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2023: una nuova rivoluzione francese: basta correre!


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1 ora fa, mom ha scritto:

’altro problema importante è che per avere una pensione al 75% dello stipendio ( che è il massimo) servono 42 anni di contributi versati ma

Mariateresa che sistema di calcolo della pensione hanno in Francia, non sono in pieno regime contributivo ?

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3 ore fa, mom ha scritto:

oggi sui giornali e in tv si discute sul comportamento delle forze dell’ordine francesi che, a differenza del comportamento di altri Paesi che in casi simili tengono un atteggiamento non aggressivo (Germania, Gran Bretagna e nazioni scandinave), 

Non per giustificare nulla, ma non credo che nei paesi che hai citato ad esempio si sia mai visto quello che già da un po' di giorni sta avvenendo in Francia.

È una situazione completamente sfuggita di mano e fuori controllo direi , almeno da quel poco che vedo dai filmati messi in rete.

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18 ore fa, mom ha scritto:

no di malessere sociale, incubo precarietà e difficoltà integrazioni. Il lavoro che manca è una costante e la proposta è quella di lavorare tutti ma con orari adeguati all’età e alle necessità del momento (figli / anziani/ malati ecc). L’altro problema importante è che per avere una pensione al 75% dello stipendio ( che è il massimo) servono 42 anni di contributi versati ma, se le assunzioni sono sempre più a tempo e a singhiozzo, quanti anni reali servono per raggiungere i 42 richiesti e non avere una pensione da fame? Almeno questa erano tra le proposte che volevano fare a Macron ma che sono rimaste inascoltate. 

Ok mom, ma il punto è sempre chi paga, in Italia la maggioranza delle persone si è detta disponibile a lavorare meno, come molti ipotizzano da mesi, ma solo a parità di salario, grazie tanto direi, chi non lo vorrebbe? 
Il punto è sempre capire cosa sia sostenibile e cosa no, perché non viviamo in una realtà virtuale e le dinamiche economiche, che sono poi quelle che hanno permesso a tutti noi di raggiungere e mantenere un livello di benessere impensabile fino a qualche decennio fa, non sono nazionali ma nella migliore delle ipotesi europee del non proprio mondiali, quindi non sono più di tanto gestibili da un singolo governo.

Il conto da pagare arriva sempre e, se non si ha la capacità di rinunciare quando ancora si è in tempo per rimediare, il conto che verrà presentato alle generazioni successive sarà sempre più salato, alla fine in Francia sta accadendo questo ed è esattamente quello che, probabilmente come un impatto sociale diverso, accadrà nei prossimi anni anche in Italia.

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@maurodg65

14 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

, alla fine in Francia sta accadendo questo ed è esattamente quello che, probabilmente come un impatto sociale diverso, accadrà nei prossimi anni anche in Italia.

Io ho aperto il thread proprio per questo motivo. 
Qui sembra che io tenga per i dimostranti e non veda più avanti. Falso. Racconto solo quello che succede e cerco di rifletterci su.  A me , invece, pare che molti forumer vedano il famoso dito e non la famosa luna. Una differenza tra Francia e Italia è che in Francia, anche se ci sono tutti i giorni episodi di intolleranza verso i nuovi immigrati, ce ne sono già molti integrati di generazioni precedenti che occupano posti di lavoro adeguati. Da noi c’è ancora troppo lavoro in nero e i lavori offerti non sono quasi mai qualificanti. Se non si risolve il problema assunzioni e si arriva ad avere persone preparate e qualificate, retribuite il giusto e con i relativi  contributi versati, si continuerà a fare distinguo sociali  con i raccoglitori di pomodori, gli addetti a consegne Glovo ecc.  E questo a discapito del futuro economico previdenziale e di integrazioni che permettano anche la nascita e la crescita di nuove generazioni che rinnovino demograficamente la vecchia platea italiana. Ci aspettano tempi di ribellioni e scontri sociali con contestazioni pericolose. Chi non li prevede è un incosciente.

  • Melius 1
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extermination

@mom Peccato che Governo, istituzioni, parti sociali, lavoratori,  sindacati, industriali, imprenditori, associazioni di categoria,  opposizioni e via dicendo propongano, alle varie problematiche sociali,  soluzioni anche fortemente divergenti tra loro.

in estrema sintesi un bel "caos".

