egalli Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 12 ore fa, meliddo ha scritto: Non sono d'accordo sulla "poca artisticità" del jazz ante bop. Armstrong negli anni '20, Ellington fino ai '40 (cito solo due nomi ma potrei farne altri 15 o 20 almeno) avevano dato dignità artistica alla musica nera, le loro opere sono fondamentali non solo dal punto di vista storico. Certamente come non essere d'accordo con te? Quello a cui mi riferivo ( e forse espresso male) era l'immagine stereotipata che attraverso e per volere di Tin Pan Alley e in genere in gran parte dello show business legato alla swing era (che ricordiamolo aveva una popolarità immensa, sterminata direi) veniva attribuita alla popolazione afroamericana. Accondiscenza accordata per volere dell'uomo bianco verso il "selvaggio" africano che doveva essere solo in grado di divertire con smorfie, occhioni sgranati, danze più o meno ammiccanti....comportati perchè così facendo non mi spaventi, non mi destabilizzi il sistema. Razzismo falsamente mascherato, e per questo ancor più inaccettabile. E questo al di la del valore artistico che comunque era già considerevole. Le mie erano solo considerazioni di tipo sociale (all'acqua di rose peraltro)....Ellington e Armstrong (a volte criticato nel suo appiattirsi alle dinamiche commerciali "bianche") restano per sempre nel mio cuore......e non solo loro naturalmente 1
Gaetanoalberto Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 Il 25/5/2023 at 18:52, campaz ha scritto: Musica Jazz è un piccolo tesoro nazionale Concordo molto, e penso il suo acquisto sia un gesto di sostegno alla qualità che spesso ha difficoltà a resistere nel nostro mondo "usa e getta". Molti tra voi, come si vede, hanno competenze e passione "evolute" tanto da poter forse fare a meno dei suoi articoli, ma le raccolte sono sempre intelligenti e godibili, il prezzo accessibile, per cui mi auguro tanti continuino a leggerlo. 10 ore fa, analogico_09 ha scritto: ne abbiamo parlato a iosa di queste cose; Io ho letto con grande interesse tutto il TD. Da "nuovo" utente di Melius non posso che ringraziarvi. Le discussioni e le argomentazioni hanno una loro naturale ciclicità, come la storia, i tempi. Mi pare di aver capito che chiacchieriate da 15 anni o più, però queste chiacchiere vengono fuori nei motori di ricerca e i "vecchi novizi" come me, spero anche i giovani, possono approfittarne. Io "rubo" un sacco di preziose informazioni, di "consigli per gli acquisti", e sono molto contento del "servizio" che rendete alle vostre passioni. Anzi, mi spiace sul serio quando ogni tanto viene fuori il lato deteriore dei social, quello si inutile, perché sottrae energia alle tante cose belle. *** Però un tentativo di contributo al tema mi veniva spontaneo mentre riflettevo leggendo con interesse. Viene un po' fuori in tutti i vostri contributi. Le "rivoluzioni" sono frutto a volte del caso, a volte di lunghe elaborazioni concettuali, ma raramente il cambiamento, anche se profondo, non si poggia sulle esperienze di chi ci ha preceduto, che ci influenzano inevitabilmente. Qualche volta (mi viene in mente il free), la scelta di discostarsi è voluta, ma il passato ritorna proprio perché ci influenza nel tentare di evitarlo, e quindi inspiegabilmente riappare e spesso sfugge al nostro controllo. Poi questo passato ritorna, magari sotto altre vesti *** Naturalmente tutti questi pensieri "democristiani" vengono fuori non da una competenza musicale, che non ho, ma dall'approccio "umanistico" che non riesco ad evitare. Quindi, soprattutto nell'arte, si può cogliere sempre da una parte il suo respiro universale, che accomuna tutte le espressioni della nostra umana natura, in quanto umana, e poi la questione "tecnica", che talvolta si può davvero cogliere ed analizzare criticamente solo dopo molto tempo, perché la "rivoluzione" non è sempre programmatica e consapevole in tutti i suoi aspetti, e quando si è in possesso degli "strumenti del mestiere", dote che non tutti hanno. La bellezza del tutto sta nel dare spazio alle molteplici verità e punti di vista, che possono coesistere. E allora il jazz sia come genere che nei suoi diversi stili, come tutte le cose umane, torna ad essere, nel contempo e sempre, inevitabilmente influenzato dalla tradizione, ed anche "evoluzione" e "rivoluzione". Certamente è un'altro dei grandi regali che l'uomo ha fatto a sé stesso, lasciando spazio a gusti ed inclinazioni, forse in misura molto più ampia di altri generi.
