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Melius Club

Trovare la pace.


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Inviato

@prometheus  Io invece l'ho trovato "stucchevole" ai limiti dell'urticante......qualcosa di molto lontano da una esecuzione che definirei emozionante....parere mio personale...

Inviato
12 minuti fa, Maurjmusic ha scritto:

… va meglio ? 

Ma guarda che considero Lang un pianista stratosferico, era la scelta del brano ad essere poco rappresentativa: oltretutto dove sarebbe il “fastest piano forever”? :classic_laugh: 

 

  • Thanks 1
Inviato

@Stephen s bellissimo intervento!

Oltretutto recordari è un deponens, quindi un passivo anche in forma attiva, come a rimarcare il fatto che un ricordo, un disco...o quello che vogliamo, lo "subiamo" anche quando crediamo di essere noi a compiere l'azione: il cuore accende le emozioni, a noi non resta che farci travolgere...

  • Thanks 1
Inviato

@micfan71 Ma grazie a te per l’apprezzamento gentile e per la perfetta precisazione filologica. 

Aggiungo appena a quel che dici che nell’età della AI -intelligenza artificiale- non è fuori discussione che siano i ricordi a proporsi per essere ricordati.
Vedi  la gestione dei “records” su alcune piattaforme d’ascolto (e la mano dell’industria che li sottintende). 
Ma questo è argomento del tutto OT, benché forse meriterebbe qualche parola in un’altra sezione del Forum. 
Ciao, grazie ancora,

S. 

Inviato

@Stephen s il tuo assist è stato perfetto, la scoperta del latino è una recente personale soddisfazione che mi sono regalato per i miei 50 anni, a colmare un'ignoranza culturale che mi ha assillato per tanti anni: di formazione squisitamente tecnica, ho sempre "sentito" che le conoscenze classiche avevano molto da dire, e devo ammettere che questa intuizione "di pancia" non era sbagliata.

Lo studio del latino, della cultura latina e dei suoi classici, è molto più di un esercizio mnemonico, anzi mi sta aprendo nuove prospettive sulla moderna realtà tecnologica, su quanto i "nuovi" termini attingano a un passato che non è passato, e che già più di duemila anni fa aveva perfettamente compreso e quindi codificato il linguaggio nella sua complessità e nella sua sintassi.

Serve la volontà di capire che antico e moderno, classico e tecnico, sono diverse facce della stessa medaglia, che si completano vicendevolmente

Inviato

Beh non sei proprio OT …. stai trovando una tua pace interiore attraverso un percorso culturale  come poi è  quello musicale.

Inviato

Esatto!

Un "gioco" che può restare tale finchè si resta in superfice, ma che apre a tante altre scoperte non appena si decide di approfondire un pò.

La storia della musica in un attimo ci porta in altre epoche, in altre culture, in altri mondi: contestualizzare l'artista e l'opera aiuta ad apprezzarli ancora meglio

  • Melius 1
Inviato

@Gall Bell’intervento. Grazie. Per fugare ogni dubbio di ipocrisia, posso dirti che ho avuto la grande fortuna di ereditare (da mio padre e poi da un parente) impianti di un certo livello sin da ragazzo. Certamente la qualità della -buona- riproduzione casalinga mi ha aiutato (insieme alla frequentazione di eventi dal vivo, dalla classica al rock) non solo ad apprezzare gli artisti ma anche a conoscere e a farmi coinvolgere dalle loro interpretazioni, da Pollini a Giulini, da Neil Young ai Genesis ai Massive Attack ad Arvo Part e a chi vorrete voi. L’impianto “stereo” (e non il compatrone di Selezione, con tutto il rispetto), con mia immeritata fortuna, mi ha consentito di ampliare le conoscenze e affinare il gusto della musica sotto mille orizzonti. Di questa grande e infinita libertà sono grato alla HiFi e alla sua funzione educativa e di scoperta. Non nego infatti che molte belle incisioni, ben riprodotte, mi hanno regalato grandi emozioni, indipendentemente dal periodo e dalla tecnologia. e mi hanno insegnato e dato molto. L’album di Belafonte (RIP, grande uomo e artista) at Carnegie Hall 1959 (che ho in vinile per Analogue Productions) per esempio o i mono Cbs di Glenn Gould. Archeologia? Per me nutrimento dell’anima. Così come l’ascolto ultimo e per me inaspettato e bellissimo de Diana Saliceti. 
Con buona pace della tecnica. Poi sentire Nora Jones quasi nella stanza grazie alla particolare “ripresa” tecnica è ugualmente un piacere enorme. 
Pace dunque, e un caro saluto. 
S. 

