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Circola una bufala, i sistemi di correzione digitale non sarebbero trasparenti


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Inviato
42 minuti fa, Tronio ha scritto:

Personalmente, digitale o analogico che sia, preferisco attenermi quanto più possibile alle caratteristiche del brano così come è stato pensato e realizzato da chi lo ha inciso,

Come stabilisci che ti stai attenendo? Non fare nulla, in apparenza la soluzione logica, è solo la soluzione più facile, quasi mai la migliore.

 

42 minuti fa, Tronio ha scritto:

Quasi tutte,

Cambia poco, o ascolti analogico dall'incisione alle orecchie o da qualche parte c'è il digitale.

 

Inviato
1 ora fa, Tronio ha scritto:

Quasi tutte, ma solo da un certo periodo in poi: per chi ascolta prevalentemente incisioni di almeno 30-40 anni fa il materiale è quasi sempre analogico.

A meno che non ascolti LP originali dei 60/70. Quindi non 30-40 anni fa, ma qualcosina in più.

Il resto è tutto processato digitalmente. Da fine anni 70 (77/78 circa) in poi, a vari livelli (dalle copie digitali del nastro master analogico, da distribuire alle stamperie, fino al funzionamento dei torni incisori, qui è spiegato abbasta bene), finché tutta la catena di produzione a fine 80 diventa digitale.

 

Ma siamo OT.

Inviato
4 ore fa, grisulea ha scritto:

Tutte le registrazioni sono trattate digitalmente. Quel che senti "è" digitale. 

Il trattamento digitale al quale facevo riferimento è evidentemente quello di un correttore digitale di acustica ambientale. 
Non c’entra niente con ciò che avviene in fase di produzione. 

Inviato
35 minuti fa, Paolo_AN ha scritto:

Non c’entra niente con ciò che avviene in fase di produzione. 

Quale sarebbe la differenza?

Inviato
8 ore fa, Paolo_AN ha scritto:

Il trattamento digitale al quale facevo riferimento è evidentemente quello di un correttore digitale di acustica ambientale. 
Non c’entra niente con ciò che avviene in fase di produzione. 

È come fai a farglielo capire? Prova così. Se suonasse un contrabbasso gli stacchi le corde per non creare risonanze, se suona una tromba gli metti oltre la sordina una coperta di flanella…

Inviato
26 minuti fa, Vmorrison ha scritto:

È come fai a farglielo capire? Prova così. Se suonasse un contrabbasso gli stacchi le corde per non creare risonanze, se suona una tromba gli metti oltre la sordina una coperta di flanella…

Un esempio del tasso 

Inviato
9 ore fa, Paolo_AN ha scritto:

Il trattamento digitale al quale facevo riferimento è evidentemente quello di un correttore digitale di acustica ambientale. 
Non c’entra niente con ciò che avviene in fase di produzione

Concentriamoci qui, tale trattamento cosa dovrebbe causare al segnale?

Abbiamo visto che nel dominio digitale non provoca alcun degrado

Rimane adesso da capire come sopraggiunge il segnale acustico nel punto di ascolto

Pensi che arriva intatto ? Oppure che l'ambiente lo tratti ancora peggio di qualsiasi trattamento digitale?

Una funzione di trasferimento può risultare congrua fino ai morsetti del diffusore, ma nel punto d'ascolto la verginità dello stimolo originale si perde totalmente 

Inviato
51 minuti fa, Vmorrison ha scritto:

come fai a farglielo capire?

Come faccio a farti capire che senti quel che arriva alle orecchie e non quel che ti piace sognare possa arrivarci? 

Inviato

Però ragazzi… provate a rileggere ciò che ho scritto nelle pagine precedenti. 
Ok il dsp è trasparente, ok corregge egregiamente la regione bassa, ma - ed è questo che ho scritto e sottolineato - esiste il resto dello spettro, laddove risiedono importanti info riguardo il tanto ricercato, studiato, voluto SOUND del musicista. E non solo questo ovviamente. 
Ecco, in questa porzione di spettro altrettanto importante (ho scritto medi e medio alti) il dsp, allo stato attuale, lo vedo in difficoltà. 
Ripeto, sottolineo e ingrassetto: l’uso del digitale in studio non c’entra nulla, lo studio produce e potrebbe farlo anche con macchine a vapore, noi riproduciamo, conserviamo, manteniamo. 
Non so come altro dirlo. 

  • Melius 1
extermination
Inviato
35 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

Una funzione di trasferimento può risultare congrua fino ai morsetti del diffusore, ma nel punto d'ascolto

Resta il fatto che intervieni sul segnale sostanzialmente congruo per "correggere" anomalie ( sempre da verificare e definire) introdotte dal sistema elettroacustico e dal sistema acustico ( risultanti non congrui-l'uno,l'altro,entrambi)

Inviato
1 minuto fa, Paolo_AN ha scritto:

esiste il resto dello spettro, laddove risiedono importanti info riguardo il tanto ricercato, studiato, voluto SOUND del musicista. E non solo questo ovviamente. 
Ecco, in questa porzione di spettro altrettanto importante (ho scritto medi e medio alti) il dsp lo vedo in difficoltà. 

