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La mia esperienza "Utopica" (Currentzis a Roma, 22 11 2023)


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Inviato
Il 29/11/2023 at 23:56, Grancolauro ha scritto:

Comunque, sarò strano io ma quando ascolto Currentzis mi sembra di vedere un film di Fritz Lang o certe scene di Orson Welles: espressionismo allo stato puro, della miglior specie ovviamente.

 

 

Molto suggestiva invece  questa osservazione, Daniele, il paragone formalmente potrebbe starci, ma l'unicità linguistica, tecnica, stilistico-espressiva, letteraria dei 2 geni assoluti della settima arte, già passati alla storia universale del cinema come tali, ne fanno grandi maestri dell' espressionismo e non solo. Le loro impronte nella storia del cinema, durante i loro passaggi, sono molte e sempre in divenire  Dalle loro filmografie traspare chiaramente la varietà la versatilità lo studio la ricerca l'impegno estetico,  esistenziale, socio-politico, anche se troveremo alcuni titoli meno eccezionali di Metropolis di Quarto Potere e di altre pellicole stratosferiche che non  credo serva ricordare.

A me pare sentire che il direttore greco spinga largamente l'acceleratore del linguaggio, delle tecniche ecc, verso la forte e lacerante espressione con la quale sembra insieme al resto voglia  in qualche modo "soggiogare" il pubblico. Mentre un interprete dovrebbe portate se stesso e l'ascoltatore al cuore della composizione, rispettandone lo spirito, restando il più  possibile fedele alla volontà autoriale pur nelle infinite possibilità  esecutive concesse, sempre diverse da caso  a caso,  mettendo da parte il proprio ego interpretativo. 

Da quel che ho ascoltato fino ad ora di suo, in concerto e da dischi, pur restandone scosso, apprezzando la sua  capacità  di far volare l'orchestra mi è sembrato tuttavia di percepire come  molte cose dell'impianto interpretativo, emozionale e direttoriale complessivo vada non di rado speditamente sopra le righe.   Mi ero già soffermato su tale aspetto, a proposito  della cosiddetta rivoluzione  in larga misura mutuata da quanto sia stato fatto in sostanza in altri ambiti interpretativi musicali filologici e non, di grandissimo livello o di più  modeste talentuosita' pur sempre votate alla musicalità . Non mi sembra di aver letto , potrei sbagliare, delle dichiarazioni, scritti,  nelle tante interviste "promozionali" che stanno diventando un tormentone del momento, che il nostro abbia mai rivolto un grato pensiero ai "pionieri" di dette rivoluzioni estrema libertà formale Ed espressiva ( non sto a specificare meglio) iniziate più di 50 anni fa dovendo tra l'altro vedersela spesso e volentieri , soprattutto in Italia, con  l'ostrascismo, i tentativi di emarginazione la diffidenza perfino l'invidia " degli incrollabili  vetusti ordinamenti  musicali ottocenteschi che all'epoca credo non avrebbero fatto braccia aperte a current, come sta accadendo ora, quando la lezione,  l'esempio, la grande virtuosità interpretativa di quella generazione di musicisti argonautici venivano invisi  per ignoranza o per timor di concorrenza superstiziosa ed ottusa. O che dette interpretazione facessero emergere le obsolescenze interpretative attraverso un modo nuovo di forze di fronte alla musica da suonare dirigere da interpretare.  Questa ovviamente è la mia opinione. Credo infine che il mondo accademico in crisi sotto diversi  aspetti per quanto riguarda la divulgazione//DIFFUSIONE  musicale a livello più popolare e non solo d'elite o quasi, disposta, mi riferisco in particolare all'italia , a trattare un repertorio musicale più vario e ampio, dovendo rinnovarsi abbia ora trovato il profeta da battagiare col quale rifarsi il look più "progressista". Fermo restando che sia un musicista di talento e a fronte del fatto che come diceva quello scrittore lì... "in fondo il mondo è pieno di musicisti talentuosi", aggiungendo che di musicisti musicali molto poco spettacolari (il teatro anche serve ci mancherebbe) ve ne siano molti di meno. Current non è certamente un direttore ordinario, ma per me non è la scoperta del secolo o del decennio. Per questo la mia posizione resta molto prudenziale dovendo ancora verificare come evolveranno le cose, dal mio modestissimo punto di vista ovviamente, ovvero se sia un direttore essenzialmente per la musica e non anche per se stesso come prima istanza. Va da sé che si dia tutti più o meno narcisisti nella vita, nell'arte nella musica ma per come la vedo io non è possibile vivere arte e la musica con i "compromessi". 