analogico_09 Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 Il 27/5/2023 at 09:00, Gaetanoalberto ha scritto: Il 26/5/2023 at 22:13, analogico_09 ha scritto: ne abbiamo parlato a iosa di queste cose; Io ho letto con grande interesse tutto il TD. Da "nuovo" utente di Melius non posso che ringraziarvi. Le discussioni e le argomentazioni hanno una loro naturale ciclicità, come la storia, i tempi. Mi pare di aver capito che chiacchieriate da 15 anni o più, però queste chiacchiere vengono fuori nei motori di ricerca e i "vecchi novizi" come me, spero anche i giovani, possono approfittarne. Io "rubo" un sacco di preziose informazioni, di "consigli per gli acquisti", e sono molto contento del "servizio" che rendete alle vostre passioni. Anzi, mi spiace sul serio quando ogni tanto viene fuori il lato deteriore dei social, quello si inutile, perché sottrae energia alle tante cose belle. Certamente, l'"archivio" resta una fonte interessante e spesso preziosa di informazioni dalle quali tutti noi, novizi e non, possiamo attingere per un ripasso o per apprendere cose nuove, per recuperare argomenti al fine di arricchire le nuove discussioni che rinascono sugli stessi. Fu quindi grande il mio dolore (senza vole enfatizzare troppo) e non solo il mio, quando l'incendio si portò via la memoria storica del forum costruita in tanti anni di chiacchierate più o meno amene, più o meno costruttive, interessanti ed "utili" che neppure il motore di ricerca potrà mai più riacciuffarle nel regno delle cose trapassate per sempre. E a propostio dell'importanza che riveste il motore di ricerca, la ragione per cui a volte chiedo di scrivere per esteso i titoli dei dischi in vinile che stiamo ascoltando, nell'apposito 3D, è solo al fine di poter ritrovare in seguito i commenti che accompagnano gli stessi il cui recupero diventerebbe oltremodo disagevole e a limite impraticabile all'interno di un grande calderone che si va facendo sempre più profondo. Per questo - cosa per vale per tutte le sezioni e le discussioni del forum - diventa anche importante che vi sia un certo scrupolo nel dare informazioni corretti sui dischi e nel formulare commenti che rispondano ai requisiti di veridicità con quel certo grado di contenutezza e moderatezza espressiva, dal momento che tali contributi restano in archivio alla "mercè" del motore edi ricerca dove tutti noi teniamo a che l'immagine del nostro Club appaia sempre al Melius. Questo vale anche per evitare la scivolata nello spirito deteriore dei social che sta a tutti noi di evitare. Ma chiudiamo questa parentesi e torniano in pieno argomento Il 27/5/2023 at 09:00, Gaetanoalberto ha scritto: Le "rivoluzioni" sono frutto a volte del caso, a volte di lunghe elaborazioni concettuali, ma raramente il cambiamento, anche se profondo, non si poggia sulle esperienze di chi ci ha preceduto, che ci influenzano inevitabilmente. Non a caso scrivevo in un post di ieri che il più "spericolato" free jazz resta sempre fortemente legato alle radici della tradizione, al fil-rouge della continuità musicale, "morale", estetica, socio-culturale, antropologica, ecc, ecc, "U(i)ndercurrent" tra Louis Armstrong e Alan Silva, con tutte le innumerevoli "stazioni" del lungo viaggio del jazz che stanno nel mezzo, la quale non si interrrompe mai. E ciò vale ovviamente anche per i musicisti della stagione del bop all'interno della quale, pur nella coralità degli intenti, ogni singola personalità esprime una propria particolarità musicale che rende più vario e coeso, non già divisivo, proprio nella varietà, l'afflato linguistico, valoriale, ideale, eminentemente rivoluzionario del bop. Velocemente: il bop nasce anche come fatto "concettuale", direi "elitario" ad opera di un inizialmente ristretto gruppo di musicisti che intesero opporsi al soverchiante potere del jazz bianco della svilita e slavata era dello swing "ballabile", quello che