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Le sanzioni alla Russia di Putin


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42 minuti fa, luimas ha scritto:

in qualche maniera dobbiamo dimostrare il dissenso verso questa aggressione

A me sembrava che l'idea fosse un po' diversa, in origine.

Ricordo qualcosa del tipo "affamiamo la Russia così che non possa comprare o produrre armi e magari fomentiamo una rivolta popolare svuotando i supermercati locali, e portando l'economia russa al collasso".

Ma anche "sequestriamo i beni degli oligarchi, così ci pensano loro a far fuori Putin".

"In pochi giorni faremo cessare le ostilità".

Forse dobbiamo aspettare ancora un po'...

 

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25 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto:

A me sembrava che l'idea fosse un po' diversa, in origine.

Ricordo qualcosa del tipo "affamiamo la Russia così che non possa comprare o produrre armi e magari fomentiamo una rivolta popolare svuotando i supermercati locali, e portando l'economia russa al collasso".

Ma anche "sequestriamo i beni degli oligarchi, così ci pensano loro a far fuori Putin".

"In pochi giorni faremo cessare le ostilità".

Forse dobbiamo aspettare ancora un po'...

 

Può anche essere che sarebbe finita molto prima senza nessuna sanzione, nemmeno sul gas. 

Ma sarebbe finita con la sopraffazione unilaterale dell'Ucraina.

 

Io ero perché gli si desse il catzo di dombass a Putin ed un secondo dopo si annettesse l'Ucraina a UE e Nato, piazzandoci anche qualche divisione carri Nato sul territorio.

Ma non è successo. 

Sicché:

Avrei risparmiato qualche migliaiata di euro di energia ma non mi sarei sentito molto a mio agio con la comunità degli stati liberi se avessero permesso l'annientamento russo dell'Ucraina. Io no.

Solo il pensiero di darla vinta a sti deficienti che continuano a postare idiozie novaxofile mi basta per essere d'accordo nel sostenere l'Ucraina ad oltranza ora. #fino_alla_fine di Putin

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4 minuti fa, Jack ha scritto:

Solo il pensiero di darla vinta a sti deficienti che continuano a postare idiozie novaxofile mi basta per essere d'accordo nel sostenere l'Ucraina ad oltranza ora. #fino_alla_fine di Putin

Perfettamente d'accordo con te, e lo sai. 

Zelensky mi sta cordialmente antipatico, ma è diventato il simbolo della lotta all'invasore-invasato.

Infatti non batto ciglio sugli invii di armi all'Ucraina. Anzi, se ci sono da fare dei sacrifici economici, sono proprio questi ad essere più efficaci, secondo me.

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9 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto:

Perfettamente d'accordo con te, e lo sai. 

Zelensky mi sta cordialmente antipatico, ma è diventato il simbolo della lotta all'invasore-invasato.

Infatti non batto ciglio sugli invii di armi all'Ucraina. Anzi, se ci sono da fare dei sacrifici economici, sono proprio questi ad essere più efficaci, secondo me.

ormai è l'unica via. Ad oltranza. Io sono neutrale in fatto di simpatia per zelenski, non mi suscita nulla di che in questo senso.

Le sanzioni hanno abbastanza fallito, ma era abbastanza comprensibile a priori, si era abbondamente detto anche.

Se siamo un miliardo a sanzionare ed altri 5 a sbattersene, anzi sostituendoci come partner, le sanzioni possono fare poco.

In questo senso la grande delusione è la Cina perchè ha scelto il campo sbagliato sperando di potersi sostituire agli USA con la contrapposizione. Quando invece grande potenza ci è diventata con la collaborazione con l'Occidente. 

Grande sciagura l'avvento di Xi dopo diversi illuminati post Deng. 

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@Jack se è a me che ti riferivi, non credo proprio di dover studiare ancora riguardo alle valutazioni macro economiche.

Non c'è proprio nulla di incoerente in quei dati, e neppure è possibile pensare che essi siano propaganda.

