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Melius Club

Tutta (o quasi…) la discografia (immensa) di Miles Davis disponibile in HiRes…


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Inviato

Giusto per dare un’idea … ecco “qualche album” già disponibile in alta risoluzione… come vedete anche sui diversi servizi di streaming (simbolini diversi sotto gli album, Tidal con l’onda accanto per segnalare l’HiRes in MQA, Qobuz do accanto la scritta HD… e HRA sempre e solo in HD!)

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Fatto le foto ,e tre ascoltavo il secondo concerto di Prokofiev… che ovviamente non è incluso nella discografia di Davis! 😂😉

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Inviato

Ecco… ancora un paio di foto con alcuni titoli disponibili..

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in queste foto ci sono album che si ripetono perché appunto disponibili sui diversi servizi di streaming 

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… ma sono foto prese giusto per dare un’idea… della ricchezza della discografia e per stimolare all’ascolto dei singoli album..

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Inviato

Visto visto. E pure ascoltato qualcosa (Big Fun in 24/192).

Ottimo lavoro di remastering. 👍

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Inviato

@one4seven Non posso che concordare con te, l’ascolto di questo album in formato 24/192, appena rimasterizzato, lascia a bocca aperta per la nuova qualità audio che si ascolta, rispetto al CD che avevo.

È un album uscito nel 1974 (anche se registrato fra il 1969 e il 1972), e qui Davis fa un ampio uso di strumenti elettronici, proprio come da “etichetta” Fusion, questa fusione fra Jazz e musica elettronica (e Pop e Rock in seguito) di cui proprio Davis fu propugnatore e massimo esponente in quegli anni.

Già l’ascolto di questo album, uscito dopo una quindicina d’anni da Kind of Blue (KOB) serve moltissimo a capire che Davis non è solo quello di KOB, ma anche molto molto altro.

Poi, certo, può anche non piacere… ma senza ascoltarlo, come si fa a dirlo? 😉

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Inviato

Per chi, però volesse capire meglio Miles Davis e la sua sfrenata evoluzione fino agli epigoni degli anni ‘80, ecco che si può avvantaggiare dell’ascolto di un album “classico” e fondamentale come Streamin’ il suo ultimo album per la Prestige e che mostra tutte le qualità del primo quintetto di Davis.

È un album registrato nel 1956, in stereofonia ma quando ancora il Mono prevaleva sullo Stereo perché ancora in (relativamente) pochi a casa avevano un impianto “stereo”.

Questa peculiarità di suono “stereo”, con spiccata divisione degli strumenti fra canale destro e sinistro è abbastanza tipica di quegli anni e si ritrova anche nei primi album di Davis per la Columbia, fra cui appunto KOB, album stampato largamente anche in Monofonia.

Lascerei volentieri la parola ai più esperti di me, che sicuramente avranno da correggere le mie parole o comunque da aggiungere qualcosa, ma non posso esimermi dal dire due parole sulla qualità artistica del Quintetto di Davis.

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Prima di tutto per la “qualità” artistica stellare dei singoli componenti del quintetto: Miles Davis, alla tromba è affiancato da John Coltrane al sax, da  Red Garland al piano, da Paul Chambers al basso e da Philly Joe Jones alla batteria.

Il suono “oggettivo” della tromba di Davis (aveva dato origine al Cool Jazz, qualche anno prima), suono appunto “cool”, è però temperato dalla caratteristiche più “calorose” del modo di suonare di Coltrane e sopratutto dal modo di suonare il piano di Garland, in uno stile che si può definire addirittura “quasi classico”, vecchia scuola anni ‘40.

E il quintetto suona in studio di registrazione con un’energia e una spontaneità che lo rendono l’album più simile ad una ripresa live che non una fatta in studio, con tutte le straordinarie improvvisazioni che testimoniano il grado superlativo di affiatamento fra i cinque musicisti.

 No, non c’è materiale originale in Streamin ma solo arrangiamenti e riprese di brani classici…. ma dire “solo” è dire una sciocchezza perché … che livello di modificazione e qualità musicale in questi arrangiamenti!

Ci sono ammiccamenti ai pionieri del bop Charlie Parker e Dizzy Gillespie nella revisione della loro "Salt Peanuts” dove Philly Joe Jones suona i piatti come a replicare la voce di Gillespie nella versione originale, che è, nelle parole del critico Lindsay Planer, niente meno che un colpo di genio.

Ed è la prova che il primo quintetto di Davis, sempre nelle parole del critico, è capace di prendere le versioni standard di brani noti, ed elevarle al livello geniale e straordinario dei cinque musicisti del quintetto. 
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La qualità audio, in formato 24/192, è eccellente ed è una rimasterizzazione ufficiale Prestige del 2016, una qualità che aiuta ad ascoltare in totale piacevole “arrendevolezza” le meraviglie sonore di cui sono capaci Miles & Co.

