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"I Maneskin sono un insulto alla cultura e all'arte".


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ascoltoebasta
3 ore fa, djansia ha scritto:

Ora, se mi ritrovo i Maneskin e altri ancora ripropormi non solo un cūlus scoperto visto mille volte ma anche musiche e brani già ascoltati per decenni mi sembra ovvio che li critico aspramente.

Precisamente,avevo risposto a@coldturkey scrivendo appunto che i maneskin ,a differenza dei beatles e altri,non hanno portato nulla di nuovo,ma fatto un collage scopiazzando musiche e atteggiamenti un pò ovunque,una ventata di cose già viste e sentite,ma che riscuotono successo,magari Ughi sottintendeva anche questo "nulla di nuovo",come offesa all'arte.

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Il 22/1/2023 at 12:55, Pinkflo ha scritto:

ultima cosa che... Stones e Beatles e poi Zeppelin e Pink Floyd, ecc facevano comunque parte di una "controcultura". Anche non volendolo ma il festival di San Remo resta comunque una bussola (più nel male che altro) della cultura popolare. Pensate che quei "drogati" dei Cream, dei Led Zeppelin o dei Pink Floyd sarebbero mai stati invitati a questo festival? Ebbene allora mai e poi mai. Oggi a quanto pare San Remo è una delle vetrine principali dei Maneskin? Ma ci rendiamo conto? Secondo me è eversione allo stato puro, cioè come far rientrare nel star business, annichilendolo, il potere controculturale  e di protesta di una musica come il rock funk soul. Ecco appunto tra l'altro i Maneskin non sono nemmeno i Red Hot chili Peppers, oppure inviteranno anche loro a San Remo o all'Euro festival? E secondo voi gente come i Cream o gli Stones sarebbero andato a gareggiare a San Remo o anche solo come invitati?

Inoltre per poniamo per un giovane chitarrista rock odierno che si sta formando potrà essere un modello il chitarrista dei Maneskin o lo sarà Jimmy Page o David Gilmour (due a caso)?

Si e' capito che il problema è anche questo, ma il pubblico di oggi non è quello di ieri, Marylin Manson è un  personaggio mainstream, i porno attori vanno in tv a fare la morale ai bacchettoni, le epoche non si possono paragonare, il pubblico e' diverso e piu ampio, la controcultura non pup' esistere perchè a livello globale con la diffusione social qualsiasi fenomeno attira migliaia di ascolti o visione di contenuti, il per pochi non esiste più, pensa al jazz, una volta era per pochi ora sono i dischi più venduti e quotati sull'usato parlando di vinili. La genesi di un gruppo e l'arrivo al successo non è equiparabile al passato.

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1 ora fa, ascoltoebasta ha scritto:

Precisamente,avevo risposto a@coldturkey scrivendo appunto che i maneskin ,a differenza dei beatles e altri,non hanno portato nulla di nuovo,ma fatto un collage scopiazzando musiche e atteggiamenti un pò ovunque,una ventata di cose già viste e sentite,ma che riscuotono successo,magari Ughi sottintendeva anche questo "nulla di nuovo",come offesa all'arte.

Questo è certo ma allora eliminiamo tutto il jazz modale odierno o pure il free jazz, il trattamento deve essere pari, anche nella musica classica moderna dove si trova la grande originalità? 

Anche la fisicità poi conta se jim morrison fosse stato un cesso avrebbe avuto lo stesso successo? Come se in passato le etichette commerciali non si basassero anche su questo, ci giocavano sui belli e dannati, li creavano i personaggi li spingevano oltre il limite , anche allora. Probabilmente lo hanno fatto anche Amy Whinehouse non molto tempo fa di replicare atteggiamenti del passato per il mercato, dico probabilmente perchè prove non ce ne sono, ma di certo faceva piu comodo un Amy al limite. 

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ascoltoebasta
1 ora fa, Berico ha scritto:

Questo è certo ma allora eliminiamo tutto il jazz modale odierno o pure il free jazz,

Ma no,qui si parla del successo mondiale di un qualcosa che non ha nulla di originale ne tantomeno di qualità,come  succede da sempre,ma in alcuni casi certi gruppi han portato aria nuova. Band free jazz o jazz modale non hanno certo milioni e milioni di fans sfegatati che ne emulano le gesta e i comportamenti,ma suonano al loro meglio la musica che amano.

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@ascoltoebasta per cui c'e' solo una sana invidia per il successo, il principio del "non c'e' nulla di nuovo", che io appoggio fortemente  qui, ma anche in altri generi non dovrebbe avere come discriminante il successo, quello è un plus. Partendo dal presupposto che il rivisitato  o il riproposto, non fa male a nessuno se non creare curiosità nelle nuove generazione al vecchio rock, e  anche questo, commercialmente, non e' da sottovalutare, anzi penso sia uno dei motivi per cui vengono spinti. 

