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Melius Club

Della direzione d'orchestra (e del problema di internet)


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Inviato

ps: sono 2 organisti italiani, così non faccio distinzioni "geopolitiche" ...

E sono 2 bravi professionisti

Uno suona e basta, l'altro fa arte ...  decidete voi :classic_wink:

 

 

.-.-.-.-.-.

 

 

  • Thanks 1
Inviato

E vi metto anche uno che "studia", per non confondere i piani: un conto è l'interpretazione... un conto suonare le note ...:

Se giro questo link ad uno che vuole conoscere il brano, creo un problema invece di attirare un neofita ... :classic_rolleyes:

 

 

Inviato
41 minuti fa, Max440 ha scritto:

Sto parlando di interpretazione, sto parlando di "musicalità" ...

Ma non lo capisci che molte cose di un'interpretazione e anche di musicalità vanno perse con sistemi di riproduzione da mezza. Per quello che certe interpretazioni si capiscono molto meglio e colpiscono molto meglio DAL VIVO:

Ma cambiate per prima cosa i vostri impianti da M.

45 minuti fa, Max440 ha scritto:

ha dei seri problemi a distinguere le cose "accademicamente corrette" dall'arte vera e propria...

Per quello che chiedo che competenze hai TU. Chi dice ad altri che hanno seri problemi perchè non percepiscono un'interpretazione come loro, deve far vedere le sue competenze, perché mette il suo modo di percepire sopra gli altri. Sembra infatti che tu affermi che TU sei capace di distinguere le cose "accademicamente corrette" dall'arte vera e propria mentre gli altri che non la vedono come te NON lo hanno. E avevi scritto prima che sei un'organista (musicista) forse per sottolineare il fatto che TU sì sei capace di distinguere le cose.

analogico_09
Inviato
5 ore fa, Aless ha scritto:

Un esempio per tutti: Currentzis che o si odia o si ama ma che propone inedite chiavi di lettura 

 

Ovviamente non odio Currentzis però non appezzo la sua concezione direttorale autoreferenziale e eccessivamente personalizzata che tuttavia mutua molto dalla filologia in un mix di tradizione e di filologia che trovo ibrido.
Sta bene trovare delle inedite chiavi di lettura personali nell'interpretare la partitura, i suoi "segni", epressione della volonta autoriale inalienabile, ma io non ci sento nulla di nuovo in quel che fa detto direttore, benchè sia molto bravo a dirigere un po' meno ad interpretare nel senso che non si può cercare gloria per se stessi ai danni delle profonde e varie particolarità di forma e spirito dell'autore interpretato e diretto.

Currentzis come Karajan "currentzistizza" un po' tutto in modo abbastanza uniforme. Mia personale impressione, mi piacerebbe ascoltarlo dal vivo ma non so quanto potrei notare di diverso rispetto al polso direttoriale che emerge anche dalle registrazioni al netto di altri dettagli anche importanti ma non strutturali e decisivi si fini del giudizio.

analogico_09
Inviato
2 ore fa, Max440 ha scritto:

ps: sono 2 organisti italiani, così non faccio distinzioni "geopolitiche" ...

E sono 2 bravi professionisti

Uno suona e basta, l'altro fa arte ...  decidete voi :classic_wink:

 

Beh.., hai poca stima di noi se ci sottoponi un paragone dal quale ne esce evidentemente trionfante il secondo dubitando che noi lo si possa riconoscere... :classic_biggrin:  Il giovane si farà, ma a parte la tecnica, in certi momenti è in affanno col tempo, dovrà sviluppare a livelli di molto superiori la musicalità, il senso della frase e del "tempo" che dovrebbe essere sempre pulsione interiore e non già scansione dell'orologio...

Cmq sia.., che strumento meraviglioso è l'organo, affascianante, potente e misitico, l'unico che si può suonare anche con i piedi... :classic_laugh: peccato che da noi si ha quasi nessuna occasione da noi di poterlo ascoltare da bravi ed eccellenti organisti durante le stagioni concertistiche istituzionali, a parte qualche organo "portativo" che funge da basso continuo nella la musica antica.

Nelle chiese, nelle funzioni religiose di vario tipo di solito suonano modesti esecutori i soliti repertori più popolari e risicati risopetto alla imponemte letteratura organistica.

Anni fa a Roma si teneva in una chiesa importante, con un organo magnifico un festival internazionale dell'organo che richiamò nel corso di molti anni interpreti di ogni nazione spesso di straordinario valore: Lehnardt, Chapuis, ad esempio.., che spaziavano nei più meravigliosi repertori musicali. Giunse al fine per mancanza di fondi...

Inviato
6 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Currentzis come Karajan "currentzistizza" un po' tutto in modo abbastanza uniforme. Mia personale impressione, mi piacerebbe ascoltarlo dal vivo ma non so quanto potrei notare di diverso rispetto al polso direttoriale che emerge anche dalle registrazioni al netto di altri dettagli anche importanti ma non strutturali e decisivi si fini del giudizio.