È di fatto impossibile barare se non per qualche decimale, perché un dato falsificato in modo rilevante verrebbe immediatamente smascherato, e non esistono contestazioni di sorta ai dati pubblicati dalla Russia.

In aggiunta faccio notare che quando le cose andavano molto peggio, la negatività era stata correttamente riportata nei grafici.

 

Accuse come le tue e, se mi comsenti, inviti "a studiare" rivolti a qualcuno che non conosci andrebbero motivati, quindi siamo tutti in attesa del tuo post contenente i valori reali, nonché la motivazione della tua affermazione secondo la quale essi sarebbero "incoerenti".

Poi,se lo desideri, possiamo anche confrontare i nostri curriculum nel settore finanziario.

  • Melius 1
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@Paperinik2021 quando esiste un dubbio sulla correttezza dei dati pubblicati, immancabilmente vi è un grosso battage nella comunità internazionale degli analisti.

Questo capita non di rado.

Nel caso dei dati russi non vi è traccia di contestazione.

Inoltre, come ho già fatto notare all'alro utente, nel passato riportato nei grafici sono presenti anche situazioni molto negative.

Quei dati sono buoni, e non sono niente di diverso dai dati attesi dagli analisti.

Sono MOLTO diversi da quelli attesi dai politici, soprattutto nel primo anno di guerra, ma le opinioni dei politici non fanno testo.

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Il 7/11/2023 at 08:38, wow ha scritto:

Peraltro si dimentica che la Russia sta affrontando una guerra: tutta una serie di parametri (pil, produzione industriale etc) salgono, ma ciò non è indice di una economia fiorente e di maggiore benessere. 

Da nessuna parte ho detto che la situazione sia fiorente, anzi ho specificato che esistano anche delle ombre.

Tuttavia il quesito del thread riguarda l'efficacia delle sanzioni e non un dettagliato studio macro economico.

In questo caso la risposta non può che essere quella che ho dato: se per efficacia si intende un effetto ai fini della guerra, nessuno.

Quel gruppo di dati macro economici indica che la Russia non è in alcun modo strangolata dalle sanzioni.

 

Il perché sia così è cosa ormai nota e più volte analizzata, ma attiene più alla geopolitica che alla macro economia.

 

In definitiva le sanzioni sono state, sono e saranno ininfluenti ai fini del conflitto per il lato russo, mentre si stanno dimostrando un terribile peso per i Paesi UE.

  • Melius 2
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Il 7/11/2023 at 08:38, wow ha scritto:

Peraltro si dimentica che la Russia sta affrontando una guerra: tutta una serie di parametri (pil, produzione industriale etc) salgono, ma ciò non è indice di una economia fiorente e di maggiore benessere. 

Da nessuna parte ho detto che la situazione sia fiorente, anzi ho specificato che esistano anche delle ombre.

Tuttavia il quesito del thread riguarda l'efficacia delle sanzioni e non un dettagliato studio macro economico.

In questo caso la risposta non può che essere quella che ho dato: se per efficacia si intende un effetto ai fini della guerra, nessuno.

Quel gruppo di dati macro economici indica che la Russia non è in alcun modo strangolata dalle sanzioni.

 

Il perché sia così è cosa ormai nota e più volte analizzata, ma attiene più alla geopolitica che alla macro economia.

 

In definitiva le sanzioni sono state, sono e saranno ininfluenti ai fini del conflitto per il lato russo, mentre si stanno dimostrando un terribile peso per i Paesi UE.

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Il 7/11/2023 at 08:38, wow ha scritto:

Peraltro si dimentica che la Russia sta affrontando una guerra: tutta una serie di parametri (pil, produzione industriale etc) salgono, ma ciò non è indice di una economia fiorente e di maggiore benessere. 

Da nessuna parte ho detto che la situazione sia fiorente, anzi ho specificato che esistano anche delle ombre.

Tuttavia il quesito del thread riguarda l'efficacia delle sanzioni e non un dettagliato studio macro economico.

In questo caso la risposta non può che essere quella che ho dato: se per efficacia si intende un effetto ai fini della guerra, nessuno.

