Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 15 Febbraio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 15 Febbraio 2023 Quante volte abbiamo parlato qui nel forum, nel corso del tempo, delle prassi esecutive della musica antica e barocca che non è stata "capita" dagli establishment interpretativi del nostro tempo i quali non hanno per di più compreso come tra quei modi antichi e le musiche della tradizione colta occidentale di gran parte del '900 musicale, comprese le musiche popolari e non dei luogi d'oriente, nord africa, e altri continenti, corrono delle profonde linee di congiunzione e di strette somiglianze per quanto riguarda l'essenza della musicalità. Perfino con il jazz si riscontra la stretta correlazione, con la musica degli afroamericani di origine tribale e "schiava", che dovrebbe essere distante dalla nostra cultura scritta, colta, cosiddetta "classica", e invece... Il principale denominatore comune tra queste realtà musicali così lontane nel tempo e nei luoghi credo sia la natura improvvisativa della musica e della musicalità che lascia ampi margini di libertà all'interno di "regole" molto allargate e copndivise. Nel medievo, nel rinascimento, nel barocco e ancora oltre, la patitura era un canovaccio che lasciava tale libertà di interpretazione nella improvvisazione. Detto così, per sommissimi capi. Propongo al riguardo la visione di questo video "saggio sulle inègalites" (cosa vorrà dire...) a cura dell'ottimo Francescon Di Fortunato il quale attraverso il suo canale You Tube sta tenendo da tempo delle "lezioni" sulla musica in modo semplice, "popolare", adatte a tutti, principianti e non, con grande competenza e sostanziale profondità, ricorrendo ad una forma di comunicazione diretta, appassionata e coinvolgente mai noiose, teoriche, spesso pedanti che in molti casi provengo dagli ambiti istituzionali "accademici" che fanno un po' "cartello". Uno degli aspetti positivi della civiltà del web è che sia possibile creare delle alternative a tale stato paludato e impermeabile delle cose, spesso per iniativa di giovani davvero preparati ed agguerriti. Guardiamo, ascoltiamo, poi, volendo, potremmo esprimenre le nostre opinioni in merito. 1 2
Juju Inviato 16 Febbraio 2023 Inviato 16 Febbraio 2023 @analogico_09 bellissimo ed interessante. Immensi gli estratti di Dreyer in apertura. 1
my2cents Inviato 16 Febbraio 2023 Inviato 16 Febbraio 2023 La musica trasporta in se delle “informazioni”. Siano esse estetiche, tecniche, esecutive, psichiche, rituali, storiche, emotive, intellettuali, “spirituali”, e forse ancora altre rispetto a quelle che possiamo immaginare. Se i futuristici alieni trovassero del dna umano di certo potrebbero replicare fedelmente la vita umano, l'essere umano per quel che è; le informazioni in esso contenute sono “totali”. Di certo con qualsiasi altro reperto, ed in particolare con il linguaggio, che è incompleto e limitato di per sé, ciò non sarebbe possibile. Se il linguaggio fosse in sé “totale” nella possibilità dei sui contenuti forse non esisterebbe la poesia e la musica che sono dei metalinguaggi; in particolare la musica, che forse è anche sbagliato definirla come un linguaggio. Nel nostro caso agli alieni oltre allo spartito dovrebbero trovare il “manuale di istruzioni” ovvero quel qualcosa che dice come usare lo spartito di turno (musica barocca, jazz, contemporanea, i raga etc. etc.) Purtroppo (o per fortuna, chissà) questo “manuale” ha sempre avuto tradizione orale, o quantomeno esperienziale. Oggi si possono studiare le prassi esecutive tramite i documenti pervenutici delle musiche a noi più prossime, ma diventa quasi impossibile per quelle più remote. La musica greca e romana resterà per la maggior parte “immaginata”. Un ultima cosa, secondo me non secondaria, è che i modi esecutivi riflettevano un sentire, una sensibilità, ad ampio raggio degli uomini del tempo che forse è difficilmente sovrapponibile a quella contemporaneo; in un certo senso è come se dovessimo cambiare le lenti del nostro sguardo contemporaneo e avere quelle del tempo; e come mostra il video questi occhiali, questi “affetti”, che cambiano il modo di vedere o capire lo spartito, e che gli alieni non hanno, non sono così scontate visto che hanno creato non poco fraintendimento nell'interpretazione della musica, e necessitano ulteriori studi e approfondimenti. Con questo non voglio poi dire che la musica non sappia trasportare con séil sentire del tempo che fu, ma bisogna anche saperlo ri-evocare nel dovuto modo. Oggi certe musiche (come dicevo quelle molto antiche) non sappiamo esattamente come ri-evocarle. Aggiungo poi che in un certo qual modo, tutto cambia, muore e rinasce, si “contamina”, e la musica segue anch'essa questa legge. In fondo possiamo guardare a come certi modi “alieni” come la ciaccona, che a quanto pare deriva dai mondi delle Americhe latine, sia a mano mano entrata nel sistema circolatorio della musica classica europea. ...così....qualche opinione di passaggio...giusta o sbagliata che sia....
