Vai al contenuto
Melius Club

L'ambiente conta meno dell'impianto


Messaggi raccomandati

Mighty Quinn
Inviato
4 minuti fa, leonida ha scritto:

Siamo a 88 pagine e come assolutamente  prevedibile nessuna convinzione o certezza viene e verrà minimamente scalfita.

Ma non è quello il punto anzi chissene!

pensa a tutte le cose utili che ha imparato Dufay! 

 Non è meraviglioso?

 

ilmisuratore
Inviato
29 minuti fa, leonida ha scritto:

produrrai la più perfetta delle curve, o quella che ritieni più idonea, da un x diffusore passivo, a me invece lascerai il tutto nelle condizioni originarie

Questo comunque non ha molto significato

Un sistema non genera soltanto alterazioni di non linearità di risposta, ma anche alterazioni legate alla qualità del segnale

A questo punto si potrebbe rigirare *l'offerta*

Si crea un sistema con cattive misure [che ne determinano la qualità] e poi te vedrai come [non] risolverle, poichè non potrai

Inviato
2 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

 

A questo punto si potrebbe rigirare *l'offerta*

Si crea un sistema con cattive misure [che ne determinano la qualità] e poi te vedrai come [non] risolverle, poichè non potrai

Esatto. 

 

37 minuti fa, leonida ha scritto:

Siamo a 88 pagine e come assolutamente  prevedibile nessuna convinzione o certezza viene e verrà minimamente scalfita.

Convinzione? Sono test altamente scientifici. E non miei. 

 

38 minuti fa, leonida ha scritto:

Quando e dove vorrai, e se vorrai,  potremmo verificare la presunta scientificità dei tuoi assunti,

Non sono miei.

 

39 minuti fa, leonida ha scritto:

da un x diffusore passivo,

Passivo? Siamo nel medioevo? Io ti porto un modesto diffusore passivo e poi porto qualcosa di decisamente eccellente attivo così che non ci saranno dubbi su quanto le misure pesano. Con ovviamente tutte le vie di mezzo. Se il sistema è circa quello hai voglia di dimostrare, son misure, non miracoli. Se intendi il singolo ambiente il discorso cambia poco, per renderlo adeguato, trattamenti a parte, serve un sistema complesso.  Nel medioevo si poteva magari usare la suggestione. Oggi ci sono i DSP in attivo. Ma se ancora non sei convinto ti ho già chiesto di togliere al mio sistema un picco di 18 db a 60 hz. Anche solo si non farmelo sentire, poco importa se rimane. Mai saputo come da te.

Inviato

@leonida in pratica la tua “posizione” è la seguente?

 

Qualora la motivazione di un fenomeno acustico non dovesse risultare spiegabile attraverso le comuni leggi fisiche che governano l'elettroacustica, generando quindi l'abituale ricorso ad illusioni et similia, dovrà, già da oggi, essere considerata l'ipotesi che la variazione risulti essere il prodotto di un fenomenologia capace di produrre variazioni di elaborazione del messaggio acustico ,molto spesso di entità ben superiori a quelle prodotte elettricamente dalle apparecchiature di riproduzione.
Le variazioni risultano essere perfettamente percepibili ed in modo ripetibile in quanto generate da aspetti fisici e fisiologici in un loro preciso rapporto causa effetto, valido erga omnes in quanto riguardante la fisiologia umana e quindi assolutamente non legate a peculiari aspetti soggettivi del singolo ascoltatore.

Ho scritto che la causa delle differenze percepite non risiede in una variazione elettrica del segnale, e per conseguenza non ha alcuna relazione con una variazione dell'onda che raggiunge il timpano.

