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Bassa potenza e alta efficienza: mito o realtà?


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Inviato
14 minuti fa, Altainefficienza ha scritto:

isposta breve ma ovviamente non esaustiva... Purtroppo c'è chi è esperto ma non ci prova, in effetti spesso parti da troppo lontano (cito un amico Ing. elettronico mooooolto esperto).

 

Per tagliare la testa al toro un modo semplice è quello di trovare per il proprio diffusore l'andamento dell'impedenza versus la frequenza - di solito (di solito) vi sono dei minimi intorno a 80 - 100 Hz  (questo grafico indica il valore effettivo che tiene con delle rotazioni di fase) - frequenze dove spesso nel segnale musicale vi è molta energia - e quindi l'ampli tende lì a lavorare molto galoppando e controllando quel cavallo imbizzarrito che è appunto il valore basso dell'impendenza : molto piccolo   (qualche ohm) - le norme DIN fissano questo minimo a 3 ohm.  Il valore segnato sul diffusore spesso è il valore " medio " calcolato su tutto l'arco delle frequenze udibili. Non sempre però quel grafico è univoco per me nell'indicazione della facilità di pilotaggio: faccio un esempio pratico successo da me: avevo le chario pegasus  - aveva credo anche lei questi minimi descritti prima; onix ra 125 le gestiva in assoluta tranquillità - poi presi le canton ref 7K  (che vanno una meraviglia con il sugden) che non scendono mai sotto 4,5 ohm se non ricordo male - quindi sulla carta meno critiche delle chario: l'onix ho dovuto cambiarlo in quanto non le reggeva.

 

 

Altainefficienza
Inviato

@jakob1965 Spezzo una lancia contro le norme DIN, protezioniste e sorpassate. Sono state scritte in anni in cui non si parlava di carichi reattivi, e ci si è accontentati di dire "4 Ohm va bene, il minimo deve essere 3". Intendo dire che (a mio modesto avviso eh, non sono uno dei luminari che quelle norme le scrisse  a ragion veduta in quel tempo) non vale la pena citarle.

Il fatto è che oggi sono comuni diffusori in cui le impedenze reali scendono allegramente sotto i 2 Ohm, se non sotto ad 1 Ohm.

Questo taglia fuori gli OTL a valvole, rende difficile il lavoro dei valvolari in generale, fa commutare in classe AB molti ottimi ampli previsti per funzionare bene in classe A.

Alla fine viene fatto per vendere nelle demo A/B i diffusori che suonano più forte, cioè quelli più sensibili... A spese di tutto il resto.

Poi forse qualcuno si accorge che a trattare bene gli ampli il tutto suona meglio... Comincia ad esserci qualche esempio virtuoso di risalita delle impedenze. Perché le 3/5A a 15 Ohm sono più ricercate? Perché sono più vecchie?

Un saluto,

Piero

Inviato

@jakob1965 ....poi c’è chi fa ricerca per risolvere problematiche....

 

”La facilità di guidabilità attraverso un carico di impedenza non reattivo presenta un tubo a bassa potenza o un'elettronica a stato solido con un'interfaccia ideale per generare il massimo SPL per watt di potenza applicata.”

Inviato
1 ora fa, Altainefficienza ha scritto:

Sono state scritte in anni in cui non si parlava di carichi reattivi, e ci si è accontentati di dire "4 Ohm va bene, il minimo deve essere 3".

 

La questione dei carichi induttivi e capacitivi penso fosse nota in quanto dovuto al fatto che le equazioni differenziali originarie dei circuiti portano appunto a delle variazioni di fase - i tedeschi si sa  sono pragmatici di natura e hanno fissato il limite a 3 ohm (effettivi quindi mica detto siano solo resistivi)  e forse non sbagliavano -

 

Faccio altro nella vita ma posso pensare che un buon progettista di diffusori tenga conto dei driver che ha - della loro impendenza intrinseca e che la adatti bene al circuito del cross-over al fine appunto di ottenere la suddivisione della frequenza ottimale (per il progetto) ma senza avvicinarsi troppo al corto - per questo fare i diffusori è materia molto difficile se si vuole innovare - se uno innova e va ad 1 ohm forse ha sbagliato qualcosa a mio parere 

Altainefficienza
Inviato

@jakob1965 la questione era nota, ma tenerla in conto con i mezzi di analisi di allora era troppo complesso. Quindi i 3 Ohm di minimo sono effettivi nel senso che sono pura e semplice resistenza. Non si è tenuto conto della parte immaginaria, non perché non si sapesse che esisteva, ma per non rendere ulteriormente complesso il tutto (coi numeri complessi appunto 🙂).

In altre parole, ci si accontentava... Facci caso, abbiamo dovuto aspettare gli anni '80 perché gli addetti ai lavori delle riviste cominciassero a misurare gli ampli su carichi complessi. Molti - negli USA, in Francia passavano solo la potenza su 8 Ohm. Il massimo da noi era misurarla anche su 4 e dare il rapporto con quanto sviluppato su 8 (perché alla faccia dei tedeschi, la gran parte del mondo continuava a produrre diffusori da 8 Ohm nominali). Anche perché sarebbe stato imbarazzante, con i transistor dell'epoca, produrre misure su 4 Ohm (vedi le protezioni foldback).

Un saluto,

Piero

Inviato
14 minuti fa, Altainefficienza ha scritto:

la questione era nota, ma tenerla in conto con i mezzi di analisi di allora era troppo complesso. Quindi i 3 Ohm di minimo sono effettivi nel senso che sono pura e semplice resistenza.

 

la parte immaginaria determina poi il valore effettivo nel circuito  - almeno credo - comunque punto interessante - se la trovo vado a leggermi la DIN 45000 e qualcosa 

 

Ciao

Inviato

Trovato tra Mario Bon e pdf in tedesken ya... 

 

4 ohm - 20 % (quella che loro chiamano contributo dovuto alla " Scheinwiderstand " DIN 45573  - quindi 3,2 ohm (documento del 1977) - quindi una rotazione di fase entro i 37 gradi

 

Adesso mi leggo la parte degli ampli

Altainefficienza
Inviato

@Vmorrison 

2 ore fa, Vmorrison ha scritto:

”La facilità di guidabilità attraverso un carico di impedenza non reattivo presenta un tubo a bassa potenza o un'elettronica a stato solido con un'interfaccia ideale per generare il massimo SPL per watt di potenza applicata.”

questa frase è dell'Ing. Trapattoni?

Un saluto,

Piero

Inviato

Ciao Piero, 😂 è il traduttore di Google....detto questo...sembra abbiano creato xover che non tormentino amplificatori a valvole.

 

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