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Fra i dac di riferimento… il Mola Mola Tambaqui?


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Ascoltato ad un Can Jam recente, il DAC Mola Mola mi era sembrato una sorgente davvero “fuori dal comune”…. 
E così… dopo un po’ di “meditazione” mi sono deciso e l’ho preso, per affiancare/sostituire il mio vecchio e fidato Schiit Yggdrasyll…

Ecco… per dire che fin dai primi ascolti casalinghi a me pare un DAC eccezionale…

Non costa poco (siamo sempre intorno ai 10.000 euretti..) ma… costa sempre meno di diversi suoi concorrenti.

Qualcuno ha avuto esperienze positive come la mia? Benvenuti tutti i pareri motivati…

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Il Mola Mola Tambaqui è stato preso come sorgente per la catena audio usata per le cuffie (con l’amplificatore Woo Audio WES in primo piano, che pilota in maniera sublime le elettrostatiche, in particolare la nuova Audeze CRBN e la nuova Stax 9000).

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Le prestazioni, e in particolare il suono, del Mola Mola sono valutati in particolare su questa catena, che fino a ieri aveva come sorgente il DAC Yggdrasyll (al momento appoggiato su una scrivania, ma pronto ad essere reinserito per confronto diretto..).

 

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D’altra parte il Mola Mola, oltre ad essere comparato con uno dei migliori DAC, oltre ad essere il migliore best buy digitale di sempre, lo Schiit Yggdrasyll, sarà paragonato anche ad uno dei DAC di riferimento assoluto, il Berkeley Reference III sulla catena audio per i diffusori (e per la cuffia Audeze SR1a).

 

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Le mie impressioni valgono ovviamente per quello che sono, cioè con la limitazione dell’essere soggettive e legate a gusti e cultura (musicale in particolare) personali.

È magari interessante il fatto che io abbia 3 DAC ciascuno dei quali all’interno ha soluzioni tecniche di conversione molto diverso uno dall’altro.

Sì perché spesso la “tanto vantata” differenza di tecnologia fra i diversi DAC in realtà si limita all’adozione di filtri diversi (che hanno certamente grande importanza all’ascolto, ma ecco..da un punto di vista tecnologico non fanno tutta questa differenza).

Ricordo che in generale i DAC, per il PCM che è la forma di codifica del file che io ascolto (il DSD è ovviamente altro e ha altre regole) si dividono in DAC MultiBIT e DAC DeltaSigma.

Poi ovviamente ci sono millanta variazioni sul tema..

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13 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

Le mie impressioni valgono ovviamente per quello che sono, cioè con la limitazione dell’essere soggettive e legate a gusti e cultura (musicale in particolare) personali.

Beh ma certo, però sono ugualmente curioso. Infondo siamo qui per questo, no ?

In più possiedi due degli oggetti che mi intrigano maggiormente, il Mola Mola ed appunto il Berkeley Reference III.

Poi visto che si chiacchiera, ho notato appunto che usi gli "scatolotti" Berkeley per convertire la USB in AES/EBU su XLR che è la connessione principe proprio del Reference III, ma con il Tambaqui potresti "osare" decisamente di più, se la cosa ovviamente è di qualche interesse per te.

Adottando un DDC come questo: https://magnahifi.com/singxer-su-6-usb-digital-interface-xmos-xu208-cpld-femtosecond-clock/ potresti entrare nel Mola Mola in I2S su connettore HDMI, sfruttando al massimo le capacità delle sue decodifiche, ma soprattutto annullando quasi completamente il jitter dato che il clock viaggia assieme al segnale digitale.

Lo hai mai preso in considerazione ?

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1 ora fa, AlbertoPN ha scritto:

potresti entrare nel Mola Mola in I2S su connettore HDMI, sfruttando al massimo le capacità delle

Può essere una buona prova da fare! Più che altro per la connessione HDMI in I2S…

È pur vero che di “reclocker” e USB Converter ne ho provati diversi (non per il DAC Reference ovviamente, in quanto scelta obbligata, ma per l’Yggdrasyl ) e poi sono finito per acquistare un secondo Berkeley Converter (che ahimè, in Europa, costa quasi quattro volte l’oggettino che hai segnalato tu..).

Penso che la “forza” del Berkeley Converter sia l’isolamento elettrico ottimale… ma, certamente una bella prova anche con il Sigxer si può sempre fare.