Quel gruppo di dati macro economici indica che la Russia non è in alcun modo strangolata dalle sanzioni.

 

Il perché sia così è cosa ormai nota e più volte analizzata, ma attiene più alla geopolitica che alla macro economia.

 

In definitiva le sanzioni sono state, sono e saranno ininfluenti ai fini del conflitto per il lato russo, mentre si stanno dimostrando un terribile peso per i Paesi UE.

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  • 2 settimane dopo...

https://www.lindipendente.online/2023/11/20/la-banca-ditalia-certifica-leffetto-delle-sanzioni-alla-russia-sulleconomia/
 

 

La progressiva interruzione delle forniture di gas dalla Russia, in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina e alla “guerra energetica” con Mosca, ha comportato un indebolimento generale dell’economia e dell’industria europea, in quanto le crisi di offerta del gas sono di gran lunga più dannose in termini di aumento dei prezzi – soprattutto nel lungo periodo – di quelle legate alle crisi del petrolio. È quanto riporta uno studio di Banca d’Italia pubblicato pochi giorni fa, dal titolo “Gas naturale e macroeconomia: non tutti gli shock energetici sono uguali”: in particolare, lo studio valuta l’impatto delle variazioni nell’offerta di gas naturale sull’inflazione e sull’attività economica nell’area dell’euro, evidenziando che il calo dell’offerta di metano causa “un rallentamento dell’attività economica e un rialzo dell’inflazione” e che “la peculiare struttura del mercato del gas fa sì che tali effetti si materializzino molto gradualmente, con un picco dell’inflazione per i beni non energetici che segue di oltre due anni lo shock iniziale”. A differenza delle diverse crisi petrolifere scaturite più volte in passato a causa delle tensioni con i Paesi arabi, dunque, gli effetti negativi legati ad una difficoltà di approvvigionamento del gas risultano maggiori e più duraturi, in quanto “un aumento dei prezzi del petrolio all’ingrosso viene immediatamente incorporato nell’indice dei prezzi dell’energia, mentre un aumento dei prezzi del gas impiega circa un anno per propagarsi pienamente, con un impatto finale circa cinque volte più grande di quello iniziale”, si legge nel report. Il tutto prescinde dal fatto che nel frattempo gli Stati europei siano corsi ai ripari sostituendo le forniture di gas con quelle di altri Paesi o abbiano riempito in anticipo gli stoccaggi.

Gli effetti a lungo termine sono imputabili, da un lato, alla struttura peculiare del mercato del gas, in cui gli scambi sono spesso regolati da contratti a lungo termine e i prezzi all’ingrosso non influenzano immediatamente quelli al dettaglio, dall’altro, all’utilizzo del gas nella produzione di energia elettrica, i cui prezzi si adeguano con ritardo a variazioni dei costi dei prodotti energetici. Facendo un confronto con il mercato del petrolio, il rapporto di Bankitalia rileva che “la trasmissione complessiva all’inflazione core, definita come il rapporto tra le risposte cumulative dei prezzi core e dell’energia sull’orizzonte di un anno, è di circa l’8% per gli shock del gas e del 4% per gli shock petroliferi”. Ciò significa che l’impatto di una crisi del gas è doppio rispetto a una crisi del greggio e che il calo dell’offerta di gas aumenta significativamente i prezzi dell’energia e dei beni primari su periodi temporali più lunghi. Il che è confermato dall’aumento dell’inflazione che, sebbene negli ultimi mesi sia in calo, ha colpito fortemente il potere d’acquisto dei cittadini europei.

