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Melius Club

Le sanzioni alla Russia di Putin


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Inviato
6 minuti fa, audio2 ha scritto:

della cina

La Cina per diventare anche solo simile all’Occidente come mercato di beni e servizi dovrebbe abbandonare il dirigismo politico in economia, cioè dovrebbe snaturare se stessa diventando una vera economia di mercato e contestualmente garantire libertà personali e di impresa, cosa impossibile anche solo da ipotizzare oggi e che, anche se per assurdo accadesse, porterebbe inevitabilmente la Cina nel campo occidentale, in sostanza dalle ipotesi fatte sulla “sostituzione dei mercati” anche da te non se ne può uscire. 

Inviato
12 minuti fa, audio2 ha scritto:

noi a parte i camerieri cosa abbiamo

Anche pizzaioli e bibitari. Che democraticamente possiamo eleggere in Parlamento. Solo i comunisti non possono capire certe sfumature (anche di grigio, viste la spia rubacuori nel cuore della Nato).

Inviato
3 minuti fa, Ivo Perelman ha scritto:

Ovviamente gli altri stanno a guardare

Chi dovrebbe armare i russi e con cosa? 

Inviato

Si armano da soli. Hanno risorse minerarie, gas e fabbriche. Oltre ad un sistema dittatoriale che gli permette di tacere sui costi. Mentre in democrazia i costi si spalmano tra tutti, ricchi patriottici e poveri ideologizzati, in misura inversa. Lo si sapeva prima, ce ne se accorge ora.

Inviato

magari tra un pò scorreggia schiatta e torna fetta di polenta, chi lo sa.

Inviato
11 minuti fa, Ivo Perelman ha scritto:

Si armano da soli. Hanno risorse minerarie, gas e fabbriche.

Si armano con cosa, fionde e pietre? 
Non hanno ricambi, non hanno i chip, non hanno buona parte di ciò che serve a fare manutenzione ai sistemi d’arma esistente e non hanno la tecnologia bellica degli USA ma neanche di altri paesi, i droni turchi che usa l’Ucraina e che costruisce su licenza sono ad esempio tra i migliori al mondo, la Russia non ha nulla del genere, con gli armamenti convenzionali è ferma agli anni ‘80, hanno solo molti più soldati, che stanno morendo sui campi di battaglia come mosche ne sono morti credo ventimila contro i duemila ucraini, ma cominciano ad avere problemi a reclutarne di nuovi per sostituire i morti, hanno reclutato nelle carceri e stanno ingaggiando truppe di stati africani che con l’imminente inverno saranno sicuramente tutte a loro agio, non riescono neanche a ricostituire le scorte di munizione che gli ucraini regolarmente distruggono, l’unico reale vantaggio è l’arsenale nucleare che non possono usare.

 

Inviato
8 minuti fa, Ivo Perelman ha scritto:

Oltre ad un sistema dittatoriale che gli permette di tacere sui costi.

Non bastano i soldi, oggi servono le tecnologie, la ricerca e lo sviluppo di nuovi sistemi d’arma per una guerra che sta cambiano nei modi in cui viene combattuta.

La notizia di qualche settimana fa era che Ucraina ha “comprato” l’accesso ad un satellite e contestualmente sono arrivati dagli USA nuovi armamenti tra i qualità altri HiMars, gittata più lunga e maggior precisione, qualche settimana dopo è partita la controffensiva a in Crimea che è ancora in corso.

Inviato

https://www.ilfoglio.it/russia-ucraina/2022/05/06/news/guerra-e-sanzioni-mostrano-i-limiti-dell-industria-militare-russa-3976114/amp/
image.thumb.jpeg.cbb097c64489b591e9a931acef94dc46.jpeg

 

Guerra e sanzioni mostrano i limiti dell’industria militare russa

06 mag 2022

La vendita di armamenti all’estero è un elemento centrale della politica russa. Ma con tutti i difetti che stanno evidenziando sarà difficile per loro continuare ad avere un mercato

