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Le sanzioni alla Russia di Putin


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Inviato

Se tutto procede per il meglio i missiloni americani lanciati sulla Crimea hanno dato sentore al duce putinesco che potrebbero incorrere in sostanziose perdite a seguire. Speriamo lo porti su miti consigli su un accordo di pace.

Che non si sa quanto durera' ma almeno ci dara' tempo di affrancarci dal duce.

Le scelte prese sono inevitabili e' inutile dire se funzionano o no.

Il duce putinesco ha da anni l'obbiettivo dell'ampliamento dell'impero il resto sono danni collaterali , compresi noi.

Se non vogliamo prendere troppi schiaffi dal pdv economico bisogna liberarsi del suo gas e nient'altro.

 

Inviato

Col missiletto al centro-wagner in effetti pare abbiano accusato lo schiaffone. Se fossero sul ring, l'arbitro avrebbe contato.  Queste sono le "sanzioni" che contano, quelle dotate di massa, accelerazione, e velocità terminale. 

  • Melius 1
Inviato

ecco le ultime , niente da fare pare..

ANSA-AFP - Non potrà esserci alcun negoziato di pace senza il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina. Lo ha detto Volodymyr Zelensky dopo l'incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres a Leopoli. "Le persone che uccidono, violentano, colpiscono le nostre città con missili da crociera ogni giorno non possono volere la pace. Dovrebbero prima lasciare il nostro territorio, poi vedremo", ha detto Zelensky in conferenza stampa, chiedendo di "non fidarsi della Russia".

  • Melius 1
Inviato

https://www.huffingtonpost.it/economia/2022/08/10/news/boom_di_disoccupati_recessione_e_crollo_dei_ricavi_energetici_luniversita_di_kiev_stima_limpatto_delle_sanzioni_su_mosca-10018857/?ref=fbpr

 

Boom di disoccupati, recessione e crollo dei ricavi energetici: l'Università di Kiev stima l'impatto delle sanzioni su Mosca

Pubblicato il report della Kyiv School of Economics Institute, collegato al gruppo di sanzioni Yermak-McFaul, sugli effetti delle ritorsioni dell'Occidente contro la Russia

 

Inviato

@appecundria è inutile, tutti i dati riportati nel tuo link sono già stati postati ma qui oramai si viaggia ad atti di fede e chi è convinto che alla Russia le sanzioni non facciano nulla non si ricrederà mai, neppure di fronte all’evidenza dei dati portati da istituzioni russe.

 


 

 

Inviato


I russi hanno perso un drone con una scheda di memoria che conteneva un tour della loro base nella regione di Mykolaiv. RIP

Inviato

Traduzione del tweet:
Questa deve essere la cosa più patetica che vedrai oggi. I russi chiedono alle ambasciate degli Stati Uniti e del Regno Unito di interrompere l'invio di armi in Ucraina che uccidono e feriscono i soldati russi. Forse i soldati russi non dovrebbero essere in Ucraina?!
 

 

Inviato

Facciamo a capirci, @appecundria: io sono il primo ad essere felice se le sanzioni riusciranno a fare cessare questa stupida guerra (le guerre sono tutte stupide). Semplicemente, continuo ad avere l'impressione che non saranno queste, se non in minima parte, a piegare l'assassino russo. Ma se avete ragione voi, sarò lieto di offrirvi un caffè. 

Inviato

 

https://www.corriere.it/esteri/22_agosto_19/gli-errori-servizi-segreti-russi-quel-progetto-fallito-instaurare-governo-fantoccio-kiev-163bd710-1fb3-11ed-b2f1-72942e0bd969.shtml
 

Putin, gli errori dei servizi segreti russi e il piano (fallito) di un governo fantoccio a Kiev

Non sappiamo come finirà la guerra, però sappiamo come è iniziata. 

Con un errore di valutazione da parte della Russia, a cominciare dalla sua intelligence. Il Washington Post ha dedicato un lungo articolo che conferma quanto trapelato negli scorsi mesi.

Il Cremlino ha affidato la missione all’FSB e il servizio si è messo al lavoro. Ha aumentato la «sezione Ucraina» portandola a 160 funzionari, ha investito molto denaro mobilitando fonti coltivate da anni. Gli agenti si sono infiltrati per preparare il terreno. Hanno versato soldi nelle tasche degli informatori e di simpatizzanti, ma alcuni di questi hanno intascato il premio senza muovere un dito, altri hanno fornito indicazioni fuorvianti. 