 

  • Melius 1
Inviato

@analogico_09  capisco il tuo punto di vista Peppe, che in gran parte condivido. La mia era un'osservazione molto più banale: non volevo paragonare Curretzis a giganti come Lang o Welles ma soltanto condividere una sensazione che mi è venuto la prima volta che ho ascoltato questo direttore. Quella appunto di un marcato espressionismo musicale post litteram, per così dire: esasperazione dei contrasti, ricorso di prospettive interpretative inusuali, scelta di un repertorio che si presta all'estetica espressionista (le passioni umane plasmano il mondo!), e una sorta di misticismo quasi soprannaturale che pervade le rappresentazioni. Usando una metafora fotografica, è come se Currentzis accentuasse moltissimo il contrasto dell'"immagine sonora" che produce, che diventa composta da bianchi e da neri, riuscendo tuttavia a non perdere dettaglio sia nelle ombre sia nelle alte luci. Ma per fare questo serve tecnica sopraffina e un'orchestra con musicisti fuori dal comune. Cose che lui è riuscito a costruire. Che ci sia del divismo dietro tutto questo, mi sembra chiaro. Ma fa parte del progetto, credo. E' la visione dell'opera di Currentzis che ci interessa, alla fine: la filologia è solo un mezzo per veicolare questa visione, non un fine in sé. Questo può piacere o meno, ovviamente. Io lo trovo molto interessante, al momento. Che ne sarà in futuro di tutto ciò? Difficile dirlo, e le tue perplessità ci stanno tutte. Ma a me il tentativo piace, lo trovo affascinante ed emozionante.   

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato
3 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Che ci sia del divismo dietro tutto questo, mi sembra chiaro

E perchè, dietro a Michelangeli non c'era del divismo?

Echissene!  aggiungo io ...

Ad avercene di Michelangeli (e non è il solo, ovviamente, ma è solo un esempio per "fare a capirsi" ... :classic_wink:  )

  • Thanks 1
Inviato
Il 5/12/2023 at 11:37, Max440 ha scritto:

E perchè, dietro a Michelangeli non c'era del divismo?

Echissene!  aggiungo io ...

Ad avercene di Michelangeli (e non è il solo, ovviamente, ma è solo un esempio per "fare a capirsi" ... :classic_wink:  )

 

 

Facci caso, nessuno ha inteso congelare il discorso sul divismo o che il divismo sia di per se, tout-court, in ogni sua espressione, cosa degna di andare all'inferno... 

Dopo aver messo a fuoco e capito quanto scrivono gli utenti senza queste forme di banale e giovinilmente svagato fraintendimento sommario e del tutto sfocato rispetto al terreno d'indagine.., prova a farti ri-leggere su maggiori concretezze.:classic_rolleyes:

 

Inviato
Il 5/12/2023 at 08:21, Grancolauro ha scritto:

capisco il tuo punto di vista Peppe, che in gran parte condivido. La mia era un'osservazione molto più banale: non volevo paragonare Curretzis a giganti come Lang o Welles ma soltanto condividere una sensazione che mi è venuto la prima volta che ho ascoltato questo direttore. Quella appunto di un marcato espressionismo musicale post litteram, per così dire: esasperazione dei contrasti, ricorso di prospettive interpretative inusuali, scelta di un repertorio che si presta all'estetica espressionista (le passioni umane plasmano il mondo!), e una sorta di misticismo quasi soprannaturale che pervade le rappresentazioni. Usando una metafora fotografica, è come se Currentzis accentuasse moltissimo il contrasto dell'"immagine sonora" che produce, che diventa composta da bianchi e da neri, riuscendo tuttavia a non perdere dettaglio sia nelle ombre sia nelle alte luci. Ma per fare questo serve tecnica sopraffina e un'orchestra con musicisti fuori dal comune.

