Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 5 Ottobre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 5 Ottobre 2023 Cappuccetto rosso e il lupo è il titolo dell’Étude–Tableaux per pianoforte op. 39 n. 6. Come suggerisce il loro nome, Rachmaninoff compose questi studi ispirandosi ai quadri di amici pittori rimasti ignoti. Una specie di musica a programma, quindi, che associa un carattere “pittorico” con un aspetto tecnico e virtuosistico. Accoppiata abbastanza rara a dire il vero, che rende questi lavori affascinanti oltre che una sfida per i pianisti sotto molti profili. Cappuccetto rosso e il lupo, chiaramente ispirato a Liszt, è lo studio-quadro che mi affascina di più perché ha un tratto “mefistofelico” e pone al pianista due problemi antitetici (salti e note ribattute), come a voler ribadire, anche sul versante tecnico, il senso di conflitto e di hybris che pervade il pezzo. In queste settimane mi sono trovato a rimuginare su questo studio e ho ascoltato vari pianisti che l’hanno avuto in repertorio. Ecco la mia personale e momentanea classifica di gradimento, per quel che vale: 1) Il giovane Kissin, che con questa performance divenne famoso in patria. Ancora oggi mi sembra la versione che meglio interpreta i tempi drammatici e narrativi di questo pezzo. Sembra di vedere la scena ascoltando. C’è inoltre una chiarezza cristallina e una spazialità del suono da manuale. Semplicemente straordinario. Ed era un ragazzino. 2) Boris Giltburg: anche qui notevole sapienza narrativa e un gesto tecnico ineccepibile. Mi piace anche la pienezza del suono, prodotto con tutto il corpo. Parte dal minuto 22:16 3) Sergei Rachmaninoff: sì proprio lui, il compositore. C’è una vena intimistica e quasi di mestizia in questa versione, ancor oggi magnifica direi Ci sono poi molte altre interpretazioni di questo brano, anche di pianisti di grido (Wang ad esempio). Volevo chiedervi di segnalarmi quelle che vi piacciono di più. Sicuramente ce ne sono che non conosco e che potrebbero rendere traballante la mia classifica personale. Grazie delle segnalazioni, se ve ne saranno 3
Lolparpit Inviato 5 Ottobre 2023 Inviato 5 Ottobre 2023 Bellissima discussione. Anche a me intriga questo pezzo, così inquieto. Non conosco Giltburg…ora ascolto. In questi pezzi i miei riferimenti sono Vladimir Ovchinnikov, fortissimo in Rachmaninov. Oppure Nikolai Lugansky: Anche a me naturalmente piace Kissin, non solo fanciullo. Angelo
analogico_09 Inviato 5 Ottobre 2023 Inviato 5 Ottobre 2023 2 ore fa, Grancolauro ha scritto: Volevo chiedervi di segnalarmi quelle che vi piacciono di più. Sicuramente ce ne sono che non conosco e che potrebbero rendere traballante la mia classifica personale. Grazie delle segnalazioni, se ve ne saranno Conosco/evo questo brano per qualche veloce ascolto di tanto tempo fa.., quindi non saprei suggerirti altre interpretazioni, quelle che hai condiviso sono tutte magnifiche, strabiliante per pathos espressivo, musicalità il giovan Kissin. L'interpretazione dell'autore non si può "giudicare".., si ascolta come si legge un passo del Vangelo.
Grancolauro Inviato 6 Ottobre 2023 Autore Inviato 6 Ottobre 2023 9 ore fa, analogico_09 ha scritto: L'interpretazione dell'autore non si può "giudicare".., si ascolta come si legge un passo del Vangelo Nel caso di Rachmaninoff sono d'accordo con te. Ho ascoltato di recente diverse sue registrazioni e le ho trovate affascinanti. La prima cosa che colpisce, me almeno, è che il virtuosismo connaturato a molti suoi pezzi, tutti direi, sotto le mani di Rach non è mai fine a se stesso né efatizzato o urlato, come molti oggi fanno. E' sempre al servizio della musica 1
Grancolauro Inviato 6 Ottobre 2023 Autore Inviato 6 Ottobre 2023 @Lolparpit grazie! Molto bello Lugansky ma per i miei gusti un po' troppo controllato in questo pezzo, poco coinvolgente diciamo. Un dettaglio per farmi capire. C'è un passaggio nello studio che a me piace moltissimo, dove l'andamento della mano destra cambia all'improvviso passando da percussivo, con note staccate in successione, a fluido e disteso, con arpeggi in legato (il passaggio è evidenziato qui sotto). Nel mio immaginario, è la voce di Cappuccetto rosso ad essere qui rappresentata in musica, una voce che passa da un tono teso e indagatore a un tono più disteso e languido, apparentemente rassicurata dalle parole del lupo, prima che tutto precipiti. Giltburg prepara molto bene questo passaggio (al minuto 22:45), rallentando leggermente prima della battuta 28 (mf) e poi facendo scorrere fluido il suono accellerando leggermente. Questo dà dinamicità narrativa all'esecuzione. Luganski è più rigoroso e fedele al testo, dove nessun rallentando è indicato prima di 28. 1
micfan71 Inviato 6 Ottobre 2023 Inviato 6 Ottobre 2023 @Grancolauro ti ringrazio di queste perle di conoscenza! Per me, che ho lacune musicali enormi, avere la possibilità di ascoltare e vedere i video, e poi leggere le impressioni (personali d'accordo, ma pertinenti e date con cognizione di causa) rappresenta una preziosa opportunità. 1
Grancolauro Inviato 7 Ottobre 2023 Autore Inviato 7 Ottobre 2023 @Aless grazie! Ashkenazy se lo sono dimenticati quasi tutti eppure è stato un grande pianista, specie in Rachmaninoff. Molto bella questa versione, condivido.