Questa è la sua ultima creatura e il suo proposito:

Teodor Currentzis ha fondato Utopia, una nuova orchestra composta di 112 elementi, per lo più solisti e prime parti provenienti da 28 nazioni (Armenia, Australia, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Cina, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Israele, Italia, Giappone, Kazakhstan, Netherlands, Portogallo, Romania, Russia, Serbia, Spagna, Svizzera, Turchia, UK, Ucraina, USA e Venezuela).

Ancora priva di residenza, Utopia è sostenuta da mecenati europei

.

Currentzis dichiara: “Questo sogno non è solo mio. Si tratta di un’idea a lungo coltivata da un gran numero di musicisti provenienti da tutti gli angoli del mondo: unire le persone con un’idea musicale condivisa, per creare senza compromessi ciò che la nostra immaginazione musicale ci propone. Si tratta di un tentativo di lasciarsi alle spalle il quadro di istituzioni rispettabili che, pur essendo benedette, possono anche essere condannate a creare quello che potrebbe essere descritto come un certo suono internazionale standardizzato. Ci stiamo addentrando in un campo più sperimentale, alla ricerca del suono perfetto con musicisti di grande talento che questo desiderano. La prima cosa che soffre della globalizzazione è l’intimità. L’emozione, l’unità e la dedizione di cui parlo si trovano molto probabilmente nel lavoro di un singolo musicista o di un piccolo collettivo. Vogliamo portare questa identità cameristica e questa intimità nella strumentazione completa di un grande concerto sinfonico. Quindi rinunceremo a ciò che conoscevamo e faremo un salto. Naturalmente, si tratta di un’idea utopica. L’utopia è qualcosa di impossibile, ed è questo che ci attrae: realizzare l’impossibile. I sogni si avverano solo quando eliminiamo il divieto dell’impossibile”.

 

Inviato
5 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Giunse al fine per mancanza di fondi...

Già, ci vogliono soprattutto i fondi, e anche persone appassionate e competenti che organizzino i concerti con autorevolezza.

Ricordo, da organofilo, la meravigliosa rassegna di Schio, dove in un paese di 30.000 abitanti per trent'anni si sono succeduti TUTTI (forse è mancato solo Karl Richter) i più grandi organisti del secolo scorso.

Oggi sarebbe purtroppo impensabile, ci si avvicina solo la rassegna di Bergamo, grazie ai contributi di molteplici soggetti .. ma è una rara eccezione.

@Max440 perfetto e chiaro l'esempio della Dorica; il buon Alessio Corti è una delle glorie musicali italiane, purtroppo credo quasi sconosciuto ai non appassionati.

Mala tempora currunt

Inviato
7 ore fa, Titian ha scritto:

Ma cambiate per prima cosa i vostri impianti da M.

 Azz... che modestia ! :classic_laugh: :classic_laugh: :classic_laugh:

Alle volte penso che "l'audiofilia" possa trasformarsi in una specie di patologia... :classic_ohmy:

  • Melius 1
Inviato
6 ore fa, analogico_09 ha scritto:

peccato che da noi si ha quasi nessuna occasione da noi di poterlo ascoltare da bravi ed eccellenti organisti durante le stagioni concertistiche istituzionali

 Da noi invece, per fortuna, stiamo messi davvero bene:  ho sentito negli ultimi 2 mesi almeno 4 concerti meravigliosi di questa rassegna (e altrettanti me ne aspettano...) :

 

https://www.vareseturismo.it/eventi/43esima-stagione-di-antichi-organi

 

Ogni anno, da 43 anni, è una pacchia :classic_wink:

analogico_09
Inviato
1 ora fa, Aless ha scritto:

Currentzis dichiara: “Questo sogno non è solo mio. Si tratta di un’idea a lungo coltivata da un gran numero di musicisti provenienti da tutti gli angoli del mondo: unire le persone con un’idea musicale condivisa, per creare senza compromessi ciò che la nostra immaginazione musicale ci propone. Si tratta di un tentativo di lasciarsi alle spalle il quadro di istituzioni rispettabili che, pur essendo benedette, possono anche essere condannate a creare quello che potrebbe essere descritto come un certo suono internazionale standardizzato. Ci stiamo addentrando in un campo più sperimentale, alla ricerca del suono perfetto con musicisti di grande talento che questo desiderano. La prima cosa che soffre della globalizzazione è l’intimità. L’emozione, l’unità e la dedizione di cui parlo si trovano molto probabilmente nel lavoro di un singolo musicista o di un piccolo collettivo. Vogliamo portare questa identità cameristica e questa intimità nella strumentazione completa di un grande concerto sinfonico. Quindi rinunceremo a ciò che conoscevamo e faremo un salto.