 

 

Un intervento centrato e ben motivato. Damiano. Sul quale in parte concordo, come già detto e che ho trovato stimolante. Vorrei prfecisare che il mio discorso si dipanava dalla tua effermazione che non credo di aver frainteso e alla quale non intendevo dare valenza negativa seguendo i miei pensieri in maniera autonoma, prendendo a pretesto il tuo paragone tra Currentzis e due grandi registi cinematografici che non è affatto campato in artia e che anzi condivido ma solo nell'approcchio, nella forma, non negli sviluppi ed esiti.

Mi spiego, ci provo. Gli aspetti "espressionistici", così come li descrivi tu, che riconosci nei due distinti mondi dell'arte, quindi le forti accentuazioni dai forti contrasti sonori della musica a confronto con contrasti dell'immagine foto-cinematografica che sfogano, in entrambi i casi, nelle densità espressi(v)(onistich)e più drammatiche, strazianti e coinvolgenti attraverso cui i cineasti cercavano di raccontare i profondi e laceranti primi momenti storici dell'era "moderna" con le loro tante contraddizioni, con le grandi scoperte , le guerre, distruzioni, morte ed altri orrori, preavvertendo il nazismo (in Lang più  di Welles.., Murnau... ma mi fermo) che bussava alle porte, nei registi diventa la forma e la sostanza, il corpo e l'anima, il carattere estetico e poetico dell'opera filmica. Il regista è l'unico autore del suo cinema espressionista della società ,della politica, dell'esistenzialità, dell'amore della morte, di tutto ciò che fa parte della vita,  quindi ha la libertà assoluta di esprimersi come crede, con moderazione o con eccessi visivi, narrativi, tecnici, formali ecc... tirando al massimo o al minimo delle gradazioni il suo "espressionismo" figurativo e narrativo  è il solo artefice della creatività, del suo film ( a parte attori, tecnici, ecc) ha responsabilità solo con se stesso e con la sua opera, se tionfa o fallisce, potrà piacerci o meno il  suo lavoro, ma non potremo dire che abbia "interpretato" male un film di qualcun altro... rivinando una primigenia scintilla creativa.

Se invertiamo i piani e torniamo a Currentzis.., le interpretazioni di opere musicli composte da altri, dirette in modo fortemente impressionistico ( più o meno "visionarie" ecc,  vale quanto detto sopra per i film) sempre per restare al tuo paragone che fin qui è riconoscibile, potrebbero fare la gloria del direttore, del suo istrionismo, del suo talento, più o meno misurato o sopra le righe, delle sue capacità di inventare colori, ombre, di grade suggestione.., ne soro rimasto suggestionato anch'io, ma c'è sempre il rischio che esaltando l'interprete, ovvero se stesso, il direttore Current possa tradire, mistificare, alterare l'autentico spirito dell'opera del compositore, creando una scollatura tra i piani interprete-autore non dovrebbero mai entrare in conflitto. Una bella sfida... Currentzis si muove secondo me "pericolosamente" nel suo narcisismo autoreferenzaile; una grande direzione non coincide necessariamente con una grande interpretazione dell'opera che rischia in tal caso una forma più o meno evidente e grave di manipolazione.
Il pubblico è in larga misura suggestionato dalle promozioni che spingono per creare il "caso";  così affamato di "emozioni" nel pubblico serpeggia troppo spesso  il voglio godere, sentirmi suggestionato da mane a sera da prodigiosi effetti orchestarali e la musicalità.., il senso critico al diavolo! Cosa che trovo estremamente pericolosa. Spero di essermi spiegato un po' in modo così sintetico, rozzo, superficiale... sono un po' preso da altro, un po' stanco, non posso approfondire, magari se ne riparla.

Il 5/12/2023 at 08:21, Grancolauro ha scritto:

E' la visione dell'opera di Currentzis che ci interessa, alla fine: la filologia è solo un mezzo per veicolare questa visione, non un fine in sé.

 

Parlavo di filologia per dire da dove attinge Current che come dievo non è l'artefice esclusivo di un "metodo" mutuato da altre esperienze musicali.  Personalmente sono più interessato al fine musicale puro, senza sovraccarichi e sovrastrutture, attratto dallo spirito musicale d'origine, di chi crea l'opera musica. La visone di Current si basa su elementi legati all'istrionismo in modo a miop avviso eccessivo, spesso predominante. Al momento mi sento molto diviso, sensazione sempre più chiara e durevole mentre anche il suo approccio alla direzione è uno strumento, non già il fine della musicalità.