Poi se si vuole ascoltare del nuovo c'e' la  nuova indie che strizza l'occhio alla psichedelica che è un filone abbastanza ricco , ormai non più di nicchia, almeno fuori Italia, ma non so se è abbastanza colta. 

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12 ore fa, Bazza ha scritto:

Ammazza...e tu chi sei per giudicare così?

Si questa è un appunto tra i più vigliacchi e inutili, scusa n'è... ma prima di tutto qualche competenza ce l'ho visto che suono anch'io, ma questo c'entra poco, tu pensi che per valutare la differenza tra un musicista ed un altro quando sono di capacità e preparazioni molto diverse bisogna per forza essere un Mozart? Ma non senti che questi fanno il compito, tanto quanto basta per incidere e far concerti? Il che non è da buttar via intendiamoci. Ma sono nella mediocrità e per di più inscatolata e impacchettata per lo show business globale, oppure vuoi parlare di virtuosismo o alta creatività musicale? No ma dico il chitarrista pensi che si distingua in qualcosa? 

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ascoltoebasta
2 ore fa, Berico ha scritto:

per cui c'e' solo una sana invidia per il successo,

Ma proprio per niente,anzi mi fa piacere che una volta tanto ci siano Italiani ad avere successo mondiale,io mi riferisco al fatto che come troppo spesso accade si osanna il nulla o quasi,ma son conscio che il mercato chiede questo e questo al mercato si dà,accade da sempre o quasi.

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Non avevo letto tutto, ma considerando che Sgt Peppers può essere considerato un disco di una boy band per ragazzine, si può dire tutto allora… qualcuno può vomitare sentenze anche sui Velvet Underground? 🤣🤣🤣 non dimenticatevi di Nico.

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23 ore fa, coldturkey ha scritto:

i Beatles sono solo un esempio di fenomeno sociale e non certo musicale..

credevo di essere stato piuttosto chiaro, ma evidentemente non è così..

 

 

Non si discute che tu sia stato chiaro. Ma i Beatles furono un realtà musicale, sociale, di costume e di moda. 

Ho scoperto i Bealtles quando arrivarono in Italia nel 1963, nel pieno del loro divenire,  restammo letteralmente travolti dal loro modo innovativo e personale di fare musica trascinante (anche se il loro linguaggio prendeva da diversi generi musicali, dal nero afroamericano, al folk europero celtico, nordico, dalla classica,  perfino dalla musica medievale e rinascimentale (idem i RS) , cosa che ci portò a diventare ammiratori in molti casi sfegatati e da cosa nasce cosa; da cosa musicale diventò anche sociale, di costume moda, ecc.., cosa normale. Infatti andavano a ruba gli stivaletti alla B, il cappelletto alla B, le camice con colletto alla B. (io mi accattai solo scoppola e stivaletti...) ecc, e, cosa più importante, che cominciavano a cescere come i fungi i complessini "beat" in modo imitativo, in genere chitarra ritmica, solista, basso, batteria, canto, sa volte c'era anche una tastiera, i più bravi ci ficcavano pure il sax... La maggior parte si era a livelli modesti, anche scarsi, però intanto si iniziava a fare musica in proprio anche e soprattutto nei ceti sociali più popolari; molti complessini col tempo sono spariti, altri hanno avuto seguito e esiti di diverso tipo ma si trattava di fare musica, anche sociale, tutto è sociale.., ma il fenomeno B. è stato quindi prima di natura autenticamente musicale.

Questo bisognerebbe dire a Uto Ughi .., di uscire fuori dalla "casta" musicale borghese e chiusa, visto che gli sta a cuore la questione, di fare volontariato nelle scuole , all'interno delle scuole incitare, stimolare motivate i ragazzi a tornare a creare complessi musicali e fare musica per diletto, a qualsiasi livello, insieme all' apprendimento teorico, purchè si faccia musica.

Con l'esplosione del rock/pop creativi, in tutte le loro declinazioni, in continuo divenire, non solo Beatles ovviamente ,ci fu per lunghi anni questa cultura della musica fatta in proprio che diede i suoi frutti; quando il genere iniziò a commercializzarsi sempre di più, perdendo originalità, vena creativa, spinta innovativa.., sparirono via via anche i complessini, quella semplice, spontanea cultura popolare del fare musica "insieme" in modo diffuso. Non che si sia fermato tutto.., ma restarono prevalentemente le formazioni professionistiche mentre la base musicale popolare, da sempre stata fonte di ispirazione , alimento di riferimento per musica colta, cosiddetta "alta", borghese e nobiliare, si impoverisce come pure la colta. E siamo quindi di fronte a una crisi creativistica mondiale che riguarda tutte le arti. Credo anche perché si sia creato troppa industria e troppo commercio è troppa disvalorietà del profitto intorno al mondo dell'arte. Discorso lungo e articolato.., queste mie sono considerazioni molto sintetiche e sommarie.

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