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Lincetto di Velut Luna critica le Magico M9 (e non soltanto per il prezzo)


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Inviato
2 ore fa, grisulea ha scritto:

Non vuoi prendere atto che uno sente come sente e che la sensazione che gli arriva è la stessa se lo stimolo è lo stesso, originale o registrato che sia.  Se dico 1 e lui, mezzo sordo, sente 0,3 anche nel registarto che dice 1 lui sentirà 0,3

 

Bene.

Mi spieghi allora perché dopo la scoperta negli anni 30 di  Fletcher e Munson, tutti indistintamente i costruttori  hanno inventato ed applicato sui loro amplificatori il bass contour, ovvero il loudness, ovvero il controllo fisiologico del volume?

Cosa intendevano per fisiologico?

Intendevano che compensare una deficienza insita nel sistema percettivo producesse un beneficio e non certamente una distorsione della corretta elaborazione acustica. .

Significa che si riteneva più corretto ascoltare con una curva più lineare anche a basso rimedio livello  compensando quindi le oggettive alterazioni introdotte dal  sistema percettivo.

Significa  quindi che la curva a dorso di dromedario attribuita al sistema percettivo veniva considerata una forma di alterazione rispetto al come si sarebbe dovuto ascoltare  e non una modalità d'ascolto da mantenere quanto più possibile intatta!

Secondo il tuo ragionamento invece, se ascolto il suono naturale fisiologicamente in un x modo, è  così che devo ascoltare, fisiologicamente,  la relativa riproduzione!

Non sembra , oggettivamente,  che abbiano seguito il tuo ragionamento!

Non lo ha seguito, ad esempio Moller con la sua curva calante ad un db per ottava da 1 khz.

Non lo hanno seguito progettisti di diffusori,  uno per tutti Murace con le sue curve a sella di cavallo.

Non lo hanno seguito migliaia di ascoltatori che al tempo degli equalizzatori grafici posizionano i cursori ad onda crescente alle estreme frequenze. 

Non lo seguono gli utilizzatori di correzione digitale,  te compreso, con curve devianti dalla retta perfetta, ritenuta, chissà  perché, malsuonante!

Perché si dovrebbe voler ascoltare in un modo diverso dalla perfetta linearità?

Chi ha inserito il tasto loudness  nelle apparecchiature  si presume abbia ipotizzato , attraverso il suo utilizzo,  un conseguente beneficio.

Il tuo ragionamento invece, induce a pensare che tutti  quanti i costruttori abbiano rinunciato a far sentire all'ascoltatore la perfetta replica della sensazione prodotta dallo stimolo originale,  deprivandolo in tal modo dall'ottenimento di un risultato più consono alla sua naturale modalitá d'ascolto.

 

 

p.s.

 

https://www.treccani.it/enciclopedia/reductio-ad-absurdum_(Enciclopedia-della-Matematica)/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inviato

@leonida

Mamma mio Leo che confusione stai creando. Stiamo parlando di riprodurre il reale, nel limite del possibile e tu vai a cercare i livelli di volume. I livelli devono essere simili. La dinamica deve essere simile, qualsiasi variazione allontana il risultato. Ripeto, se dal vivo sento 1 devo risentire uno. Se 1 è a livello 100 a 100 lo devo riprodurre. Le curve isofoniche sono le stesse sia che ascolti dal vivo che col riprodotto. Il fatto che a basso o bassissimo volume si perda parte del messaggio e per questo sia stato inventato il loudness è la conseguenza di un “errore” concettuale, pretendere di sentire a volume basso come si sentirebbe a volume alto. Ma la cosa non è così drammatica come in apparenza sembra. La deviazione già ad un volume medio diventa piccola e viene quasi sempre compensata dal lungo tempo di decadimento dei piccoli ambienti sulle basse. Basterebbe che tu mettessi il naso dentro qualche misura. Tanto che nessuno ormai ascolta col loudness e nemeno ne sente il bisogno, in parte anche grazie alla grande estensione in basso che i sisteni moderni hanno rispetto alla media di quelli degli anni 60/70. Non solo, tu sostieni il contrario, che alzando il volume c'è spostamento verso le medio alte, come mai porti le isofoniche ad esempio?

Sempre secondo il tuo ragionamento se ascolto dal vivo mi dovrei equalizzare le orecchie. Ma perché mai? Perché dovrebbe essere un difetto un dato di fatto del tutto naturale. Così si sente, punto.

Hai anche confuso le gobbe di cammello e dromedario con le curve isofoniche. Il mio esempio era tutt’altro che il paragone con quelle. Non era riferito a nessuna frequenza in particolare. Ti rafaccio l’esempio. Suono una nota bassa, sotto i 100 hz così non avrai dubbi. Questa nota è fatta da due gobbe, una gobba a 50 hz ed una ad 80, è fatta così. Mi pare evidente che il sistema dovra riprodurre le due gobbe. Lascia perdere a quale livello per un attimo anche se dovrebbe essere lo stesso. Un sistema attendibile dovrà farti sentire due gobbe. Ora però il nostro sistema ha un bel buco in frequenza proprio, guarda un po', a 50 hz. Bello profondo come spesso capito ma può essere anche il contrario, un bel picco. E’ evidente che la mia nota a gobba di cammello improvvisamente sarà diventata una nota a gobba di dromedario, non sarà più la stessa, ne a basso volume ne ad alto volume perché i 50 hz sono spariti. Luodness o non loudness, curve isofoniche o non curve. Sparita, fagocitata. Se non si interviene sul sistema è persa. Come tu la faccia ricomparire non è dato sapere.