Le immagini che arrivano dalla guerra in Ucraina hanno squarciato la mistica di potenza che accompagnava le forze armate della Russia di Vladimir Putin. Tra mezzi impantanati, carri armati ridotti in cenere o trainati dai trattori ucraini, elicotteri abbattuti e la mancata conquista della supremazia aerea il racconto dell’armata russa non sarà più lo stesso. Di quel racconto è rimasta solo la capacità distruttiva della violenza contro i civili.  Ma la percezione della potenza militare russa non aveva solo uno scopo di deterrenza nei confronti dei nemici. La vendita di armamenti all’estero è un elemento centrale della politica estera russa, un apparato militare-industriale strettamente controllato dal Cremlino che serve a portare avanti obiettivi economici e strategici. Il settore supporta le industrie nazionali, fornisce lavoro a moltissime persone e, attraverso l’esportazione in più di 45 paesi, promuove la difesa e le relazioni internazionali di Mosca. 

Dai dati raccolti dall’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (Sipri) nel periodo 2016-2020 la Russia è il secondo esportatore mondiale di armi con il 20 per cento del totale, dopo gli Stati Uniti (37 per cento) e seguito da Francia (8,2), Germania (5,5) e Cina (5,2). Osservando i principali acquirenti si inizia a comprendere l’importanza delle relazioni che vengono costruite. Il primo cliente dell’industria militare russa è l’India (23 per cento del totale), seguito dalla Cina (18 per cento), e dall’Algeria e dall’Egitto che si contendono la terza posizione. Secondo un rapporto del Congresso statunitense di fine 2021 l’export è composto prevalentemente da mezzi corazzati, aerei ed elicotteri da trasporto e combattimento e sistemi di difesa antiaerea, tra questi sistemi ci sono anche alcune delle armi più avanzate prodotte dalla Russia. Tuttavia, il settore era declinante. A partire dal 2018 Cina, Egitto e Algeria hanno iniziato a ridurre notevolmente le importazioni di armamenti russi, solo l’India ha mantenuto la stabile la relazione. 

Secondo Mauro Gilli, ricercatore associato del Politecnico di Zurigo, prima di trarre conclusioni definitive sul “danno reputazionale” dei singoli armamenti russi bisognerà quantificare l’entità del supporto dell’intelligence occidentale fornita all’Ucraina. Detto questo però, ci sono delle considerazioni da fare. “I sistemi di comunicazione e i radar russi, centrali per le difesa antiaeree, hanno dimostrato notevoli problemi. E una volta finiti nelle mani degli statunitensi perdono gran parte del loro valore operativo perché il funzionamento e i punti deboli sono stati svelati”, spiega Gilli.  Inoltre, a essere centrale è anche la capacità della Russia di continuare a produrre mezzi mantenendo nel tempo le forniture per la manutenzione e l’aggiornamento dei sistemi. “Nella difesa quello che si crea tra fornitore e acquirente è un patto di dipendenza, ma adesso la Russia dovrà dare la priorità al rifornimento dei propri arsenali e non è chiaro quanto e come riusciranno a farlo, tra crollo dell’economia e sanzioni che compromettono l’accesso alla componentistica high-tech”, conclude Gilli. 

 

L’industria della difesa infatti è più interconnessa di quanto si pensi, e spesso nelle armi comprate dall’amico trovi componenti del nemico, perciò la capacità russa di continuare a onorare contratti significativi è ora fortemente in discussione. Nel contesto che sta prendendo forma la Russia diventa un fornitore appetibile solo se sei un nemico giurato degli Stati Uniti e quindi non hai accesso alle forniture degli suoi alleati (come Francia, Germania, Regno Unito, Italia), ma questo non è il caso dell’India – ormai il paese più corteggiato dell’Occidente dall’Atlantico all’Indo-Pacifico –  né dell’Egitto e neanche dell’Algeria. Mentre per la Cina diventerà imperativo proseguire nella strada dello sviluppo di armamenti propri, puntando a un’autosufficienza. Per la Russia è un problema strategico ed economico.

