briandinazareth Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 sarebbe bello che la ricordassimo per non dimenticare cosa siano il fascismo, il nazionalismo, la guerra ecc. non uno stupido e inutile eroismo a base di carne macellata. 1
senek65 Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 @otaner ecco... e stiamo ancora a ricordare El Alamein, se non a rimpiangere. 1
landrupp Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 Mi sono rifiutato di fare il servizio militare a suo tempo, ho in odio il militarismo, il fascismo e tutto ciò che li riguarda lo trovo meschino e inumano, ma ho pietà per quanti - alcuni ingenuamente - ci credettero andando incontro a un destino di cui avevano capito poco e comunque contro il quale nulla potevano fare. Di El Alamein credo si debba ricordare cosa portò tanti giovani a morire laggiù perché ciò non si ripeta, svuotando il ricordo di qualsiasi "nostalgia" pelosa e delle vite di tanti "eroi", non indagando secondo quale fede agissero, vorrei non si leggessero più agiografie come quelle che l'Esercito ha dedicato a questi tre per le medaglie d'oro assegnate al valor militare... . GOLA Marco Tenente cpl., 186° rgt. fanteria paracadutisti, Divisione " Folgore ". Motivo del conferimento Ufficiale di artiglieria paracadutista di elette qualità professionali e morali chiedeva di far parte di un battaglione paracadutisti. Ricoverato in luogo di cura per malattia contratta a causa dei disagi della vita del deserto, fuggì dall'ospedale per partecipare ai combattimenti in cui il battaglione era impegnato. Più volte, sotto rabbioso tiro nemico rimase calmo, in piedi, a dirigere il tiro dei propri mortai sublime esempio ai suoi paracadutisti. Durante un violento e pericoloso attacco di prevalenti forze nemiche preceduto da lungo ed intenso tiro di preparazione d'artiglieria appoggiato da carri armati e diretto al fianco ed al tergo del battaglione sostituiva col tiro accelerato dei suoi mortai il fuoco di sbarramento di artiglieria venuto a mancare, continuando a martellare il nemico durante la sua avanzata ed incurante del violento fuoco di controbatteria cui era sottoposto. Delineatosi il contrattacco dei paracadutisti italiani, di iniziativa, riuniva i propri serventi e si scagliava contro il nemico disorientandolo. Ferito due volte, continuava a combattere; ferito una terza volta e mortalmente, rifiutava energicamente di essere soccorso dai suoi paracadutisti accorsi e li incitava ancora al combattimento. Consapevole della sua prossima fine, rimaneva sereno e forte e dichiarava solo di essere fiero che il battaglione avesse assolto il compito affidatogli. Spirava poche ore dopo, chiudendo gloriosamente la sua generosa esistenza. - Egitto, Naqb Rala (El Alamein), 23-24 ottobre 1942 . BRANDI Ferruccio Tenente cpl. 187° rgt. paracadutisti, Divisione " Folgore ". Motivo del conferimento Comandante di plotone paracadutisti, attaccato da preponderanti forze corazzate ,rincuorava ed incitava col suo eroico esempio i dipendenti a difendere a qualsiasi costo la posizione affidatagli. Sorpassato dai carri, raccolti i pochi superstiti, li guidava in furioso contrassalto, riuscendo a fare indietreggiare le fanterie avversarie seguite dai mezzi corazzati. Nuovamente attaccato da carri, con titanico valore, infliggeva ad essi gravi perdite ed, esaurite le munizioni anticarro, nello estremo tentativo di immobilizzarli, si lanciava contro uno di questi e con una bottiglia incendiaria lo metteva in fiamme. Nell'ardita impresa veniva colpito da raffica di mitragliatrice che gli distaccava la mandibola; dominando il dolore si ergeva fra i suoi uomini, e con