Curve di risposta. Dove è stata mai scritto che debba essere, sotto smoothing, completamente piatta? Tu confondi il piatto con il diritto. Deve essere diritta, non deve fare gobbe, deve essere coerente. In ogni caso e quasiasi targhet ci si scelga, di norma, si resta molto ma molto lontani senza interveti importanti e senza sistemi veramente ben fatti.

Vuoi prendere la Moeller ad esempio? Ok prendiamola. Scrivi che fino a 1000 va dritta e piega poi di 1 db dai 1000 hz. Il che vale a dire che ha i 16000 sotto di 4 db. Che ancora equivale a dire che sta tutto entro +o- 2db. Ti preoccupa questa impostazione deviante dalla piattezza assoluta? MA tu hai mai visto una rif in ambiente? Va di cūlus se sta entro +o- 10db ma può stare tranquillamente anche entro +o- 15 db. Prendi la Moeller. Non ti pare abbia un andamento coerente. Ti pare abbia ritorni di fiamma? Noterai che tra una ottva e la successiva appunto devia di 1 db, l’equivalente di circa il 10% di intensità all’udito e segue questa progressione. Ma tu hai mai visto i su e giù di 5 db ed oltre che fa un sistema in ambiente? Può essere che i 1000 hz siano sotto di 3 db ed i 2000 tornati su di 4, differenza 7 db, 70% all’udito e disposti al contrario pure, i 2000 si trovano sopra i 1000.

Murace. C’è chi fa come lui e chi no. Può essere una soluzione per chi ha ambienti particolarmente riflettenti, appena alzi il volume il mid strilla. Ma appunto la misura in ambiente devi vedere non quella del solo diffusore. Inoltre vale esattamente tutto il discorso fatto sopra, ti preoccupi di variazioni di db o frazioni e  in ambiente  poi trovarti decine di db di alterazione all’ascolto. E’ una scelta di Murace, andrebbe vista la somma con l'ambiente, devia comunque dal piatto almeno un ordine di grandezza in meno rispetto a quello che si vede.

Inoltre ancora vai a vedere la Moeller come è nei primi 500 hz. Tira dritta e piatta. Ora per favore fammi vedere un sistema che riesca a tanto.

Riassumendo: meglio approssimare una Moeller o andare a montagne russe? Meglio fare qualche misura e vedere cosa succede o andare a caso? Meglio sapere dove si è e dove si vuole andare, Moeller o Murace che sia o andare a caso? Meglio sapere cosa correggere di palesemente sbagliato (c’è sempre) o andare caso. Meglio affidarsi a chicchessia o all’acustica?

In ogni caso, che ci si affidi alla tecnica o ci si affidi a te, l’orecchio quello è e ne tu ne nessuno può farci nulla. Non sarai tu a modificare in base al volume di ascolto le mie o tue curve isofoniche.

La tecnica al limite può modificare la rif in base a quanto si alza il volume. Non certo la magia.

Ho appena ascoltato 3 dischi, ce ne fosse stato uno che suonasse i bassi quantitavamente come l’altro. Da troppi a pochi. Quello è il suono di quei dischi, perché mai dovrei cambiarlo? Quello han voluto dire, quello prendo, al limite non mi piace, passo oltre. Ovviamente mi sono piaciuti tutti ciascuno con la sua diversità. Perché mai dovrei pareggiarli?

La faccenda è molto semplice, l’orecchio è di bocca buona ed è questa la fortuna altro che curve isofoniche. Lascia spazio alla fantasia e si fa infinicchiare per bene

Ti invito di nuovo a dare una occhiata ad alcune misure per farti una idea di quel che succede in ambiente. Noterai che Moeller e Murace gli fanno un baffo. Ed hai guardato alla sola rif, la base di tutto ovvio ma non il risultato complessivo.

Inviato
8 ore fa, leonida ha scritto:

L'informazione originaria,  però,  viene elaborata dall'ascoltatore con una curva a gobba di dromedario, ma catturata dal microfono dalle apparecchiature  di registrazione in modalità lineare.

 

Scusa, ma questa frase non ha senso logico ...

L'informazione originaria è X (altezza-intensità-timbro) e il microfono deve avvicinarsi il più possibile alla "presa" dell'entità X.  Cosa significa che l'ascoltatore elabora un altra curva Y con parametri differenti?

Mi pare decisamente un non-senso

Inviato
34 minuti fa, maxnalesso ha scritto:

L'informazione originaria è X (altezza-intensità-timbro) e il microfono deve avvicinarsi il più possibile alla "presa" dell'entità X.  Cosa significa che l'ascoltatore elabora un altra curva Y con parametri differenti?

