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2023: una nuova rivoluzione francese: basta correre!


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1 ora fa, briandinazareth ha scritto:

ma soprattutto è l'idea stessa del ghetto, di mettere tutte le persone più a rischio di marginalità tutte assieme una follia della quale si conoscono le conseguenze da sempre. 

Ma insomma, non è la Francia che mette i magrebini nel ghetto, in Francia si può ancora andare ad abitare dove meglio uno crede in relazione alle proprie disponibilità economiche…non si tratta del ghetto di Varsavia di nazista memoria…la Francia è un paese libero…

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2 minuti fa, Panurge ha scritto:

 

Il ragazzo era cittadino francese o algerino?

 

Bella domanda.

Vista la reazione del governo algerino sembrerebbe che sia algerino, invece era Francese, francesissimo.

Evidentemente questi paesi vogliono le enclave, non e’ un caso che quelli più ricchi come il Qatar finanziano con miliardi di euro i gruppi estemisti islamisti in tutta europa.

Considero significativa, ed inquietante, la presa di posizione del governo Algerino.

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10 minuti fa, rebeccariccobon ha scritto:

Michel Houellebecq

Personaggio ripugnante sotto ogni aspetto, pure quello estetico.

 

E, come scrittore, una palla di rara pesantezza buona solo per provocare le rare donnette perbeniste rimaste al mondo.

 

 

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briandinazareth
5 minuti fa, rebeccariccobon ha scritto:

Per certo è Michel Houellebecq lo sempliciotto, mentre è lo briandinazareth de lo Forum nostro ad esser lo complesso, lo profondo !
... che tristezza infinita .
Riki

 

Ci sono sempre stati grandi avvocati del razzismo, del nazionalismo e dell'odio. 

 

Figuriamoci se dobbiamo riferirci ad un principio di autorità del genere. 

 

Comunque vale sempre il solito test del razzismo:

Se in quello che si dice, sostituendo la parola "ebreo" al gruppo umano del quale parliamo suona male o è qualcosa che non si direbbe in pubblico,  probabilmente è un'affermazione razzista. 

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Ai tempi dell’Università a Grenoble, ho conosciuto una ragazza, Danièle, trasferitasi  in Francia con i genitori da Algeri. Abitava a Fontaine, un sobborgo riservato ai pieds noirs fatto di case popolari molto modeste. Ad Algeri il padre, persona coltissima e molto affabile, insegnava storia all’università di Algeri. La madre era un’insegnante di francese nelle classi per adolescenti, sempre in quella città. La famiglia, al momento della liberazione coloniale, ha accolto l’opportunità offerta da De Gaulle e si è trasferita in Francia. Grenoble in quegli anni si stava spopolando perché gli indigeni preferivano spostarsi nelle grandi e più servite città metropolitane. La stessa cosa stava succedendo in altre zone della Francia e Parigi scoppiava di immigrazione interna. Un’ottima occasione per ripopolare le zone! Così Fontaine, come altri villaggi nei pressi, sono diventati dei veri e propri ghetti. Al padre è stata assegnata una cattedra al Liceo Stendhal di Grenoble e non più all’Università, alla madre una speciale scuola di alfabetizzazione alla lingua francese per i bambini che provenivano da zone arabe. Vivevano dignitosamente ma in misura molto ridotta rispetto agli agi cui erano abituati ad Algeri. Nel complesso però erano tutti felici di vivere un’esperienza piena di speranze. A Fontaine il mercato era arabo e nato apposta per il villaggio: ci sono andata con la mamma che mi illustrava i prodotti, le verdure e altri cibi che non conoscevo.

Ora i genitori di Danièle non ci sono più, lei, bellissima e molto affascinante, si è sposata con un bravisso compagno di università di Lione, ha fatto una brillante carriera universitaria e ora insegna a Bordeaux2. Suo fratello si è invece stabilito a Parigi. 
Questa storia l’ho raccontata per cercare di illustrare la differenza che c’è tra i villaggi/ghetti francesi degli anni ‘60/70 abbastanza tranquilli, laboriosi e pieni di voglia di integrarsi (che hanno ospitato anche tanti immigrati italiani) e quelli di oggi che sono ben diversi per concezione, struttura e mentalità. E che i primi arrivati guardano con sgomento e timore.

 

  • Melius 1
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Membro_0023
15 minuti fa, mom ha scritto:

Questa storia l’ho raccontata per cercare di illustrare la differenza che c’è tra i villaggi/ghetti francesi degli anni ‘60/70 abbastanza tranquilli, laboriosi e pieni di voglia di integrarsi (che hanno ospitato anche tanti immigrati italiani) e quelli di oggi che sono ben diversi per concezione, struttura e mentalità. E che i primi arrivati guardano con sgomento e timore

Ecco, grazie

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Per motivi storici attualmente il sottoproletariato francese tende a coincidere con gli immigrati e loro figli e nipoti oramai francesi, l'equazione disordini=islam è gravemente semplicistica secondo me, la religione è una componente secondaria come sempre, una false flag perché economia imperatrix mundi.

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briandinazareth
34 minuti fa, mom ha scritto:

il padre, persona coltissima e molto affabile, insegnava storia all’università di Algeri. La madre era un’insegnante di francese nelle classi per adolescenti

 

non è un esempio che calza in ghetti dove le scuole sono di basso livello (eufemismo) e la via più diffusa e realistica di affermazione sociale ed economica è stare con la criminalità. 

è indubbio che in francia ci sia una borghesia algerina diffusa, non sono quelli di cui parliamo, ma soprattutto di minorenni che vivono ai margini. tra l'altro ragazzini che la religione la conoscono a stento. 

 

 

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33 minuti fa, Panurge ha scritto:

secondo me, la religione è una componente secondaria come sempre, una false flag perché economia imperatrix mundi

Quando la religione viene sfruttata per turlupinare le folle e garantirsi il proprio status economico e di potere non e’ più’ un fatto secondario, e neanche e’ in contraddizione con economia Imperatrix mundi.

  • Melius 1
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Il "passato coloniale" e il "razzismo istituzionale" in Francia sono all'origine dell'impennata della violenza urbana in questo paese, ha detto oggi il presidente turco Erdogan che ha espresso “preoccupazione” per questi recenti incidenti in Francia. "Certo, non tolleriamo il saccheggio dei negozi e i disordini urbani ….ma "è chiaro che anche le autorità devono imparare da questa esplosione sociale". in diretta in televisione al termine di una riunione del suo governo, Erdogan denuncia anche “l'islamofobia” che prevale in Francia. “Purtroppo, la maggior parte degli immigrati che sono condannati a vivere nei ghetti, sistematicamente oppressi, sono musulmani”.

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