fa smuovere il "sederino", per riscoprire la grande musica della negritudine e tornare a smuovere il sentimento del dolore e della gioia, del rito, del mito, della "festa" ancestrale, mettendo a punto un nuovo linguaggio musicale basato su ritmi e frasi velocissime, su rapporti accordali-tonali intriganti "studiati" e improvvisati che scoraggiavano i bianchi incapaci di suonare in tal modo... detto in estrema sintesi. Molti musicisti bianchi si posero per questo all'opposto del bop creando grande musica, abbandonado il vieto swing, in opposizione ma anche grazia a quanto il bop aveva impresso anche fuori della sua gittata "antoplogica-razziale", culturale. Fu una rivoluzione musicale decisamente snob e d'elite il bop, la quale poi, una volta fattoci l'"orecchio", diventò popolare.., si ebbero tutti figli di Charlie Parker, come tutti figli di Coltrane furono non solo i sassofonisti morto Coltrane, altro padre del grande jazz che traghettò la tradizione già fattasi "moderna" verso la modernità "ufficializzata", la quale non avrebbe mai perso perso le radici delle origini neppure nelle estreme stagioni dell'avant-gard. Detto senza voler mostrare ingenerosità nei confronti di quei musicisti pre-bop che fecere da battistrada favorendo la rivoluzione; un nome per tutti: Lester Young.., colui che... inventò "Miles Davis" il quale , mentre affiancava il torrenziale ed iconoclastico Charlie Parker, andava in modo "subdolo" inventando il cool jazz in piena e deflagrante era bop.., con buona pace di quelli che affermarono e ancora affermano in modo inesatto che che Davis mutuò il "cool" dal jazz dei bianchi "californiani"... In ogni caso tutto è in relazione con tutto, nulla nasce dal nulla; cosa risaputa, l'arte "copia" sempre se stessa per rinnovarsi nei modi più dispratai, attraverso forme di evoluzione con o senza le rivoluzioni... Un discorso davvero lungo.., mi sta partendo il turbo, meglio che mi fermo... Trovo un po' confuso, mio limite magari, l'ultima parte del tuo intervento.
analogico_09 Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 14 ore fa, campaz ha scritto: il jazz dell’epoca d’oro non esiste più, in compenso il jazz è praticamente in tutta la musica che ascoltiamo oggi. Il mondo va avanti, le rivoluzioni di ieri diventano tradizione. Ma d’altronde anche se non usiamo più le parrucche… Bach lo ascoltiamo, godendone, ancora oggi! E un po’ di Bach lo troviamo anche nel jazz, così come il jazz è presente nella musica di tanti giovani che magari Charlie Parker nemmeno sanno chi è. Infatti, quelle che inizialmente potrebbero sembrare musiche elitarie, chiuse in ambiti culturali individuali e sociali specifici e ristretti, spesso le ritroviamo invece fuse con le specificità musicali delle nuove musiche dei diversi generi che prendono nuova forma attingendo anche al "vecchio". Ogni opera d'arte, di ogni forma artistica, nasce quasi sempre come fatto "esclusivo", espressione dall'istanza indivuduale dell'artista il quale tuttavia assorbe ogni cosa del sociale, della collettività, della vita, del mondo, raggiungendo in seguito il grande pubblico che si riconosce nel lascito apparentemente "individualista". Questa cosa di ripetere in kodo manicheo che l'arte deve essere subito compresa da tutti, che l'artista deve creare per altri, è un falso problema, un grave errore di prospettiva. A volte diventa un modo di giustificare o di indulgere sui propri limiti di comprensione. Ci sono forme d'arte che raggiungono immediatamente la popolarità; altre per le quali ci vuole più tempo.., dove non di rado capita che le espressioni più immediatamente popolari dopo i primi fuochi iniziano a spegnersi, ad essere dimenticate; mentre le forme d'arte più "tardive", le meno popolari e tuttavia dal respiro più tenacemente universale, entrano negli annali della storia, indimenticate. Pleonastrico - un pleonasma vale l'altro - ma vero...