la mandibola penzolante, orrendamente trasfigurato, con i gesti seguitava a dirigerli, e ad incitarli alla lotta, tra fondendo in essi il suo sublime eroismo. Col suo stoicismo e col suo elevato spirito combattivo salvava la posizione aspramente contesa e, protraendo la resistenza per più ore, oltre le umane possibilità, s'imponeva all'ammirazione dello stesso avversario. I suoi paracadutisti, ammirati e orgogliosi, chiesero per lui la più alta ricompensa. - El Munassib (Africa Settentrionale), 24 ottobre 1942. . PIRLONE Dario Sergente maggiore, 185° reggimento artiglieria " Folgore". Motivo del conferimento Comandante di un pezzo anticarro impegnato da forte formazione di carri armati di fanteria nemica, riusciva, dopo strenua lotta, ad infliggere al nemico sensibili perdite, catturando con ardita mossa lo equipaggio di un carro colpito. Successivamente, avuto immobilizzato il pezzo, feriti i suoi serventi, ferito egli stesso gravemente alle gambe, incitava i dipendenti a non perdersi d'animo ed a continuare a combattere con le bombe a mano ed i pugnali. Sopraffatto dal nemico, irrompente nella postazione, vincendo lo strazio del suo corpo martoriato, sorreggendosi con uno sforzo supremo sulle gambe maciullate, scaricava la pistola sul nemico e gridando: " Voi non mi avrete vivo -Viva l'italia ", cadeva da prode. - El Alamein (A.S.), 24 ottobre 1942. . Tiri, attacchi, mortai, pugnali, ferite, strazio...ma come si fa a sprecare la propria vita per tutto questo, ne avevano una sola, buttarla via per la follia di un codardo che quando venne il suo momento scappò (coi soldi) travestito con altri colori, fu l'ultima e suprema presa in giro di quelli che credettero in lui...e quante famiglie ha fatto piangere, di quanti cari non si è saputo più nulla, letteralmente scomparsi e mai più trovati. . Meritoria l'opera di Paolo Caccia Dominioni - architetto, ufficiale degli alpini, fu anche partigiano dopo il 43 - che tanti dispersi ha ritrovato tra le dune libiche, non solo italiani...e non certo mosso da ambigue "nostalgie" dei tempi che furono, ma solo da umana pietà. (PS: suo cugino Luigi é stato uno dei migliori e più grandi architetti italiani del '900, raffinatissimo professionista della borghesia milanese del dopoguerra e oltre) 1
radio2 Inviato 26 Ottobre 2022 Autore Inviato 26 Ottobre 2022 @landrupp con il ricordo di questi uomini che seppero affrontare la morte senza timore teniamo vivo il senso di appartenenza e di orgoglio di far parte di una nazione forte e libera 1 1
landrupp Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 @radio2 sciocchezze...se avessero saputo per chi e per cosa andavano a crepare, avrebbero girato i fucili contro i tedeschi, come lo stesso Caccia Dominioni fece. 2
Questo è un messaggio popolare. briandinazareth Inviato 26 Ottobre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Ottobre 2022 1 ora fa, radio2 ha scritto: con il ricordo di questi uomini che seppero affrontare la morte senza timore teniamo vivo il senso di appartenenza e di orgoglio di far parte di una nazione forte e libera la nazione non era libera ed è un ben stupido orgoglio quello costruito sulle budella di quegli uomini a combattere per il delirio fascista. 3
senek65 Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 6 ore fa, radio2 ha scritto: morte senza timore teniamo vivo il senso di appartenenza e di orgoglio di far parte di una nazione forte e libera Sono sicuro che avrebbero preferito vivere. 1
Guru Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 7 ore fa, radio2 ha scritto: con il ricordo di questi uomini che seppero affrontare la morte senza timore Ma vergognati.