Non solo quindi, a quasi due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, è possibile riscontrare con certezza che le sanzioni non hanno sortito gli effetti per i quali erano state pensate – ossia fermare la guerra e far fallire l’economia russa – e dati per certi dai politici e dai media europei, ma anche come esse si siano rivelate controproducenti per la stessa Europa, cosa spesso negata dai sostenitori atlantisti delle sanzioni e ora però confermata anche da Banca d’Italia. L’Indipendente stesso più di un anno fa aveva messo in luce in un articolo come le sanzioni europee contro Mosca avrebbero potuto trasformarsi nelle prime “autosanzioni” della storia, cosa che si sta di fatto verificando. A confermarlo, del resto, non è solo lo studio di Palazzo Koch, ma gli stessi dati economici dell’Unione europea: la Germania, che ha costituito negli ultimi decenni il motore economico dell’UE, è entrata in recessione tecnica: nel primo quarto del 2023, infatti, il PIL tedesco ha segnato il secondo arretramento consecutivo, pari a -0,3%, dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022, contagiando l’intera Eurozona che allo stesso modo è entrata in recessione tecnica nel primo trimestre 2023, spinta al ribasso proprio dallo Stato teutonico. Berlino ha risentito più di altri Paesi dell’interruzione delle forniture russe perché dipendeva da Mosca per il 50% del suo fabbisogno energetico. In questo contesto, è da notare la situazione paradossale per cui l’economia moscovita appare molto più in salute di quanto ci si aspettasse: non solo, infatti, i principali indici economici russi segnano risultati positivi, ma proprio oggi il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha affermato che nonostante «il peso senza precedenti delle sanzioni», la Russia è riuscita a stabilizzare la situazione e raggiungere «persino una traiettoria di crescita» grazie alla mobilitazione di risorse, alle sagge decisioni della dirigenza politica e al lavoro del governo. Oltre al danno, dunque, la beffa.

La recessione tedesca non può che ripercuotersi anche sulle altre economie del continente: in Italia, ad esempio, è cominciata da metà dello scorso anno una recessione manifatturiera che ha contribuito anche alla contrazione complessiva del PIL nel secondo trimestre del 2023 con un calo dello 0,4%, invece che dello 0,3% come inizialmente era stato stimato. Si tratta comunque di una condizione che interessa la gran parte dei Paesi europei che si ritrovano ad affrontare una situazione di inflazione e, allo stesso tempo, un rallentamento economico: una condizione che in economia si indica con il termine “stagflazione”. Lo stesso studio di Banca d’Italia, del resto, ha sottolineato come gli effetti negativi sulle forniture di metano siano “stagflazionistici”, “conducendo ad un calo dell’attività economica e ad una crescita significativa sia nei prezzi dell’energia che nei prezzi al consumo principali”. “Le nostre stime suggeriscono che la scarsità di gas causata dalla guerra sia stata un fattore chiave all’origine dell’impennata dell’inflazione in Europa nel 2022, e che probabilmente le sue ripercussioni si faranno sentire per tutto il 2023”, sono le conclusioni degli esperti di Bankitalia autori dello studio.

 

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Il 7/11/2023 at 10:32, luimas ha scritto:

Ma magari non hanno nessun effetto  , però in qualche maniera dobbiamo dimostrare il dissenso verso questa aggressione ... Anche con qualche sacrificio .

Intendi il sacrificio tuo, di un tuo figlio, di un tuo amico, parente, parente acquisito?

Aspettiamo vostre foto dal fronte 😅

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3 ore fa, luimas ha scritto:

Non sei  mica normale ...

Hai detto tu che dovremmo sacrificare qualcosa no? Peccato che i sacrifici maggiori che l'Ucraina e la Russia stan sostenendo sono vite umane.. e tu, come altri, non hai fatto altro che metterti sul collo na sciarpa gialla e blu e a far tifo, come fosse na partita di calcio e poco piú 

Diciamo che, con concetti espressi simili, tendo a dare credibilitá a quel soggetto che fa seguite alle parole, i fatti. Con il chiaro esempio.

Dire 'dobbiano sacrificare qualcosa in termini umani' col cūlus caldo e sulla poltrona mi pare un filino piú semplice. Ma al contempo quel soggetto perde qualsiasi credibilità, ovviamente, ai miei occhi.

Non volermene. É proprio che non riesco a vederla in modo diverso, per quanto provi a rigirarla.

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