È pur vero che la sorgente Mac Mini + Audirvāna + Berkeley USB Converter ha una qualità audio che mi ha fatto rimandare indietro streamer  da 10.000 euro presi in prova…!

 

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Fra l’altro proprio il Berkeley USB Converter fa suonare l’Accuphase DP 600 come un signor DAC!

E l’Accuphase (che ho messo in vendita, ma non so se poi lo darò via davvero..) ha un bellissimo suono …ed è l’unico DAC Delta Sigma “vero” che ho a casa…

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3 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Penso che la “forza” del Berkeley Converter sia l’isolamento elettrico ottimale… ma, certamente una bella prova anche con il Sigxer si può sempre fare.

Se non ho visto male il Sigxer ha la USB opto isolata, per cui totale reiezione a qualunque tipo di disturbo elettrico o rumore indotto (ossia la sorgente non è un problema sotto questo punto di vista); in più misura dannatamente bene (c'è la prova completa qui: https://goldensound.audio/2021/08/01/singxer-su6-measurements/ ed il ragazzo è molto affidabile) che non guasta.

Non conosco il converter Berkeley, ma per "tirare" il Mola Mola a "manetta" 😄 ci penserei seriamente.

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@claravox Berkeley? Non penso sia un marchio importato in Italia. Io preso i miei apparecchi Berkeley uno a New York, dove sono andato diverse volte per lavoro, e l’altro dopo qualche mese da un importatore svizzero …ma non sono certo che esista ancora…😏

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Sto usando il Tambaqui per confrontare due cuffie elettrostatiche di riferimento, la Audeze CRBN e la Stax X9000 due cuffie che ho acquistato in tempi (relativamente per la CRBN) recenti e quindi non “conosciute” come le mie tasche come invece la Stax 009, da anni a casa mia.

Prima di tutto ho voluto, quindi, confrontare il suono di alcuni album ascoltati prima con lo Schiit Yggdrasyll e poi con il Tambaqui utilizzando proprio questa cuffia, la 009.

Consapevole che l’ascolto in cuffia è assai diverso dall’ascolto con i diffusori.

Una delle prime cose che mi stupiscono, ancora oggi dopo qualche anno, quando ascolto le mie Magneplanar con il DAC Berkeley come sorgente, è la messe di dati spaziali, di informazioni che prima con il CD erano nascoste e adesso emergono in maniera sorprendente con un file HD.

Ascoltando in cuffia questo salto in avanti non lo si coglie appieno perché ovviamente la limitazione più importante della cuffia è che fa ascoltare canale destro e sinistro completamente separati, un ascolto non proprio “naturale” anche se molto immmersivo.

In cuffia, tuttavia, sono ancora più evidenti i miglioramenti “tonali” che il digitale, con il progresso rapido degli ultimi anni, ha apportato ad album ben conosciuti ed ascoltati in CD. In particolare un DAC eccellente riesce a far “sparire completamente” quel “retrogusto” freddo che col CD si avverte sempre e comunque (e ho sempre avuto macchine “dolci” sugli acuti, come gli Accuphase, di cui il SACD CD Player 600 ancora a casa mia..). Ma, passata la piacevole sorpresa di ascoltare finalmente una gamma acuta naturale, inizialmente può sfuggire che i miglioramenti più importanti i DAC recenti che suonano file HiRes, è …in gAmma bassa! Che diventa profonda, pulita, tellurica quando serve… in maniera tale che nessun giradischi (neppure l’Air Force da qualche centinaio di migliaia di euro!) può dare. Ripeto”nessuno”! Perché è semplicemente un problema “meccanico” nel caso dell’analogico, problema insormontabile fino a che uno stilo “sfrega” le pareti del dirupo a V che sono i solchi,

Insieme a questo, lo stilo con i solchi è sottoposto a una limitazione dinamica non da poco, almeno con la grande orchestra, e porta in dote obbligatoria fruscio di fondo e sopratutto rumori impulsivi, Tic e Tac, inevitabili anche con la migliore “pulizia” e “lavaggio” pre-ascolto. Tutte queste cose in cuffia, almeno con la musica classica, si avvertono bene e danno fastidio, parecchio a volte. In qualche maniera tolgono l’illusione della realtà, l’illusione di essere lá dove l’evento sonoro è stato ripreso.

Con il nuovo digitale, quindi, adesso si ha un suono “reale”, analogico insomma, ma con tutti i vantaggi promessi (e questi sì, mantenuti) dal CD!

 

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