Inviato
Il 29/4/2023 at 12:39, Casperx ha scritto:

Assemblato un impianto dignitoso, a mio parere, è inutile crucciarsi per questo o per quello.

Quelle sensazioni sono irriproducibili.

oh finalmente qualcuno lo ha scritto semplice e chiaro. Bravo

Inviato

Basta anche essere realisti.

Ho un pianoforte in casa, e lo suono da 40 anni. Mia moglie suona chitarre e ukulele. Mio padre suonava la fisarmonica. Quindi, qualche strumento dal vivo in casa mia l'ho sentito e lo sento.

Ci credete che quando ascolto con lo stereo, non mi è mai venuto in mente di fare paragoni o di vivere  nella spasmodica ricerca di eguagliarne il suono dal vivo?

 

Inviato

Non dimentichiamo quanto comprimano gli ampli a stato solidi nei crescendo e nei pienissimi, specie se abbinati alle solite cassettine domestiche a radiazione diretta., 

mi chiedo come si possa ascoltare la classica in genere con i tipici sistemi audiofili, se non abbassando il volume in prossimità dei tutti e alzarlo nei pianissimi.

una performance live, con ripresa e missaggio minimal, microfoni neumann registratore a nastro da 1/2 pollice.. e corrispondente impianto ad alta dinamica a horn.. e l’illusione é sorprendentemente dannatamente reale, vicina all’effetto live.

E chi si l’amente della inarrivabili carenze dei sistemi domestici di solito ha un woofer da 8” se va bene e un transistorazzo di cemento.
Suvvia.. ci vuole misura anche nel lamento e nel piagnisteo… 😩😩😩

Inviato
23 ore fa, hfasci ha scritto:

Penso che con un progetto (la stereofonia) nato quasi 100 anni fa basato su due casse e (circa) quattro altoparlanti, più di tanto non si possa pretendere, anche perfezionando il tutto all'inverosimile e spendendo cifre pazzesche.

L'unica esigenza sarebbe che l'impianto, nei suoi limiti, suonasse bene, ma nemmeno questo è scontato....

Esatto, è proprio questo il punto. Pretendiamo con una tecnologia paleozoica di avvicinarci alla riproduzione reale. Un grosso passo in avanti è stato fatto con il multicanale (come spiegato anche dal buon Lincetto), che grazie alle ambienze riprese da più microfoni ci ha avvicinato di più a quel sapore reale fatto non solo dell’esecuzione “diretta” ma anche di suoni riverberati, riflessi. Purtroppo le incisioni in multichannel sono poche e le nostre case non sono attrezzate per un allestimento “come si deve” di 5 e più diffusori.

Inviato

Qualsiasi scelta domestica, a mio avviso, dovrebbe essere conseguente ad una buona conoscenza di come suonano gli strumenti dal vivo, sia acustici che elettrificati.

Senza quella, è la mente che non sa che direzione prendere, indipendentemente dal genere.

Poi, se uno abita in condominio, è già messo male in partenza, purtroppo per lui.

Io penso che qualsiasi ascolto debba anche avvicinarsi alla pressione dal vivo (ad eccezione, ovviamente, di concerti rock molto elettrici e fracassoni) per far sembrare il più possibile di avere il senso dell’artista a casa propria.

Si può anche non essere d’accordo, ovviamente.

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