Membro_0016 Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 @radio2 Se fosse stato per loro probabilmente la nostra nazione non sarebbe libera, visto che combattevano per un regime dittatoriale. 2
Questo è un messaggio popolare. Superfuzz Inviato 27 Ottobre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 27 Ottobre 2022 8 ore fa, briandinazareth ha scritto: la nazione non era libera ed è un ben stupido orgoglio quello costruito sulle budella di quegli uomini a combattere per il delirio fascista. ma il punto non è questo, e davvero non capisco come si possa ancora oggi, al netto di qualche vecchio fascio nostagico, fraintendere la "glorificazione" di quegli uomini. Il fronte africano fu quasi esclusivamente scontro frontale tra eserciti nel deserto, niente o quasi combattimenti urbani e coinvolgimento dei civili. Combatterono eroicamente contro un esercito meglio armato e organizzato, spesso in netta inferiorità numerica, riuscendo in numerose occasioni a rallentarlo quando non fermarlo proprio (in questo soprattutto la Folgore, tra l'altro unità nata e addestrata per tutt'altri scopi), pagando un prezzo di sangue elevatissimo. Si rende merito all'eroismo e alla abnegazione di quegli uomini (a El Alamein la Folgore combattè essenzialmente una battaglia di retroguardia, immolandosi per salvare il resto del contingente), personale di leva ricordiamolo (per quanto poi volontario nelle truppe aviotrasportate della Folgore). Il Duce, il fascismo, la guerra combattuta dalla (evidente) parte sbagliata non c'entrano una beneamata ceppa con il doverosissimo ricordo di quegli uomini. "La battaglia di El Alamein provocò la morte di 13.500 inglesi, 17.000 italiani, 9.000 tedeschi e fu una delle più decisive della seconda guerra mondiale: scrisse la parola fine alla minaccia italo-tedesca sul canale di Suez, consegnando il dominio assoluto del Mediterraneo agli inglesi. Cancellando dallo scacchiere un intero fronte, in prospettiva aprì la strada al secondo fronte, ossia allo sbarco in Sicilia destinato a riportare gli alleati in Europa. Gli ultimi a cedere a El Alamein furono i paracadutisti della Folgore. Abbarbicati al margine della depressione di El Qattara, avevano di fronte il 13° corpo d’armata che, secondo la versione inglese, doveva impegnarsi solo per dare vita a un falso scopo, mentre in realtà dovette combattere una delle più dure e logoranti battaglie locali di sfondamento dell’intero fronte. Gli uomini della Folgore resistettero per 13 giorni senza cedere un metro. Alla resa ebbero l’onore delle armi e il nome della loro divisione restò da allora leggendario. La BBC inglese l’11 novembre, a battaglia conclusa, commentò: “i resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane”. Il primo ministro inglese Winston Churchill, all’indomani della battaglia, disse: “dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore”. "Rommel avrebbe dovuto ripiegare prima? Di certo conosceva la situazione e aveva chiesto a ripetizione rifornimenti che nessuno, in Italia e Germania, avrebbe potuto mandargli. Di certo Hitler gli ordinò di non ritirarsi anche quando ormai la situazione, a novembre 1942, era disperata, la volontà del Führer fu sostanzialmente aggirata per salvare il salvabile. E nel non salvabile i reparti italiani pagarono il prezzo più alto, per la loro cronica mancanza di mezzi di trasporto. Alcuni reparti, come i paracadutisti della Folgore si immolarono scientemente per contrastare sino all'ultimo i reparti britannici. Bombe molotov e armi di fortuna contro carri armati con corazze in acciaio spesse cinque centimetri. Questa lotta coraggiosa di un reparto d'élite che fu sacrificato e mandato a combattere in un contesto completamente diverso da quello per cui era stato addestrato è stata raccontata relativamente poco. Ecco perché vale la pena di leggere I paracadutisti italiani a El Alamein (Leg, pagg. 128, euro 16) di Gianni Oliva. Lo storico ripercorre la vicenda che ha portato la Folgore sino a quell'inferno di sabbia. Come spiega nell'introduzione, della battaglia e della Folgore «si è sempre parlato poco e con disagio». Perché? «El Alamein è stata rimossa perché associata al combattetismo fascista e all'arditismo... Confusioni della memoria storica, che qualcosa ricorda e qualcos'altro dimentica, e che spesso sovrappone l'ideologia alla ricostruzione dei fatti». 3
Superfuzz Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 @newton facile ma completamente fuori centro dai.