Gaetanoalberto Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 34 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Trovo un po' confuso E hai ragione! Per chiarire le poche idee ma confuse, emendo il post, che ciononostante non mi pare degno di epigrafe... << Quindi, soprattutto nell'arte, si può cogliere sempre da una parte il suo "respiro universale," che accomuna tutte le espressioni della nostra umana natura, in quanto umana, e della quale si può essere partecipi anche senza piena consapevolezza, e poi la questione "tecnica", che è molto più ardua, sulla quale resta comunque dibbbattito ampio. D'altronde spesso anche le questioni tecniche si possono davvero cogliere ed analizzare criticamente solo dopo molto tempo, perché la "rivoluzione" non è sempre programmatica e consapevole in tutti i suoi aspetti, e l'analisi profonda è possibile solo da parte di chi è in possesso degli "strumenti del mestiere", dote che non tutti hanno. >>
egalli Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: Detto senza voler mostrare ingenerosità nei confronti di quei musicisti pre-bop che fecere da battistrada favorendo la rivoluzione; un nome per tutti: Lester Young.., colui che inventò... "Miles Davis" il quale mentre affiancava Charlie Parker andava in modo "subdolo" inventando il cool jazz in piena e deflagrante era bop.., con buona pace di quelli che affermarono e ancora affermano in modo inesatto che che Davis mutuò il "cool" dal jazz dei bianchi "californiani"... Aggiungerei senz'altro Roy Eldridge....David Chertok in una vecchia edizione di Umbria Jazz (1984 credo) mentre proiettava i suoi rarissimi filmati di jazz nel presentarlo lo definì l'anello di congiunzione tra Armstrong e Gillespie. Approfondii in seguito e scoprii un musicista straordinario, ritmicamente ancora legato allo swing ma armonicamente già avanzatissimo. Ecco questa dei precursori delle grandi ere del jazz è un argomento interessante che magari un giorno mi piacerebbe approfondire....penso a Tristano, Coleman Hawkins ecc.
analogico_09 Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 37 minuti fa, egalli ha scritto: Aggiungerei senz'altro Roy Eldridge.... Se ne potrebbero aggiungere altri di nomi che tra tradizione e pre-modernita, o avant-garde, contribuirono a creare i linguaggi del futuro sempre rigorosamente legati alle radici originarie. Mi viene in mente anche Charlie Christian il quale benchè precocemente scomparso all'età di 26 introdusse negli anni '30 la chitarra elettrica nel jazz come strumento solista, non più di semplice accompagnamento, ridefinendone i linguaggi che influenzarono anche il r. & b e il rock di la da venire. Un apporto colossale all'evoluzione del jazz. Piacerebbe anche a me l'approfondimento sui precussori, a volte musicisti rimasti un po' in ombra nonostante il loro contributo innovativo; potremmo magari falo direttamente nel topic "Jazz" dedicato alla musica afroamericana che sarebbe stato il luogo naturale anche per questa discussione, ma anche così sta bene. Concordo sulla grandezza di Roy Eldridge che anche insieme a Lester Young contribuirono a tracciare la strada delle innovazioni. Un grande disco
analogico_09 Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 3 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: Per chiarire le poche idee ma confuse, emendo il post, che ciononostante non mi pare degno di epigrafe... Per chiarire le poche idee ma confuse, emendo il post, che ciononostante non mi pare degno di epigrafe...Quindi, soprattutto nell'arte, si può cogliere sempre da una parte il suo "respiro universale che accomuna tutte le espressioni della nostra umana natura ... e poi la questione "tecnica", che è molto più ardua, sulla quale resta comunque dibbbattito ampio. D'altronde spesso anche le questioni tecniche si possono davvero cogliere ed analizzare criticamente solo dopo molto tempo, perché la "rivoluzione" non è sempre programmatica e consapevole in tutti i suoi aspetti, e l'analisi profonda è possibile solo da parte di chi è in possesso degli "strumenti del mestiere", dote che non tutti hanno. >> Nessuna epigrafe, ci mancherebbe altro.., siamo ancora nel regno dei vivi. Seguito invece a non capire, oppure a non trovare congrue le tue osservazioni frammentarie dove la questione di cui stiamo parlando è molto più semplice delle implicazioni concettuali generiche e in soprannumero. Provo a spiegarmi su quello che mi sembra essere il semplice ma non semplicistico nocciolo della questione. La forma (tecnica) e il contenuto (espressione) sono gli elementi dell'opera d'arte connaturati e inseparabili, l'uno è in funzione dell'altro. L'opera d'arte ci giunge completa delle due parti saldate insieme (all'interno delle quali ci sono altre sottoparti...) e l'eventuale analisi va fatta su entrambi i fronti che sono un unico fronte. Si capisce la forma in funzione dell'espressione e l'espressione in funzione della forma. La sola analisi tecnica diventerebbe mero ed inutile esercizio tecnico fino a se stesso poichè non tiene conto della parte espressiva. La sola analisi del contenuto non si potrebbe fare perchè essendo l'espressione cosa astratta essa traspare unicamente dalla forma che come dice la parola è invece "formata". Cito per meglio chiarire le mie modeste teorie, la frase di un critico musicale riferita in particolare alla musica di John Coltrane il cui significato diventa tuttavia universale. Lo stile [forma]e il pensiero [espressione] sono come il corpo e l'anima. Se lo stile è inferiore al pensiero, si accusa l'autore di impotenza, se è superiore di menzogna. (Taine) Ciò significa che i due elementi che sono un unico elemento seguono, nell'arte autentica e suprema, la regola naturale dei vasi comunicanti.
