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Gustavo Dudamel.


Dufay

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Ho un paio di registrazioni di lui ma non li ho ancora analizzati. La cosa che più mi ha colpito è la sua una grande emozionalità, cura la dinamica nella parte dei fortississimi e della potenza mentre non ho fatto attenzione al resto. Al momento ho altro da fare che analizzarlo, specialmente come dirige e interpreta oggi. È sulla mia lista delle cose in pendenza. Quindi nessun voto personale.

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@Dufay Di qualità ne ha molte, a dire il vero… e se Abbado gli ha ceduto la bacchetta per dirigere la Quinta di Mahler…come ha ricordato Giorgio, ecco forse meriterebbe attenzione.

Poi può non piacere, per carità! , ci mancherebbe..

Ma è pur vero che il suo nome era fra quei pochi  in ballottaggio per dirigere i Berliner del dopo Rattle, insieme a quello di Nelsons… 

Poi Dudamel fece l’errore di dirigere Strauss a Berlino, in particolare un Also Spracht un po’ “spento”, e i Berliner lo scartarono…

Alti e bassi, nella carriera, specie nel passaggio da età giovanile ad età adulta, capitano, no?

Poi però “il ragazzo” si è ampiamente ripreso e ha trovato la sua strada tanto che dalla “sua” Los Angeles lo hanno preso anche come direttore principale all’Opera di Parigi…

Ma il Duda quest’anno lascia i due podii per andare…a New York! Un “ragazzo” conteso quindi..

Di Dudamel apprezzo molto il senso del “ritmo”, un pulsare sottostante lo spartito che Dudamel riesce sempre a trovare ed esaltare.

Mi piace in Beethoven (seppure tradizionale e poco innovativo il suo ciclo con la Simon Bolivar è molto bello e godibile) e l’ho trovato geniale in Dvórak…

Molto bello il suo Mussorgski a Vienna…

Tanto che i Wiener gli hanno fatto dirigere il concerto di Capodanno, poi!

E quel concerto esce dai soliti schemi proprio perché il giovane Dudamel ne esalta il ritmo danzante sottostante..

Nei compositori moderni, come Adams, è addirittura insuperabile..così come in Ives, come ha sottolineato @Aless.

È uscito adesso il ciclo completo dei concerti di Rach, con la pianista superstar Yuja Wang, che però non ho ancora ascoltato..

Insomma Dudamel merita senz’altro considerazione… ancora non è un “grandissimo”, ma può fare ancora molta molta strada…

 

  • Melius 2
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Non ho ancora "approfondito" Dudamel, da quel poco che ho ascoltato non me ne resta un ricordo negativo, troppo poco, non mi pronuncio. Ma, spronato dalle vostre considerazioni,  inizierò a farlo dai dischi, dallo streaming, in primis attraverso i concerti dati con i Berliner, tramite le registrazioni presenti nel favoloso archivio Digital Concert Hall Berliner.

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2 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Nei compositori moderni, come Adams, è addirittura insuperabile..così come in Ives, come ha sottolineato @Aless.

 

 

Ho terminato da poco l'ascolto della Sinfonia nr. 2 di Charles Ives diretta recentemente con i Berliner e trovo che sentimento e forma si sposino a meraviglia. Seguiterò ad ascoltare Dudamel con i "moderni".., in seguito sarà la volta dei repertori "classici", della 5 di Mahler (autore del quale riconosco il valore e che purtroppo generalmente mi "annoia", fatti salvi quei relativamente "brevi" momenti di pura genialità che riassumono l'intera opera che, mio limite?, trovo nell'insieme "ripetitiva") .

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Era il pupillo di Abbado, e ciò vorrà pur dire qualcosa, e ha già suonato dappertutto e con tutte le orchestre.

Però proprio Abbado in un'intervista velatamente diceva che Dudamel era un grande talento, .. che però voleva fare "un po' troppo in fretta, esagerando con il repertorio".

Non l'ho mai ascoltato dal vivo, .. quindi mi fermo qui

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Confermo, il Dudamel sotto l’ala di Abbado era strepitoso, come era strepitosa l’Orchestra Simon Bolivar.
Ad uno dei due concerti uscito dal mio  palco incrociai il maestro Abbado praticamente a braccetto con Abreu, l’ideatore del l’Orchestra, ma non osai importunarli.

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Altro ascolto dal progetto concertistico diretto da Dudamel con i Berliner nel Maggio 2023 intitolato "En American Evening" dedicato ad alcuni compositori dell'America del sud e degli USA più o meno moderni, sempre dal Digital Concert Hall.

Alberto Ginastera, compositore argentino "classe 1916, ha percorso la lunga strada che separa il nazionalismo americano più conservatore dalle tecniche di serialismo integrale tipiche della colta Europa, ma senza mai perdere la sua identità geografica"
consiglio la lettura integrale della monografia cliccando sull'ipetesto.

 

Concerto per piano e orchestra nr. 1, op. 28 un lavoro estremamente interessante che ho scoperto solo ora, tra tradizione e "modernità", alla ricerca del suono come riflesso psicologico, poetico e psichico non già mera "fonia" nella esaltante interpretazione di Segio Tiempo, pianista nato a Caracas, che insieme a Dudamel e ai Berliner che mettono le ali creano una delle più straordinarie interpretazioni di un'opera bellissima ascoltate negli ultimi anni.

Una lunga, entusiastica standing ovation del pubblico berlinese che viene ripetuta anche dopo il bis del pianista che interpreta un brano di aggraziata bellezza di Astor Piazzolla intitolato "La Muerte del àngel" circondato dagli orchestrali rapiti dall'interpretazione e quel tango nobile e sentimentale...

In ultimo, ho ascoltato il brano di Gabriela Ortiz, compositrice messicana, classe 1964, intitolato "Téenek – Invenciones de Territorio" ricco di colori orchestrali e di contrasti sonori e ritmici molto affascinanti. Anche con questo brano, molto applaudito alla presenza della copositrice salita sul palco alla fine del concerto,  Dudamel da prova di essere un grande talento interpretativo e direttoriale per quanto riguarda le musiche "moderne" e ancora più vicine al nostro tempo. In seguito lo ascolterò più attentamente nei "classici" repertori europei.

Insomma c'è ancora tanta vitalità musicale in giro per il mondo, anche nei luoghi che noi occidentali eurocentrici a volte un po' pigri e stanchi tendiamo ad "escludere"...

 

Non c'è nel tubo l'interpretazione del brano "bis" per un solo piano.
 

 

 

  • Thanks 2
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Il 4/9/2023 at 18:59, Dufay ha scritto:

Io lo salto sempre a piè pari non ne comprendo le eventuali qualità...

 Concordo: c'è sempre "qualcuno" di meglio, per cui (a parte ascoltarlo dal vivo), a livello discografico non aggiunge nulla di nuovo e può tranquillamente non essere considerato ... :classic_rolleyes:

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13 minuti fa, Max440 ha scritto:

Concordo: c'è sempre "qualcuno" di meglio, per cui (a parte ascoltarlo dal vivo), a livello discografico non aggiunge nulla di nuovo e può tranquillamente non essere considerato

Già.

C'è ampia scelta...

Ho ascoltato un po' di Ives fatto da lui.

Mi pare lo faccia bene peccato che non mi piaccia  Ives.

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