Mi pare decisamente un non-senso

Il sistema percettivo umano risulta  essere tutt'altro che lineare, percepisce con una curva che ho descritto come "a gobba di dromedario ", una fortissima sensibilità a medio alte frequenze con picco a 2000 hz, da cui una carenza alle basse, meno 20 db ed oltre db , variabile n relazione alla pressione sonora.

Pertanto infinite curve in relazione alla variazione della pressione sonora.

Le curve isofoniche codificano , in relazione al volume d'ascolto,  l'esaltazione necessaria alle varie frequenze affinché un soggetto umano possa percepirle a pressione costante.

Il microfono , quindi, cattura la vibrazione dell'aria a pressione costante in funzione della frequenza, ed in modalità tendenzialmente invariante in relazione alla pressione  sonora, l'ascoltatore invece, a pressione estremamente variabile in relazione  al volume e fortemente differenziata in funzione della frequenza. 

 

 

 

https://www.filoweb.it/curiosita/43-curve-isofoniche

extermination
Inviato

Mi perdonino per l'irriverenza!

Ma non ce la fate proprio ad intendervi.

Inviato
2 minuti fa, leonida ha scritto:

Le curve isofoniche codificano , in relazione al volume d'ascolto,  l'esaltazione necessaria alle varie frequenze affinché un soggetto umano possa percepirle a pressione costante.

Possa ma non deve. Rileva un dato di fatto.

 

3 minuti fa, leonida ha scritto:

Il microfono , quindi, cattura la vibrazione dell'aria a pressione costante in funzione della frequenza, ed in modalità tendenzialmente invariante in relazione alla pressione  sonora, l'ascoltatore invece, a pressione estremamente variabile in relazione  al volume e fortemente differenziata in funzione della frequenza. 

Mancano le basi Leo. Ci mancherebbe che il microfono vada ad orecchio. Sei tu quando ascolti il risultato che decodificherai di nuovo in base alle tue curve isofoniche. Succedesse anche in registazione riproduzione avremmo duplicazione della variazione. Ti ha appena scritto che è un non senso appunto.

Inviato
1 minuto fa, extermination ha scritto:

Ma non ce la fate proprio ad intendervi.

Come si fa? Fortuna qualcun altro gli sta facendo notare il non senso.

extermination
Inviato

@grisulea Sinceramente da lui non me lo sarei mai aspettato che potesse  scrivere una cosa del genere. 

extermination
Inviato
12 minuti fa, grisulea ha scritto:

Mancano le basi

Questo lo escludo categoricamente.

Inviato
Adesso, extermination ha scritto:

Questo lo escludo categoricamente.

Beh se leggi cosa ha scritto. Spero nel malinteso.

extermination
Inviato
Adesso, grisulea ha scritto:

Beh se leggi cosa ha scritto.

Ma certo.Ha scritto una castroneria.

Il perché mi resta da capire. 

Inviato
20 minuti fa, extermination ha scritto:

Mi perdonino per l'irriverenza!

Ma non ce la fate proprio ad intendervi.

L"ho detto cento volte.

Eventua stultorum magister.

Solo l'evento, ( esperienza) può  chiarire chi sia,  tra virgolette, lo stolto.

Il resto, chiacchiere più o meno interessanti, ma sempre chiacchiere,  a meno che , tra le righe, qualcosa non faccia scattare un flash a qualcuno predisposto o pronto a riceverlo 

Inviato

Mah, secondo me non ha scritto niente di sbagliato. Basta ascoltare una sweeppata per capire che quando si passa il KHz e fino ai 5, il suono viene percepito molto più forte, e la differenza aumenta al diminuire del volume.

La sweeppata, notoriamente è a pressione costante.

Inviato
Adesso, leonida ha scritto:

Solo l'evento, ( esperienza) può  chiarire chi sia,  tra virgolette, lo stolto.

Non si tratta di capire lo stolto si tratta di capire cosa intendi. Il mio discorso a me pare chiaro, verificabile e condivisibile.

Inviato
1 minuto fa, pro61 ha scritto:

Mah, secondo me non ha scritto niente di sbagliato

L'ha scritto eccome, ha scritto che per sentire cosi come descrivi dovresti avere un segnale a gobba di dromedario, invece la gobba la fa l'orecchio da solo non è necessario che anche il segnale sia così altrimenti la gobba è doppia. Rileggi  tutto.

extermination
Inviato
2 minuti fa, pro61 ha scritto:

secondo me non ha scritto niente di sbagliato

Vedi che nessuno mette in discussione le curve isofoniche (curve che tra l'altro, nel tempo, sono state riviste)

Inviato
42 minuti fa, leonida ha scritto:

Le curve isofoniche codificano , in relazione al volume d'ascolto,  l'esaltazione necessaria alle varie frequenze affinché un soggetto umano possa percepirle a pressione costante.

@grisulea @extermination ma a me questa sembra chiarissima. Se volessimo ascoltare a volume percepito costante, dovremmo avere una rif complementare per ogni differente volume d'ascolto.

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