Ci siamo soffermati moltissime volte sulla  filologia storica, la quale, così come l'abbiamo conosciuta nel corso di tanti anni, è un mezzo, un metodo ed insieme un fine, strumento di poesia e di musicalità.

 

Inviato
3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

prova a farti ri-leggere su maggiori concretezze.

 Va bene signor maestro 

 

Inviato
1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

il senso critico al diavolo!

Senso critico stabilito da chi? E' meglio Suzuki di Richter? Meglio Harnoncourt di Karajan? L'hanno deciso i "critici"?

Magari senza neppure sapere da dove derivano le scale maggiori e minori, o il perchè un accordo in terza e sesta sposta il baricentro armonico pur utilizzando una banale triade ... perbacco! :classic_tongue:

Inviato
16 minuti fa, Max440 ha scritto:

 Va bene signor maestro 

 

Figurati, è tua la propensione a sempre come maestrino della "nota rossa"...

 

 

13 minuti fa, Max440 ha scritto:


Senso critico stabilito da chi? E' meglio Suzuki di Richter? Meglio Harnoncourt di Karajan? L'hanno deciso i "critici"?

Magari senza neppure sapere da dove derivano le scale maggiori e minori, o il perchè un accordo in terza e sesta sposta il baricentro armonico pur utilizzando una banale triade ... perbacco! :classic_tongue:

 

... infatti arieccoti con gli interventi fuori traccia e provocatori, banalità dozzinali, battute spiritevoli ma non spiritose al massimo svaporate sulle scale musicali di cui farsi effimero vanto...

Il senso critico non lo stabilisce nessuno: è, dovrebbe essere in ogni ascoltatore che abbia a cuore l'approfondimento musicale; è la semplice facoltà del "ragionare" sulla musica, pratica tutt'altro che disdicevole per quanto tu possa stupirtene. Chiunque esprima un'idea, un concetto, un'osservazione personale sulla musica, più o meno piccola o grande, fa critica musicale. Il senso critico non è quindi solo dei cosiddetti "critici" di "mestiere", tutti siamo potenzialmente dei critici che non subiscono l'afflizione delle vanagloriose tifoserie musicali. Ogni ascoltatore dovrebbe essere critico di se stesso e della musica che ascoltacon la quale si confronta. Ci vuole testa e cuore; ragionamento e prelogica. La sola emozione la diamo al gatto.

Ultima lezione, il gioco è finito, si riestra in topic, si torna in argomento.

 

Inviato
Il 30/11/2023 at 00:05, mozarteum ha scritto:

io per non saper ne’ leggere ne’ scrivere ho preso pure l’uno due Baden Baden 25 e 26 ottobre 5 di Mahler e 9 di Bruckner.

Ottima idea, grazie. Ce l'ho a due ore di auto, quasi quasi...

Inviato

Per chi è più comodo scendendo al sud, segnalo 14 Marzo 2024, Currentzis+ Utopia al Petruzzelli di Bari :-D

 

Inviato
Il 8/12/2023 at 01:46, analogico_09 ha scritto:

la semplice facoltà del "ragionare" sulla musica, pratica tutt'altro che disdicevole per quanto tu possa stupirtene.

 

Parlando seriamente, senza battute "spiritose o meno", approfondisco questa tua considerazione.

La facoltà di "ragionare" e di "criticare", per qualsiasi argomento si voglia approfondire, presuppone almeno 2 punti fermi:

1) la competenza nell'argomento sul quale si intende fare appunto "ragionamenti e critiche"

2) la predisposizione del cuore (dell'anima direbbero i greci) per entrare in sintonia con l'argomento stesso

 

Ora, è evidente che esistono campi in cui questa facoltà è molto più circoscrivibile: vediamo alcuni esempi:

La fisica nucleare

La chirurgia

L'ingegneria civile

L'alta finanza

Diciamo che per questi argomenti, nessuno che non abbia le specifiche competenze (studi accademici e relativi titoli) potrebbe avvalersi della facoltà di dare indicazioni in materia, se non come parere personale su determinati aspetti, ma senza la possibilità di far diventare il suo parere un "fatto oggettivo", ma solo appunto un "parere soggettivo" privo di fondamenti teorici.