analogico_09 Inviato 16 Febbraio 2023 Autore Inviato 16 Febbraio 2023 17 ore fa, my2cents ha scritto: ...così....qualche opinione di passaggio...giusta o sbagliata che sia.... Giusto o sbagliato il mio parere, pIù che altro mi sembrano opinioni arzigogolate in contraddizione con se stesse e sfocate rispetto a quanto sostenuto dall'autore del "saggio" che ritengo sia stato frainteso e stracapito. C'è un'azzuffata di concetti mica pizza e fichi e di problematiche paccute accalderonate insieme in modo superficiale, senza nessun "rubato", qualcosa che assomiglia a una frase musicale suonata senza respiri, senza pause, senza "silenzi". Si fa fatica a differenziare, a cercare il bandolo della (s)matassa ammesso che ve ne sia uno da afferrare. Perlomeno io questo (non) capisco. Il problema non verte sulle musiche remote greche romane.., tanto per precisare; quello è solo un aspetto di passaggio per completare il quadro del quale il saggista Di Fortunato ben sa, e noi con lui, quanto sia empirico, tutto da definire; aspetto che mi pare tu voglia estremizzare impropriamente. Mentre per le musiche meno remote abbiamo, come largamente dimostrato da Di Fortunato, e da quanto potremmo apprendere da altre non di meno illustre fonti della conoscenza, fior fior di chiarissimi trattati e "manuali" che ci offrono la chiave per poter capire come si articolassero le prassi esecutive musicali delle epoche antiche e barocche e financo "classiche". Mi ritrovo purtroppo costretto a dover fare a meno di cercare confronti più approfondite di quanto non siano le mie riassuntive argomentazioni, su basi discorsive incoerenti che nascono già divisive. A voler proprio cercare di separare almeno un aspetto da tutto il resto stipato nel caldrone e dire la mia nel merito... in quanto a questo: 17 ore fa, my2cents ha scritto: Un ultima cosa, secondo me non secondaria, è che i modi esecutivi riflettevano un sentire, una sensibilità, ad ampio raggio degli uomini del tempo che forse è difficilmente sovrapponibile a quella contemporaneo; in un certo senso è come se dovessimo cambiare le lenti del nostro sguardo contemporaneo e avere quelle del tempo Andrebbe innanzitutto giustamente chiarito come nelle pregresse discussione sugli stessi argomenti la pensassi all'opposto, deprecando il fatto che la musica del passato postess'essere snaturata per poterla riadattare all'orecchio dell'uomo moderno, così come Giotto non si sarebbe dovuto ridipinge, né Dante riscrivere, per riadattarli alla comprensione dell'uomo moderno. Eresia! Eresia! allora si gridava. Dove la nobiltà, la bellezza, la fragranza e la qualità della prassi esecutive, formali, linguistiche, estetiche poetiche, emozionali della musica del passato, e dei suoi strumenti, e relative prassi interpretative, erano per te intoccabili: non avrebbero dovuto essere, sempre secondo il tuo primo e non remoto pensiero, in alcun modo alterati, modificati, ecc. Checchè se ne dica non c'è nessuna ragione di cambiare oggi le lenti per poter apprezzare e ascoltare sia l'uno sia l'altro modo di fare musica, anzi si potrebbero anche inforcare occhiali diversi ma non cambierebbe nulla della realtà delle cose. Nulla vieta, in un modo o nell',altro, alla sensibilità "ottica" e spirituale dell'uomo moderno di capire e sentire, suonare la frase musicale con i rubato e con le note "inègales" per rendere più viva, dinamica e musicale la frase, dimensione nella quale viene coinvolto ovviamente anche l'ascoltatore. Una cosa naturalissima da farsi, basterebbe osservare come sia naturalmente musicale, ossia ritmicamente e spontaneamente diseguale la frase del parlato letterario, teatrale, cinematografico: il parlare umano. Quello di cui parla Francesco Di Fortunato e che nel mio piccolo ho sempre sostenuto anch'io. Per poter attraverso tali antichi artifizi linguistici e stilistici esprimere, interpretare anche i "moderni" affetti che a guardar bene non sono cambiati affatto rispetto agli affetti, antichi d'ogni tipo nella sostanza psichica e poetica, sul