Ad oggi, una diversa interpretazione dello stesso fenomeno acustico è considerata, almeno in un caso, illusione.
Uno studio scientifico, pubblicato quest'anno, per la prima volta, dimostra la possibilità di una diversa elaborazione da parte del cervello della stessa informazione acustica, qualora questo risulti sottoposto a particolari condizioni di influenza fisica, riscontrabili abitualmente nella vita reale.
Non accludo il link, per non banalizzare l'aspetto scientifico della ricerca, compiuta dal massimo esperto mondiale riguardo l'interazione luce/cervello

Niente quindi probabili o improbabili fantasie dell'ascoltatore, niente fenomeni illusori, si tratta di scienza , che permette , nell'ipotesi di una razionalizzazione delle cause distorcenti la corretta interpretazione del fenomeno acustico, il raggiungimento di risultati enormemente superiori grazie alla possibilità di un progressivo avvicinamento fino al raggiungimento dell'originale linearità uditiva, pesantemente alterata a causa dell'avvento della corrente elettrica.

L''elettroacustica, ha oggi, in base a mie personali conoscenze, un'aspetto assolutamente marginale riguardo la possibilità del raggiungimento di una elevata o elevatissima qualità di riproduziome, elevatissima in quanto potenzialmente capace di imitare o addirittura superare le sensazioni prodotte dal suono live non amplificato.
Se quest'ultima affermazione dovesse apparire eccessiva e fuorviante se non delirante, ipotesi normale allo stato attuale, si consideri che, ammessa l'esistenza di fenomenologia distorcente la corretta interpretazione, anche la percezione acustica del vivo risulterebbe essere soggetta agli stessi fenomeni alteranti.
Il suono reale , prodotto dal vivo da uno strumento non amplificato, non risulterà quindi quello percepito dall'ascoltatore, quello che gli risulterà sarà una versione con gli stessi difetti e le stesse caratteristiche di un impianto di riproduzione, accendere o spegnere o cambiare il cavo di una lampada presente nella stanza dove si esibisce un pianistà, produrrà una nuova, differente percezione del suono dello stesso strumento.

Ad oggi si attribuiscono all'acustica classica il 100% della conoscenza delle cause che determinano il come si ascolta in una stanza o in un auditorium.
Oggi, personalmente, mi risulta che oltre il 50% delle cause del come si ascolta in un determinatp ambiente, riguardino altra fenomenologia, assolutamente sconosciuta.


In conclusione: il suono percepito, vivo o riprodotto, a causa di una precisa fenomenologia, non risulta essere lo stesso esistente in quella situazione, ma una versione percepita sostanzialmente in modo alterato dall'ascoltatore, ed assolutamente non paragonabile alla qualità di quanto avrebbe dovuto percepire.
La qualità percepita, rispetto alla qualità e quantità di informazioni potenziali, mi risulta essere ben inferiore a quella del formato mp3.
Sto affermando che , non per sua colpa, ma a causa di precisi fenomeni, il cervello elabora le informazioni sonore con una qualità inferiore all'MP3.
Ovviamente per poterlo affermare devo avere la possibilità di confrontare le due versioni. Dovrò quindi essere in grado di ottenere tutt'altro risultato da quello apparente, intervenendo sull'origine dei fenomeni distorcenti senza, pertanto, alcun cambiamento elettroacustico nel sistema di riproduzione.


Giuseppe Scardamaglia

ilmisuratore
Inviato

Ho letto, e mi riservo di una possibile risposta e, proposta

Inviato

Salve,

ero convinto di partecipare ad un forum di Audiofili, cioè di appassionati dell’ascolto della musica , in questo caso riprodotta , ai  quali piace ascoltarla  al meglio e trarne piacere , adoperandosi per ottenere il massimo dalle apparecchiature che, nel limite delle risorse disponibili, riescono ad assemblare.

Appassionati dell’ascolto dunque , del buon ascolto ,corroborato dall’ esercizio e dall’ affinamento del proprio apparato uditivo e degli altri sensi  coinvolti in questa ricerca del piacere .