 

Inviato

Le armi russe e cinesi sono come i vaccini russi e cinesi (fanno cagare) e quelli cubani (non esistono proprio).

I regimi comunisti non solo sono feroci, totalitari, e portatori di fame e miseria. 
Sono anche civiltà inferiori a tutti gli effetti.

Inviato

Qui si dice che Putin sia fascista, anche se ha scatenato la guerra per eliminare il nazismo nel donbass. 

E per di piu’ un fascista che si e’ alleato con un paese comunista, la Cina.

Dall’altra parte c’e’ la Nato che il comunista Fratoianni non vuole.

L’eterogenesi dei catzi della sx ha raggiunto il suo culmine storico.

Per sopravvivere a queste torsioni la sx nostrana s’e’ buttata sui diritti civili: bicchiera, genitore uno chiama genitore due tsa tsa prova prova, lgbt e immigrazione siamo tutti fratelli

 

  • Melius 2
Inviato
3 ore fa, Roberto M ha scritto:

Gli altri sono tutti peggio e di sicuro la Lega e’ più atlantista della Cosa Rossa PD con Fratoianni dentro, destinata ad allearsi coi Putiniani Filocinesi 5 stelle un minuto dopo le elezioni.

Io voglio restare dentro il parametro dell’alleanza atlantica.

ok ma devi dire CREDO non NON CREDO... era un banale giochetto di parole

Inviato

Articolo interessante del corriere della sera ; Fubini. 

Il petrolio russo e ripercussioni sull'economia interna con i nuovi provvedimenti. 

 

 

Sono passati appena due mesi da quando Berlino frenava gli Stati Uniti, l’Italia e gli altri Paesi del G7 sull’idea di mettere un tetto ai prezzi del petrolio russo. Eppure sembra un’eternità. Oggi il gruppo dei sette sembra vicinissimo a un accordo su questo punto e, se ci si arriverà, sarà una svolta.

 

Se il governo di Olaf Scholz ha cambiato posizione, è perché ormai gli resta ben poco da perdere dato che per Vladimir Putin non esistono colpi proibiti. Pur di provare a mettere in ginocchio la Germania o l’Italia, il leader russo è pronto a razionare il solo prodotto da esportazione che l’Europa non ha ancora colpito.

 

 

Ma storicamente non è quest’ultimo — il gas — ad assicurare la parte più importante delle entrate del bilancio del Cremlino. L’energia rappresenta quasi la metà del bilancio del governo di Mosca, ma in tempi normali Putin deve questi flussi finanziari in gran parte al petrolio.

 

È con l’export del greggio che Putin copre da anni le spese del suo corrottissimo apparato militare e di sicurezza da 100 miliardi di euro l’anno. È con quello che paga i «volontari» della guerra ucraina dieci volte il salario medio delle provincie più povere, per convincerli ad arruolarsi. Ed è sempre con le entrate da petrolio che Putin indennizza le famiglie dei caduti con somme così alte da renderle ricche — rispetto ai vicini dei loro villaggi della Russia profonda — e cloroformizzare la protesta.

 

Per tutte queste ragioni, un tetto al prezzo del petrolio russo può dimostrarsi una svolta dalle conseguenze imprevedibili. Destabilizzante per il Cremlino e per gli equilibri sempre più precari del sistema internazionale.

 

Lo è perché, più di qualunque altra sanzione, quella misura può avvicinare nel tempo lo strangolamento finanziario di Mosca: a maggior ragione adesso che i flussi di gas verso l’Unione europea sono ormai ridotti ai minimi termini.

 

Ma se la decisione del G7 è una svolta, è anche perché segna la globalizzazione di questa guerra economica fra Mosca e l’Occidente. Non a caso ieri il Cremlino ha subito reagito designando gli Stati Uniti come parte in causa del conflitto ucraino e congelando il gasdotto Nord Stream 1 verso la Germania senza scadenza, in un estremo tentativo di far impazzire i prezzi e far collassare così l’economia europea.