Ed ecco, infine, il perché della mia gratitudine allo streaming di qualità: senza ascoltare quest’album, che è un punto di partenza (no, invero non il primo punto per Miles, ma questo è discorso per un altro giorno) mal si comprende la sua successiva evoluzione, anche a breve distanza di tempo, che si compie in Kind of Blue. Ma ecco che per ascoltare, in questa qualità audio, tutti questi album …un tempo si sarebbe dovuto spendere una fortuna…. e invece, stamani, con pochi centesimi….

E vi pare poco?? 😉

 

 

 

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2 ore fa, SimoTocca ha scritto:

l’ascolto di questo album in formato 24/192, appena rimasterizzato, lascia a bocca aperta per la nuova qualità audio che si ascolta, rispetto al CD che avevo.

In particolare, la linea di basso in Great Expectations è di un coinvolgimento unico!

Orrore, brivido e raccapriccio... il "mio Miles" è proprio quello "fusion". Senza nulla togliere a KOB e dintorni, ma le mi preferenze vertono su altro. Il disco da Isola deserta è "Bitches Brew".

Sono stato felicissimo, per cui, di vedere finalmente la Sony (chi si sarà occupato del remastering?...) mettere le mani anche su quei titoli "meno noti" di Davis, ma su cui c'era bisogno di una bella "lucidata".

Sono anni che aspetto di ascoltare un poco meglio, due live come Agharta e Pangea. Visto come hanno lavorato sugli altri titoli, tutto lascia ben sperare. Sempre che ce le mettano le mani, il catalogo è assai ampio.

Inviato

@SimoTocca un plauso.

Questa volta hai fatto un bel lavoro di divulgazione.

Non del tuo amato streaming con annessi pipponi apocalittici (si scherza😉) sui pochi centesimi al giorno anziche 30 euro per ogni lp.

Ma hai dato voce al perché più importante (secondo me). Approfondire la conoscenza di un grande artista, con una discografia immensa, e di cui la maggior parte degli amanti della musica conosce i soliti 4 dischi (test) triti e ritriti.

👏 good job

Ti terrò comunque d'occhio, per controllare se continuerai su questa retta via, oppure se il pippone apocalittico resterà sempre li in agguato🤣🤣🤣

 

  • Haha 1
Inviato

Mi avete stuzzicato il can che dorme 🤣

 

Però, come non essere d'accordo? Oggettivamente lo streaming audio non ha rivali (sul video ho ancora forti perplessità).

Soggettivamente, invece, sono lecite e plausibili tutte le posizioni.

Qui chiudo rapidamente il mio OT.

Inviato

Ma torno subito in tema, parlando del cofanetto di Miles Davis appena uscito, e che abbraccia gli anni 1982-1985, un periodo particolarmente produttivo dopo aver rotto un silenzio durato cinque anni dal 1975, silenzio rotto con l’album The Man with the Horn (1981) e We Want Miles (1982).

Miles Davis è un musicista a tutto tondo, che non a caso ha studiato composizione alla più importante scuola di Musica americana, la Juillard, e sebbene non abbia terminato i corsi ha le risorse tecniche adeguate alla sua sfrenata creatività, anche come compositore e arrangiatore, non solo come straordinario strumentista alla tromba.

E la carriera produttiva di Davis, proprio come si usa fare per Picasso, viene convenzionalmente divisa in periodi: il Cool, il Blue, l’Elettrico, il Fusion… proprio perché questo musicista ha compiuto una evoluzione musicale tale da rendere quasi “irriconoscibili” brani eseguiti nel periodo iniziale con quelli delle sessioni finali degli anni ‘80 fino al ‘91 (Davis è morto abbastanza giovane, mentre ancora lavorava…).

Il silenzio dal 1975 al 1980 era legato alle problematiche personali con la droga, nella fattispecie eroina e non come oggi cocaina, una droga completamente diversa per effetti sulla creatività (o non fu Berlioz che nei primi decenni del 1800 per primo scrisse la sua Sinfonia Fantastica sotto gli effetti allucinogeni dell’oppio?).

In questo cofanetto sono raccolti inediti tratti dalle sessioni di lavoro per gli album Star People, Decoy e You’re Under Arrest, inediti sì, ma non “scartini”! Anzi! Alcuni sono davvero brani di notevole qualità se non veri e propri capolavori.
D’altra parte il quintetto è fatto di grandi nomi, Bill Evans al sassofono, Mike Stern alla chitarra, Marcus Miller al basso, Al Foster alla batteria e Mino Cinelu alle percussioni.