Gaetanoalberto Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: nell'arte autentica e suprema @analogico_09 Mi chiedo però come si spieghi l'infinità di correnti critiche, interpretative, esecutive, che rendono così amabilmente varie e molte volte opposte le conclusioni che gli esperti traggono di fronte ad un'opera umana, che resta ammirevole nel piacere della mera contemplazione. In particolare, la discordia nasce proprio, spesso, perfino nel riconoscimento delle forme d'arte "supreme", che non è mai unanime. Il tempo sconvolge e capovolge molti convincimenti. E poi, lo scultore classico, il poeta greco, che hanno creato le prime compenetrazioni di forma e contenuto, avevano studiato i testi della critica ? Esistono un talento innato ed una tecnica talmente personale da non trovare sipegazione se non a posteriori, senza però riuscire mai più a riprodurla ? 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: Lo stile [forma]e il pensiero [espressione] sono come il corpo e l'anima. Se lo stile è inferiore al pensiero, si accusa l'autore di impotenza, se è superiore di menzogna. (Taine) A me viene in mente il mito della caverna. Siamo sicuri, dall'esterno, di aver percepito la vera essenza di questa comunione di forma e contenuto ? Cioè, conosciamo la realtà, o siamo profondamente ed in perfetta buona fede convinti di conoscerla ed esserne in possesso pur facendo ancora parte degli abitanti della caverna ? Quante volte la verità, sostenuta dal singolo, è stata ritenuta errore dalla maggioranza, il cui sorriso si è poi spento? Io non sono mai riuscito ad uscire dalla caverna. Ogni tanto faccio qualche passo fuori poi rientro, ma sono abbastanza abituato a convivere con l'umanità degli abbagli. Quindi, tornando alla compenetrazione tra tecnica e forma, non dimentichiamo la differenza tra forma e contenuto. L'ultimo è molto più intimo, e spesso tanto più è elevato, quanto più sfugge alla catalogazione, che è solo il comprensibile frutto del naturale istinto dell'umanità a semplificare. D'altra parte, la catalogazione e la semplificazione sono uno strumento formidabile per il progresso, tanto quanto l'intuizione che sfugge alle prime.
analogico_09 Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 @Gaetanoalberto Se si vuole fare approfondimento filosofico sulla critica d'arte a vasto raggio d'azione bisognerebbe suppongo aprire un altro topic dedicato, altrimenti si sposta l'attenzione dal tema in argomento mettendo a rischio di deragliamento il presente topic. Qualche ultima oesservazione, per quanto mi riguarda. Non è in discussione l'oggettività e la soggettvità della critica, dei vari pensieri, percorsi e conclusioni sulle cose dell'arte osservate dai differenti punti di vista critici; è chiaro e risaputo, direi scontato che non esista un pensiero critico unico, che i percorsi della critica siano molteplici, frastagliati , aperti o "cavernosi".., ci mancherebbe solo d'inoltrarci anche sull'apollineo e sul dionisico per stare qui un mese intero a ciarlare amabilmente ma di ridondanze fuori contesto e misura. Su contenuto e forma, anima e corpo, body and soul, ho chiaramente espresso il mio parere aperto, mentre tu mi pare fraintenda asseggnandoli significati diversi. Ripeto che forma e sostanza sono gli elementi dell'insieme estetico inscindibili e non interpretabili separatamente se non per fare un relativo e limitato esercizio di analisi che coglie una parte dell'oggetto artistico, fatto corpo ed anima, perdendo di vista l'insieme. Poi è ovvio che ogni diversa e personale posizione critica dirà se vi sia armonia, equilibrio o meno tra la forma e la sostanza, ma questo va da se.., non siamo dei consumati professionisti ma manco stiamo ancora alla prima elementare, su certi fondamenti conoscitivi e concettuali basilari e "neutri" dovremmo capirci al volo. Ci sono musicisti virtuosi che fanno acrobazie con lo strumento per esprimere