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Suono inglese giapponese americano


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@officialsm Ricordo che,negli anni 80',quando incominciai a capire qualcosa di più della "nostra"passione,frequentavo un negozio della mia zona,dove mi fornivo, dove il titolare mi parlava di questa differenza tra suono giapponese e americano (lui era un fan di JBL e H.K.)in effetti mi fece sentire le differenze tra le due scuole di pensiero che tradotte in poche parole era suono frizzantino sui medio alti e bassi lunghi morbidi per jap e suono più "deciso" con bassi netti e precisi da colpo allo stomaco e acuti più "setosi"non fastidiosi per ciò che riguardava il suono U.S.A. 

Per il suono "inglese"forse si intende qualcosa di più neutro e lineare passami il termine....

Saluti

Andrea

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È un po’ come il discorso sulle varie edizioni delle stampe originali dei vinili....

le giapponesi sono più aperte verso le medio alte, con un suono tendente al chiaro, maggiormente pulito,le americane virano  sulle medio basse con un suono leggermente più “grosso”, le inglesi le più equilibrate, un pelino più neutre .

 

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9 ore fa, officialsm ha scritto:

Cosa significa suono inglese o giappo o americano  e/o italiano (se esiste)?

Una volta, questa differenza la si poteva ritrovare facilmente, nell’impostazione sonora dei diffusori e apparecchi, dei costruttori di questi paesi, infatti si parlava proprio di suono inglese americano o giapponese, ma oggi, non è più così. Vuoi per la ricerca di un suono più moderno, tendente al neutro, vuoi per la componentistica costruita in giro per il mondo, vuoi per la voluta ricerca di internazionalità dello stesso suono, che possa soddisfare gli appassionati di diversi paesi, tutto questo ha reso, parlare del suono in termini nazionali, senza più senso. Oggi, le aziende, chi più chi meno, caratterizzano meno il suono dei loro componenti, proprio per avere un mercato più ampio possibile.
Certo, le aziende cercano ancora di dare una loro firma, ma le differenze si sono  spostate più dal punto di vista estetico, che da quello sonoro. Ciò, ovviamente, non vuol dire che suonino tutte uguali, e ci mancherebbe! 

  • Melius 1
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oggi il mercato è globalizzato e la proprietà spappolata, come il psg è una squadra francese di prprietà araba e con calciatori che vengonon+ da tutto il mondo, lo stesso vale per l'hifi o per le auto.

Una volta il mercato era principalmente interno, oggi quello interno conta poco.se quindi una volta aveva senso dedicare più attenzione ai connazionali (in termini di ambienti, gusti sonoro, priorità estetiche, tipologia di musica), oggi si compete a tutto tondo e le differenze sono più di forma che di sostanza, certo gli apparecch teutonici hannno costtruito la loro fama sulla affidabilità, gli italiani sul design, ecc ecc, ma la vedo dura dietro una tenda individuare la nazione di quello che sta suonando

Ovviamente in USA fanno diffusori grossi per le loro case, in UK quelli da stan per gli stessi motivi e altrettant ovviamente ci sono impostazioni generali ma non così evidenti come una volta

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@niar67 Mah...insomma: quando io mi occupavo di vendite ed asistenza trovavo il suono Giapponese piu' godibile di tutti fino ad un  certo volume poiche' piu' rotondo ma nello stesso tempo ben presente e definito in gamma medio-alta contrariamente a quello americano che risultava ampio, dettagliato ma ascciutto in basso fino ad un certo volume, dopodicche' veniva fuori in maniera emozionante anche sul basso possedendo un bel punch, gli inglesi li trovavo un po' anonimi agli estremi ma equilibrati  anche a volume sostenuto,in ogni caso il suono inglese lo preferivo su tutti sulle voci, piu' presenti anche se a volte un po' troppo...spesso miscelavo ampli Giapponesi con diffusori americani: per es Denon e Sansui andavano benissimo con i diffusori Klipsch la cui grinta ed efficienza consentiva di stare sempre su volumi moderati

per avere un suono molto realistico e godibile a banda intera, gli HK prediligevano lavorare a volume sostenuto per dare il meglio di se ed andavano meglio con diffusori da pavimento dai woofers di dimensioni generose anche se non molto efficienti ed a volume sostenuto risultavano avere una bella scena aperta ed un suono ricco ed emozionante con bassi secchi ma dotati di parecchio punch...insomma un po' a gusti ma per le normali dimensioni di un ambiente domestico (simile alla saletta d'ascolto che usavo (5x6.5 acusticamente trattata ed isolata mediante una porta scorrevole in legno) vendevo di  piu' i primi, mi riferisco agli anni compresi tra il 1987 ed il 1994, fino al 2000 "detti una mano" saltuariamente.

Concordo con chi afferma che oggi e' rimasto poco di quegli anni.

SALVO.

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Il famoso British sound in cosa consisteva?

Quando mi sono avvicinato alla nostra passione nel 1990 sulle riviste leggevo solo e spesso questo termine "British sound". Lo di dava ad amplificazioni e diffusori inglesi ma non solo. Non ho mai capito le caratteristiche.

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Una volta il suono era più caratterizzato per certe marche forse si poteva fare questo tipo di distinzione.

Ora con l'avvento anche della globalizzazione e la crescita e diffusione non solo in patria che certe marche e certi prodotti hanno avuto pur magari mantenendo certe peculiarità da un punto di vista sonoro non c'è più questa spiccata suddivisione in Giapponese, Americano e Inglese.

Mia opinione quasi tutte le marche si sono orientate verso un suono più dettagliato e con maggior dinamica rispetto al passato.

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  • 8 mesi dopo...

@gnagna1967 ciao , il Sudgen , non l ho mai sentito , quindi ti verrà in aiuto qualcun altro

per il Creek e Cyrus potrei dire in due parole: Creek più dinamico , con bassi e gamma bassa potente ( non sbrodolante ...secca , ma il basso si sente )

, Cyrus più arioso, più musicale( forse) più limpido direi, non mancano i bassi , diciamo che sul Creek "picchiano" , e sul Cyrus invece ci sono .

ah tratto in comune = poca spesa tanta resa per entrambi , due grandi ampli , si adattano a molti tipi di diffusori, suonano bene, pilotano la maggior parte dei diffusori ( almeno quelli passati da casa mia)

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