Conclusione: venivano inoltrati a Mosca rapporti rosei, confortanti, erano convinti che l’operazione speciale sarebbe costata poco.

In alcuni casi gli emissari del servizio hanno invitato le loro sponde a preparare appartamenti, le case sicure, che dovevano ospitarli. E, stando a comunicazioni intercettate, sembra anche che avessero chiesto di «lasciare la chiavi» in modo da poterle usare rapidamente. Manco fossero alloggi di vacanze. Presunti segnali di arroganza enfatizzati dalla campagna propagandistica di Kiev. 

Il quotidiano ricorda come siano state due le figure di riferimento per Putin nel teatro ucraino. L’ex presidente Viktor Yanukovich, fuggito in Russia nel 2014, e l’oligarca Viktor Medvedchuk (in seguito arrestato). 

Il progetto era quello di imporre un regime fantoccio a Kiev contando su questi ambienti e il bacino filo-russo. Il piano è saltato perché l’avanzata è stata bloccata dalla resistenza (inaspettata dall’Armata e dall’intelligence) mentre il presidente Zelensky è rimasto al suo posto. 

La struttura statale dell’Ucraina ha retto nonostante le previsioni negative americane, così come ha tenuto testa il dispositivo militare. La presunta cavalcata dei tank si è trasformata in una lenta agonia. 

Di nuovo i servizi hanno sbagliato nel presentare il quadro reale. Tuttavia, in quei giorni tumultuosi, team di sabotatori russi sono riusciti a organizzare colpi dietro le linee. È probabile che nella formulazione delle analisi l’FSB abbia ritenuto che l’apparato di sicurezza avversario, gigantesco, malato di corruzione e zeppo di individui disposti a collaborare con Mosca, fosse debole.Invece è sopravvissuto alla tempesta anche se in seguito ha subito epurazioni massicce, a riprova di infedeltà e faide personali. 

Nella ricostruzione il giornale chiude sulle mancate conseguenze per i responsabili. Il direttore dell’FSB Alexander Bortnikov è rimasto al suo posto e l’uomo che aveva carta bianca sull’Ucraina, Sergey Beseda, avrebbe conservato la poltrona. Puntualizzazioni in contrasto con versioni trapelate in inverno: una sosteneva che Beseda fosse stato semi-pensionato, un’altra aggiungeva che il dossier era passato al Gru, l’intelligence militare, il «braccio» preferito dal neo-zar. Trattandosi di spie è sempre complicato avere le risposte precise, ancora di più se c’è di mezzo la Russia e il particolare momento. È stato detto e scritto che pochi sapevano della volontà di Putin di attaccare il «vicino», neppure tutti i generali, avvisati solo alla fine. 

Persino il ministro della Difesa Shoigu – ha scritto il Washington Post – aveva affermato in un colloquio con il collega britannico Wallace che l’invasione non ci sarebbe stata. Una bugia bella e buona, in contrasto con quanto aveva raccolto da mesi la Cia, sicura dell’aggressione imminente. 

Le nebbie attorno al conflitto restano fitte. La stessa Ucraina le alimenta per proteggere la propria strategia. 

Dal terreno arrivano le «solite» notizie. Nuovi possibili raid, depositi di munizioni saltati per aria a Belgorod (Russia), attacchi alle basi in Crimea, incidenti dovuti alla cattiva manutenzione, missioni di commandos, tiri precisi delle artiglierie, droni-kamikaze, partigiani, sabotaggi, casualità, eventi non sempre decifrabili, annunci, smentite, colonne di fumo, binari divelti. Episodi diversi che finiscono nel medesimo «cesto» a prescindere dall’assunzione di responsabilità. Le news camminano da sole oppure sono sfruttate – non sempre - da Zelensky per dimostrare di avere capacità belliche e mantenere l’iniziativa. Gli ucraini fanno soffrire gli invasori, però, come rammenta un osservatore, ci vuole altro per riconquistare il terreno.

 

Inviato
47 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto:

Facciamo a capirci

La penso esattamente come te.