PS) sto parlando dell'Italia 

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30 minuti fa, mom ha scritto:

Una differenza tra Francia e Italia è che in Francia, anche se ci sono tutti i giorni episodi di intolleranza verso i nuovi immigrati, ce ne sono già molti integrati di generazioni precedenti che occupano posti di lavoro adeguati. Da noi c’è ancora troppo lavoro in nero e i lavori offerti non sono quasi mai qualificanti. Se non si risolve il problema assunzioni e si arriva ad avere persone preparate e qualificate, retribuite il giusto e con i relativi  contributi versati, si continuerà a fare distinguo sociali  con i raccoglitori di pomodori, gli addetti a consegne Glovo ecc.  E questo a discapito del futuro economico previdenziale e di integrazioni che permettano anche la nascita e la crescita di nuove generazioni che rinnovino demograficamente la vecchia platea italiana. Ci aspettano tempi di ribellioni e scontri sociali con contestazioni pericolose. Chi non li prevede è un incosciente.

Mom, c’è una differenza sostanziale sul piano economico tra noi e la Francia, la prima è la struttura del sistema produttivo completamente diverso dal nostro, la Francia è una realtà economica simile ad altri paesi europei con la presenza di grandi aziende strutturate accanto ad un tessuto economico e produttivo di piccole e medie aziende, con una produttività del lavoro più alta che in Italia, quindi seppur storicamente quando hai affermato è vero, spesso alcuni eventi politici e sociali sono “arrivati” dalla Francia all’Italia, ma la realtà delle imprese e del mondo del lavoro non credo si possa considerare sovrapponibili, i nostri problemi dovrebbero essere affrontati in primis cambiando radicalmente il tessuto manifatturiero e realizzando quelle riforme di cui si parla da decenni, quelli della Francia richiedono altre soluzioni che probabilmente sono “solo e principalmente” quelle indicate dal Governo. 
Che poi esista un forte problema immigrazione ed immigrati è vero in Francia perché storicamente, in virtù delle loro ex colonie, sono decenni che loro accolgono stranieri che hanno “diritto” di ingresso e sono decenni che hanno problemi per le loro periferie “povere” abitate principalmente da immigrati di seconda e terza generazione, credo che il termine con cui le definiscono sia banlieue, in sostanza la Francia è un po’ diversa dall’Italia oggi sia sul piano economico sia su quello sociale e non solo in relazione ai migranti.

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Corsi e ricorsi storici...

Ne parlavo giusto ieri con la mia compagna, a proposito dei palazzi nobiliari presenti in tutto il centro Italia (e non solo, ovviamente).

Senza arrivare ai palazzi reali, si pensi ai Farnese, Giustiniani, Odescalchi, e non so quante altre famiglie che possedevano palazzi nella Capitale, nella Tuscia, sui laghi vulcanici di Lazio, Umbria e bassa Toscana.

Famiglie ricche oltre ogni limite, che campavano facendo lavorare mezzadri o schiavi vari.

Poi, dagli anni 50 del Secolo scorso, le cose sembravano cambiate e per ogni cristo che nasceva c'erano opportunità di crearsi una vita dignitosa, mentre i più bravi crescevano discretamente (fabbrichetta, ferrarino, villa al mare).


Adesso sembra che la ricchezza sia tornata a polarizzarsi e la media borghesia arretra velocemente. Basta girare nei dintorni di Milano per vedere zone industriali semi-deserte, ed il palese impoverimento di quelle ancora presenti, testimoniato dalle cattive condizioni dei capannoni, causa carenza di manutenzione.

Vedremo come andrà a finire.

Nel frattempo, mi scuso per l'estrema semplificazione storico/economica, forse è più una sensazione che altro, ma che le pensioni ne risentano è ovvia conseguenza; qui, in Francia e nel resto del mondo che ha basato la propria economia sulla produzione di beni. 

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@Paperinik2021 la concentrazione della ricchezza non porta nulla di buono, polarizzazione è un termine corretto, come la corrente scorre così le persone, e qui le differenze sono tra l'occidente ed i suoi confinanti derelitti, o la rabbia, all'interno dei paesi ad alto tasso di liberalismo mal gestito. 

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24 minuti fa, Panurge ha scritto:

la concentrazione della ricchezza non porta nulla di buono, polarizzazione è un termine corretto, come la corrente scorre così le persone, e qui le differenze sono tra l'occidente ed i suoi confinanti derelitti, o la rabbia, all'interno dei paesi ad alto tasso di liberalismo mal gestito. 

Ma il punto vero è perché si concentra in modo più rilevante rispetto al passato ma, soprattutto, perché in Italia esista un problema legato al livello di benessere che si riduce soprattutto per la classe media, alla fine come sempre più che la malattia è un problema identificare le cause e la cura, che è poi quello che fa un buon medico.

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ma è ovvio che si riduce per la classe media, è quasi sempre così.

i poveracci sono sussidiati in tutti i modi e mal che vada pure esentasse o entrambi,

ed i ricconzoli la sfangano sempre.

ergo ci si attacca con chi ha qualcosa ma non troppo, nel senso che valga la pena

spostare tutto altrove.

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