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2023: una nuova rivoluzione francese: basta correre!


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31 minuti fa, nullo ha scritto:

.è una sciocchezza colossale raccontare che sia dovuto, tanto più se dovuto solo ad alcuni.

mi pare che un certo partito in Italia aveva fatto cavallo di battaglia con la decrescita felice e reddito garantito per tutti...

Tutto Graduidamente.

 

 

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In sostanza i progetti sono tre che raggruppano :

Il dialogo sociale sul lavoro con meno burocrazia e migliori condizioni di vita lavorativa.

Maxi riforma scolastica ( diventerà la migliore di tutte!) Riqualificazione dei licei professionali.

Freno immigrazione.

Assunzione di magistrati e gendarmi: miglioramento giustizia e sicurezza del cittadino.

Miglioramento della qualità di vita, della sanità e dei servizi sociali.

I risultati saranno già ben visibili a partire dal 14 luglio… 100 giorni, ci tiene a sottolineare.
 

 

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32 minuti fa, nullo ha scritto:

Mah… tutto perfetto mei sogni, ma il conto arriva prima o poi.. e la Francia ha un deficit strutturale che prima o poi lo lascerà il segno.

anche la Francia ha il suo cantastorie che va dritto alla pancia del Paese con idee slegate dalla realta'.

Poi vanno al Governo e creano buchi enormi in bilancio.

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I giudizi che arrivano da destra ( Le Pen), sinistra( Mélenchon), sindacati vari, sono pessimi. Ritengono Macron e i suoi «cantieri» sconnessi, lontani dalla realtà e dai cittadini. In sostanza : niente di concreto. 
Sono già partiti nuovi cortei…

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  • 2 mesi dopo...

To be continued…

A Parigi già nei giorni scorsi si viveva male ( e se lo dico io… è davvero brutto!): sempre tutti di corsa, arrabbiati, delusi, troppi in procinto di essere o appena licenziati, negozi chiusi, metro mal funzionanti come le scale mobili, risse, prezzi troppo alti e, soprattutto, appena fuori al centro, l’aria molto pesante non solo per le montagne di immondizia. Un melting pot misto, composto da varie generazioni  ed etnie, tutte scontente. Una tempesta in arrivo… si percepiva chiaramente in diverse città ( disordini preoccupanti anche fuori esagono): io  pensavo che la nuova ondata si preparasse per il 14/07, invece i fatti degli ultimi giorni hanno anticipato. A Grenoble, in place Grenette, il centro città, ha i negozi devastati come era già successo nel maggio 1789 con l’assalto alla Prefettura che data il vero inizio della rivoluzione francese. Allora la causa prima della ribellione era partita per una questione di tasse giudicate inique. Oggi, probabilmente, per i numerosi villaggi/ghetti periferici costruiti ancora ai tempi di De Gaulle negli anni ‘60, per ospitare gli algerini naturalizzati francesi e, in seguito, sovrappopolati anche da altri immigrati, italiani compresi, tutti compressi e mai amalgamati. E tutto ciò nonostante lo sviluppo tecnico industriale in cui si è investito molto e finalizzato a portare un certo benessere generale. Idem per Lione e Marsiglia.
Quello che fa male è vedere la devastazione mirata delle biblioteche in tutta la Francia. Un segnale significativo che fa riflettere sulle motivazioni e sull’evoluzione generazionale non solo etnica.

Ho visto che anche la Normandia che da sempre tiene molto alla sua tradizione e indipendenza (e che io apparento un po’ alla Scozia), suo malgrado, si sente, per svariati motivi, molto coinvolta nella rabbia generale. 
Adesso, una delle ultime spiagge è il disperato appello alla calma fatto da  Kylian Mbappé e compagni…

Per gli interessati che vogliono seguire la cronaca in diretta e per le immagini:

https://www.lemonde.fr/societe/live/2023/06/30/emeutes-apres-la-mort-de-nahel-m-en-direct-63-interpellations-a-marseille-des-violences-eclatent-a-lyon-nantes-et-strasbourg_6179556_3224.html

 

  • Thanks 2
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Le scene che continuano ad arrivare dalla Francia se arrivassero da qualunque paese "minore", dalle alleanze deboli, verrebbero prese come il preludio ad una guerra civile, ad un rovesciamento di regime.