Apparato uditivo, sensi, percezione …parliamo di noi , siamo noi al centro di tutto , siamo allo stesso tempo fruitori e giudici ; siamo noi, sono i nostri sensi , le reazioni agli effetti dell’ascolto della musica  che stabiliscono se i nostri sforzi hanno ottenuto il risultato sperato se , il tempo dedicato, i denari spesi, sono riusciti ad innescare  quel fenomeno  che, nell’ascolto della musica  dal vivo avviene per. natura quasi sempre ed in quella riprodotta invece  più raramente :  l’attivazione del meccanismo del piacere.

Ora però , dopo quasi novanta pagine , scopro che la maggior parte degli scriventi non si fida di se stesso , non usa le proprie orecchie , non attiva i propri sensi , non se la sente di valutare quello che sente ;   preferisce affidarsi a strumenti, al feedback captato da un microfono, all’analisi di un software , a dei numeri, a dei grafici .

Siamo giunti quasi al sovvertimento dei ruoli, la mia funzione di utilizzatore finale e di arbitro viene subordinata o addirittura sostituita dal giudizio della valutazione strumentale, che non viene più utilizzata come  eventuale ausilio a sostegno dell’analisi di un problema  rilevato all’ascolto , ma utilizzata preventivamente ed in termini assertivi   .

E se il giudizio all’ascolto e quello rilevato non dovessero coincidere ?

Nella logica dei più dovrei soccombere io.

Mi dispiace, I don’t agree

 

Saluti, Fabrizio.

  • Melius 1
ascoltoebasta
Inviato
3 ore fa, naim ha scritto:

Non si trattava di differenze di livello. Alzando il volume dello streamer che suonava più ''spento'', questo suonava più forte ma sempre in modo spento rispetto all'altro.

Semplice,ti sbagliavi o eri suggestionato :classic_biggrin:,altra spiegazione non esiste.....lo dicono loro.

Inviato

@Collegatiper

 

l'avrò scritto verso il 2010, e dopo tredici anni di sperimentazione a tempo pieno con sostanziale espansione di conoscenze a riguardo, nulla è stato scalfito per cui confermo integralmente ogni assunto teorico elencato nel documento.

Inviato
1 ora fa, grisulea ha scritto:

ho già chiesto di togliere al mio sistema un picco di 18 db a 60 hz

Aaahhhh a questo vorrei proprio asssitere. Dico davvero.
 

MAprima biosgna essere certi che: quel picco venga percepito come tale e che venga riconosciuto come un "difetto" o un "problema". Perchè di gente che davanti a qualcosa di anche molto più drammatico, elogiava la profondità del basso, ne ho conosciuta.

 

55 minuti fa, Ggr ha scritto:

È esattamente il contrario.

Quelli che ora parlano si misure e scienza, hanno iniziato e per anni,  sono andati ad orecchio, e anche con soddisfazione.  La tecnologia ha messo a disposizione della loro curiosità e voglia di capire, strumenti per indagare e comprendere anche dal punto di vista scientifico, il fenomeno uditivo, evolvendosi, senza paura di mettere in discussione le certezze che avevano acquisito in anni di soli ascolti e prove empiriche. Cosi facendo hanno elevato i loro impianti,  ben oltre il livello di mera piacevolezza di ascolto, e non torneranno più indietro  cosa che farebbero senza problemi, se il risultato non fosse migliore di prima.

Esattamente, pari pari, il mio percorso.

Anche a te, un milione di melius, anzi due.

  • Thanks 1
ilmisuratore
Inviato
30 minuti fa, fabrizio ha scritto:

E se il giudizio all’ascolto e quello rilevato non dovessero coincidere ?

Vuol dire che l'operatore che misura non capisce molto di misure, non usa le opportune analisi, e con gli strumenti adatti [oltre ai segnali]

Inviato
2 minuti fa, scroodge ha scritto:

Esattamente, pari pari, il mio percorso.