 

Nel campo dell'Arte, ovviamente, le cose potrebbero cambiare, in quanto la "fruizione" del prodotto artistico (Musica, Poesia, Arte figurativa, ecc...) è per tutti, nessuna escluso.

Ma, attenzione, è qui che "casca l'asino": non è che, data la premessa che tutti possono fruirne, allora tutti hanno egual competenza per esprimere un "giudizio oggettivo": la mancanza di studi accademici e di competenze specifiche porta all'espressione di un "parere soggettivo" che deve però fare il conto con le caratteristiche tecniche e storiche della materia in oggetto.

 

Venendo al topic:  Currentzis piace?  Non piace? Non importa, troverai anche ottimi ascoltatori e melomani che ti diranno (e io ne conosco bene uno, ed è persona che frequenta concerti tutte le settimane regolarmente da almeno 30 anni) che è inascoltabile, ma solo perchè non "entra nelle loro corde": questo però non potrà mai essere un giudizio critico fondato, ma solo un "parere dell'anima" (punto 2).

 

Sintetizzando: occorre conoscere anche la teoria dell'armonia, la tecnica della composizione, la storia della musica, per poter esprimere un giudizio che vada oltre il sentimentalismo...; per carità, non serve essere per forza un professionista sulla bocca di tutti e che gira il mondo a fare concerti, ma bastano le competenze che forniscono i conservatori o le scuole musicali private: nelle città italiane sono migliaia e può iscriversi chiunque (il mio allievo più piccolo ha 5 anni, la mia allieva più grande 75...).

Anche perchè, e chiudo, di ennemila diplomati/laureati annuali nelle accademie (italiane e non), forse il 20/30 % diventa "famoso": gli altri, fanno il loro mestiere o si dedicano ad altro, come ci sono ingegneri che fanno i bancari o laureati in lettere che fanno gli agenti di commercio ....

 

Spero ora di essermi spiegato più chiaramente.

Bye,

Max

  • Melius 1
Inviato

 

2 ore fa, Max440 ha scritto:

Ma, attenzione, è qui che "casca l'asino"

 

Suppongo che seduto in cattedra ben saprai chi sia l'asino che casca nella sua ignoranza bisognoso di essere raccolto e converito alla tua scienza. :classic_biggrin:

Fossi ciuco da bonificare anch'io ti ringrazierei della premura sfoderando il miglior ragliamento di riconoscenza dopo aver fatto un giro di vocalizzi per eliminare qualche nodosità tonale. Permetti un poco di ironia colorita per stemperare le inopportune seriosità. :classic_cool:
No, perchè il tuo intervento mi sembra molto sopra le righe e non pertinente rispetto a quella che di fatto è la mia semplice osservazione, riferita al nostro microcosmo forumistico, con la quale intendo dire che ciascun ascoltatore musicale, in base al proprio grado di conoscenze e di esperienze maturate, dovrebbe esercitare anche l'approccio mentale/intellettuale, critico/emotivo/psichico in fase di ascolto e di assimilazione/interiorizzazione delle musiche ascoltate, nei modi più o meno approfonditi.  Una pratica di ascolto per "diletto", per se stessi, che si svolge nei nostri piccoli-grandi mondi poetici nutrendoci anche di basilari conoscenze senza ansie di prestazioni e senza che nessuno debba "interrogarci" sulle terorie, sui massimi sistemi tecnico-formali musicali.

Il tuo discorso tende invece al massimalismo, nella sua logica da addetto ai lavori che sembra porsi su gradini supereiori, apre ad aspetti affatto impegnativi e controversi che andrebbero affrontati e approfonditi altrove, in topic specifici che si potrebbero aprire  non già in questa discussione mettendola a rischio di deragliamento.
Nessun ascolatore ha bisogno di possedere le massime conoscenze "scientifiche" di cui parli poter "ragionare" (anche ragionare.., capiamoci bene) sulla musica; parliamo tra di noi appassionati ascoltatori, non siamo a lezione; non dobbiamo dimostrare nulla a nessun altro se non a noi stessi. Le nostre riflessioni critiche che ci scambiano nel forum non passano il vaglio di nessun "docente", lo scopo è quello del confronto delle idee, delle impressioni musicali, a briglia sciolta, senza un ordine didattico prestabilito e rigido o guidato. E' possibile godere della musica, farne nutrimento per la mente e per lo spirito anche senza la scorta di ferree conoscenze tecniche, grammaticali e sintattiche. Bastano le fondamentali che ciascun autentico culture di musica possiede per comprendere i "linguaggi" della musica attraverso i quali ci giunge la cultura musicale, la storia, il passato, il presente, la poesia.