Completa il panorama di questo inizio di anni ‘80, anni in cui Davis cambia ancora una volta stile che sarà caratteristico dell’ultima fase della sua carriera, la registrazione live del concerto del luglio 1983 al Théâtre Saint Denis di Montreal, di cui ancora niente vi so dire perché ancora non l’ho ascoltato il “terzo CD” del cofanetto!

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Inviato

Invidio chi digerisce il jazz, in tutte le sue forme, perché ha un oceano di musica da sentire.

Ho messo qualcosa fra i preferiti di Qobuz e ci proverò ancora una volta, ma la vedo dura.

Inviato
3 ore fa, SimoTocca ha scritto:

l’unico problema è semmai l’eccesso di offerta, la sovrabbondanza che può ingenerare ansia e indecisione! 

Ecco, hai toccato uno dei punti principali che ad oggi non mi fanno propendere ancora per la liquida.

Chi non ha un figlio/a con un abbonamento a tidal, spotify, eccc?

Ecco, questo mi consente ogni tanto di provarci con liquida, ma la troppa scelta mi manda in confusione. Non mi consente di godermi in pace un disco. Anzi, mi viene il salto traccia o disco compulsivo🤷‍♂️.

Complice anche l'astuzia delle piattaforme, che mentre ascolti un brano, te ne suggerisce altri 20...

Poi ci sono altri motivi ovviamente.

Per il resto, le tue argomentazioni non fanno una grinza😉

Ti sei di nuovo fatto prendere la mano con il pippone, ma ti sei subito redento🤣

Inviato

Effettivamente @SimoTocca non ha tutti i torti. Un 3d sulle novità in alta risoluzione pinnato, ci potrebbe stare.

Anche perché, nel marasma delle tante uscite sui diversi siti di streaming, è altamente consigliata una selezione, un filtro. Di ciofeche in hi res ce ne sono molte.

L' aspetto interessante è che sarebbe possibile confrontarsi sui vari titoli con facilità ed immediatezza. 

 

Inviato

@glucar succede un po' come quando ti trovavi in un negozio di dischi ben fornito. La voglia di provare tutto alla fine non fa scegliere nulla. Posso capirlo.

A me non capita, anzi gli input per ascolti "consigliati" li cerco proprio. Però a me piace fare percorsi di ascolto... e finalmente con lo streaming posso farlo senza problemi. Anzi, mi viene da lamentarmi che a volte non c'è quello che cerco/vorrei. 

In tutto ciò lo zapping non mi viene manco in mente. Se salto è perché non mi piace quello che sto ascoltando.

Inviato

@one4seven Hai ragione, per chi è già “navigato” l’offerta non è mai abbastanza, anzi non si fa altro che aspettare che escano ancora titoli, vecchi e nuovi, in questa nuova veste ad alta risoluzione. Quindi no, non faccio mai “zapping”: scelgo, ascolto e semmai metto il cuoricino per salvare l’album sui miei preferiti oppure no. E parlo di album che, se di classica, durano anche due o tre ore.

Ecco perché per i “meno esperti” è assolutamente utile una “lista” di ascolti consigliati, un percorso… a volte prezioso per scoprire un intero genere (jazz, classica, opera, rock, pop ecc).

Io questo percorso ho avuto la fortuna di farlo dal vivo: nel negozio Nannucci, dove andavo almeno tre volte la settimana, c’era sempre una piccola assemblea di “clienti esperiti” che insieme al responsabile del reparto classica discutevano per ore su quelle fosse la migliore esecuzione del Requiem di Verdi: meglio Abbado o Muti? E per le sinfonie di Beethoven, Karajan o Bernstein? Ma è più bello Kind of Blue di Davis oppure My Favourite things di Coltrane? E così, discutendo con i vari esperti uno cresceva in cultura e in esperienza. Oggi è tutto cambiato, quel negozio è chiuso da oltre vent’anni, non si trova più un luogo dove parlare con gli esperti in carne ed ossa….

E allora ecco che queste discussioni sulla musica in streaming posso davvero diventare una bussola per molte persone…

Inviato
9 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

in questa nuova veste ad alta risoluzione

magari... il punto è che mancano proprio dei titoli o delle intere etichette. 

Ti faccio un paio di esempi: totalmente assente la TBM e la quasi totalità del jazz/fusion giapponese (che a me piace un casino).

Altro caso: la CTI Records ha da tempo splendidamente rimasterizzato gran parte del suo ampio catalogo in hi-res.

Niente, disponibile in download solo per il mercato giapponese, tipo su mora.jp.

Da noi giusto una 30ina di titoli in 16/44 (nemmeno rimasterizzati).

E queste sono solo le prime che mi vengono in mente...

 

Inviato
44 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

nel negozio Nannucci

E il Setticlavio, te lo ricordi? Antipatici e tirchi (madre e figlio), e con le loro idee non sempre condivisibili, ma cavolo se ci capivano. 

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