Non è in difficoltà il DSP, che se ne impippa alla fine poichè tratta soltanto quello che gli dai da mangiare

Le difficoltà a limite si concentrano sull'operatore in quanto lo spettro superiore richiederebbe maggiori attenzioni

Ad esempio, se non è fortemente perturbato lo puoi lasciare intonso e correggere soltanto la parte bassa

Oppure, se perturbato fortemente cercare di capire se sono delle forti riflessioni a provocarlo, in questo caso NON si adotta la correzione se non prima aver risolto il danno delle riflessioni

Insomma, per abbreviare serve anche competenza nel capire cosa va fatto e come

  • Thanks 1
Inviato
16 minuti fa, Paolo_AN ha scritto:

Ecco, in questa porzione di spettro altrettanto importante (ho scritto medi e medio alti) il dsp lo vedo in difficoltà. 

Perché? In cosa differisce un dsp da studio da uno di casa. Non posso utilizzare al limite lo stesso dsp? Che differenza ci dovrebbe essere? Se un dsp si accerta trasparente cosa impedisce di usarlo? Quali problemi dovrebbe introdurre se non un semplice errato utilizzo? Indipendentemente da tutto se chi lo usa ne trae vantaggio, in pratica sente meglio, per quale motivo dovrebbe farsi problemi? 

Inviato
2 minuti fa, extermination ha scritto:

Resta il fatto che intervieni sul segnale sostanzialmente congruo per "correggere" anomalie ( sempre da verificare e definire) introdotte dal sistema elettroacustico e dal sistema acustico ( risultanti non congrui-l'uno,l'altro,entrambi)

Certamente, l'esempio verteva sul concetto di verginità tra stimolo originale e segnale acustico nel punto d'ascolto

Se nel locale si manifesta un boost a 100 hz da + 15 dB, e nel filtro adottato operi l'inverso non introduci alterazioni, ma selettivamente vai a risolvere un problema che se si dovesse risolvere passivamente si dovrebbero mettere forze in campo di tutt'altro genere e costi [e ingombri]

extermination
Inviato
12 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

vai a risolvere un problema che se si dovesse risolvere passivamente si dovrebbero mettere forze in campo di tutt'altro genere e costi [e ingombri]

Ripeto: vai a "risolvere" un problema non operando sul sistema che ha generato il problema. dopodiché ogni risultato andrebbe valutato in una scala da 0 a 10 dove zero vale zero e 10 il massimo risultato ottenibile in assoluto vale a dire a prescindere dalla tecnica utilizzata

Inviato
19 minuti fa, grisulea ha scritto:

Perché? In cosa differisce un dsp da studio da uno di casa. Non posso utilizzare al limite lo stesso dsp?

Ancora, non è questo il punto.

Leggi cosa ha scritto @ilmisuratore che ha capito perfettamente ciò che intendevo e dà un'indicazione concreta su come eventualmente operare.

 

21 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

[...] Ad esempio, se non è fortemente perturbato lo puoi lasciare intonso e correggere soltanto la parte bassa

Oppure, se perturbato fortemente cercare di capire se sono delle forti riflessioni a provocarlo, in questo caso NON si adotta la correzione se non prima aver risolto il danno delle riflessioni [...]

Grazie.

Inviato
7 minuti fa, extermination ha scritto:

Ripeto: vai a "risolvere" un problema ( dopodiché ogni risultato andrebbe valutato in una scala da 0 a 10 dove zero vale zero e 10 il massimo risultato ottenibile in assoluto vale a dire a prescindere dalla tecnica utilizzata) non operando sul sistema che ha generato il problema. 

Si, magari il termine *risolvere* può lasciare spazio a questa scala di cui parli

Alcuni potrebbero fermarsi a 7, altri a 8 e altri a 10

Diciamo che anche partire da 7 non sarebbe malaccio, ma per capire esattamente il livello massimo raggiunto servirebbero i test di auralizzazione con tanto di confronto del segnale e con prove di ascolto su base acustica neutra [cuffie]

Inviato
2 minuti fa, extermination ha scritto:

Ripeto: vai a "risolvere" un problema ( dopodiché ogni risultato andrebbe valutato in una scala da 0 a 10 dove zero vale zero e 10 il massimo risultato ottenibile in assoluto vale a dire a prescindere dalla tecnica utilizzata) non operando sul sistema che ha generato il problema. 

Guarda che si sta mettendo in dubbio l'uso del dsp soprattutto in gamma media ed alta. Sui bassi non c'è storia inutile discutere. Nemmeno l' osteggiatore dufay si sogna di farlo. Come dire che tutti i diffusori sul medio alto siano perfetti. Non lo sono. Al di la dell'ambiente si può lavorare anche sul sistema spesso con risultati che non lasciano dubbi. Non e' magari che si crede che tutti abbiano la perfezione fattasi impianto? 

Inviato
7 minuti fa, Paolo_AN ha scritto:

Ancora, non è questo il punto.

Lo e' se non spieghi che differenza ci sarebbe, una eq, la stessa fatta prima o dopo. In cosa dovrebbe differire?

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