newton Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 @Superfuzz Fino a che a celebrare la memoria di quella battaglia ci sarà quella lapide credo che l'affermazione che riporti - «El Alamein è stata rimossa perché associata al combattetismo fascista e all'arditismo... - sia del tutto giustificata. - In quanto a "Confusioni della memoria storica, che qualcosa ricorda e qualcos'altro dimentica, e che spesso sovrappone l'ideologia alla ricostruzione dei fatti» non è che i confini di fin dove interrogarsi ora ce li possiamo far dettare da chi i conti col fascismo fino in fondo non li ha mai fatti. - In quanto ai civili che non furono coinvolti, ripeto, ci sarebbe da capire se i nostri eroi fossero arrivati ad Alessandria che fine avrebbe fatto quella che era una delle più grandi comunità ebraiche del mondo che lì abitava. Se io fossi un discendente di uno dei combattenti chiederei la rimozione di quella lapide con una più argomentata, anzi col libro che suggerisci. Una bella biblioteca ci farei. L'onore e il coraggio, ieri e oggi, cerchiamolo nelle cause che lo meritano. Ce ne furono in quegli anni.
penteante Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 1 ora fa, Superfuzz ha scritto: Confusioni della memoria storica, che qualcosa ricorda e qualcos'altro dimentica, e che spesso sovrappone l'ideologia alla ricostruzione dei fatti - Confusione, sì, ma in direzione opposta alla tua conclusione. Perchè, esaltare un esercizio di sprezzo della morte da parte dei paracadutisti della Folgore, come traspare dal tuo lungo post (estratto da questo articolo apparso su Il Giornale - https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/cos-el-alamein-folgore-brill-nel-disastro-annunciato-2078840.html) senza definire il contesto storico in cui è avvenuto, suona come un inaccettabile disinteresse verso la necessaria condanna della leadership politica nazifascista che lo ha prodotto, insieme a tutta la tragedia della dittatura e della guerra.
Questo è un messaggio popolare. senek65 Inviato 27 Ottobre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 27 Ottobre 2022 1 ora fa, Superfuzz ha scritto: fraintendere la "glorificazione" di quegli uomini. "Canto dei morti invano - Primo Levi Sedete e contrattate A vostra voglia, vecchie volpi argentate. Vi mureremo in un palazzo splendido Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco Purché trattiate e contrattiate Le vite dei nostri figli e le vostre. Che tutta la sapienza del creato Converga a benedire le vostre menti E vi guidi nel labirinto. Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,L'esercito dei morti invano, Noi della Marna e di Montecassino, Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima: E saranno con noi I lebbrosi e i tracomatosi, Gli scomparsi di Buenos Aires, I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia, I patteggiati di Praga, Gli esangui di Calcutta, Gl'innocenti straziati a Bologna. Guai a voi se uscirete discordi: Sarete stretti dal nostro abbraccio. Siamo invincibili perché siamo i vinti. Invulnerabili perché già spenti: Noi ridiamo dei vostri missili. Sedete e contrattate Finché la lingua vi si secchi: Se dureranno il danno e la vergogna Vi annegheremo nella nostra putredine." Non c'è nulla da glorificare, perché a quegli uomini non arriverà più nulla. Quei morti, l'esecito dei morti invano, servono solo ai vivi. 3
crosby Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 ricordare tutti quelli che sono morti sul lavoro per carenza di sicurezza o negligenza datoriale no? forse è meglio 1
Fabio Cottatellucci Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 2 ore fa, Superfuzz ha scritto: Si rende merito all'eroismo e alla abnegazione di quegli uomini (a El Alamein la Folgore combattè essenzialmente una battaglia di retroguardia, immolandosi per salvare il resto del contingente), personale di leva ricordiamolo (per quanto poi volontario nelle truppe aviotrasportate della Folgore). Il Duce, il fascismo, la guerra combattuta dalla (evidente) parte sbagliata non c'entrano una beneamata ceppa con il doverosissimo ricordo di quegli uomini. Ti sottoscrivo in toto. Questionare sul ricordo o meno di quei ragazzi è indecoroso. 1 1
Fabio Cottatellucci Inviato 27 Ottobre 2022 Inviato 27 Ottobre 2022 38 minuti fa, penteante ha scritto: senza definire il contesto storico in cui è avvenuto, suona come un inaccettabile disinteresse verso la necessaria condanna della leadership politica nazifascista che lo ha prodotto, insieme a tutta la tragedia della dittatura e della guerra. Pretendere a ogni passo rinnegazioni e quant'altro è indice di una pruderie infinita.
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