piano dei profondi sentimenti umani, mentre scopriamo anche come i linguaggi antichi, le tecniche e le "anti-tecniche" si siano per di più trasferiti in larga misura nelle musiche contemporanee. Segno di una ricorsività e compatibilità, capacita di reciproca compenetrazione davvero sorprendente. Quindi si parla di musica "antica" di stretta ed urgente attualità. L'alternativa a questa dimensione interpretativa più libera e musicale, che non risponde a nessun limite temporale né geografico, è quella, purtroppo ancora in uso di interpretare metronomicamente tutto uguale, ogni misura ritmica e valore e carattere della nota per rendere la frase musicale piatta, noiosa e smorta. A riprova di ciò, sta di fatto che oggi vi sia una gran quantità di interpreti in tutto il mondo, che vantano un elevato seguito ascoltatoriale, i quali abbracciano felicemente e con eccellenti risultati estetici, poetici, linguistici, di stile, ecc, le prassi esecutive delle "inegalitès", o della " musica liberata" dai paludamenti e altre zavorre di cui si è parlato. Sarà forse perché tu preferisca questa ultima prassi interpretativa antimusicale, verrebbe da pensarlo stando a quanto ora sostieni, folgorato sulla via di Damasco? Vista la tendenza negazionista o fortemente dubitativa da te espressa rispetto al fatto reale e giornalmente praticato che l'antica prassi interpretativa musicale possa fare ancora breccia nell'animo e nella sfera intellettuale, psichica ed emozionale, oltre che ludico-ricreativa, dell'uomo contemporaneo, in misura variabile a seconda dei gusti e del grado di sensibilità dell'"orecchio" di cui ciascun musicista e di ciascun ascoltatore sia dotato.
my2cents Inviato 17 Febbraio 2023 Inviato 17 Febbraio 2023 Pur di contraddire fraintendi molto, ma questo ormai mi pare un tuo sport. Non c'è nessun cambio di opinione, sul fatto dell'importanza dello strumento originario e del giusto metodo esecutivo. Lo strumento originario è in sé già materia sonora "cristallizata" che è il frutto del sentire in senso più ampio possibile di una intera civiltà, e questo costituisce il nutrimento madre dei compositori che si trovano tra le mani una sorta di "a priori" da cui partire e sviluppare la loro musica. Questo in sintesi, per quanto possibile, esprimevo:) Stessa cosa per la corretta e coerente esecuzione che era, frutto diciamo di "usi e costumi" anch'essi profondi e complessi. Certo che questi "usi" devono essere noti, perché qualora la trasmissione orale viene interrotta (particolarità occidentale, e forse problema centrale e non le marcette militari del 900 che già esistevano in passato) o qualora il nostro "manuale d'uso" venga perso....che si fa? ;) "del resto ogni periodo storico legge il passato con la propria lente di ingrandimento, così se oggi si esegue un blues lontano dallo spirito originario, chissà che cosa ci siamo persi della fantastica storia della musica antica..." parole del video ;) Vedi, seppur conosciamo e usiamo le tecniche pittoriche e i materiali, per dipingere un'icona, eppur qualcosa manca. Non e' solo la giusta tecnica e il giusto materiale, c'è qualcosa di ancora più profondo forse indipendente dalla nostra volontà, dalla nostra cultura, che è un sentire che muove le nostre azioni. Saranno "sfumature" ma queste "sfumature" spiegano perché le icone sono apparse e si sviluppate in un determinato periodo storico e non un altro. Poi in tutte le immagini o musiche possiamo gia' trovare in embrione qualcosa che avrà forma ed espressiva compiuta in altro tempo. In Bach o Mozart si possono già individuare a tratti segmenti di dissonanze che saranno oceani in altri tempi. In parole più stringate Hendeix poteva essere nel 900 non nel medioevo. Detto questo è pur possibile ascoltare la musica antica e ritrovare nello spirito che fu quello attuale, ascolre Hendrix e ritrovare nello spirito attuale quello che fu....ma ogni tempo esprime se stesso in modo (forma) diversa pur lasciando inalterata la sua essenza. È lo spirito dei tempi che c'è voi fa' ? Sara' che forse spartito+manuale d'uso e tutto funziona Pare una equazione semplice... "pare" Nel caso basterebbe dire agli alieni di cercarsi anche le istruzioni d'uso. Tutto qui...chissà poi se questo sarebbe sufficiente per istruirli sullo swing, o sul rubato...mah :)
