Vero, ma è anche il gioco delle parti.

Germania fa il poliziotto buono

Olanda fa quello cattivo ( dietro ordine della Germania)

Ma nello specifico a che pro? 

Inviato

Questo oramai riesce ad essere patetico qualsiasi cosa faccia, ora è su Tik Tok e racconta barzellette, incredibile:

 

 

 

Inviato
30 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Ma nello specifico a che pro? 

È la mistica del nemico alle porte.

Inviato

@maurodg65 stai a guardà il capello... all'elettore interessa il fatto che bloccherà l'immigrazione che è il vero problema italiano. così alla fine (voce di Minoli) il PIL s'impennaaaaa

Inviato

Non sapevo dove postarlo ma lo metto qui visto che parlando di Nucleare sono la Lega e la coalizione di Calenda e Renzi ad averlo nel programma:


https://www.pagellapolitica.it/articoli/promessa-nucleare-italia-elezioni-2022

I fatti dietro la promessa: il ritorno del nucleare in Italia

30 ago 22

Wikimedia

Come abbiamo visto, tra il 1964 e il 1990 in Italia sono state in funzione quattro centrali nucleari. Il picco nella produzione è stato raggiunto nel 1986, quando il nostro Paese arrivò a generare quasi 9 terawattora di energia nucleare (un valore comunque notevolmente inferiore rispetto ai livelli raggiunti da Regno Unito, Germania, Francia e Stati Uniti nello stesso periodo, rispettivamente di 59, 130, 254, 436 TWh).

Nel 1987, in seguito anche al disastro di Chernobyl dell’anno precedente,  il partito dei Radicali organizzò tre referendum abrogativi sul tema. Questi non vietavano di fatto la possibilità di investire nel settore o di costruire nuove centrali, ma rendevano il processo molto più complicato. I quesiti, approvati a larghissima maggioranza – tutti ottennero tra il 70 per cento e l’80 per cento di consensi, con ampio superamento del quorum – portarono nel giro di pochi anni allo stop di tutti gli impianti, che da quel momento non furono mai più riattivati. 

Un tentativo in questa direzione fu portato avanti dal quarto governo Berlusconi che, con un decreto-legge del giugno 2008, aveva avviato la preparazione di una “Strategia energetica nazionale” che, tra le altre cose, prevedeva la «realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare». In seguito erano state approvate altre norme per cercare di concretizzare questo obiettivo, tanto che a settembre dello stesso anno Berlusconi annunciò che il suo governo si stava preparando alla presentazione di un Piano energetico nazionale (Pen) che avrebbe previsto, tra le altre cose, il ritorno alla produzione di energia nucleare in Italia. 

All’epoca i provvedimenti spinsero il partito Italia dei Valori a promuovereun’iniziativa referendaria, poi guidatadal comitato “Vota Sì per fermare il nucleare”, per abrogare le nuove norme e fermare il ritorno dell’energia nucleare nel nostro Paese. Pochi giorni prima del referendum, il 26 maggio 2011 – circa due mesi dopo il disastroso incidente nucleare di Fukushima, in Giappone – il governo Berlusconi decise di fare una sorta di marcia indietro, sospendendol’avanzamento dei progetti sul nucleare.

Il referendum italiano si è comunque tenuto il 12-13 giugno 2011, con un quesito modificato dalla Corte di Cassazione e adattato al nuovo quadro normativo. Il fronte del “Sì”, favorevole all’eliminazione del nucleare, vinse con il 94 per cento dei voti e l’affluenza del 57 permise di raggiungere il quorum e validare così i risultati.

Da quel momento in avanti i piani per un possibile ritorno all’energia nucleare si sono raffreddati per diversi anni e nelle ultime due legislature sono state presentate poche proposte di legge riferite in modo specifico all’energia nucleare, per di più tutte generalmente contrarie.

I principali problemi di un potenziale ritorno all’uso dell’energia nucleare in Italia consistono in due fattori: i costi degli impianti e le tempistiche di costruzione. 

Per quanto riguarda le tempistiche, come abbiamo visto, gli esperti si aspettano che il nucleare di quarta generazione sia pronto per l’uso civile su larga scala non prima del 2030. Questo significa che se l’Italia decidesse di costruire nuovi reattori nel breve termine, questi sarebbero probabilmente di terza generazione, o nel caso migliore di generazione III+. 

In generale, la costruzione di un’infrastruttura tanto complessa come una centrale nucleare può richiedere diversi anni. «Le centrali nucleari convenzionali sono molto grandi e richiedono grossi capitali, lunghi tempi di esecuzione e lavori di costruzione complessi», si legge nel report dell’Iea dello scorso giugno, secondo cui i tempi di costruzione per i reattori oggi attivi in tutto il mondo sono stati in media di sette anni, con oscillazioni rilevanti: 15 reattori hanno richiesto più di 15 anni, e altri 152 meno di cinque anni. Al momento, un ipotetico ritorno al nucleare non sarebbe sufficiente per risolvere in tempi brevi i problemi dell’inflazione, del rincaro dei prezzi delle bollette o della dipendenza energetica che ci lega alla Russia. 

Inoltre, il World Nuclear Industry Status Report, un importante report indipendente che ogni anno fa il punto sullo stato dell’industria nucleare nel mondo, sottolinea in ogni sua edizione (qui ad esempio in quella del 2021) che la costruzione degli impianti va incontro molto spesso a lunghi ritardi, talvolta decennali, e a grandi aumenti dei costi rispetto ai preventivi iniziali. In Francia, per esempio, la costruzione della centrale di Flamanville è iniziatanel 2007 e avrebbe dovuto concludersi entro il 2012, per un costo stimato di 3,3 miliardi di euro. Oggi si prevede che la centrale sarà attiva non prima del 2023, e il costo è salito a 12,7 miliardi di euro, quasi quattro volte la cifra iniziale.

Proprio i costi, particolarmente alti, rappresentano un altro importante ostacolo spesso citato dagli oppositori del nucleare. Come spiegato a Pagella Politica da Forgione, infatti, la costruzione di una nuova centrale richiede investimenti iniziali molto significativi, mentre i costi di gestione e di rifornimento sono ridotti se confrontati, per esempio, con quelli di una centrale a gas. «A causa della loro portata e complessità, storicamente i progetti nucleari hanno fatto affidamente su qualche forma di sussidio statale, o di monopolio regolamentato, per garantire profitti e ridurre i rischi per gli investitori», afferma il rapporto dell’Iea.

Inviato
57 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Ma nello specifico a che pro? 

Nel caso specifico non saprei rispondere, ma da alcuni anni e su diverse richieste, a me pare che la Germania si mostri possibilista anche se svantaggiata, ma puntualmente arriva l'opposizione dell'Olanda.

Inviato

@vizegraf ok, anche nel caso specifico le critiche europee all’Olanda sono legate alle quotazioni del gas che sembrano gonfiate proprio a causa loro ed i tedeschi sul prezzo del gas sono messi pure peggio di noi perché più dipendenti dalla Russia, quindi opporsi a qualsiasi iniziativa legata a porre un freno al rialzo dei prezzi dell’energia diventa un po’ come tagliarselo per far dispetto alla moglie.

Inviato
3 ore fa, maurodg65 ha scritto:

a che pro

che pro vuoi che sia, ma la pace nel mondo è ovvio

2 ore fa, vizegraf ha scritto:

pare che la Germania si mostri possibilista anche se svantaggiata

è un pantomima, sono sempre i soldi, l' olanda ci fa la cresta e fa anche da "paradiso fiscale " per le imprese tedesche. sono solo convenienze reciproche.

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