contenuti mediocri o inesistenti.., in qual caso, secondo me, non c'è nulla da salvare, si butta tutto, anzi si butta come prima cosa il vuoto ed inutile esercizio di bravura fine a se stesso. La critica, il senso critico, l'approccio critico alle cose della vita e dell'arte è innato nell'uomo che conosca, fruisca o faccia arte per diletto o per professione e che viva la vita operando delle scelte amando più questo che quell'altro in base a ciò che gli suggerisce il suo naturale e spontaneo senso critico maturato con l'esperienza. Le correnti critiche, interpretative, esecutive professionistiche ed accademiche di cui non ci stiamo occupando in questo topic nascono attraverso lo studio; in chi non siano degli esperti addetti ai lavori musicali, bensì degli appassionati di musica con conoscenze più o meno approfondite, come siamo la maggior parte di noi, la coscienza critica ci viene dall'esperienza che è conoscenza diretta mentre gli studi spesso nozionistici, indispensabili per gli esperti, finiscono per sovrastrutturare e condizionare la spontanea predisposizione naturale alla critica esperenziale. Qui si tratta di confrontarsi sulle cose del jazz in tema secondo quello che ci suggerisce il nostro senso critico "dilettantistico" che deriva dal termine "diletto", parola magica, sinonimo di piacere, in modo semplice e diretto, sulla scorta delle impressioni e aspirazioni personali. In conclusione non credo sia il caso di sforare ulteriormente aprendo una voragine discordiva che si profilerebbe inutilmente "accademica" e fuori topic, in sovvrappeso e sfocata rispetto allo specifico terreno d'indagine (cit) preso in esame. Si torna in topic.
analogico_09 Inviato 27 Maggio 2023 Inviato 27 Maggio 2023 @giov.rossi Acquisterò questo numero. Muscia jazz è stata la mia rivista di riferimento a partire dalla fine dei '60 da quando iniziai ad acquistarla senza perdere un solo numero per oltre 20 anni, poi più episodicamente sempre tenendola d'occhio... Le conservo tutte le riviste, fonti di informazioni, monografie sulle epoche e musici del jazz, ,recensioni dei dischi, dei concerti, notizie dal mondo, interviste, analisi musicali, scritti vari di approfondimento, ecc, una sorta di cronache mensili del mondo del jazz internazionale sulle quali potevo affacciarmi ogni inizio di mese, come una sorta di ricco vitalizio per la mente, il cuore e lo spirito... Le annate del 1970 le feci rilegare.., e come le altre lasciate singole, sono molto di più dell'enciclopedia che è nozionistica mentre i contenuti di Musica Jazz rappresentano l'esperienza diretta di che la vive e la "scrive" con la quale poi il lettore si confronta... Perdonate un piccolo moto di vantalismo... 1 1
giov.rossi Inviato 28 Maggio 2023 Inviato 28 Maggio 2023 @analogico_09 Bella collezione. Complimenti.
analogico_09 Inviato 28 Maggio 2023 Inviato 28 Maggio 2023 @giov.rossi Grazie, ne vado fiero, l'ho mesa su mese dopo mese, anno dopo anno, senza mancare mai una presa, spesso con lunghi appostamenti presso le edicole perchè la distribuzione era a volte un po' imprevedibile... Il mio refrain "è arrivata Musica Jazz!??", era diventato il tromentone di alcune edicole del mio circondario.. quando i ritardi diventavano preoccupanti mi spingevo a scandagliare tutte le edicole di Roma. 😅 In ciò che non mi interessa sono indolente, in caso contrario mi trasformo in segugio... L'annata del 1980, completa, ce l'ho in fascicoli sciolti, idem la 1990 che però è incompleta. Dopo tale data ho iniziato a ridurre gradualmente fino ad oggi ma seguito ad acquistare in modo saltuario, non perchè la rivista non sia più meritevole, assolutamente non è per questo.
giov.rossi Inviato 28 Maggio 2023 Inviato 28 Maggio 2023 @analogico_09 Io facevo lo stesso con Ciao 2001 , quando ero giovane e dopo con Stereoplay e Suono. Bei tempi. Ciao e buona domenica. 1
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