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La vera storia (o quasi) del Risorgimento


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9 minuti fa, Panurge ha scritto:

Bell'esame, una materia che dovrebbe essere molto più diffusa fra chi pianifica futuri possibili.

Ci mostrò come per la prima rivoluzione industriale furono determinanti i salti d'acqua per alimentare le presse ed i magli delle prime industrie meccaniche, quindi carri e carrozze. Le cadute d'acqua costanti sono presenti in zone pedemontane , ai piedi delle prealpi in Italia oppure piu in grande, area dove oggi è Detroit negli usa. Guarda caso dove successivamente si sono sviluppati i poli industriali automobilistici europei e americani. L'energia è sempre stata un fattore determinante. 

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Gaetanoalberto
4 minuti fa, Panurge ha scritto:

pura geografi

Non a caso gli strani omuncoli degli antichi ministeri mettevano assieme storia e geografia.

Purtroppo poi, poco deontologicamente, chi insegna sceglie il percorso, e spesso abbiamo appassionati di letteratura, molto meno appassionati di storia, ed ancor meno di geografia.

I laureati in storia poi sono perle rarissime.

Oggi l'orribile "Geostoria"

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50 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

sarebbe importante a mio avviso non tanto parlare di “revisionismo”, termine che reca in nuce una sorta di finalità rivoluzionaria

Concordo con una precisazione: non si tratta di rivedere sotto nuova luce eventi già perfettamente noti. Si tratta di studiare enormi fondi documentali che sono stati resi accessibili soltanto dopo la caduta della dinastia Savoia. È un processo che nella ricerca avviene tutti i giorni ma nessuno dice che Einstein è il revisionista di Newton  😀

  • Melius 2
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Tuttavia l'ignoranze della geografia e della storia condannano alla miseria in  prospettiva. Ad esempio come in itslia abbiamo accettato di dipendere da potenze straniere per le fonti energetiche: il nucleare francese  e il gas russo negli ultimi decenni. In passato i decididicì perlomeno si preoccupavano (tramite   l'eni)  di stabilire rapporti con più forni mediorientali, con una visione. Oggi manca proprio la categoria della pianificazione. 

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Per fornire un altro piccolo contributo alla tesi che la baronia meridionale ha grosse responsabilità sull'arretratezza dell nostra Terra e che le scelte politiche post-unitarie furono funzionali esclusivamente ai loro interessi, voglio ricordare le leggi che nel 1866 e 1867 disposero la confisca dei beni immobili accumulati dagli enti ecclesiastici. 

Fu previsto che i beni confiscati fossero privatizzati e ceduti esclusivamente ai creditori dello Stato in cambio della restituzione dei titoli del debito pubblico. L’effetto fu una ulteriore concentrazione della ricchezza.

Inoltre furono del tutto abrogati i diritti feudali, sostituiti dai diritti di proprietà, sempre dei latifondisti. Furono costoro ad impossessarsi delle terre demaniali e dei possedimenti ecclesiastici, aggravando ulteriormente le condizioni dei contadini, che subirono la recinzione delle proprietà e la soppressione degli usi civici (diritti di pascolo, legnatico, erbatico). Aggiungo che in Puglia il “caso” volle che in alcuni uffici del catasto furono persi gli atti relativi alle terre demaniali a causa di incendi.

In sintesi, in Meridione si ricreò una specie di feudalesimo senza gli usi civici previsti nel sistema feudale.

Il nuovo Regno d’Italia non si preoccupò e non pensò di redistribuire i possedimenti espropriati alla Chiesa ai contadini meridionali per creare un ceto di contadini possidenti. La scelta fu di consentire una ulteriore accumulazione a favore della baronia meridionale. Non solo, questa prese il controllo delle amministrazioni locali e si appropriò di tutto ciò che restava del demanio e delle terre comunali.

P.S.: quando si parla di Medioevo deve essere distinto l'Alto Medioevo dal Basso Medioevo. L'Europa a nord di Roma e ad est della Spagna dal VI al X secolo dopo Cristo era quasi una landa desolata.

  • Melius 2
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Gaetanoalberto
22 minuti fa, Savgal ha scritto:

la baronia meridionale ha grosse responsabilità

Corresponsabilità, se il tema è il Risorgimento. Gli atti parlamentari che tu hai postato, partono inspiegabilmente da una abbastanza corretta analisi sociale del disagio ma, ad un certo punto, sembra quasi intervenire un demone soprannaturale che prende la oenna, distorce, e conclude per la repressione quando le premesse sembravano per la riforma.

 

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