 

 

Mah, a dire il vero Courrentzis è da molto tempo che va parlando di rivoluzioni ed utopie; ne parla ancora, sarà che non avendone realaizzata nessuna nella prima parte conta di raggiungerle nella seconda magari mettendosi alla ricerca del santo graal della musica.

Andrebbe inoltre detto che molte cose a cui ambisce il direttore siano state già realizzate dalle varie realtà interpretative filologiche non accademiche, non istituzionali, spesso con molte difficoltà di natura economica e di potere poichè nate in forma privata, spesso autogestite/finanziate, con gli introiti dei concerti, sovvenzioni ecc.

L'idea di una musica più "umanizzata", più multietnico-culturale, più "intimizzata",  non più soggetta agli standard interpretativi e "sonori" globalizzati, il suono e la musicalità della "cameristica" applicata anche nella sinfonica, queste "utopie" (tali sembravano oramai più di 60 anni fa quando iniiziarono a muovere i primi passi i "movimenti" filologici che di fatto le realizzarono le utopie) sono già attive da decenni magari perfezionabili ma già ben formate e salde. Come dicevo nell'altro post, Courret. mutua molto dalla filologia.

Per quanto riguarda la ricerca della perfezione del suono, a parte il fatto che la perfezione assoluta non esiste e che quindi diventa un obiettivo secondario, puramente strumentale, abbiamo già oggi strumentisti, cantanti, interpreti di musica antica con strumenti d'epoca  che hanno un rapporto simbiotico col proprio strumento, come se lo stesso fosse un terzo "arto", terzo orecchio ed occhio dell'esecutore che raggiunge vertici di musicalità e di organicità sonora - che vale ben più della "perfezione"- spesso inarrivabile.

Vale anche sotto altri aspetti anche per gli strumentisti e strumenti moderni, ovviamente.

Abbiamo ensemble di musica antica di straordinaria tensione agogica e dinamica in grado di sprigionare una tale bellezza di suono pieno di intimità e di naturalità che sono già oltre l'utopia.

Ma largo ai "giovani".., se Courrentzis saprà affermare la sua novella visione utopica della musicalità, delle sonorità, ecc, superando quanto già esista al riguardo, sarò il primo a seguirlo appassionatamente.

Allo stato delle cose le sue bellissime direzioni mi annoiano.

Così come ho trovato noiosa la clip pubblicitaria dalla quale si evince la natura autoreferenziale lievemente "immodesta" del "nostro".



 

 

 

 

Inviato

Un confronto tra

Heifetz/Barbirolli vs Kopatchinskaja/Currentzis

…vs una star di Youtube

 

Inviato
7 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Quindi riterrei che un bravo e carismatico direttore sia in grado di realizzare anche con musicisti "minori" delle buone interpretazioni, magari rinunciando ai virtuosismi rinsaldando la musicalità.

Sì certo, sono d’accordo. Più che nella singola esecuzione, ad ogni modo, per me un bravo direttore si riconosce dalla capacità di far crescere un’orchestra, di migliorarla nel tempo sulla base di un suo progetto musicale

 

11 ore fa, Titian ha scritto:

Ho un altro approccio: parlo sia con gli orchestrali che con i direttori. Poi assisto alle prove.

Mi sembra un ottimo approccio, se uno ha la possibilità di adottarlo

Inviato
10 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Mi sembra un ottimo approccio, se uno ha la possibilità di adottarlo

Se si vuole e si va ai concerti si ha sempre la possibilità. Bisogna avere il tempo e voglia. Al limite aspettare i musicisti all'uscita se dopo il concerto bloccano le entrate sul retropalco. Ieri l'ho fatto, concerto di Yannick Nézet-Séguin ottava di Bruckner. Sono anche entrato nel camerino del direttore e parlato con lui 10 minuti, poi ci siamo accordati che tramite il manager faremo un online meeting dove posso chiederli tutto e fare un articolo. Prima di entrare nel camerino c'era la coda degli orchestrali che lo volevano salutare e ho parlato con loro sul rapporto con il direttore durante le prove. Queste sono le cose che mi interessano molto, il come si arriva ad un'interpretazione e le restrizioni.

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato
8 minuti fa, Titian ha scritto:

Queste sono le cose che mi interessano molto, il come si arriva ad un'interpretazione e le restrizioni.

Trovo queste cose interessantissime anch’io! Se ce le vuoi raccontare sarebbe per me solo un piacere leggerle 🙂

Inviato
6 minuti fa, Titian ha scritto:

scriverò su ReMusic 

Ho visto il sito e la tua sezione dedicata. 

Se lo vorrai, quando pubblichi un articolo fanne menzione magari in questo thread on modo da poterlo leggere.

Grazie 

Inviato

@garmax1 nei prossimi giorni ne dovrebbero uscire quattro sui concerti. Ho anche uno in sospeso con il fonico. Visto che il mio italiano fa cagxxx, sono almeno due persone che lo correggono prima di essere pubblicati e non tutti hanno il tempo di far sto lavoro...

 

 

  • Thanks 1

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