Per quanto mi riguarda ho più volte chiarito spesso con dovizia di dettagli, cosa penso della doppia dimensione del "sentire" e del "capire" la musica da parte dell'ascoltatore più o meno "evoluto", anche con esperienze nel fare musica ad ogni livello, quindi trovo alquanto "scomodo" che mi si venGHI a cercare di insegnare qualcosa mettendosi invece in cattedra proponendo degli schemi di apprendimento teorici affatto scontati, vieti e superati, retaggi di un accademicismo che sopravvive a stento e così la sua didattica...

Oggettività e soggettività convivono.., si interscambiano, falso problema cercare le rigide separazioni; la conoscenza non è nozionismo, l'istinto e l'intelligenza "speculativa" entrambe non si nutrono di "teorie", bensì di capacità intuitive, di lungimiranza, di esperienza.., spesso la mente conosce cose di cui non era a... conoscenza. La mente è in grado di partorire idee e intuizioni musicali interessanti e volte acute pur senza aver seguito i corsi del "conservatorio"...

L'approccio critico analitico, filosofico, storico, biografico, saggistico  alla materia ha altre finalità, altri esiti ed opportunità, porterebbe ovvimente su altri fronti della conoscenza e dell'approfondimento che non è certamente quello forumistico.

  • Melius 1
Inviato

Max le chiacchiere stanno a zero. Conosci i Meistersinger?

un celebre forumista tuttologo che diceva pressapoco quello che dici tu con sicumera affermo’: certo sono i maestri del

medioevo!!!:classic_biggrin:
e invece e’ una celeberrima e stupenda opera di Wagner che io e milioni di appassionati amiamo e che lascia indifferenti diversi o

 addirittura ignari (piu’ la seconda) musicisti “tecnici”. Peggio per loro senza dubbio alcuno: godono di meno in ampiezza di repertorio.

Preferisco il mio approccio che e’ di esperienza amore e autentica sintonia con la Musica: e’ un dono quasi di natura ha poco a che vedere con i libri (condivido tutto cio’ che ha scritto analogico). Poi una fuga, un contrappunto, una variazione, una intonazione corretta di voce la sappiamo individuare tutti (per le voci non ci giurerei:classic_biggrin:) cosi’ come capire cosa significa una tonalita’ minore e una maggiore e tutti consociamo la storia della Musica e dunque l’inquadramento estetico e culturale della stessa.

 

Inviato
30 minuti fa, mozarteum ha scritto:

un celebre forumista tuttologo che diceva pressapoco quello che dici tu con sicumera affermo’: certo sono i maestri del

medioevo!!!:classic_biggrin:

Ricordo, ma non ci trovavamo il musica ma nella sezione off topic è comunque non si è mai definito tuttologo in musica 😏

Inviato

La tuttologia non ammette deroghe altrimenti non sarebbe tale. E non e’ un’autodefinizione (sarebbe ridicola) ma una constatazione d’altri. Essa si estende con esiti fortunosi anche al diritto:classic_biggrin:

ma rientriamo in topic

Inviato

Ok, va bene

Al limite aprirò delle discussioni specifiche, per chi vorrà seguirle, di "nozioni accademiche".

Bye,

Max

  • Melius 2
Inviato
19 ore fa, mozarteum ha scritto:

e invece e’ una celeberrima e stupenda opera di Wagner

 Certo, basata sulla mitologia germanica, che fa riferimento proprio ai Minnesanger e ai Meistersinger ...

Quindi, valgono ambedue le risposte :classic_wink:

Però chiudiamo qui l'Ot, e parliamo di Currentzis :classic_love:

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