analogico_09 Inviato 18 Febbraio 2023 Autore Inviato 18 Febbraio 2023 17 ore fa, my2cents ha scritto: Pur di contraddire fraintendi molto, ma questo ormai mi pare un tuo sport. Si ritorna al mittente ciò che è di sua appartenenza. Il quale dovrebbe prima mettersi d'accordo con se stesso circa le contraddizioni che vive rispetto a quanto sostenuto convintamente per anni e che ora ribalta disinvoltante forse in cerca di un momento di "eccentricità"... more solito. 17 ore fa, my2cents ha scritto: Lo strumento originario è in sé già materia sonora "cristallizata" ... Ho buona memoria e quindi confermo che tu abbai sempre sostenuto il contrario, come già detto, a proposito di ciò, e di quant'altro segue rispetto alla "cristallizazione" della musica. Lo strumento antico, il suono, la prassi musicale antica non sono "cristallizzati" bensì vivono ancora nelle musiche di oggi, con gli ovvi ed opportuni adattamenti (talmente pleonsastico che non varrebbe neppure la pena ribadire) alle nuove esigenze dove il "gioco" musicale che tende alla musicalità, mai uguale a se stesso, resta sostanzialmente invariato e suscettibile di essere infinite volte adattato alla specifica realtà musicale, interpretativa. Le note suonate musicalmente, "liberate", e non marzialmente, "costrette", è qualcosa che vale e si pratica acora oggi, in ogni genere musicale, è il naturale approccio alla musicalità, non è solo invenzione "antica" bensì connaturata nell'uomo ed è cosa che possiamo riscontare anche in natura: ben cangevoli sono i suoni e i rumori della natura che non sono mai meccanici, metronomici.., così è lo spirito musicale dell'essere umano che "imita" anche la natura. Inutile rigiraci intorno a quanto affermavi un dì ed affermi ora. Sta benissimo cambiare idea, una sacrosanta libertà che tutti ci concediamo, ma passare dalla notte al giorno in un baleno diventa poco credibile... Sia quel che sia resta tuttavia il fatto che quanto affermi, nell'altro post e anche ora, è del tutto un ridondare, un affastellare una molteplicità di concetti e di argomenti che fanno muro, che non permettono uno scambio dialettico e dialogico più fluido e mirato in un terreno discorsivo sgombro a "diecimila" ridondanti tuttologie, in un gettare tanta carne al fuoco per fare fumo. Già detto la mia ad ogni riguardo, e confermo che tu abbia mal interpretato ciò che afferma l'autore del saggio-video il quale non ha in alcun modo parlato di formule interpretative "antiche" di formulette meccaniche, automatiche, né che si possano interpretare le partiture antiche (e le moderne) in maniera univoca, facile facile, senza tenere conto di quanto fosse in uso all'epoca, con manuali e trattati d'epoca che non sono affatto univoci (ne ho fatto qualche volta uso.., sono pieni di "enigmi"...). né l'autore ha parlato delle banalità che seguono frutto di cattiva interpretazione del reale intendimento originario: 17 ore fa, my2cents ha scritto: Sara' che forse spartito+manuale d'uso e tutto funziona Pare una equazione semplice... "pare" ... il quale si limita a prospettare le fondamentali, che sottendono evidentemente all'autentica musicalità, intrepretabili, eseguibili diversamente, che possono essere messi in PRATICA in 10.000 modi diversi. Con questo per quanto mi riguarda ho detto quanto avevo da dire e non intendo, ripeto, confrontarmi ulteriormente sulle astruse artefazioni derivate da frantendimenti e da posizioni fuori binario che mettono a rischio di deragliamento il thread. Le diverse posizioni a confronto sono state definite e concluse, non vi è altro da aggiungere, si ritiene pertanto esaurito il discorso sullo specifico aspetto dei fraintendimenti . Si volta pagina.
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