Le sanzioni ci sono e sono dolorose ma se non c'è una opinione pubblica interna che conta qualcosa...

  • Melius 1
Inviato

@appecundria ... risultano più dolorose per noi che per loro.

E intanto Nord Stream si fa altri 3 giorni di vacanza a fine mese, tanto per ricordarci chi ha il coltello dalla parte del manico. 

briandinazareth
Inviato

A volte fare la cosa giusta ha un prezzo.

 

Non è che possiamo essere così codardi da calarci le braghe ogni volta.

  • Melius 2
Inviato

Ma soprattuto non avremo potuto fare altrimenti e tantomeno possiamo farlo ora o sperare di poter “rimettere il dentifricio nel tubetto”, il solo nostro problema, come UE e non solo come Italia, è la dipendenza del gas russo che è stato un errore strategico dei governi dei paesi che non hanno compreso cosa significasse legarsi mani e piedi principalmente ad un solo fornitore, due sono in particolare i paesi ad averlo fatto, la Germania e l’Italia, probabilmente per due motivi differenti ma poco conta, oggi sono i due paesi in ambasce per le forniture di gas.

Inviato

 

https://www.linkiesta.it/2021/10/cose-gasdotto-nord-stream-2-energia-russia/amp/

 


Dipendere da Madre Russia

Cos’è l’enorme gasdotto Nord Stream 2, e perché è così importante

18 Ottobre 2021
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Il recente aumento del prezzo delle bollette – annunciato in Italia per la prima volta a metà settembre dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani – ha riacceso i riflettori su un tema più vecchio e intricato: la dipendenza europea dal gas russo. L’energia elettrica consumata dentro i confini dell’Unione Europea dipende per il 20% dal gas proveniente dalla Russia. Ma per paesi come l’Italia la percentuale arriva a essere superiore al 40%. Nel 2019, per esempio, è stata del 47%. 

Dallo scorso marzo il prezzo del gas naturale è più che triplicato: dai 18 euro circa per megawattora di marzo agli oltre 60 euro di fine settembre. Succede per via del forte aumento della domanda di energia dovuto alla ripresa dei consumi e quindi delle attività industriali e produttive, ma questo non è l’unico motivo. Secondo diversi esperti la carenza di gas in Europa sarebbe dovuta anche a una precisa volontà politica del Cremlino. Infatti le esportazioni di gas naturale russo – soprattutto metano, quello che usiamo quotidianamente in cucina – in realtà non sono diminuite ma cresciute: la produzione di Gazprom, la grande azienda statalizzata russa, è cresciuta addirittura del 17.3%,arrivando a superare i 378 miliardi di metri cubi nei primi nove mesi di quest’anno. 

Un ruolo centrale in questa crisi energetica lo ha Nord Stream 2, il gasdotto che collega direttamente la Russia con la Germania, e di conseguenza col resto dell’Unione Europea. A dirlo è stato lo stesso presidente russo Vladimir Putin, che alla conferenza sull’energia tenuta a Mosca ha detto che: «Naturalmente, se potessimo espandere le forniture lungo questa via, allora, al 100%, posso dire con assoluta certezza che la tensione sul mercato europeo dell’energia diminuirebbe significativamente, e questo influenzerebbe i prezzi, ovviamente. Questa è una cosa ovvia».

Nord Stream 2 è il più grande gasdotto al mondo, è lungo 1230 chilometri ed è stato costruito parallelamente a un altro gasdotto, Nord Stream 1, lungo 1224 chilometri. L’idea è quella di potenziare la capacità russa di rifornire la regione dell’Europa occidentale di gas naturale ed è per questo che Putin lo ha citato come la naturale soluzione all’attuale carenza energetica. Il progetto, però, è anche al centro di alcune importanti tensioni politiche.

Nord Stream 2 è stato completato lo scorso settembre con l’ultima parte allacciata sul fondo del Mar Baltico, ma non è ancora entrato in funzione perché si attende il via libera dal governo tedesco. Il gasdotto si inabissa in Russia nei pressi di Vyborg, non lontano dal confine con la Finlandia, e passa a largo delle coste finlandesi per poi sfiorare quelle di Estonia, Lettonia, Svezia, Lituania e Polonia. Infine torna sulla terra ferma in Germania, vicino alla cittadina di Greifswald. Da qui poi si allaccia alla rete di distribuzione dell’Unione Europea. 

