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Monteprato, festa degli uomini 2022


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non ho ancora capito se questa storia sia vera (per me ha dell'incredibile) o se sia una bufala costruita bene -alla Bugliano, appunto.

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da quelle parti può perfino essere vera

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2 minuti fa, daniele_g ha scritto:

non ho ancora capito se questa storia sia vera (per me ha dell'incredibile) o se sia una bufala costruita bene -alla Bugliano, appunto.


https://www.telefriuli.it/cronaca/friuli-petizione-contro-gara-magiatrici-banane-monteprato/2/232517/art/

 

 

Scandalo in Friuli. Petizione contro la 'Gara di Mangiatrici di banane'

Chiesto l'annullamento dell'iniziativa che si terrà a Monteprato di Nimis in occasione della Festa degli Uomini

31 luglio 2022

Online è stata lanciata una petizione per chiedere di annullare la ''Gara di Mangiatrici di banane' in programma il 2 agosto in occasione della Festa degli uomini. La festa, dalla forte connotazione goliardica, si tiene dal 1977 a Monteprato di Nimis e negli anni non ha mai mancato di sucitare bufere mediatiche, reprimende, scandali, furti e anche qualche ritorsione.

Tra mega falli scolpiti nel legno o prodotti con il pane, riti propriziatori, ancelle, danze ancestrali e l'elezione del David piú mascolino, negli anni piú di qualcuno ha storto il naso. Adesso tocca alla gara della mangiatrice di banane, una competizione che piú di qualcuno considera di pessimo gusto e per nulla ironica. 

"Perché ciò che è festa per l’uomo, o festa dell’uomo, si traduce in una forma di oppressione, denigrazione, oggettificazione e sessualizzazione per la donna e della donna?", si domandano i proponenti della raccolta firme - "La risposta, laddove dovesse mancare, desideriamo suggerirla noi: questa gara non è altro che la diretta espressione del contesto culturale in cui è stata immaginata".

Le motivazioni:

Che nel nostro Paese pari diritti, opportunità, rispetto e dignità non siano garantiti per il genere femminile tanto quanto per quello maschile non è certamente una novità, né sembra essere considerata una priorità in cima alle agende politiche locali o nazionali. Lo conferma, tra altre cose, la decisione presa dal Senato, il 27 luglio scorso, di bocciare la proposta avanzata dalla senatrice Alessandra Maiorino di declinare anche al femminile le cariche professionali. La proposta suggeriva la necessità, così come l’urgenza, di riconoscere e tutelare la parità di genere anche nel, e attraverso il, linguaggio istituzionale. Inutile sottolineare come non si sia concretizzata in questo caso, come in infiniti altri, l’opportunità di riconoscere formalmente e sostanzialmente il fondamentale ruolo che hanno ricoperto e continuano a ricoprire le donne nello spazio pubblico all’interno del nostro Paese. 

La questione del linguaggio non è meramente un vezzo, una questione di pura forma, ma è sostanza. Come sostenuto da un numero talmente alto di professionistə e attivistə da non poterlə citare tuttə all’interno di questa lettera, il linguaggio è ciò che permette di formulare, esprimere e materializzare il pensiero. Pensiero che, a sua volta, determina non solo la comprensione del mondo, ma anche i modi di agire che si ritiene possibili, accettabili o desiderabili al suo interno. 

Così, il fatto che sia possibile immaginare di organizzare in occasione della Festa degli uomini, che si terrà il 2 agosto a Monteprato di Nimis, una “Gara di mangiatrici di banane” sconvolge e genera rabbia, certamente, ma al contempo anche non sorprende così tanto. Non sorprende, purtroppo, perché si inserisce in un contesto storico, culturale, sociale e politico in cui il ruolo delle donne continua ad essere relegato a quello di oggetto sessuale e sessualizzato, di macchina riproduttiva al servizio dello Stato che, come è reso evidente nella questione dell’aborto dalla Polonia, passando per l’Italia e fino agli Stati Uniti, continua ad interferire con il sacrosanto diritto delle donne di decidere di come disporre del proprio corpo e, quindi, della propria vita. 

L’esistenza e il corpo delle donne continuano ad essere sotto attacco, non solo in quanto oggetti sessuali il cui grado di desiderabilità sembra determinarne il valore, ma anche come soggetti a una violenza continua, strutturale e pervasiva che solamente in parte è visibile o misurabile. Ad oggi, da inizio anno, il numero delle donne morte di femminicidio è trentasette; due in più rispetto ad un anno fa nello stesso periodo. I centri antiviolenza e le associazioni contro la violenza sulle donne hanno le mani, le stanze, le agende piene, mentre le casse sempre più vuote perché vengono progressivamente meno i fondi che permettono la loro esistenza e fondamentale lavoro. Questa è, di fatto, solo la punta dell’iceberg di una cultura violenta e sessista alla quale spesso ci si riferisce come “cultura dello stupro”. Banalmente, una cultura in cui se sei donna e vieni stuprata, non vieni creduta. O se anche vieni creduta, comunque te la sei cercata. Una cultura in cui la violenza non è solo normalizzata, ma spesso anche banalizzata e ridicolizzata, come nel caso dell’iniziativa proposta in occasione della Festa degli uomini a Monteprato di Nimis. 