Grancolauro Inviato 7 Ottobre 2023 Autore Inviato 7 Ottobre 2023 19 ore fa, Aless ha scritto: alternative La versione di Perahia non la conoscevo. Interessante, anche se non mi entusiasma. Richter invece ero convinto non avesse mai registrato questo studio. Nel video che hai postato non c'è, mi sembra. Forse non era tra i suoi pezzi preferiti dell'op. 39, chiassà, anche se, in astratto, potrebbe sembrare un brano a lui congeniale. Un approccio in stile "richteriano" a questo brano lo si trova, mi pare, in Valentina Lisista, pianista che non amo ma che qui non fa affatto male. La velocità è vertiginosa, pure troppo; eppure Lisista riesce a non deragliare e a trasmettere quel senso di travolgente ineluttabilità che è uno dei tratti distintivi di questo studio. A parte questo, la lettura non è molto originale, tuttavia. Restando in suolo russo, una versione che invece mi piace molto è quella di Alexander Malofeev. Alexander adotta diverse soluzioni interpretative corrette e ben riuscite in questo pezzo. Ma non voglio annoiarvi entrando in micro dettagli, dettagli che però, se presi insieme, fanno di una esecuzione una grande esecuzione. Megli ascoltarlo che si fa prima :). Da notare la postura del corpo lo sguardo indemoniato di questa grande promessa del pianismo russo. 1
Carlo Inviato 7 Ottobre 2023 Inviato 7 Ottobre 2023 qui è cattivo il lupo e cattiva anche la ragazzina che non scappa dal lupo ma lo ipnotizza e lo lascia morire. ciao C 1 1
Carlo Inviato 7 Ottobre 2023 Inviato 7 Ottobre 2023 P.S. quanto aveva ragione Richter a dire che il pianismo di Prokoviev, per quanto questi ci tenesse a conservare le distanze, è stato influenzato da Rachmaninoff fin nel midollo... Ciao C 1
Grancolauro Inviato 9 Ottobre 2023 Autore Inviato 9 Ottobre 2023 @Carlo Bellissimo Sofronitzky! Come al solito fuori dal coro. Grazie della segnalazione. In effetti Cappuccetto Rosso sembra avere le unghie molto affilate in questa versione, molto più di quelle del lupo. Non è neanche servito l'intervento del cacciatore... Non conoscevo questa osservazione di Richter riguardo l'influenza di Rachmaninoff, dove ne parla? Mi sembra comunque azzeccatissima
Lolparpit Inviato 9 Ottobre 2023 Inviato 9 Ottobre 2023 @Grancolauro condivido la passione per il genero di Skrjabin. Sempre personalissimo. La cosa di Richter su Rach e Prok l’ha detta nel bellissimo documentario-intervista Richter the Enigma…canticchia pure un motivetto.
Grancolauro Inviato 10 Ottobre 2023 Autore Inviato 10 Ottobre 2023 @Lolparpit grazie, andrò a cercarlo. promette bene
SimoTocca Inviato 12 Ottobre 2023 Inviato 12 Ottobre 2023 Come sempre io “trascuro” volutamente YouTube (qualità audio troppo bassa per un giudizio “vero vero”, IMHO) e “bazzico” CD o streaming.. Anch’io come @Grancolauro penso che Kissin in questo studio, il numero 6 dell’opera 39, sia pressoché perfetto…non solo per tutto quanto ha già detto con autorevolezza Granco ma anche per le capacità “coloristiche” di Kissin… i tasti sono in bianco e nero, ma dal suo pianoforte escono mille colori.. Però..ecco.. io mi riferisco al Kissin, ancora ragazzo, ma un po’ più grandicello… ascoltatelo e poi mi dite (P.S. Peraltro qui anche la più bella versione del secondo concerto, secondo me, o almeno una delle più belle di sempre..)
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