Le preoccupazioni nascono perché molti politici e osservatori ritengono che la Russia usi le esportazioni di gas naturale come un’arma politica, per espandere la propria influenza e indebolire il blocco politico europeo. Prima della costruzione dei due gasdotti Nord Stream il gas russo passava via terra, attraverso i territori di Ucraina e Bielorussia. Ora invece, con il completamento di Nord Stream 2, il gas potrà di fatto bypassare i paesi dell’Europa orientale dando al Cremlino la possibilità di applicare pressioni politiche specifiche interrompendo le forniture di gas ai singoli paesi dell’est, mantenendo però il conveniente flusso di esportazioni verso l’Europa occidentale. 

Che questa spaccatura tra Europa dell’est e dell’ovest sia un obiettivo politico della Russia di Vladimir Putin sarebbe evidente anche da decisioni russe prese al di fuori del mercato dell’energia. Durante la campagna vaccinale, per esempio, Mosca ha consegnato a paesi come l’Ungheria e la Serbia significative quantità di vaccino Sputnik V a costo di rimanere indietro con le vaccinazioni in patria. Ma torniamo a Nord Stream: per completare l’opera si è arrivati a un accordo politico, voluto anche dall’amministrazione statunitense di Joe Biden, che prevede formalmente che nel caso in cui la Russia usasse le forniture di gas per isolare o mettere pressione agli stati dell’Europa orientale allora spetterà a Berlino imporre sanzioni contro Mosca. 

Putin ha più volte smentito l’ipotesi per cui il Cremlino starebbe già usando le forniture di gas come leva politica, fatto sta che intorno a Nord Stream 2, nonostante l’opera sia completata da oltre un mese, le preoccupazioni non sembrano placarsi. Paesi come l’Ucraina – che è tutt’ora in guerra con la Russia – temono di perdere centralità e un’importante fonte di reddito che proveniva proprio dalle tasse applicate al passaggio del gas russo. Lo stesso discorso vale per le Repubbliche Baltiche, che oltre a temere un ipotetico isolamento energetico in futuro, temono anche che questo possa avere effetti diretti sulla loro indipendenza. 

A monte di tutti questi problemi, c’è stata la scelta politica di affidare il mercato energetico europeo a poche fonti di approvvigionamento senza pensare alle conseguenze a lungo termine. Come scrive Robinson Meyer sull’Atlantic: «Nell’ultimo decennio, i governi e le aziende hanno costruito il sistema energetico globale intorno al gas naturale senza pensarci due volte; era il combustibile più economico e facile da integrare nei sistemi esistenti, così la sua quota di produzione di energia è cresciuta sempre di più. Ora si stanno imbattendo per la prima volta nei suoi problemi».

 

Inviato

Esatto, fare la cosa giusta ha un prezzo. 

In merito a quello pagato dal popolo russo,  stiamo parlando di un regime; mi pare ovvio che dati precisi non li avremo mai. 

Il duce putinesco non è certo lì a pubblicare dati per far contenti gli occidentali e certificare il suo fallimento semmai il contrario. 

I post degli influencer pro regime russo (giornalaisti, opinionisti da 2 Sordi, filosofi comunisti) in cui da loro va tutto bene è roba per boccaloni. 

  • Melius 1
Inviato
3 minuti fa, criMan ha scritto:

I post degli influencer pro regime russo (giornalaisti, opinionisti da 2 Sordi, filosofi comunisti) in cui da loro va tutto bene è roba per boccaloni. 

Il punto è che stiamo per entrare in campagna elettorale e l’energia e le strategie ed essa legate dovrebbero essere al centro delle proposte politiche dei partiti, ma non con vuoti slogan da ecologisti, ma con dati e conti alla mano per spiegare come è cosa faremo nel prossimo futuro per rimediare agli errori del passato.

extermination
Inviato
2 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

ma non con vuoti slogan da ecologisti, ma con dati e conti alla mano per spiegare come è cosa faremo nel prossimo futuro per rimediare agli errori del passato.

Perdonami! credi davvero nella presenza di politici che abbiano competenze a riguardo?

Seeeeee! Ciao.

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