Il numero dei rivoltosi sull'intero territorio nazionale è tale che la polizia non riesce a controllare nulla. In alcune zone (Angers) si sono visti scontri tra cittadini "dell'ordine" e cittadini "rivoltosi". 
Il "monopolio della violenza" che definisce lo Stato appare dissolto. 

Naturalmente questa non è né può essere una Rivoluzione, perché una rivoluzione richiede una linea guida, richieste politiche, rivendicazioni, un qualche modello positivo da imporre. 
Ma qui non c'è niente di tutto questo, niente che possa convertire questa febbre sociale in una visione di società migliore.

D'altro canto questa è anche esattamente la ragione per cui rivolte di questo tipo riescono - nel senso che mettono in seria difficoltà l'autorità costituita. 
Infatti se si trattasse di una protesta organizzata, politicizzata, mirante alla persuasione e alla proposta, con un'agenda definita, sarebbe stata messa da tempo sotto controllo, sorvegliata dagli apparati di sicurezza, sabotata dai media, infiltrata ad arte, in modo da impedire la nascita di una qualche alternativa reale. Questo perché le liberaldemocrazie - esattamente come le autocrazie - lavorano costantemente per la preservazione del potere di chi ha già il potere. 

Circolava una volta l'idea - di principio molto saggia - per cui la democrazia, garantendo una reale rappresentanza alle istanze dal basso, sarebbe in grado di disinnescare le proteste violente e di consentire un armonico miglioramento dell'intero corpo sociale. Ma da tempo le liberaldemocrazie hanno espresso la loro tendenza schiettamente plutocratica, divenendo fortezze a tutela del capitale e degli insider da ZTL. 

Perciò, in mancanza di rappresentanza, e in presenza degli usuali meccanismi di esclusione, sfruttamento e frammentazione delle società capitaliste, l'unica strada che rimane aperta è quella della distruzione, del saccheggio, della violenza catartica.
Le società liberaldemocratiche hanno cercato spesso di convogliare queste dinamiche in recinti controllati come gli stadi e la baruffe domenicali tra Ultras. Ma oltre un certo limite la frustrazione e la rabbia non riescono più ad essere recintate ed esplodono. 

Avendo tolto di mezzo con successo ogni autentica politica democratica, avendo assopito i meccanismi di partecipazione, avendo bloccato con i cani da guardia mediatici tutte le strade di accesso al potere, le èlite si sono garantite la non contendibilità legale del proprio dominio. 
Ma questo lascia spazio solo all'espolosione illegale, alla devastazione incontrollata, senza uno scopo definito salvo quello di far sapere che "esistiamo anche noi". 

Questa non sarà una rivoluzione, né chi la anima è un eroe della rivoluzione. Questo perché rivoluzioni ed eroi devono comunque avere condizioni sociali per maturare, condizioni che le società liberaldemocratiche hanno demolito, creando un retroterra sociale disgregato, individualistico, nevrotico e storpiato nella capacità di ragionare.

Volevano ottenere bestie da soma, hanno ottenuto - e otterranno sempre di più - bestie da preda.

 

Andrea Zhok

  • Melius 1
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@Roberto M

Quando il generale arabo Amr (analfabeta) conquistò Alessandria d'Egitto rimase sbigottito alla vista delle migliaia di libri contenuti nella biblioteca.

Chiese al Califfo Omar cosa dovesse farne.

La risposta fu:

Se codesti libri sono in accordo con il Corano sono superflui, se invece sono contrari sono dannosi e pertanto vanno distrutti.

E così fù.

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