La questione della “Gara di mangiatrici di banane”, infatti, non è l’ennesima trovata goliardica, simpatica, innocua il cui unico obiettivo è riempire il programma. Il punto della questione è: perché il programma di questa festa non è stato immaginato diversamente? In altre parole, perché ciò che è festa per l’uomo, o festa dell’uomo, si traduce in una forma di oppressione, denigrazione, oggettificazione e sessualizzazione per la donna e della donna? La risposta, laddove dovesse mancare, desideriamo suggerirla noi: questa gara non è altro che la diretta espressione del contesto culturale in cui è stata immaginata. È il risultato di una cultura che sta alla radice di infinite altre forme di oppressione, diverse, certamente, ma pur sempre tra loro connesse: dalla violenza di genere e le sue molteplici manifestazioni al gender pay gap, dal recente NO del Senato all’affossamento del DDL Zan, dalla questione dell’aborto a quella del lavoro di cura e riproduttivo, ancora, purtroppo, trattato come una prerogativa della donna o addirittura una sua “naturale estensione”. 

Con questo, non si intende paragonare le varie forme di violenza per metterle sullo stesso piano, né creare una classifica al fine di stabilirne la gravità. Si intende invece evidenziare come questa “innocua” iniziativa tanto innocua alla fine non sia dal momento in cui viene resa visibile la sua connessione con altre forme di violenza di genere. Il sistema patriarcale si traduce in oppressioni interconnesse, e l’obiettivo della militanza femminista è anche e soprattutto quello di renderne visibili i collegamenti. Così, mentre per la Festa degli uomini si pensa a premiare la donna che appaga di più l’appetito maschile attraverso delle leccate al quel frutto che, per antonomasia, è stato reso simbolo del fallo maschile e, per estensione, di tutte le forme di potere fallocentrico, nella giornata internazionale della Festa delle donne vediamo invece organizzati scioperi, eventi di protesta, manifestazioni per i diritti, occupazioni di piazze e spazi pubblici, rivendicazioni più o meno radicali il cui fine è proprio quello di porre fine a quel sistema che ha reso possibile immaginare, formulare e poi programmare pubblicamente un’iniziativa denigratoria, irrispettosa e maschilista come quella della “Gara delle mangiatrici di banane”. Sicuramente, la diversità tra le iniziative proposte nelle due feste non è da ricondurre al genere di per sé (al quale guardiamo come a un costrutto sociale e certamente non come a un destino biologico), ma alla diversa esperienza che i due generi maschile e femminile compiono nel mondo, privato e pubblico, e ai diversi effetti e affetti che producono privilegio e oppressione.

Con la presente, dunque, intendiamo raccogliere la firma di tutte le persone - persone, perché la giustizia sociale è una questione che riguarda tuttə e non solamente le donne - che comprendono la tossicità di tale iniziativa e desiderano unirsi per domandare, con fermezza e convinzione, che quest’ultima venga cancellata dalla programmazione dell’evento. Se non si dovesse sapere come riempiere il buco creatosi all’interno del programma, alcunə di noi si rendono disponibili a presenziare a Monteprato di Nimis per raccontare pubblicamente come i femminismi non siano affatto una questione al femminile, quanto piuttosto una questione che riguarda la felicità, la libertà e liberazione di tuttə, uomini inclusi, come anche testimoniano le firme raccolte con questa lettera. 

 

Inviato

@maurodg65 sì, ma anche certe iniziative di Bugliano avevano suscitato reazioni del genere, sdegno on line e dai parlamentari...

(OK, confesso che non ho letto tutto ciò che hai riportato, ma mi pare si tratti di una petizione "vera", giusto ?)

Inviato

Affrettatevi che stasera oltre alla gara di mangiatrici di banane ci sarà la tradizionale erezione di Mister 2 Agosto.

Inviato

Mo vedi appena lo sapranno quelle del movimento Mee Too come cambierà l'utilizzo delle banane. 

Uomo avvisato mezzo salvato: muoversi dando le spalle al muro. 

Inviato
1 ora fa, daniele_g ha scritto:

OK, confesso che non ho letto tutto ciò che hai riportato, ma mi pare si tratti di una petizione "vera", giusto ?)

Pare anche a me di si a leggere l’articolo. 

Inviato

Temo che sia vera, la festa c'è di sicuro

 

Inviato
2 ore fa, audio2 ha scritto:

da quelle parti può perfino essere vera

Confermo, da quelle parti questo ed altro. 

Inviato

non capisco cosa ci sarebbe da indignarsi. è una festa goliardica e a me sembra divertente....come una di addio al nubilato con gli spogliarellisti uomini (oggetto)

Inviato
45 minuti fa, Revenant ha scritto:

non capisco cosa ci sarebbe da indignarsi. è una festa goliardica e a me sembra divertente...

 

Trovi divertente che donne bendate vengano messe in ginocchio a mangiare banane tenute da uomini ad altezza inguinale, con chiaro riferimento, mentre la folla applaude e sghignazza?

Devo essere io un po' all'antica.

 

 

Inviato
36 minuti fa, Revenant ha scritto:

è una festa goliardica e a me sembra divertente...

sarebbe divertente festa goliardica, ancor più divertente, se le donzelle potevano partecipare in numero pari o minore dei partecipanti masculi  

invece, solo donne, è una misera manifestazione di bassezza maschile con relative impotenze sia congenite  che acquisite

un vero sollazzo vedere il sindaco, il maresciallo, il parroco, il medico condotto, gli organizzatori tutti come avrebbero trastullato la banana

Inviato

Una roba agghiacciante concepita da menti profondamente malate

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