 

Di sicuro gli sviluppi di questi giorni accelerano la globalizzazione del conflitto per l’Ucraina perché, questa volta, le conseguenze possono arrivare direttamente fino alla Cina, all’India e agli altri Paesi neutrali o vicini a Mosca.

 

Il tetto al prezzo del petrolio deciso dall’Occidente funzionerebbe infatti solo grazie alla minaccia di sanzioni contro le imprese di qualunque altro Paese che dovesse violare le regole indicate da Stati Uniti, Unione europea, Giappone, Canada e Gran Bretagna. In sostanza, il G7 cerca di costringere tutti i Paesi del pianeta a condividere lo stesso cordone sanitario che l’Europa e gli Stati Uniti hanno già imposto sulla Russia.

 

Il «tetto», se tutti i Paesi dell’Unione europea lo approveranno, funzionerà infatti esattamente come le sanzioni contro l’Iran. Se un’azienda cinese, indiana o sudafricana comprasse petrolio russo a un prezzo sopra ai livelli massimi indicati dall’Occidente come accettabili, allora perderebbe accesso all’Europa e agli Stati Uniti. Più precisamente, perderebbe accesso ai mercati in dollari e in euro. È lo stesso tipo di minaccia che grava oggi, per esempio, sulle banche europee che dovessero fare affari con Teheran: sanno che sarebbero tagliate fuori dai mercati americani, dunque si astengono.

 

In sostanza il G7 sta sfoderando la minaccia di punire le imprese di tutti i Paesi neutrali o alleati con la Russia, Cina in primis. È sempre possibile che quelle cerchino da dicembre in poi di aggirare i vincoli con pagamenti occulti o offshore, specie se il governo di Pechino desse indicazioni in questo senso. Ma così le ricadute della guerra in Ucraina sono destinate a coinvolgere i sistemi di intelligence in tutto il mondo, chi per dare la caccia a eventuali aziende che aggirano le sanzioni, chi per aiutarle a farlo. Di sicuro c’è che gli effetti si vedono già. L’azienda tecnologica cinese Huawei, per esempio, ha smesso di sottoscrivere nuovi contratti in Russia per paura di essere esclusa dai mercati europei.

 

Inviato
5 ore fa, mozarteum ha scritto:

fascista, anche se ha scatenato la guerra per eliminare il nazismo nel donbass. 

Quindi, il comunista Putin

- governa un Paese nel quale non c'è ombra di economia comunista, anzi imperversano ristrette elite di affaristi e il 90% della ricchezza è concentrata nei forzieri del 5% della popolazione 

- fa rivoltare nella tomba il compagno Marx spacciando a piene mani oppio ai popoli tramire il suo amichetto di cosine sporche, Cirillo. 

- si richiama a teorie nazistoidi e suprematiste propalate da quel pazzoide esaltato di Dugin

- si avvale di milizie che si rifanno ampiamente alla paccottiglia della propaganda nazista, anche nel nome. 

- ha goduto ampiamente dei favori e delle simpatie del notissimo trio di filocomunisti BeSaMe e relativi accoliti con alcuni dei quali ha intessuto rapporti non esattamente solari e delmpresidentone golpista yankee.

ecc. Ecc. 

Ora capisco che al Classico con i sillogismi dimostrate che le sardine salate sono dissetanti, ma arrivare a certe conclusioni dai deliri di Putin mi pare un po' poco.

 

Inviato
50 minuti fa, criMan ha scritto:

Ed è sempre con le entrate da petrolio che Putin indennizza le famiglie dei caduti con somme così alte da renderle ricche — rispetto ai vicini dei loro villaggi della Russia profonda — e cloroformizzare la protesta.

A me risulta il contrario, nel senso che offre loro l'equivalente di poche centinaia di euro e cloroformizza, nel vero senso della parola, qualche mamma coraggio che protesta. 

  • Melius 1
Muddy the Waters
Inviato
5 ore fa, mozarteum ha scritto:

Qui si dice che Putin sia fascista

Peggio...è leghista!

Inviato
10 minuti fa, bluesman74 ha scritto:

Peggio...è leghista!

😁

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Questa discussione è chiusa.

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