Anche a te, un milione di melius, anzi due.

so che anche tu utilizzi un equalizzatore, ma non mi scandalizza e non mi scandalizza nemmeno il ricorso al loudness o ai controlli di tono,  ritengo che sia l'unico modo per risolvere in modo semplice e sbrigativo, problematiche oggettive altrimenti difficilmente o impossibili da risolvere senza una correzione, una per tutte l'enorme deviazione dalla linearità del sistema percettivo umano   

Mighty Quinn
Inviato
46 minuti fa, fabrizio ha scritto:

ero convinto di partecipare ad un forum di Audiofili, cioè di appassionati dell’ascolto della musica

Informati meglio allora

In questo forum ci sono diverse sezioni

Inoltre ripassa la definizione di audiofilo

Si pone parecchio l'accento sulla qualità di riproduzione con mezzi adeguati

In questo treddicolo si danno consigli concreti e informazioni per favorire e rendere più piacevole proprio quello di cui parli

L'ascolto e la passione 

Senza ricorrere a teoremi ultradimensionali con zero supporto sperimentale

Una rarità, approfittane 

Se tuttavia non ti interessa non c'è nessun problema ovviamente 

Inviato
22 minuti fa, scroodge ha scritto:

Perchè di gente che davanti a qualcosa di anche molto più drammatico, elogiava la profondità del basso, ne ho conosciuta.

Esatto. Infatti sono io che no lo devo più sentire come difetto. Ovviamente lo so fare da me. Ed ho ben presente la differenza.

Inviato
57 minuti fa, fabrizio ha scritto:

E se il giudizio all’ascolto e quello rilevato non dovessero coincidere ?

Dipende dalla differenza. Fino ad un certo punto, posto molto in alto, non ci saranno dubbi. Poi pian piano ci si avvicinerà all'equilibrio per poi finire nella zona del gusto. Ma ce ne vuole per arrivarci.

ascoltoebasta
Inviato
1 ora fa, fabrizio ha scritto:

Ora però , dopo quasi novanta pagine , scopro che la maggior parte degli scriventi non si fida di se stesso , non usa le proprie orecchie , non attiva i propri sensi , non se la sente di valutare quello che sente ;   preferisce affidarsi a strumenti, al feedback captato da un microfono, all’analisi di un software , a dei numeri, a dei grafici

E' normale,accade in ogni ambito,alcuni trovan soddisfazione ascoltando le proprie sensazioni,gusti ed emozioni suscitate,altri trovano piena soddisfazione nel seguire la perfezione della teoria,altri ancora trovano concomitante la teoria con i propri gusti,altri ancora (io tra questi) hanno provato la teoria messa in pratica e han preferito assecondare i propri gusti,che differivano dalle curve perfette,l'unica verità è che non c'è una verità che valga  per tutti......ascoltiamo la musica assecondando le emozioni che ci procura,meglio sarebbe però provare le varie soluzioni,misure,trattamento passivo e attivo compresi,poi si potrà scegliere.

Inviato
28 minuti fa, leonida ha scritto:

so che anche tu utilizzi un equalizzatore, ma non mi scandalizza e non mi scandalizza nemmeno il ricorso al loudness o ai controlli di tono, 

A volte un eq analogico, a volte un filtro di convoluzione, a volte il loudness, a volte i controlli di tono, a volte (il più delle volte) nulla. L'impianto rispetta tutte le fasi, la tensione di rete è filtrata per le apparecchiature che lo necessitano. Ho trattato l'ambiente con dispositivi specifici.

Ho curato il segnale a monte e  pure a valle, con tutto quello che mi va e che so maneggiare, avendo ben chiaro quello che voglio ottenere. L'ho fatto ad orecchio e con strumenti, e poi ancora ad orecchio, e ne sono pienamente soddisfatto.

Una cosa non fa il mio impianto: non cambia la fase se passo da play a pausa e poi torno in play.

 

Ah, Giuseppe su una cosa mi trovi perfettamente d'accordo:  sulla enorme,  e lasciami aggiungere, del tutto individuale, deviazione dalla linearità del sistema percettivo umano . 

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...